Recensione Ace Combat X - Skies of Deception

Back in the skies.

Recensione Ace Combat X - Skies of Deception
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  • Un po' di storia.

    Quello delle simulazioni di volo, non è mai stato un genere così diffuso per console in quanto riuscire a riproporre l'intero pannello comandi di un aereo su un joypad risulta essere un'impresa ardua anche per quei team di sviluppatori con tanta esperienza alle spalle. Nonostante questo ostacolo, circa dieci anni fa, Namco decise di mettere in cantiere un titolo che portasse l'emozionante esperienza dei “dogfight” moderni sui televisori dei nostri salotti cercando di mantenere la dose massima di realismo possibile. Uscì così il primo capitolo della fortunata serie “Ace Combat” che, per la prima volta, catapultava il giocatore in un conflitto aria-aria tra aerei moderni fedelmente riprodotti aprendo una sorta di “testa di ponte” per quelle che sarebbero state le produzioni future di tutte le SoftCo.
    Namco riuscì a porre le basi per un brand di successo che in poco tempo, raccolse una grande fetta di fans ansiosi di mettere le mani su ogni sequel della serie.
    Dopo aver pubblicato ben cinque capitoli di questo brand storico delle console sony, Namco/Bandai annunciò ad aprile di quest'anno, l'uscita della prima versione portable di Ace Combat ovvero: “Ace combat X: Skies of Deception (SOD)
    A detta degli sviluppatori, SOD avrebbe integrato all'interno di un unico titolo, tutte le novità contenute nei prequel massimizzando l'esperienza di gioco e garantendo a tutti i fans della serie le stesse emozioni che da sempre accompagnano le nostre sortite virtuali all'interno del mondo Namco.

    Fallen Angels.

    Il problema più grande dei giochi di questo genere è riuscire a proporre al pubblico, una storia coinvolgente che “giustifichi” gli avvenimenti e le battaglie presenti su schermo nonostante possano risultare astratte per colpa del contesto nel quale esse vengono inserite. Di solito le simulazioni tendono a “distrarre” il giocatore per via della loro complessità ma per fortuna, questo in SOD non accade grazie proprio all'estrema cura nei dettagli che Namco/Bandai applica a tutti i suoi titoli.

    Per farvi comprendere bene queste affermazioni analizzeremo il prodotto in tutti i suoi aspetti partendo proprio da trama e ambientazione.
    Ace Combat X: Skies of deception ci catapulta nel bel mezzo di una guerra tra la nazione di Aurelia e quella di Leasath. I leasathiani, dopo aver fabbricato una potente arma in gran segreto ( Il Gleipnir), invadono Aurelia conquistandola interamente nel giro di una settimana. Proprio qui entrerete in gioco voi che andrete ad impersonare Gryphius One, un pilota dell' Aurelian Air Force al quale viene affidato il compito di salvare l'ultima installazione militare alleata presente nell'intera nazione.
    Dopo alcune missioni di introduzione verremo messi a comando di un'unità tutta nostra al quale spetterà l'ingrato compito di contrattaccare tutti gli avamposti militari creati dai leasathiani nella regione, logorandone le forze a suon di bombe e missili fino alla conquista della capitale.
    Oltre alla storia vissuta in prima persona, potremo poi seguire - tramite le ormai famose scene FMV stile anime trovate per la prima volta in Distant Thunder - le vicende di un reporter di guerra impegnato nella stesura di un articolo sulla corsa agli armamenti del generale Diego Navarro dittatore di Leasath. Questa “visione alternativa” della guerra, che le scene filmate ci propongono, serve al giocatore per immergersi totalmente nella trama seguendola non solo dal punto di vista personale, ma anche dal punto di vista pubblico, cioè nell'opinione che il popolo Aureliano ha nell'operato del proprio esercito e di quello nemico, spronandoci ad andare avanti con la campagna anche solo per venire a conoscenza delle varie situazioni che il conflitto ha creato nelle città assediate.
    Nel suo complesso quindi, la storia fa il suo dovere immergendo il giocatore in un'esperienza degna del nome permettendo anche un'analisi approfondita sotto più aspetti di quello che ci viene presentato in modo da trarne un'interpretazione personale diversa ad ogni partita.

    Gryphius One: Fox Two.

    Fondamentalmente, l'intera serie di Ace Combat non ha mai subito veri e propri stravolgimenti nel gameplay ma si è vista migliorata da quelle che possiamo definire piccole correzioni della meccanica di gioco in modo da migliorare il realismo generale.
    Purtroppo per noi, questo non è quello che è successo in Ace Combat X, infatti, gli sviluppatori han deciso di implementare ( come già accennato prima) tutti gli elementi fulcro dei prequel, tentando così di creare una sorta di “gioco perfetto” in base alle esperienze accumulate in questi dieci anni.
    Quello che ci troviamo avanti quindi, è un titolo apparentemente completo che si pone ai vertici del suo genere per l'estrema cura col quale è realizzato.

    Tra le prime cose estremamente familiari che ci vengono presentate, sicuramente possiamo menzionare l'HUD, ovvero l'interfaccia di gioco. Essa è rimasta invariata rispetto ai prequel e, in più occasioni, si dimostra comoda da consultare e di facile utilizzo. Al suo interno potremo trovare tutte le informazioni necessarie per continuare la missione e senza diventa abbastanza difficile portare a termine il proprio compito, infatti se avremo bisogno di sapere a che altezza ci troviamo o quanti missili ci sono nel nostro velivolo non potremo fare altro che leggere all'interno della cabina del nostro aereo.
    Per quel che riguarda i controlli invece, abbiamo avvertito sin da subito la mancanza della seconda levetta analogica e dei tasti tasti dorsali L2 ed R2 che hanno costretto gli sviluppatori a ripiegare su altre soluzioni per il cambio di visuale e della mappa che ora sono selezionabili rispettivamente coi tasti start ( mediante menù opzioni) e select.
    Il resto dei controlli invece, è rimasto invariato rispetto alle versioni per playstation due offrendo le stesse comodità presenti sul dual schock di quest'ultima.
    Un'altra nota molto positiva riguarda l'Intelligenza Artificiale degli amici e dei nemici. Entrambe le parti hanno mostrato un'IA reattiva capace davvero di aiutare un giocatore in difficoltà o di dargli il colpo di grazia nel momento opportuno.

    Tra i molti punti di forza di questo Ace combat c'è la grande quantità di statistiche e materiale sbloccabile durante il corso del gioco. Ogni volta che abbattiamo un nemico, ci vengono assegnati dei crediti che alla fine della missione potremo usare per rendere disponibile uno o più dei quarantadue velivoli presenti nel gioco oppure per comprare gli armamenti secondari di ognuno di quest'ultimi.
    Ogni aereo avrà le sue caratteristiche personali che influiranno sulle scelte per la missione e per l'acquisto ( almeno finché non li avremo presi tutti) e cambieranno radicalmente l'esito delle sortite.

    Godiamoci il panorama...

    Tenicamente parlando, Namco è riuscita a stupirci ancora una volta, infatti Skies of Deception è uno di quei titoli che riesce tranquillamente a sfruttare al massimo delle sue potenzialità l'hardware della console di casa Sony, offrendo al pubblico la migliore esperienza visiva possibile.
    Abbiamo notato sin dalla prima partita la presenza di un impianto di illuminazione davvero eccellente corredato da un sistema di ombre dinamiche precise e esenti da bug.
    I modelli degli aerei sono ben curati così come le cabine degli stessi che vantano texture ad alta risoluzione di ottima fattura. Gli ambienti di gioco sono abbastanza grandi e permettono al giocatore di muoversi senza preoccuparsi dei limiti della mappa, trasmettendo spesso quella sensazione di libertà che tutti i giochi del genere dovrebbero avere dalla loro. Le texture del terreno sono realizzate bene e presentano una primitiva forma di bump mapping che ne alza di molto il realismo.
    Il sonoro comprende suoni ambientali molto realistici, anche se male integrati con la colonna sonora, che avrebbe necessitato di qualche brano più “aggressivo” invece dei motivi dance/techno tipici delle produzioni Namco.
    Il doppiaggio in lingua inglese è buono ed espressivo e trasmette al giocatore quelle emozioni che solo un film come top gun poteva farci sentire.

    Il lato del gioco che più ci ha lasciati perplessi è sicuramente quello del Multiplayer.
    Gli sviluppatori, a discapito della longevità e della qualità finale del titolo, hanno deciso di non implementare la possibilità di misurarsi online con i vari sfidanti di tutto il mondo, ma hanno inserito nel gioco solo la possibilità di giocare con più Psp in un deathmatch uno contro uno.
    Speriamo semplicemente che Namco Bandai non ripeta l'errore in eventuali sequel, cercando un punto di equilibrio tra contenuti extra e multiplayer.

    Ace Combat X: Skies of Deception Ace Combat X: Skies of DeceptionVersione Analizzata PSPAce Combat X: Skies of Deception approda su Playstation Portable al massimo del suo splendore evitando qualsiasi timore che i fans della serie potessero avere. Come sempre Namco ha pensato a tutto curando nei minimi dettagli il titolo e fornendolo di una trama completa e in un certo senso "adatta" al genere in questione permettendo al giocatore di immergersi al massimo senza riserve. il tutto è corredato da un motore grafico che sfrutta la nostra console portatile al massimo dandoci la più alta qualità visiva possibile. Consigliamo questo titolo a tutti i fans della serie e a tutti coloro che hanno sempre desiderato provare l'ebbrezza degli scontri ad alta quota, senza dover prima leggere manuali di istruzioni per l'accensione dell'aereo.

    8

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