Recensione Among the Sleep Recensione: la paura cammina a carponi

Un horror diverso, spaventoso per ciò che racconta, e per il modo in cui costruisce una narrazione pregna di tenera inquietudine: dopo il buon successo su PC, il lavoro di Krillbite arriva su console Sony.

Among the Sleep
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Among the Sleep è un gioco spaventoso, ma non come tanti altri horror game che provano ad incutere un terrore provocato dal raccapriccio e dal facile sussulto. È spaventoso per ciò che racconta, per il modo in cui costruisce una narrazione pregna di tenera inquietudine. L'opera dei norvegesi Krillbite Studios, uscita lo scorso anno su PC, ed ora pronta al debutto sullo store di Playstation 4, sembra sulle prime seguire le orme dei giochi in prima persona à la Amnesia, ma ben presto intraprende gli onirici percorsi di un orrore nuovo, insolito, e forse ancora più disturbante. L'immersione nel corpo di un infante si trasforma in un'esperienza tanto affascinante quanto limitante, claustrofobica, e su questo elemento gli sviluppatori costruiscono un'intera esperienza poco favorevole al "salto sulla sedia", eppure efficacissima nel generare inquietudine.

    Lunga è la notte

    Attraverso gli occhi di una bambina il mondo appare inevitabilmente diverso. È come guardare la realtà dal fondo di un bicchiere: si deforma, assume caratteri grotteschi, innaturali. Teddy, il nuovo giocattolo, è un orsetto parlante di una tenerezza infinita, che ama essere coccolato, ed in grado, se abbracciato, di infondere un pizzico di sicurezza, illuminando il buio che potrebbe avvolgerci. Sarà lui il nostro solo compagno di viaggio quando, nel cuore della notte, ci risveglieremo perché, in casa, sta accadendo qualcosa d'inspiegabile. Gattonando, a piccoli passi, esploreremo un'abitazione che, titanica, ci sovrasterà, trasformandosi in un vero incubo ad occhi aperti. Il primo pensiero sarà quello di cercare nostra madre, perché ci abbracci, perché ci protegga. Ma lei è inspiegabilmente scomparsa, e trovarla non sarà facile. Così Among the Sleep ci lascia indifesi, proprio come la bambina che impersoniamo. Quando cerchie difficoltà di movimento trasmettono una sensazione di reale impotenza. Muoverci a gattoni ci farà andare più sicuri e spediti, a scapito però di un campo visivo soffocante, in cui ogni cosa parrà schiacciarci nella sua grandezza, che sia una semplice sedia, un tavolo troppo alto, o una porta che non vuole aprirsi. Le possibilità d'interazione sono ovviamente limitate. Con le piccole, adorabili manine della protagonista, potremo solo spostare minuti oggetti e arrampicarci su quelle enormi alture che sono, per lei, i comodini, i divani e le mensole della cucina. All'occorrenza, però, dovremo anche imparare a nasconderci, come quando lo facciamo per gioco. Solo che, questa volta, il pericolo è reale. Il mostro si aggira nell'ombra di una notte che non vuole finire mai, lo sentiamo arrivare dal suo ansimare affannoso, dai suoi passi assordanti, con lo schermo che, di nuovo, si contorce e s'infrange, mentre i nostri vagiti di panico ci assillano forse più delle urla della creatura, perché rischiano di fare troppo rumore. In questi casi, dovremo acquattarci in un luogo buio, in un'anta o sotto un tavolo, ovunque non possa raggiungerci, aspettando che vada via, con la speranza che torni il più tardi possibile. Among the Sleep è solo questo: pura emozione.

    Se lo analizziamo freddamente dal punto di vista della giocabilità allora inizia ad inciampare proprio come capita alla protagonista dopo una corsa troppo lunga. Considerarlo come un semplice horror rischia di deludere le aspettative, perché, banalmente, potrebbe suscitare ben pochi spaventi. Sarà meglio allora valutarlo come un'avventura psicologica, dove il panico e l'ansia prevalgono sul terrore puro. Saremo presto catapultati in ambienti carichi di onirismo, in cui le forme familiari della casa assumono connotati strani e misteriosi, dove non verremo sopraffatti da improvvisi balzi sulla sedia, ma solo da una tachicardia costante. L'esplorazione degli scenari si accompagna al recupero di particolari oggetti, come giocattoli o pezzi di puzzle, il cui significato simbolico si espliciterà solo alla fine dell'avventura. Non ci sono veri enigmi da risolvere e, in tutta onestà, sarebbe anche assurdo pensare di trovarne. Proporre al giocatore rompicapi dalla logica complessa solo per fornire un senso di sfida più intrigante avrebbe finito per snaturare la coerenza narrativa.

    Tutta la progressione è, infatti, "a misura di bambino", e solo di rado dovremo compiere azioni che una protagonista di due anni porterebbe a termine con difficoltà. Il fluire della storia avviene quindi con naturalezza, senza eccessive forzature, e lamentarsi della mancanza di una complessità maggiore significa, probabilmente, non aver compreso ciò che il gioco intende trasmettere. Il discorso invece cambia nel momento in cui ci toccherà sfuggire dalle insidie del mostro. In questo caso, le meccaniche di gameplay, come già accennato, iniziano ad incrinarsi, per via di una grossolanità quasi inopportuna. Innanzitutto, la creatura compare sulla scena in sequenze fin troppo scriptate, e per buona parte della storia non sarà una reale minaccia, ma solamente un'ombra in lontananza. In specifici ambienti, invece, non solo la sua ronda è parecchio prevedibile, ma a tratti l'incontro sembra quasi inevitabile. Giocare a nascondino col mostro è abbastanza farraginoso, e la capacità di sporgersi dagli angolini per spiarne i movimenti si rivela inutile per tutta la durata dell'esperienza, data l'elementarità dei suoi pattern di azione. In questo modo, il senso di ansia finisce per scemare inevitabilmente? Per certi versi sì, ma solo se inquadriamo Among the Sleep nei canoni di un horror tradizionale. L'angoscia che pervade tutto il gioco non scaturisce dal semplice spavento o dalla paura del game over, ma dalla pervasiva inquietudine che ci avvolge nel tentativo di scoprire ciò che sta accadendo. E quando i tasselli si fanno man mano più chiari, ecco che ogni azione che compiremo acquisirà un senso feroce e terrorizzante, ricco di raro simbolismo narrativo. Alla luce della conclusione della vicenda, non ci sentiamo quindi di additare la brevità dell'esperienza (due ore abbondanti di gioco) come un difetto considerevole: dilatare ulteriormente il tessuto narrativo avrebbe potuto portare a scompensi emotivi e a una direzione artistica più slabbrata e meno coesa. È inoltre compreso nell'offerta anche un breve ma intensissimo DLC che funge da prologo, il quale ci vede impegnati nel salvataggio di graziosi peluche intorpiditi da un gelo che assume una forte valenza allegorica. Questo contenuto extra, da giocare immediatamente dopo aver completato l'avventura principale, regala una mezz'oretta di gameplay in più, facendo luce su alcuni retroscena che aiutano a comprendere meglio il finale del gioco.

    Nei pochi ambienti esplorabili, comunque, Among the Sleep dà prova di un'ispirazione sopraffina, in cui ogni dettaglio sembra comporre un quadro deviato e agghiacciante, ma sempre declinato dall'ottica di un'infante: così, alcuni fasci di luce, squarciati dai rami degli alberi, ci sembreranno grossi occhi minacciosi, mentre sagome di peluche penzolanti dalle mensole daranno l'impressione di essere stati impiccati, suggerendo una minaccia che in realtà è impalpabile. L'immagine che si crea è quella di un universo a metà tra l'onirico stupore infantile e la primitiva paura puerile, quella dei mostri sotto al letto o nascosti nell'armadio, e delle suggestioni primordiali che il buio sussurra con malignità alle orecchie di una bimba indifesa. Tutto ciò che ci parrà come un eterogeneo susseguirsi di incubi senza apparente connessione logica, troverà nel finale il filo conduttore che rannoda ogni particolare: e sarà triste; e sarà doloroso. Peccato, allora, che il comparto tecnico si riveli il vero grande difetto della produzione, insieme ad un gameplay poco più che abbozzato. A più di un anno di distanza dall'uscita su PC, in cui era affetto da bug sonori che spezzavano l'accompagnamento musicale, smorzando di conseguenza la tensione, questo port su PS4 si limita a ripulire le campionature ambientali, ora prive di singhiozzi, e a rendere più morbida qualche ombra che su piattaforma Windows appariva troppo seghettata. Per il resto, tuttavia, il lavoro svolto è terribilmente svogliato: le superfici degli scenari risultano fin troppo piatte, con texture poco definite, e l'aliasing divora ancora qualche contorno, soprattutto sulla lunga distanza. Non si contano inoltre i cali di frame che con costanza scandiscono il nostro gattonare, e che evidenziano la pigrizia con cui è stata approntata questa sciatta conversione, nonostante il tempo trascorso dall'uscita su Steam avrebbe potuto sicuramente essere sfruttato per migliorare le problematiche tecniche che ne minano, oggi come allora, la godibilità.

    Among the Sleep Among the SleepVersione Analizzata PlayStation 4“Nessun bambino dovrebbe mai vivere tutto questo”, sentenzia con mestizia l’orsetto che ci portiamo in spalla. D’altro canto, invece, tutti i giocatori dovrebbero viverlo, e non solo gli appassionati del genere. Among the Sleep è un gioco narrativamente eccezionale, di una potenza emotiva da lasciare senza fiato, spiazzati e con l’anima affranta. Suggestivo, coraggioso e profondo manuale di psicologia infantile, il titolo Krillbite Studios mantiene però intatte le mancanze di gameplay che affliggevano la versione PC, su tutte un sistema di fuga davvero elementare che rende l’avventura molto meno interattiva di quello che si possa immaginare. A questo si aggiunge anche un lavoro di porting ridotto al minimo indispensabile, che non risolve i numerosi glitch grafici e gli odiosi rallentamenti di un comparto tecnico già di suo abbastanza povero nella mole poligonale e nel livello di dettaglio. Di contro, un’ispirazione ai vertici del genere e un art design incantevole, unite ad una storyline di rarefatta delicatezza, ci regalano un’avventura psicologica magistrale, capace di accarezzarci e di farci commuovere, di coccolarci e di intimorirci, di cullarci e di farci destare, improvvisamente, col cuore in gola, durante il sonno.

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