Recensione Amped 3

Siete pronti a ritornare in pista sulle vostre tavole?Scopriamolo!

Recensione Amped 3
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Welcome to Amped 3!

    Se prendessimo Amped 2 e lo mettessimo a confronto con un il terzo capitolo della saga, con tutta probabilità molti utenti potrebbero scambiare i due prodotti come titoli appartenenti a due serie distinte. In effetti la sorpresa che coglie il giocatore di fronte alla produzione 2K Sports è molta, che ben presto si scopre fondata su un'interessante consapevolezza: la rinnovata formula di Amped 3 va ad abbracciare principalmente il gameplay, rivedendnone molti aspetti (se sia un'impostazione vincente o meno, lo scopriremo durante la recensione). Ricercare la causa di questa rivoluzione è compito ben poco arduo: come gran parte di voi saprà, da un pò di tempo la serie Amped, originaria dei Microsoft Game Studios, è stata comprata ufficialmente da Take Two. Questo “passaggio di proprietà” ha completamente stravolto il gioco, come adesso vedremo, cambiandone completamente la filosofia.

    Non è ciò che appare...

    Le uniche cose che accomunano Amped 3 ai suoi predecessori sono tre: montagne, neve, snowboard. Per moltissimi altri aspetti, come sopra, è un gioco completamente diverso. Parlando in termini di gameplay, il terzo titolo si mantiene più o meno sulla stessa filosofia dei precedenti, offrendo una varia possibilità di trick e un metodo di controllo della nostra tavola abbastanza buono. Tuttavia, per un gioco incentrato -a differenza di SSX- prevalentemente sulla bontà dei trick, ci si poteva aspettare molto di più. In ogni caso, le differenze rispetto al predecessore non sono costituite dalle riduzioni in termini di disposizione motoria. Ciò che è veramente diverso in Amped 3 è percepibile già dalle prime battute di gioco. Questo capitolo mette a disposizione dell'utente una modalità storia, piuttosto longeva e molto interessante, di getto piuttosto sconvolgente: senza addentrarsi nei dettagli, vi basti sapere che inizierete ad andare sullo snowboard vestiti da coniglietto rosa e con una banda di scatenati appresso: sono i vostri compagni: Hunter, Jdawg, Sebastian e il mitico e stupido Weiner Boy. Poco dopo potrete creare il vostro personaggio, customizzando purtroppo pochi dettagli. Nonostante questo, il gioco offre una buona varietà di abiti, tavole e altri accessori che rendono il vostro personaggio unico in tutti i sensi. Così, partirete in direzione di un'avventura dai tratti dissonanti, atipici, eccessivamente stravaganti. Spesso avrete l'impressone che la componente umoristica del titolo sia fin troppo marcata: incontrerete, ad esempio, dei ninja, uno yeti, vi imbatterete begli ospiti di un talk show russo, in una finta maionese messicana, un malvagio inventore di videogiochi e un curioso omaggio a Final Fantasy VII. La trama è per altro banale e sempliciotta, e punta molto -forse troppo- sull'aspetto ridicolo. Pian piano tuttavia, abituati al vistoso cambio di rotta della serie, il gioco potrebbe risultare talmente bizzarro e curioso che potrà tenere l'utente incollato allo schermo per ore e ore di divertimento fuori dal mondo, in quello che è un incessante tributo all'assurdo ed al concetto stesso di gioco (e Video-Gioco): le cut-scene sono realizzate nei modi più disparati: si varia da grafica a 8-bit, a pupazzetti di pongo, dalla grafica stop-motion all’utilizzo di pupazzi di spugna. Insomma, Amped 3 è tutto fuorché un gioco di simulazione di snowboard. La componente Arcade, intesa in questo caso come concetto di gioco disimpegnato, trova qui la sua perfetta incarnazione: complice la mancata eccellenza acrobatica, Amped 3 diventa un mezzo per testare riflessi e coordinazione senza troppe complicazioni strutturali, attorniati da un clima che, da solo, riesce ad ispirare un distacco totale dalla realtà, un'alienazine che appare fin da subito com el'unica via per godere appieno delle assurdità del gioco.
    Oltre alla storia principale, avrete anche “sotto-quest” da poter eseguire a vostro piacimento quali: passa attraverso gli anelli, fai un “tot” di trick e un divertentissimo “prendi lo slittino e casca facendoti più male che puoi”. Infatti, Amped 3 vi dà la possibilità di utilizzare anche slittini e moto-slitte, ampliando la disposizione di mezzi da discesa (come già On Tour). I primi sono più utilizzati per prendere “punti-danno”, ottenuti facendosi del male nelle cadute rovinose (Jackass Anyone?), l’altra serve per spostarsi da un punto all’altro della montagna senza troppe complicazioni. Un’altra interessante novità è costituita dalla mappa che ci consente di vedere dall’altro tutta la montagna e di scegliere quale “missione” effettuare, o semplicemente da dove lanciarsi, il tutto senza il minimo caricamento. Ovviamente, per rendere questo gioco un minimo più pazzo, gli sviluppatori lo hanno dotato della possibilità di effettuare dei salti kamikaze da altezze vertiginose che un essere umano non potrebbe compiere in nessuna situazione senza rischiare davvero di morire. Certo è che lanciarsi da quelle altezze sullo snowboard o addirittura sullo slittino è quanto di più appagante e coinvolgente si sia mai visto in un gioco di questo genere.

    Purtroppo, una delle note dolenti di Amped 3 è il multiplayer: l’unica modalità da due giocatori è quella a due slittini e non è neanche tanto frequente trovarla come “sotto-quest”. La modalità Xbox Live!, a differenza delle versioni precedenti, è del tutto assente, togliendo moltissima longevità e divertimento al gioco.

    Grafica e Sonoro

    La grafica del gioco non fa gridare al miracolo, soprattutto trattandosi di una next generation console. Tutto sommato è godibile, sopratutto in alta definizione. Vi è un gran uso del bump-mapping sia sui personaggi che sulla neve, tecnica che come controindicazione ha quella strana lucidità conferita alle superfici. Nonostante tutto, il gioco presenta delle texture buone, sopratutto quelle che colorano la neve. In alta definizione è persino possibile scorgere le varie righe e sfaccettature, come se stessimo di persona sulla pista. Le animazioni sono buone, ben ideate e, soprattutto, belle da vedere. Quello che comunque la distingue maggiormente dalle passate versioni Xbox, è la vastità dell’ambiente. La console caricherà infatti una sola volta, all’inizio, e renderà accessibile l’intera montagna. Gli altri sciatori, presenti comunque in buona quantità su schermo, purtroppo sono soltanto apparenze in quanto ci si passa direttamente attraverso con un bruttissimo effetto di compenetrazione dei poligoni. I personaggi principali sono ben realizzati, hanno delle texture piuttosto definite e sono dotati di animazioni molto realistiche nelle movenze che compiono durante le divertentissime scene di intermezzo. Nel complesso la grafica è godibile, è un qualcosa di intermedio tra Xbox e Xbox360. Tuttavia alcuni particolari negativi, in primis la compenetrazione dei corpi, sono veramente dei difetti che su una nuova generazione non dovrebbero comparire.
    Per quanto riguarda il sonoro, i primi Amped avevano una colonne sonore su licenza di dimensioni sconvolgenti, paragonabili per quantità di brani e qualità degli stessi a quelle di pochissimi giochi in circolazione. Lo stesso vale per Amped 3, che ci regala più di trecento (300) brani su licenza di svariatissimi generi: punk, heavy metal, hip-hop, trip-hop, e electro. Vi è anche qualche musica creata appositamente per il gioco. Tutta la storia è doppiata in inglese ed è davvero ben interpretata.

    Amped 3 Amped 3Versione Analizzata Xbox 360Amped 3 non è male. Di certo si poteva fare molto di più. L'avventura principale è tutto sommato davvero divertente, con tutte le sue bizzarre situazioni e avventure, nonostante il semplice snowboarding sia poco appagante. Se il team avesse sviluppato di più l'aspetto simulativo e avesse dotato il gioco di una grafica degna di Xbox 360, Amped 3 sarebbe potuto essere davvero molto superiore al titolo che è adesso. Allo stato attuale, Amped 3 è un passatempo ingenuo, un gioco di Snowboard che di sportivo ha ben poco, e risulta carente dal punto di vista ludico rispetto ai concorrenti di vecchia generazione. Lo risolleva sopratutto la spensieratezza in cui riesce a catapultare l'utente, ma resta un lancio fuori bersaglio e fuori contesto. E' comunque un prodotto divertente, che merita una prova in virtù della carenza di alternative.

    7

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