Recensione Adr1ft

Ti risvegli in quel che resta di una stazione in orbita terrestre, la tuta che ti separa dal nulla spaziale è ridotta quasi in brandelli, e nemmeno ti ricordi chi sei... Ecco Adr1ft: titolo d'esordio di Oculus e portabandiera della VR.

Recensione Adr1ft
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Leggo parole d'amore per Dear Esther, per Firewatch, in misura minore anche per Everybody Gone To The Rapture, che ho giocato con grande piacere lungo sette indimenticabili notti, e poi mi accorgo della pioggia di critiche verso Adr1ft, e non me ne capacito. Cercate alieni? Firmate per entrare a far parte degli space marine! Cercate armi? Trasferitevi in Texas! Adr1ft è una di quelle esperienze da centellinare, passo dopo passo, completamente prive di azione ma dotate di un'atmosfera unica. Adr1ft, volgarmente parlando, è ciò che spesso, ultimamente, viene chiamato "simulatore di passeggiate", ma con delle piccole (enormi) differenze: qui si galleggia. Nello spazio, per giunta!

    SOLARIS

    La storia di Adr1ft ci vede sopravvivere a un disastro di cui non ricordiamo più nulla, e risvegliarci all'interno di una maltrattatissima tuta spaziale, dispersi nei corridoi di una stazione orbitante andata quasi completamente distrutta. Per prima cosa sarà necessario prendere confidenza con i comandi, che vista la costante assenza di gravità non rispondono come nel classico videogioco "terrestre". Gli spostamenti, in Adr1ft, avvengono non comandando direttamente il nostro personaggio, ma azionando i piccoli propulsori disposti lungo la sua tuta da astronauta. A gravità zero, l'inerzia è un nemico da contrastare senza sosta, ma col tempo si impara anche ad utilizzarla a proprio vantaggio, guadagnando una buona dose di agilità spaziale in più. I più grandicelli sicuramente ricorderanno quel capolavoro di Descent: ecco, i comandi di Adr1ft funzionano esattamente nello stesso modo, solo che qui non avremo una corazzatissima navicella dentro cui proteggerci. Un altro importante aspetto del gameplay di Adr1ft è l'ossigeno: inizialmente la scorta della tuta sarà alquanto limitata, e dovremo costantemente tenere d'occhio l'indicatore apposito per non finire asfissiati sul più bello. Per ripristinare la riserva di ossigeno potremo utilizzare una delle tantissime bombole usa e getta che fluttuano nella stazione spaziale, e in seguito anche delle rassicuranti stazioni di servizio. Rimanere fermi sul posto non ci farà consumare ossigeno, ma praticamente ogni movimento ne abbasserà di un po' il livello. Al contrario, fuori dalla stazione spaziale, nello spazio profondo dove spesso dovremo infilarci, l'ossigeno calerà costantemente. Procedendo lungo il gioco, avremo però modo di riparare lentamente la nostra tutta, e di conseguenza aumentare la velocità dei propulsori, la riserva di ossigeno e altri aspetti secondari, che renderanno l'esplorazione più sicura e intraprendente. Questa progressione, è vero, danneggia in qualche modo la tensione iniziale del gioco, ma Adr1ft riesce ugualmente a tenerci costantemente in allarme, spingendoci attraverso luoghi sempre più angusti, e passeggiate spaziali sempre più lunghe e soffocanti. Ogni manovra poi va fatta bene: se colpiremo troppo forte una parete, o un oggetto di grandi dimensioni che fluttua nei dintorni, perderemo un po' di prezioso ossigeno, e a volte anche la proverbiale bussola: senza gravità e liberi di spostarci su ogni asse, c'è sempre il rischio dopo una collisione di rimanere spaesati, ma premendo l'apposito tasto (la leva analogica sinistra se starete utilizzando un pad) il gioco vi riporterà automaticamente con proverbiali "piedi per terra".

    THE DEVIL'S OWN

    In Adr1ft l'esplorazione ci metterà davanti a due diversi scopi: cercare di riparare il riparabile e sperare di tornare a casa sani e salvi, e scoprire cosa è successo alla derelitta base spaziale in cui ci siamo risvegliati. Per rimettere in funzione motori, macchinari e porte a tenuta stagna, il più delle volte saremo chiamati a collezionare chiavi d'accesso e strani affari hi-tech, per poi rimetterli al loro posto originale; per fare luce sul disastro da cui siamo miracolosamente scampati, invece, dovremo affidarci a classici audio log, trasmissioni radio, scambi di mail, file personali e altre fonti simili, a volte nemmeno così facili da scovare e da raggiungere. Il gameplay di Adr1ft è invisibile, fine a se stesso, il cuore dell'avventura è l'esperienza in sé. Adr1ft, da attraversare in lungo e in largo, è un magnifico alternarsi di visuali da capogiro e sterili stanze spaziali: un attimo prima stai attraversando una rigogliosa serra biomeccanica, circondata da particelle d'acqua arrotolate su se stesse fino a trasformarsi in perle colme di riflessi, e subito dopo sei sul bordo del precipizio, tra mille detriti che sembrano fare di tutto pur di nasconderti alla vista della Terra, abnorme e azzurra, casa lontana e inavvicinabile, che ruota oziosa a chilometri di distanza dalla rabbia e la paura di ciò che è rimasto nella sua violenta orbita, ovvero noi, voi, te e io. Uno spettacolo audiovisivo capace di scuotere anche il più rodato videogiocatore in circolazione, grazie anche a una resa grafica di assoluto rispetto, assemblata con cura per colpire duro tramite il solito schermo piatto, e per deflagrare del tutto se assaporata attraverso la realtà virtuale, per cui questo Adr1ft è stato effettivamente pensato.

    Ho una certa dimestichezza con la VR, e sebbene non abbia potuto provare Adr1ft con un visore (impossibile utilizzare i vecchi dev kit di Oculus: come tutti i giochi su Steam è compatibile solo con la versione finale del Rift, al momento in mano a pochissimi fortunati), non è stato difficile capire dove volevano andare a parare gli artisti di Three One Zero. Adr1ft è prospettiva pura, puntellata in distanza da continui riferimenti scenografici che permettono a colpo d'occhio di misurare distanze e profondità, persino senza l'ausilio del 3D della realtà virtuale (anche se è proprio grazie alla realtà virtuale che questa struttura grafica acquista definitivamente un senso). Adr1ft è molto particolare a tal proposito: non permette di girare la testa liberamente come ci si potrebbe aspettare da un gioco per la VR, ma limita gli spostamenti del collo del giocatore esattamente come sono limitati quelli della protagonista, per colpa del grande casco indossato. La sensazione che si vuole dare all'utente è quindi duplice: la presenza, effetto magico della VR, qui si adopera per farti sentire non solo immerso nella solitudine dello spazio, ma prima di tutto incastrato in una tuta maledettamente scomoda, in cui anche respirare è difficile. Il respiro affannato dell'eroina di Adr1ft, che si fa ancora più opprimente quando l'ossigeno a disposizione starà per terminare, è solo uno degli ottimi effetti sonori creati per questo gioco. Anche musicalmente Adr1ft ha i suoi assi nella manica: la colonna sonora prevede stringhe siderali in calare che non possono che ricordare parte della OST di Blade Runner, e brani di musica classica che sottolineeranno a sorpresa proprio quei picchi emotivi che il genere deve saper dispensare con una certa eleganza per funzionare a dovere. E sì, Adr1ft ci riesce, e anche bene.

    ADR1FT ADR1FTVersione Analizzata PCAdr1ft è disponibile su Steam al prezzo di 19,90 Euro. Nei prossimi mesi arriveranno anche le versioni Xbox One e PlayStation4, e il supporto per la realtà virtuale si arricchirà grazie al supporto di HTC Vive e PlayStation VR. I testi di Adr1ft sono completamente in italiano. Il gioco non dura tanto, gli sviluppatori dicono che può essere terminato in una sola seduta: circa quattro. È possibile aumentare un bel po' la longevità lasciandosi trascinare da atmosfera ed esplorazione, chiudendo il tutto sulle sette ore abbondanti. Tecnicamente è spesso buono, ma a volte persino superlativo, come nella resa pressoché perfetta di alcuni materiali, lavorati con tanta cura che è stato un peccato non poterne godere il dettaglio attraverso un visore per la realtà virtuale (ma mi riprometto di farlo al più presto, anche perché questa è roba seria, e un primitivo Dev Kit 2 non sarebbe stato comunque attendibile, sufficiente). Il gameplay -la parte squisitamente ludica- esiste a malapena, ma esiste, specialmente all'inizio, ed è abbastanza per garantire a tutti gli amanti del genere un'esperienza che non dimenticheranno tanto facilmente.

    7.4

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