Recensione Ace Combat 5: Squadron Leader

Sinuoso e agile, il volo del quinto Ace Combat ha un che di magnetico e affascinante. Torna il Dogfighting secondo Namco.

Recensione Ace Combat 5: Squadron Leader
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  • PS2
  • I cieli limpidi della gloria accolgono con benevolo abbraccio il volo di Ace Combat 5, preciso ed acrobatico tanto da risvegliare emozioni inaspettate, armonioso nei tratti leggeri e nella risultante visiva, usuale d'impostazione basilare eppure ancora una volta tanto affascinante.

    Squadron Leader decolla -con manualità provata dagli anni- sull'ampio scenario di una guerra futuribile, fra due nazioni separate dal freddo manto dell'oceano. Decolla repentinamente, trascinato da eventi narrati, stavolta, con magistrale uso della grafica tridimensionale, e raccontati dalla telecamera asettica di un giornalista bellico di stanza in una remota base aeronautica. Parte fiero, consapevole di poter mostrare quanto le meraviglie cinematografiche di una fotografia statica e l'uso sapiente di luce particellare possano caratterizzare gli stati d'animo di un momento dal solo impatto visivo. Vola i primi tratti del suo lungo viaggio ludico con la consapevolezza di essere il migliore, e si prende tutto il tempo necessario per dimostrarlo. Così, sulle prime, tanta meraviglia narrativa fatica a farsi sentire: sembra che Squadron Leader voglia mostrarsi molto più distaccato di quanto non fosse il suo predecessore, presentando una serie interminabile di situazioni da affrontare con impegno ma senza una soluzione di continuità affascinante quanto sia stata quella di Ace Combat 4. E' il prezzo da pagare per allungare drasticamente il tempo di volo totale: avere piccole incursioni asettiche in quella che, nel proseguire, si rivela una trama coinvolgente e ben modellata.
    Pian piano, difatti, Ace Combat 5 si innalza oltre le nuvole del legittimo sospetto: la lunga serie di eventi permette di caratterizzare al meglio ogni componente dello squadrone, di definire i tratti di ogni pilota internamente ad ogni isolata missione, attraverso la serie interminabile di campionature sonore, interpretate con esperienza, che costruiscono le trasmissioni radio, uniche compagne di volo dopo l'esplosione della velocità del suono. Si finisce così, ben presto, per affezionarsi a tutti i membri del gruppo, o al ricordo che si avrà di loro dopo la tragedia. Pur vivendo nel silenzio obbligato di monosillabiche affermazioni e negazioni da opporre alle domande degli alleati, il capitano si sente sempre più partecipe, decisivo per la sopravvivenza di quattro uomini e di un'intera nazione. Finché non si accorge, gradualmente, di essere entrato in una leggenda, attraverso un percorso che già, qualche anno addietro, fu mostrato da tuoni lontani.

    Del resto, dall'indimenticabile e fugace volo di Mobius 1, Ace Combat 5 trae anche la sua base ludica. Trae il sistema di controllo preciso e semplicistico di rollio e beccheggio, le tre visuali, i decolli e gli atterraggi superflui ed eseguiti semplicemente direzionandosi, aggiunge qualche rifornimento aereo di semplice esecuzione. Perde tuttavia la possibilità di tornare ad armarsi nel bel mezzo dell'azione, condotta stavolta in territorio ostile troppo lontano da qualsiasi portaerei, e velocizza così l'approccio alla stessa, imponendo un'attenzione tattica e prudente volta alla disponibilità di missili, o - se del caso- l'obbligo di usare la mitraglia vulcan in duelli essenziali di splendide evoluzioni evasive. Del resto, l'azione è stata spostata dalla terra al cielo, e con rara frequenza lo squadrone di troverà a dover bombardare complessi cittadini che mostrano con impenitente impotenza tutti i limiti del comparto visivo. Dall'alto la maestosa resa grafica delle vaste aree di gioco sarà come sempre lodevole, eccezion fatta per alcune distese improbabili di monocromatiche sabbie desertiche. Nei voli radenti, solitamente da effettuarsi in ambienti esterni e non civilizzati, l'occhio non si lamenterà come ha avuto modo di fare in Distant Thunder, e seppure si perdano definitivamente le proporzioni dei complessi strutturali molti elementi di poco ingombro mnemonico serviranno ad uniformare il passaggio dall'eccellenza alla mediocrità. Alberi bidimensionali automaticamente orientati verso la linea di vista, oppure una varietà di texture nevose e rocciose il cui alternarsi risulta uno dei più verosimili visti fin'ora. Spostare lo sguardo da un problema attualmente irrisolvibile è, del resto, probabilmente il modo migliore per risolverlo. Assume sostanza così un ambiente selvaggio ben costruito, ed un cielo cittadino popolato da vettori nemici che richiedono d'essere abbattuti con tanta celerità che poco tempo si avrà per ammirare i pochi grattacieli che sporgono dal mare calmo delle texture urbane. Una soluzione elegante, l'unica possibile.
    Con Squadron Leader comincia a muoversi, inoltre, la timida introduzione di una gestione attiva della propria formazione di volo. Oltre a direzionare consensi e assenzi alle domande trasmesse via radio durante il volo, sarà necessario disporre le proprie forze secondo il più adatto carattere. Un doveroso sospetto si fa strada durante i primi momenti, in cui il cambiamento di formazione risulta piuttosto ininfluente vista la semplicità d'azione. Con l'allungarsi di ogni singola azione bellica, col sopraggiungere di coriacei aerei d'oltremare di velocità e prontezza improvvisa, gestire sapientemente la posizione e l'approccio dei compagni sarà spesso un fattore determinante. Oltre, l'acquisto di nuovi mezzi, da assegnare ad ognuno dei membri del Razgriz, permette di direzionare l'attenzione dei compagni verso i bombardamenti terresti, navali, o gli scontri aerei. La disponibilità di velivoli è come sempre ampia, ammirevole, e fa trasparire un lavoro di precisa trasposizione e la volontà di caratterizzare visivamente ogni mezzo, reso su schermo, nel caso decidiate di inquadrarlo, con poche imperfezioni d'aliasing e molti dettagli.
    Il volo di Squadron Leader è accompagnato dalla musica soave dei passaggi rilassati, dal silenzio dei momenti inattesi, dalla marcia trionfale ed epica di fronte ai demoni del Razgriz. Dalle campionature roboanti dei motori, dal sibilo solforoso dei missili, dalle esplosioni atone e ripetitive. Ma, di più, è caratterizzato dall'infinità di frasi alleate e nemiche, spesso purtroppo trascurate dall'ascoltatore in azione, ma che costituiscono un patrimonio di recitazione sapiente e il vero vettore narrativo che da tono alla trama. Un opera di dimensioni spropositate, probabilmente uniche.

    Ace Combat 5: The unsung war Ace Combat 5: The unsung warVersione Analizzata PlayStation 2Il volo di Ace Combat 5 si avvicina ad essere un volo perfetto. Probabilmente è, ad oggi, il miglior volo - non simulativo - auspicabile. E' un volo, certo, mediato dai canonici controlli semplicizzati, votato all'azione stereotipata, ma è pieno di splendore visivo e sonoro, è accessibile e non banale, è emozionante nel suo diretto realizzarsi di acrobazie e volteggi celesti e nel proseguire parallelo di una storia nuovamente raccontata con sapienza, volgente verso la gloria di un gruppo di demoni del cielo, le cui azioni sono indirizzate dal pilota preciso della vostra coscienza. Un volo già conosciuto in certi termini, ma che prova con sensibile volontà a cambiare stile narrativo, a spostare l'attenzione verso il cielo e la sua totale assenza di punti di riferimento, pur restando fedele ad un'impostazione di successo e a tematiche glorificanti e di conseguenza soddisfacenti. Un viaggio singolare sopra le nuvole e le piccolezze terrene, che finirà nei cuori di ogni giocatore e nel ricordo di questa generazione ludica.

    8.0

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