7th Dragon III Code:VFD Recensione

7th Dragon III CODE: VFD è il primo capitolo del franchise a giungere in occidente e si presenta come un dungeon crawler onesto ma scevro di novità.

7th Dragon III Code:VFD Recensione
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  • 3DS
  • L'attenzione del mondo è ormai catalizzata sull'ultima, mastodontica, fantasia finale firmata dal "Team Tabata" di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa. Con tutta probabilità, anche voi che state leggendo l'articolo sarete alle prese con Noctis e soci. Il mercato, però, non conosce un attimo di tregua e sulla console stereoscopica Made in Nintendo giunge l'ennesimo J-RPG che va a rimpolpare un parco titoli già abbastanza nutrito.
    7th Dragon III CODE: VFD è il quarto e ultimo capitolo di una saga ruolistica, in realtà, misconosciuta in occidente. Il titolo - come spesso accade per i prodotti nipponici dal blasone meno "nobile" - rappresenta il debutto occidentale della serie e giunge sulle nostre console portatili con un anno di ritardo rispetto alla madrepatria. Più di tutto, però, arriva in qualità di "opera postuma" al pari di un altro esponente del genere il quale condivide con 7th Dragon non solo i "genitori", ma anche un futuro a dir poco oscuro e incerto: Stella Glow. Infatti, come vi abbiamo già raccontato Imageepoch, team responsabile dello sviluppo, ha chiuso i battenti proprio l'anno scorso dopo dieci anni di intensa attività.
    7th Dragon, insomma, grazie a SEGA e Altus si appresta a debuttare quasi in sordina senza i favori del pronostico (e con poche novità di rilievo, per un dungeon crawler) sperando di ritagliarsi un posticino nel cuore degli appassionati ruolisti nonostante il contestuale arrivo, sempre su 3DS, di un competitor decisamente temibile: Shin Megami Tensei IV Apocalypse.

    Draghi, draghi ovunque

    Le premesse narrative di 7th Dragon III CODE: VFD ci presentano il titolo sotto una veste abbastanza debole che rischia di far crollare il castello di aspettative costruito dal giocatore. Prima di iniziare, però, urge una veloce introduzione alla serie. Come abbiamo anticipato, il franchise di compone di quattro episodi con un punto in comune: le mitologiche creature ricoperte di squame che tanto hanno significato per leggende e miti di ogni epoca e cultura.

    Mentre il primo capitolo si adagia sui canoni del fantasy classico, i successivi rientrano nella categoria spin-off prendendo una direzione del tutto nuova. Il setting si sposta in una Tokyo post-apocalittica in cui i draghi hanno invaso la Terra. 7Th Dragon III CODE: VFD riprende lo stesso filone dei predecessori facendo, però, un salto avanti di ben ottant'anni. Il genere umano è sopravvissuto, tornando pian piano alla normalità. Nel 2100 i draghi sembrano essere solo un lontano ricordo; uno spauracchio da scacciare scherzandoci su, magari con i videogiochi. Proprio a Tokyo la Nodens Enterprise, una società che ufficialmente produce videogames, ha rilasciato un titolo per la VR denominato 7th Encount incentrato proprio sull'invasione perpetrata dai draghi quasi un secolo addietro. Un po' sbrigativamente, il nostro alter ego viene invitato a giocare, permettendoci di mettere in mostra eccezionali doti di caccia, tanto che gli stessi alti papaveri della Nodens ci vogliono conoscere. L'attività della multinazionale, infatti, è una copertura e la stessa sta segretamente cercando il profetico "eletto" in grado di sconfiggere una volta per tutte i draghi che, proprio durante le rivelazioni di rito, hanno deciso di rifarsi vivi. Insomma, l'unico modo per sconfiggere il settimo e ultimo "Divine Dragon" che minaccia l'umanità sembra essere quello di ricostituire la leggendaria Unit 13 (squadra di cacciatori attiva nel corso della prima invasione) e partire alla ricerca di qualche creatura da decapitare, farmare esperienza e recuperare conoscenze e materiali adeguati per lo scontro finale. La strada, però, appare piena di pericoli e ci porta, grazie alla tecnologia della Nodens, a viaggiare nel tempo attraverso diverse epoche storiche.
    Parte così il classico, lungo, carosello di dungeon e attività da svolgere che, per buona parte dell'avventura, appare scontato e prevedibile (complice anche una caratterizzazione dei NPC davvero superficiale e poco curata) salvo farsi improvvisamente interessante verso le battute conclusive. In questo modo il titolo riesce a risollevare le proprie sorti e farsi perdonare, recuperando un po' di quel mordente che avrebbe dovuto avere sin dalle battute iniziali. Inoltre, essendo il primo episodio ad arrivare sino a noi, non ci ha permesso di comprendere tutti i riferimenti, volti, le citazioni e i rimandi agli episodi precedenti. Il profilo narrativo, considerato nella sua globalità, risulta insomma esser il tallone d'Achille dell'intera produzione la quale, fortunatamente, può contare su altri punti di forza.

    Dungeons & Dragons

    7th Dragon III CODE: VFD si presenta essenzialmente come un dungeon crawler che strizza l'occhio in maniera prepotente ai grandi esponenti del genere tra i quali, per rimanere in ambiente portatile, non possiamo non citare Etrian Odyssey. Il titolo di Imageepoch preferisce virare verso una azione in tempo reale basata su una visuale isometrica in terza persona, ma la sostanza non cambia. Gli scontri, invece, sono come sempre rigorosamente turn based e vedono l'alternanza tra membri del party e nemici. In questo caso si deve porre grande attenzione all'ordine di priorità e allo studio di ogni singolo attacco, prima di avviare l'azione.
    I dungeon si susseguono senza soluzione di continuità, così come gli incontri casuali (preannunciati dal canonico colore rosso lampeggiante del radar) e gli immancabili FoE. Gli obiettivi, alla fin fine, rimangono quelli di sempre: si percorre in lungo e in largo un labirintico dungeon, possibilmente facendo piazza pulita di draghi e altri ameni abomini raccogliendo contestualmente bottino, esperienza, materiali e personale utili per costruire e potenziare le strutture del quartier generale presso la sede di Nodens. Ciò, come di consueto, permette di avere accesso a nuove subquest, armi, armature, abilità sempre più potenti nonché ad alcuni mini passatempi come il Cat Café (vi lasciamo immaginarne l'utilità).


    Tre dimensioni, meno una

    Sino a qui, nulla di significativamente diverso dal solito. La musica, invece, inizia a cambiare quando si va ad approfondire la componente ruolistica e il conseguente combat system. Anzitutto, 7th Dragon III CODE: VFD consente di creare e personalizzare sin dall'inizio il protagonista e ogni membro del team; il titolo, inoltre, propone un interessante sistema di classi (otto in tutto) che non solo si differenziano per peculiare stile di combattimento, ma anche nel modo in cui queste si completano sul campo di battaglia. La classe Samurai, ad esempio, può portare attacchi basati sulla tipologia di arma equipaggiata; mentre un Agent può "hackerare" i nemici costringendoli ad attaccarsi fra loro e God Hand (l'equivalente del monaco) può arrecare debuff e altri malus agli avversari, rendendoli vulnerabili agli attacchi elementali delle altre classi e così via.

    Solitamente è possibile portare in battaglia tre combattenti, ma il titolo consente di settare altri due gruppi di "backup" da mantenere nelle retrovie. Durante il combattimento, questi assisteranno il party principale attraverso differenti effetti che varieranno dai boost alle statistiche sino agli attacchi combinati. I membri dei gruppi di supporto, poi, guadagnano punti esperienza al pari del party principale, evitando la frustrazione di dover perdere tempo per livellare nuovi personaggi. Una concessione, questa, che assieme ai punti di salvataggio sparsi per i dungeon e alla possibilità di ripetere uno scontro senza perdere i progressi, attenua il sadismo tipico dei dungeon crawler. Tutto sommato, quanto proposto da Imageepoch/SEGA si attesta su buoni livelli qualitativi, pur non impattando con grandi novità.
    Sotto il profilo tecnico c'è ben poco che possiamo dire: 7th Dragon III CODE: VFD non brilla per originalità. Level design e qualità delle texture si attestano su uno standard appena sufficiente per gli standard odierni. Inoltre, nonostante il titolo sia uscito su 3DS non solo non fa alcun utilizzo della stereoscopia, ma la ignora proprio del tutto. La modellazione poligonale di personaggi e ambienti mantiene un aspetto spartano e spigoloso, scevro di fronzoli e personalità.
    Lo stile chibi contrasta con gli sprite bidimensionali dei comprimari; questo caratterizza da sempre la serie, ma non riesce a spiccare dalla massa di titoli che utilizzano uno stile simile. La superficialità con cui viene tratteggiato l'intreccio narrativo e la personalità dei vari comprimari, infatti, non aiuta a passar sopra a una realizzazione appena sufficiente. Il comparto audio, invece, è opera di un compositore di vecchia data, Yuzo Koshiro, il quale riesce nell'intento di accompagnare l'azione di gioco senza mai trasbordare dalle proprie competenze.

    7th Dragon III Code:VFD 7th Dragon III Code:VFDVersione Analizzata Nintendo 3DS7th Dragon III CODE: VFD, al netto di qualche buona idea legata al combat system, non aggiunge nulla di particolarmente innovativo al panorama dei dungeon crawler. Su una formula di gioco già ampiamente vista in passato, si innesta un tessuto narrativo appena sufficiente col suo ritmo poco incisivo e una qualità tecnica e stilistica certamente non in linea con gli standard odierni. Ciò nonostante, come dicevamo, il titolo riesce comunque a tirar fuori qualcosa di buono proponendoci un sistema di gestione delle classi di pregevole fattura e un combat system profondo. Questo, unito all'alleggerimento del sadismo tipico dei dungeon crawler, potrebbe incuriosire al massimo chi vorrebbe avvicinarsi per la prima volta a questo particolare genere ruolistico. Purtroppo avremmo voluto scrivere un altro epitaffio: l'opera ultima del defunto team Imageepoch arranca e non riesce a trovare il proprio posto al sole.

    6.8

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