Below Recensione: la discesa negli abissi di uno spietato roguelike

Al termine di uno sviluppo lungo e pieno di problemi, il dungeon crawler con elementi survival di Capybara Games giunge finalmente su PC e Xbox One

Below Recensione: la discesa negli abissi di uno spietato roguelike
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • La prima volta che provai Below era la Gamescom 2014: avevo visto il trailer da poco, e tutti quei poligoni che germogliavano dal pavimento me lo avevano venduto sin dal primo istante. Così decisi di andare a cercarlo, e già qualcosa mi diceva che non sarebbe stato facile: dovetti arrivare fino all'ultimo degli hangar, quello appena accennato sulla mappa, scendere al piano seminterrato per poi ritrovarmi dinnanzi ad una specie di fiera degli indie che oggi nemmeno esiste più. Di sicuro era il posto meno affollato della fiera tedesca, e ricordo anche un lungo androne pieno di tavolini-tutti-diversi, tappeti stile ikea e cavi che sciamavano da ogni dove. In mezzo a questi, nascosto dietro ad un semplice banner pubblicitario, c'era proprio lui: il piccolo omuncolo protagonista di Below, che risplendeva immobile nel buio di un pannello LCD. Giocai per circa mezz'ora e morì non so quante volte, parlai con i ragazzi di Capybara Games e poi me ne andai soddisfatto, convinto che nel giro qualche mese avrei messo le mani sulla versione definitiva.

    E invece non andò affatto così. Passarono gli anni e cambiarono anche i publisher, eppure non ho mai dimenticato quell'isola. Ho affrontato un'infinità di dungeon crawler, ma Below era diverso: aveva un'aria oscura, il fascino indecifrabile dell'ignoto, perfettamente incarnato dall'assenza di un tutorial, ed inoltre i ritmi dell'elemento survival gli conferivano un'aura solenne e rispettabile. Ho atteso anni prima di poter mettere di nuovo i piedi su quella spiaggia sferzata dalla tempesta, ma quando poi ci sono riuscito ho dovuto ammettere che non tutto è come me lo aspettavo. Chi ama i Roguelike è anche abituato alle meccaniche punitive e ad un incedere particolarmente lento, ma in Below (disponibile anche sull'Xbox Game Pass) non tutto funziona alla perfezione, ed il titolo si dimostra troppo "radicale" in alcuni aspetti, finendo per diventare quasi frustrante. Si tratta però di un'opera ammaliante e decisamente valida, capace di regalare momenti di autentico stupore, ma non tutti saranno disposti a pagare il prezzo d'ingresso...

    Quanto profondo?

    Below non ha una narrazione diretta, non ci sono dialoghi né tutorial. Tutto è istintivo e viscerale. Ciononostante, sotto la pelle rocciosa dell'isola senza nome, è impossibile non scorgere un disegno incredibilmente potente. Indizi, speculazioni e una manciata di location stupende: soltanto questo ci resta, esattamente come accade in un Dark Souls. Si inizia come se niente fosse, con una lunga (e alquanto coraggiosa) sequenza introduttiva, dove il cielo si trasforma in mare, e soltanto alla fine riusciamo a scorgere la nostra imbarcazione, a poche onde dalla riva. I tempi del racconto sono chiari sin da subito, così come la natura volutamente anonima del protagonista, diverso ad ogni sbarco. Non siamo i primi e non saremo neanche gli ultimi, come in ogni roguelike, ma qualcosa ci rimane dentro ad ogni spedizione, e piano piano entriamo in contatto con il sottile background del titolo di Capybara Games, a patto di mantenere alta la concentrazione.
    Una strana lanterna a forma di prisma ci fa da apripista, mentre sprofondiamo nell'oscurità delle grotte sotto l'isola; sulle prime si tratta soltanto di crepacci, nicchie e fiumi sotterranei, ma più in profondità la situazione cambia, e dal ghiacciaio si passa alla necropoli, verso qualcosa di ben più oscuro ed enigmatico: dalla natura all'ignoto.

    Si potrebbe provare a tracciare un percorso, dare un volto al male che alberga nell'isola, ma sarebbe impossibile uscirne vivi, perché niente trova risposta, soltanto altri misteri, sempre più criptici. L'atmosfera di Below è senz'altro unica, ed è anche uno degli aspetti più riusciti della piccola produzione canadese; merito soprattutto della grafica minimale, adornata soltanto da qualche effetto e da un'illuminazione ridotta all'osso, ma parecchio suggestiva.

    Le gigantesche pareti verticali spesso sembrano carta da parati, appiccicata e subito strappata via con forza, e poi quel magnifico senso di vuoto che dimora e cresce nel buio, creato per contrastare la piccolezza del nostro protagonista. C'è anche un sound design ricercato e una colonna sonora potentissima, fatta di droni che squarciano il silenzio, rumore bianco e pochissimi accordi spartiti fra chitarra e synth, peraltro realizzata ad hoc dall'ottimo Jim Guthrie (ex-Islands), già famoso in passato per le sue "interferenze" con il medium videoludico. Below è ermetico nel suo racconto e fulgido nella sua forma, ed è raro trovare titoli così ispirati al giorno d'oggi. Va detto che con queste premesse si poteva tranquillamente aspirare all'eccellenza, ma purtroppo c'è anche dell'altro...

    Vietato correre

    Below è un dungeon crawler vestito da roguelike, che cerca di inglobare nella sua formula anche qualche "leggera" dinamica survival, e confeziona il tutto con un sistema di combattimento semplice ed efficace. All'inizio il protagonista ha a sua disposizione soltanto qualche combinazione d'attacco con la spada, compreso il fendente con rincorsa e la parata.

    C'è anche un arco con munizioni differenti, una lancia-arpione e un piccolo arsenale di consumabili che comprende bombe e razzi. I comandi sono intuitivi, e nonostante la risposta sia volutamente costruita all'insegna del lag, il feeling generale è comunque buono e piacevole, anche se in alcune situazioni più concitate avremmo preferito un margine maggiore di precisione, visto che si tratta di una questione di vita o di permadeath. Quando si muore ci si trasforma in loot per il prossimo eroe, ma questo vale soltanto per il primo cadavere lasciato, come insegna Dark Souls. Il crafting poi è davvero immediato e - a parte la conoscenza delle combinazioni - non ha davvero bisogno di tutorial o presentazioni: in giro si trova di tutto, dai sassi al cuoio animale, e dopo un paio di ore già saremo in grado di assemblare torce, bendaggi avanzati intrisi di unguento ed esplosivi.
    Altra faccenda sono invece le scorte di acqua e cibo: la prima non è mai un grosso problema, dal momento che ci sono pozzanghere un po' ovunque anche ai piani bassi, mentre è la seconda che rappresenta un enorme minaccia non appena si supera il quinto livello. Per essere chiari, in quindici minuti si muore di fame, e ciò sarebbe stato anche comprensibile se le risorse fossero state disposte in maniera omogenea (o comunque razionale) in tutto l'enorme dungeon. Sfortunatamente, non è così: ci sono intere aree dove non c'è nulla di commestibile da raccogliere, e pertanto si passa il tempo ad affannarsi alla ricerca di un boccone, a entrare più volte in ogni stanza nella speranza che salti fuori qualche ratto da uccidere.

    Se da un lato questa esigenza è accettabile per quanto riguarda il tasso di sfida, dall'altro purtroppo va anche ad intaccare la volontà di esplorazione del giocatore, penalizzandolo dove invece dovrebbe premiarlo, e non vi nascondiamo che in alcuni momenti tale dinamica tocca vette di frustrazione davvero troppo elevate. È un peccato, perché nei livelli generati proceduralmente ci sarebbe anche un buon numero di segreti da trovare, comprese armi con effetti speciali e corazze, ma è lo stomaco a dettar legge.

    In più bisogna tener presente anche la dinamica della luce, la quale scaturisce dalla lanterna o da un eventuale torcia, che ci permette di allargare il campo visivo, evitandoci morti premature per via di nemici e trappole one-shot. Guarda caso, oltre al cibo, anche i frammenti di luce che alimentano la lanterna ad un certo punto diventano irreperibili: di conseguenza si muore sempre più spesso, alle volte in maniera piuttosto ingiusta.
    A tal proposito, per alleviare un poco il dolore della dipartita, è presente anche un sistema di teletrasporto a pagamento con tanto di ingresso in una camera segreta, dove lasciare gli oggetti in eredità all'eroe successivo.

    Risorse ed equipaggiamento possono essere tramandate di personaggio in personaggio tramite l'accesso ai falò: peccato solo che non si tratta di una semplice opzione, ma diventa praticamente un obbligo nelle ultime fasi, e in alcuni casi costringe il giocatore ad un backtracking alla lunga noioso, con l'unico scopo di racimolare cibo e componenti per la ricerca delle cure.

    Paradossalmente, ad un certo punto dell'avventura il ritmo di colpo accelera, un po' a causa dei morsi della fame, e un po' per via di alcune meccaniche ed avversari particolari, imponendoci così una specie di folle gimkana a ostacoli, che in parte contraddice i principi di lentezza e pazienza a cui eravamo stati abituati. Questa improvvisa corsa non rappresenta un vero problema, ed anzi la svolta arriva forse anche troppo tardi, ma ci impedisce nuovamente di esplorare in libertà alcune delle zone più interessanti del dungeon. A proposito di sotterranei: sicuramente vi starete domandando il numero dei livelli, ma sappiate che anche questa non è certo una domanda facile.

    Potremmo dirvi che sono circa una ventina, ma non sarebbe propriamente corretto: alcuni piani vengono bypassati durante la normale discesa negli abissi, e fanno capolino soltanto più tardi, mentre in altri casi sbloccheremo aree segrete "esterne" e così via. Insomma, vi basti sapere che, al netto della generazione procedurale degli stage, la mappa è ben caratterizzata e complessa, dotata di tante piccole scorciatoie che piacciono agli amanti del genere. Nel nostro caso ci è voluta più di una quindicina di ore per giungere alla fine, eppure in giro c'è già qualcuno che ci è riuscito in sole cinque ore, il che dimostra -ancora una volta- che Below è un gioco da vivere in modo assolutamente personale.

    Below BelowVersione Analizzata PCDopo anni ed anni di sviluppo ed una gestazione molto travagliata, il roguelike targato Capybara Games sbarca finalmente su Pc e Xbox One: nonostante qualche stortura, possiamo affermare che ne è valsa pena. Below è un gioco solido sia sul fronte tecnico, grazie alle sue atmosfere pressoché uniche, sia su quello del puro gameplay, merito di un livello di sfida alto e stimolante. Ci sono alcuni elementi che a nostro parere andrebbero ribilanciati, come l’invadenza delle meccaniche survival e qualche dettaglio legato al combat system, ma in ogni caso, qualora siate amanti il genere, questi limiti non vi impediranno di godervelo appieno. Se non avete familiarità con questo tipo di avventure, allora dobbiamo avvertirvi: Below sa essere estremamente punitivo e frustrante. Nel caso in cui abbiate intenzione di imbarcarvi comunque, vi consigliamo di portarvi dietro anche una buona dose di pazienza-in-scatola, perché di certo ne avrete bisogno.

    7.6

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