Recensione Aquaria

Gli inesplorati abissi del videogioco indipendente

Recensione Aquaria
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  • Pc
  • La dura vita del game designer

    Almeno una volta nella vita, ogni appassionato di videogiochi (o nerd, se preferite) è stato invitato ad intrapendere la strada del programmatore o del gamedesigner da genitori e/o parenti, convinti nella loro candida ingenuità, che sia sufficiente aver videogiocato per anni per poter lanciare sul mercato un proprio prodotto, magari ricavandone utili enormi. Ahimè, la strada del gamedesigner è ben più ardua. Volendo tacere sulle centinaia di competenze da conseguire (sia in campo tecnico che artistico) e sulla realtà di coma farmacologico dell’industria nel nostro bel paese, è veramente difficile proporsi in un mercato ormai dominato da etichette internazionali, vere e proprie multinazionali del videoludo.
    Pur non volendo scoraggiare potenziali talenti (non sono poi così rari i programmatori italiani di successo e con un po’ di olio di gomito e tanta buona volontà, è possibile farsi strada in questo ambito lavorativo), la realtà dei fatti condanna spesso all’oblio piccoli prodotti indipendenti e addirittura giovani software house dotate di inventiva e indubbie capacità. È quindi con immenso piacere che ci occupiamo di un titolo che viene immesso sul mercato (ma solo tramite internet) da due giovani programmatori, premiati nel Marzo 2007 col prestigioso premio Seumas McNally durante l’Indipendet Gaming Festival. Grazie ai finanziamenti di quel premio, oggi tutti noi possiamo toccare con mano Aquaria: vera gemma di gamedesign e portavoce della produzione indipendente.

    ...un pizzico di Zelda; quanto basta di Metroid; aggiungere acqua di mare...

    Nonostante lo sviluppo di Aquaria abbia origini per certi versi “umili” e quantomeno artigianali (ma non così lontane da quella che era l’industria videoludica negli anni ’80), il titolo di Bit Blot ha una grandissima ambizione: quella di portare su personal computer la magia delle avventure bidimensionali. Prendendo ispirazione un po’ da Metroid, un po’ da Zelda (i due programmatori non fanno certo mistero della loro ammirazione per Shigeru Miyamoto), Aquaria propone un azzeccato mix tra esplorazione, (tanto) backtraking e azione.
    La storia ci vede vestire i panni (e le branchie) di Naija, una giovane abitante del mondo sottomarino di Aquaria. La nostra eroina è completamente sola e priva di memoria, non conosce nulla del suo passato, della sua gente e del suo destino. L’unica cosa che sa è che le vaste profondità oceaniche sono percorse da un'unica melodia, una sorta di flusso che la invoglia ad indagare sulla sua stessa identità. La trama viene svelata a piccoli passi, attraverso flashback (alcuni addirittura giocabili) ed il racconto degli eventi (caratterizzato da un ottimo doppiaggio in lingua inglese) vissuti in prima persona dalla protagonista. Non vogliamo svelare i molti colpi di scena dell’intreccio, basti sapere che saranno molte le difficoltà (e gli scontri) che il giocatore dovrà affrontare per conoscere il destino degli abitanti di Aquaria.
    Controllare Naija nel suo viaggio sottomarino è semplice ed intuitivo: basti pensare che per avere la completa padronanza sulla protagonista è sufficiente un muose. Come detto, il titolo è un action adventure bidimensionale ambientato sul fondo del mare. Tenendo premuto il pulsante sinistro in una direzione qualsiasi attorno alla protagonista la farà nuotare lentamentamente verso il puntatore; con un singolo click, Naija effettuerà uno scatto in quella direzione, aggrappandosi alle pareti rocciose per prendere slancio e maggiore velocità. Abbastanza logicamente, l’esplorazione avviene in ogni direzione, dal momento che Naija è libera di nuotare praticamente in ogni dove lungo le mappe del gioco. Come è ovvio, esistono però aree che non è possibile esplorare nelle fasi iniziali del gioco, perché bloccate da imponenti macigni, o attraversate da forti correnti oceaniche. Ed è qui che Aquaria attinge a piene mani dai sopracitati capolavori Nintendo. La protagonista è infatti in grado di apprendere un copiscuo numero di abilità che le consentono di accedere a zone prima inesplorate, di affrontare creature ostili, o ancora di interagire con elementi del fondale.
    Tramite il pulsante destro del mouse è possibile far intonare a Naija un canto attraverso il quale incanalare (un po’ come avveniva in Ocarina of Time) un potere mistico ed eseguire potenti incantesimi. Su schermo questo si traduce nella comparsa di otto simboli attorno a Naija. Passare sopra ad un simbolo con il puntatore equivale ad intonare la nota corrispondente, e così, ciascun “incantesimo” coincide ad un preciso movimento (o disegno) con il mouse. In aggiunta ai vari incantesimi, la protagonista può assumere sei differenti forme, che le permettono di accedere a particolari poteri (come ad esempio quello di attaccare creature ostili) rinunciando però alla possibilità di intonare il canto. Naturalmente acquisire ciascuna di queste abilità, ed utilizzarla appropriatamente, è la chiave per procedere nel gioco, dal momento che i poteri acquisiti sono essenziali per accedere a nuove zone della mappa o per risolvere i semplici enigmi che Aquaria propone in abbondanza. Si innesca così un perverso meccanismo di backtraking che costringe il giocatore a tornare sulle sue orme e ad esplorare in continuazione i vasti ambienti di gioco. Volendo muovere una critica, questi sono fin troppo vasti e dispersivi e non avrebbe guastato (proprio in virtù della natura esplorativa del gioco) poter prendere nota delle zone più interessanti sulla mappa di gioco, un po’ come avviene in Phantom Hourglass per Nintendo DS.
    Il gameplay di Aquaria non si esaurisce però con l’esplorazione e l’utilizzo di poteri sempre nuovi: sparsi per tutta l’area di gioco, si possono trovare tutta una serie di ingredienti che, se opportunatamente combinati, danno vita a vere e proprie “ricette”, capaci di semplificare di molto la vita al giocatore. Come se non bastasse, più avanti nel gioco è possibile addestrare delle piccole creature marine per fornirci assistenza nel corso dell’esplorazione, eseguire basilari attacchi o assorbire parte dei danni subiti. Ad aumentare la longevità, inoltre, una serie di oggetti nascosti con cui “arredare” la caverna che Naija utilizza come casa, utili anche per migliorare il rendimento delle ricette.

    Tesori d’arte sommersa

    Nonostante la natura “artigianale” del progetto, il fatto di non avere grandi fondi a disposizione e di poter contare su di uno staff composto da sole due persone, il comparto tecnico di Aquaria è in grado di stupire positivamente e, in taluni casi, addirittura ad impressionare. Nonostante i requisiti minimi non siano poi esorbitanti (si parla di una CPU a 1.6 Ghz, 256 Mb di Ram e una scheda video di profilo medio/alto), la resa finale del mondo sottomarino è stupefacente, farcita di convincenti effetti di distorsione e di trasparenza delle immagini. I giochi di luce si sprecano, ed ogni volta che un alga fosforescente o l’entrata di una caverna proietterano i loro raggi sul corpo di Naija non si potrà non rimanere rapiti dall’atmosfera trasognata che il gioco è capace di trasmettere.
    Il motore grafico è in grado di gestire anche un convincente effetto di zoom che concentra l’attenzione sulla protagonista e sugli oggetti più vicini quando questa è immobile e allarga il campo visivio durante il nuoto. Certo, questo compito è facilitato dai ritmi non proprio frenetici dell’esplorazione, ma va detto che il sapiente utilizzo di filtri di anti aliaising rende giustizia a quella che deve essere considerata a tutti gli effetti una produzione professionale. Certo, non c'è da aspettarsi virtuosismi grafici o modellazioni tridimensionali d'ambienti: Aquaria non aspira a tanto, ma riesce a convincere con un sapiente utilizzo della grafica bidimensionale e di tanti effetti grafici impiegati per esaltarne la resa finale.
    Maiuscola anche la direzione artistica che alterna ampi spazi di profondità marine a resti di antiche civiltà ormai dimenticate. In definitiva non è esagerato considerare le mappe di Acquaria come dei grandi artwork liberamente (o quasi) esplorabili, testimonianza di una cura certosina per i dettagli. Menzione di onore per i (pochi) “boss di fine livello”, spesso colossali creature, ciascuna delle quali necessita della giusta strategia per essere affrontata.
    Abbiamo già menzionato l’ottimo doppiaggio (in lingua inglese) che narra l’avventura di Naija, ma val la pena di spendere qualche parola su di una colonna sonora assolutamente d’ambiente e d’atmosfera. I brani, strumentali, accompagnano il gioco, ora sottolineando passaggi di azione particolarmente drammatici, ora accompagnando (viene da dire cullando) il giocatore nelle lunghe fasi di esplorazione.
    Segnaliamo, alla fine della panoramica sul comparto tecnico del gioco, la possibilità di realizzare (e di utilizzare) dei Mod nel gioco, sia tramite un completo editor di livelli che attraverso un sistema di scripting in Xml. È addirittura possibile modificare le singole animazioni, sia per la protagonista che per le numerose creature che popolano i fondali marini.

    Aquaria AquariaVersione Analizzata PCAquaria è un’opera prima di assoluto rilievo. Capace di trasportare il giocatore in un’atmosfera incantanta e surreale e di accompagnarlo per mano in un’avventura che veramente poco ha da invidiare a capisaldi dell’industria videoludica come Zelda e Metroid. Se a tutto questo aggiungiamo che il gioco viene offerto ad un prezzo di 30 $ (attualmente circa 20 euro), il risultato è un gioco caldamente consigliato agli appassionati del genere. Ma allora, perché Aquaria non riesce a passare a pieni voti il nostro esame? È presto detto: proprio l’atmosfera estremamente rarefatta e rilassata che accompagna l’esplorazione di gioco finisce per penalizzarne in parte l’esperienza. Non aspettatevi un avvio al fulmicotone per le avventure di Naija: Aquaria è un gioco che richiede dedizione ed un pizzico di pazienza per essere goduto appieno. È un action adventure di vecchio stampo, e si prende il suo tempo nel dipanare una storia che rimane interessante e molto ben narrata. In un mercato videoludico estremamente frenetico (che presta, inutile negarlo, sempre maggior attenzione ai casual gamer), Aquaria è un gioco decisamente controcorrente. Al di là delle considerazioni sul ritmo del gioco, il titolo Bit Blot soffre comunque di alcuni peccati di gioventù, come una mappa alle volte fin troppo dispersiva e alcuni incontri con boss e mini boss eccessivamente frustranti, ma si perdona volentieri una calibrazione non del tutto perfetta della difficoltà in virtù dell’eccellente direzione artistica. Poco importa comunque che siate o meno appassionati di avventure bidimensionali: Aquaria resta un’esperienza consigliatissima, una piccola gemma del videogioco indipendente: la visita del sito ufficiale e la prova della versione demo è una tappa quasi obbligata per ogni videogiocatore.

    7.5

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