Atomega: Recensione del nuovo gioco degli autori di Grow Up

Atomega è un FPS arena basato interamente sulla teoria dell'evoluzione sviluppato dallo studio autore di Grow Home e Grow Up.

Atomega: Recensione del nuovo gioco degli autori di Grow Up
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  • Ubisoft è fra le più importanti major del mondo videoludico. La software house francese è da sempre ai vertici del mercato, grazie ad alcuni dei maggiori blockbuster dell'industria, come Assassin's Creed e Far Cry. Gli introiti garantiti da questi campioni delle vendite hanno concesso alla casa di Yves Guillemot il capitale necessario a finanziare alcuni veri e propri esperimenti di gameplay. Fra queste produzioni, vanno iscritte quelle di Reflections, piccolo studio responsabile dei due ambiziosi Grow Home e Grow Up. Lo studio inglese torna con Atomega, shooter in prima persona visivamente simile ai due titoli della serie Grow, ma dal contenuto completamente diverso.
    Ambientato in uno spazio etereo alla fine del tempo, Atomega è un FPS arena basato interamente, per ciò che concerne il concept iniziale, sulla teoria dell'evoluzione. I giocatori entrano nella (unica) mappa di gioco sotto forma di sfere di pura energia, chiamate Exoforms. Tali sfere hanno la capacità di fagocitare dei blocchi di materia disposti qui e lì su tutta la superficie della zona di gioco. Assimilando questi blocchi, le creature modificano la propria forma: tramite l'assorbimento del primo cubo, l'Exoform diventerà una cellula; da qui in poi, il gioco dello studio di Newcastle prevede altre cinque forme assumibili in base al numero di blocchi di materia recuperati: si parte dallo Zoa, simile ai primi pesci usciti dall'acqua per strisciare sulla terra ferma, si passa poi alle dimensioni di un dinosauro che a sua volta cede il passo ad una creatura simile ad un primate. Gli ultimi due stadi evolutivi prevedono sia una forma quanto più rassomigliante ad un essere umano sia, infine, la natura Omega, una gigantesca creatura in grado di spazzare via in un secondo ognuno dei sette avversari disponibili nell'unica modalità di gioco.

    Atomega concede agli acquirenti soltanto la possibilità di giocare a quelli che possono essere definiti come deathmatch atipici, affrontabili da un massimo di otto giocatori per stanza. Lo scopo finale del gioco, infatti, non è inanellare il numero maggiore di kill, bensì assimilare quanta più materia è possibile. Ciò è realizzabile in due modi: o si raccolgono i blocchi messi a disposizione degli utenti negli angoli più reconditi della mappa, o li si ruba agli altri giocatori dopo averli bersagliati ripetutamente. In Atomega non si muore: si viene, piuttosto, smaterializzati.
    La cosa è presto spiegata: incrociando i raggi laser con un avversario, il giocatore che uscirà sconfitto dal duello perderà tutti i suoi blocchi, tornando al primo stadio della catena evolutiva, quello della sfera d'energia; tutti gli elementi che aveva fino a quel punto faticosamente raccolto cadranno sul terreno, finendo alla mercé degli altri utenti. Gli scontri di Atomega, tra l'altro, non sono certo tra i più equilibrati presenti nel panorama degli shooter. Se da un lato le creature dalle dimensioni più contenute hanno dalla loro una maggiore velocità, oltre alla possibilità di infilarsi nei cunicoli e sgusciare nei corridoi, dall'altro possono essere spazzate via con un solo colpo dagli esseri più "evoluti", rendendo di fatto necessaria una collaborazione fra i vari giocatori intenzionati a mandare al tappeto i concorrenti più bravi. Certo, si può fare uso dei vari power-up messi a disposizione dei partecipanti, e individuabili sotto forma di cubi di colore diverso - utili ad aumentare la potenza del proprio raggio laser, i punti salute o la capacità di salto - ma la sensazione da "chi tardi arriva male alloggia" accompagnerà sempre i giocatori meno esperti.
    Gli sviluppatori inglesi, quantomeno, hanno saggiamente "limitato" l'ultimo stadio evolutivo, quello Omega: diventando de facto un dio, il giocatore in forma Omega avrà un breve lasso di tempo a disposizione per distruggere gli avversari, salvo poi tornare alla primissima forma disponibile, quella sferica e disarmata. Lo stravagante shooter elaborato da Reflections, inoltre, prevede anche un'azione "difensiva": quando il giocatore si troverà con le spalle al muro, avendo poca energia ed un nemico difronte a sé, potrà teletrasportarsi in un punto casuale della mappa, perdendo, in cambio, uno stadio evolutivo (in pratica dal gorilla si torna al dinosauro, sebbene si conservino molti dei blocchi raccolti).

    Quello che potrebbe sembrare di primo acchito un impianto ludico dotato di un pizzico di strategia, finisce ben presto per mettere in scena scontri semplicistici, senza reale mordente, sorretti solamente da una buona idea di fondo che non riesce a trovare la sua vera spinta "evolutiva". Vorremmo poter aggiungere altri dettagli riguardo questa nuova produzione Ubisoft, ma il gioco non offre altri stimoli né ulteriori contenuti. Come detto in precedenza, Atomega presenta un'unica modalità di gioco affrontabile in una sola- grande, ma pur sempre solitaria - mappa.
    Anche dal punto di vista tecnico Atomega non brilla certo come stella del firmamento videoludico: ha sicuramente un suo stile, ma nulla che si riveli davvero rimarchevole. Manca inoltre una qualsivoglia colonna sonora, così come un senso di progressione. Certo, al termine di ogni incontro si accumulano punti esperienza, ma l'aumento di livello non serve ad altro che non sia sbloccare nuove skin e palette cromatiche per il nostro Exoform.

    Atomega AtomegaVersione Analizzata PCAtomega, nuova produzione degli inglesi Reflections, si propone come FPS arena atipico e coraggioso. Forti della propria idea di gameplay, i ragazzi di Newcastle hanno voluto costruire un gioco molto semplice, che ruota attorno ad una sola meccanica facilmente assimilabile: bisogna raccogliere quanti più cubi di materia possibile per sopravvivere, così che solo i più forti possano evolversi. Il titolo non è, però, esente da difetti: alla mancanza di modalità e di mappe disponibili, si va ad aggiungere uno scarsissimo gunplay ed uno sbilanciato equilibrio fra le varie forme evolutive. Inutile nasconderlo, dopo cinque o sei incontri - la cui durata è di dieci minuti - Atomega avrà già svelato tutte le sue carte. L'opera di Ubisoft viene proposta, con piena consapevolezza dei propri limiti, al dignitoso prezzo di 10 euro, somma più che giusta in rapporto all’offerta ludica. Se siete alla ricerca di un titolo che duri poco, ma che sappia incuriosirvi e divertirvi, le poche ore trascorse in compagnia di Atomega potrebbero comunque valere il costo del biglietto.

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