Recensione Barbie Dreamhouse Party

Un catastrofico, deplorevole gioco dedicato alla bambola più famosa al mondo

Recensione Barbie Dreamhouse Party
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  • 3DS
  • La settimana scorsa, su queste pagine virtuali, più che preoccuparci di recensire nel senso classico del termine Ben 10 Omniverse 2, vi abbiamo elencato i motivi per cui regalarlo al vostro “odiato” nipotino rappresenterebbe una perfetta vendetta da consumarsi illuminati dalle luci dell'albero di Natale.
    Per nulla insensibile a chi ha lo stesso problema in versione femminile, la vostra redazione preferita si è subito messa al lavoro, scovando un'altra "perla" in negativo: Barbie Dreamhouse Party. Esattamente come per la produzione Namco-Bandai di cui sopra, anche in questo caso siamo di fronte a un videogioco degno del Grinch che alberga in ognuno di noi: basterà regalarlo a un'ignara bambina per rovinarle non solo il Natale, ma anche per lasciarle nell'inconscio qualche trauma che, probabilmente, la condizionerà per il resto della sua vita.
    Raccolta di minigiochi all'apparenza, traviatore di giovani ragazze nella sostanza, Barbie Dreamhouse Party non solo si macchia della colpa di non essere per nulla divertente: fornisce anche una visione fastidiosa e mortificante della femminilità.

    Prigioniera in casa propria

    Se i riff di chitarra che accompagnano il caricamento del gioco lasciano presagire una progettazione del titolo quanto meno decorosa, basta muovere i primi passi nei panni di Barbie all'interno della sua villa per rimangiarsi tutto.
    Vederla procedere sulla punta dei piedi, con le braccia sospese all'altezza del busto, posa ideale per la classica ochetta in cerca di attenzioni, mette i brividi. Sentirla scambiare battute di una vacuità inimmaginabile con le amiche che sostano tra le stanze, sempre troppo impegnate a smanettare con i loro smartphone per fornire risposte articolate, completa l'opera.
    Che Barbie notoriamente non tratti di filosofia, né si preoccupi di trasmettere chissà quali valori pedagogici ne siamo tutti consapevoli. Tuttavia, fornire una visione del genere dei giovani d'oggi e della femminilità in particolar modo è tutto un altro paio di maniche.
    Se il tour dell'orrore in questa magione quasi del tutto rosa si limitasse ad essere diseducativo potremmo anche chiudere un occhio. Il problema è che anche la fase ludica si rivela uno dei più grandi scempi che l'industria videoludica ci abbia mai offerto.
    Le premesse sono inquietanti e sinistre. Un robot, che pare un parente dotato di testa e braccia del famoso HAL 9000 di Odissea nello Spazio, piuttosto che limitarsi a far “divertire” padrona di casa e ospiti con una serie di minigiochi, prova la sadica necessità di imprigionarle nelle varie stanze della casa: le libererà solo dopo che saranno riuscite a superare la prova del caso.
    Senza voler indagare sui probabili motivi che possano aver spinto gli sviluppatori ad architettare un simile espediente narrativo (qualche trauma infantile?), ogni minigioco è preceduto da una noiosissima fase in cui la videogiocatrice dovrà reperire nell'ambientazione un oggetto da posizionare in seguito su un piedistallo. Non immaginatevi chissà quali fasi esplorative o di puzzle solving: semplicemente ci si sposta tra un mobile e l'altro premendo un pulsante per frugarci dentro. Stop.

    Superato l'esaltante e impegnativo ostacolo, entrerete nel vivo dell'azione. I minigiochi sono in tutto nove e trovarne uno solo che sia in grado di elargire un minimo di soddisfazione è praticamente impossibile. E' probabile che il sottoscritto non sia il soggetto più indicato per giudicare il divertimento che si può provare nel truccare un volto femminile o nel lavare e agghindare un gatto, ma una cosa è certa: ogni prova è ripetitiva, poco coinvolgente e fin troppo semplificata. Per lo più si tratterà di far scorrere lo stilo sul touch screen nelle direzioni e aree previste. In altri casi dovremo usare stick e pulsanti per raccogliere alcuni oggetti al volo o ripetere determinate pose durante una sfilata di moda. Il massimo lo si tocca quando si deve selezionare lo stesso abito indossato da un manichino, scorrendo con la croce direzionale tra i capi disponibili.
    Il livello d'interazione è insomma minimo e già alla seconda partita la noia e la ripetitività prenderanno irreversibilmente il sopravvento.
    L'unica feature che funziona è il guardaroba di Barbie. Completando i minigiochi, anche più di una volta, sbloccherete nuovi vestiti. Dalle scarpe, alle gonne, passando per accessori e cappelli, ce ne sono quasi un centinaio e le bambine si divertiranno senza alcun dubbio a cambiare e ricambiare l'aspetto dell'avatar. Peccato che sbloccare gli abiti significhi anche completare buona parte del gioco: impresa possibile solo per chi è dotato di uno stomaco forte e di un livello di sopportazione molto alto.
    Anche graficamente Barbie Dreamhouse Party lascia alquanto a desiderare. L'effetto 3D non si nota nemmeno, gli scenari sono spogli, le animazioni legnose e un pesante aliasing rende il tutto ancora meno gradevole alla vista. Si salvano solo i modelli poligonali dei personaggi.
    Il sonoro si affida a musiche rockeggianti apprezzabili, e anche il doppiaggio, in italiano, non sfigura. Peccato per il costante rumore di tacchi che battono sul pavimento: alla lunga vi manderà ai pazzi.
    Inutile parlare di longevità. Un'ora è più che sufficiente per provare una prima volta i nove minigiochi presenti. Ignoto il tempo necessario per sbloccare tutti i collezionabili: chi è quel pazzo che per farlo si sottoporrebbe a una tortura simile?

    Barbie Dreamhouse Party Barbie Dreamhouse PartyVersione Analizzata Nintendo 3DSVolete essere denunciati per maltrattamenti a minori? Barbie Dreamhouse Party è il modo più rapido e indolore per correre questo rischio, sopratutto con il Natale alle porte. Non siamo solamente di fronte a un titolo noioso, ripetitivo e povero di contenuti: gli sviluppatori hanno anche voluto sottolineare il lato peggiore di Barbie e del suo mondo. Tra dialoghi imbarazzanti e improbabili robot sequestratori, nessun genitore o parente dovrebbe lasciare la propria pargoletta in balia degli evidenti scompensi psicologici degli sviluppatori. Non esiste un motivo valido per prenderlo minimamente in considerazione. Evitatelo come la peste.

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