Recensione BioShock

Si torna a Rapture, finalmente anche su Playstation3

BioShock
Recensione: PlayStation 3
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Long, long time ago, I can still remember...

    Al tempo della sua uscita, da cui è passato oramai più di un anno, Bioshock fu come un fulmine a ciel sereno. Il prodotto sviluppato da Irrational Games, e considerato come il seguito spirituale dell'immortale System Shock, riuscì ad ammaliare gli appassionati del genere First Person Shooter, grazie ad una serie di innovazioni strutturali, ad una trama coinvolgente e particolare, ma soprattutto ad una direzione artistica senza pari.
    Acclamato come un capolavoro di design, come una piccola meraviglia ludica, Bioshock fece molto per spingere le vendite della console Microsoft, l'unica che lo ospitò nei suoi Tray. Oggi, tenendo conto dell'evidente ripresa di Playstation 3, Take 2 rilascia una versione del suo masterpiece pensata per l'hardware Sony.

    ...how that game used to make me smile.

    Bioshock, dopo un anno, è sostanzialmente lo stesso. Considerato dal team di sviluppo come un prodotto compiuto, perfettamente chiuso nel suo splendido cerchio narrativo, Bioshock non ha quindi aggiunte di sorta, almeno per quanto riguarda lo Story Mode principale. L'introduzione di una modalità "collaterale" cerca in parte di render merito della pazienza degli utenti Sony, ma resta un'aggiunta al margine di quella che è principalmente un'esperienza single player dalle innumerevoli sfumature. Diventa fondamentale capire, dunque, se Bioshock è un titolo ancora attuale, godibile, espressivo. La risposta, fortunatamente, non può che essere positiva. Se esistono prodotti che non risentono troppo del "peso degli anni", il titolo in esame è senza dubbio uno di quelli. Bioshock costituisce di fatto uno dei cardini videoludici del genere di appartenenza, e non solo. Come accennavamo nel cappello introduttivo, fondamentale è stato il lavoro artistico, visivo e musicale, che sorregge tutta la produzione: per capire da dove deriva la spinta sempre maggiore per mescolare le vie dell'arte e quelle dell'intrattenimento digitale bisogna passare anche dal titolo Irrational Games. Il gusto per il fascino logoro della decadenza, la riproduzione di un fermo immagine che cattura splendide diapositive della vita degli anni '60, hanno affascinato non solo intere schiere di giocatori, ma anche game designer e creativi. Alcuni dei tratti artistici dell'imminente Fallout 3 non sarebbero esistiti, probabilmente, senza Bioshock, e strani esperimenti espressionisti del tipo di Linger in Shadow non avrebbero avuto corso.
    Chi ha mancato dunque l'appuntamento con Rapture lo scorso anno, non può che gioire dell'opportunità di rivivere l'utopia di Andrew Ryan.
    La trama del titolo, poi, riesce a stupire ancora oggi. Andando ben oltre quelle che sono premesse piuttosto semplici, si trasforma ben presto in narrazione "meta-ludica", che riflette sul carattere stesso del gioco, delle costrizioni e delle lotte interne di ogni videogiocatore. Peccato per il finale sbrigativo che ancora oggi resta immutato (e brevissimo), ma in generale l'esperienza di Bioshock merita di essere vissuta.

    Back to Rapture

    Data la sostanziale analogia fra le due versioni del gioco, per quanto riguarda la trattazione delle caratteristiche principali di Bioshock, lasciamo il lettore alla sempre valida analisi effettuata in occasione della prima uscita (che è possibile trovare a questo indirizzo.

    Il background storico di Bioshock descrive le vicende di Andrew Ryan, potente capitalista nato in Unione Sovietica agli inizi del ‘900, in seguito fuggito negli Stati Uniti durante gli anni '20, ivi divenuto facoltoso industriale durante la Seconda Guerra Mondiale. Fermo sostenitore dell'individualismo e dell'egoismo razionale (il personaggio è chiaramente un omaggio alla fondatrice dell'oggettivismo Ayn Rand), Ryan rinnega la carità ed il sacrificio personale a beneficio di altri per un mondo ideale dominato da persone eccezionali libere dal giogo dei governi, delle leggi, delle religioni. Purtroppo lo scenario del ‘47 è radicalmente diverso: siamo negli anni in cui Stalin dominava nell'Unione Sovietica, gli Stati Uniti tassavano il capitale in nome del "bene comune" e la Germania, orfana di Hitler, non rappresentava più un'opportunità di sviluppo economico.
    Prigioniero di una società che lo disgusta e nella quale non si riconosce Ryan decide di evadere nell'immenso blu dell'oceano, qui costruisce Rapture: la sua utopia. Un immensa città eretta sul fondo dell'Atlantico, un rifugio sicuro dove alloggiare uomini straordinari; le menti più brillanti, gli scienziati più capaci, gli artisti più visionari, gli atleti più dotati, i cantanti più famosi, costoro formano la società della gloriosa Rapture. Tuttavia qualcosa non ha funzionato. Siamo agli inizi degli anni '60 e quello che un tempo era il paradiso della meritocrazia è ora un inferno, un anarchico teatro ove è in scena una sanguinosa lotta per la sopravvivenza. La causa scatenante è L'Adam, una sostanza composta da cellule staminali altamente instabili prodotta da alcune rare (e ormai quasi estinte) lumache marine, in grado di alterare il codice genetico degli individui che l'assumono al punto di curare malattie come il cancro o potenziare le proprie abilità psicofisiche.
    Ben presto fra Ryan e Fontaine - un altro rapace capitalista del luogo - scoppia un violento conflitto per il controllo, la creazione e la distribuzione della miracolosa droga. Caos e follia imperversano. Gli abitanti di Rapture sono ridotti a vere e proprie aberrazioni - i Ricombinanti - il cui unico scopo è soddisfare la sete di Adam, la cui produzione è affidata alle sorelline: bambine geneticamente modificate per ospitare in simbiosi le poche lumache marine rimaste. Queste girano per Rapture protette da imponenti guardie armate - Big Daddy - riciclando l'Adam dai cadaveri dei Ricombinanti. Allo stesso tempo vittime e carnefici, in quanto esse sono fonte di purissimo Adam. In questo folle scenario fatto di delirio e violenza giunge Jack, il protagonista che impersoneremo, scampato fortunosamente ad uno "strano" incidente aereo.

    L'Adam è la tela della modificazione genetica, ma i plasmidi sono i colori

    Bioshock ,sin dai primi istanti di gioco, si rivela un esperienza unica, atipica, completamente avulsa da quelli che sono i normali canoni degli shooter in prima persona. L'introduzione è sintomatica in questo senso. Nessun filmato in CG, nessuna cut-scene atta a spiegare gli eventi: un attimo prima siete comodamente in volo, l'istante successivo annaspate fra i flutti, circondati dai resti del velivolo sul quale viaggiavate, nel disperato tentativo di raggiungere il faro che si erge solitario nell'immenso nulla dell'oceano. Semplice, brutale ed indubbiamente efficace. Il resto non fa che confermare l'impressione iniziale.
    Il breve viaggio nella batisfera custodita all'interno del faro che ci conduce a Rapture si rivela di rara efficacia nell'introdurci alle atmosfere del gioco: gli edifici in stile retrò illuminati dai vivaci cartelloni pubblicitari che reclamizzano i nuovi derivati dell'Adam, i branchi di pesci che fanno capolino tra i tubi di collegamento della città, la megattera che nuota placidamente a pochi metri da una cupola nella quale opera un palombaro, le scariche elettrostatiche che disturbano una conversazione che ci vede inattesi protagonisti. Uno scenario pacifico e tranquillo presto verrà infranto, con inusitata violenza, sin dal momento dell'attracco a Rapture. Ed è questo uno dei punti di forza del gioco: una narrazione che si poggia più sulla forza visiva delle immagini, sull'emotività suscitata dalle situazioni piuttosto che dai dialoghi (splendidamente recitati in ogni caso).
    E' necessario sottolineare questo aspetto per poter apprezzare appieno il lavoro svolto da Irrational Games. Il contrasto fra le splendide location arredate in stile Art Déco, un trionfo di linee geometriche essenziali, e la devastazione che le accompagna. L'alternarsi fra ambienti scintillanti, illuminati in maniera violenta e squallide zone d'ombra. La rilassante musica ovattata proveniente da un grammofono coperta da improvvisa grida di disperazione, raccontano meglio di ogni dialogo l'escalation di violenza occorso a Rapture. Non solo, sostanzialmente ogni singolo luogo si rivela un piccolo "blocco narrativo" contenente un tassello utile per l'intreccio architettato dagli sviluppatori. Ecco perché si rivela necessario esplorare ogni singolo anfratto del opulenta città sommersa; è per questo motivo che Bioshock, prima ancora che essere uno shooter, è un adventure in prima persona.

    Prima dell'Adam era impossibile addestrare un bambino come un boa constrictor

    Dai creatori di System Shock 2 era più che lecito aspettarsi un fps che presentasse numerose contaminazioni, ed anche questa volta Irrational Games non ha deluso; essenzialmente il sistema ruota attraverso l'uso combinato di plasmidi, armi da fuoco e tonici. I plasmidi altro non sono che derivati dell'Adam in grado di donarci poteri ed abilità particolari: ad esempio equipaggiando l'apposito plasmide avremo la facoltà di usare la telecinesi su svariati oggetti per adoperarli come armi improprie, saremo in grado di emettere tossine capaci di confondere i Ricombinanti aizzandoli gli uni contro gli altri, oppure riusciremo a scatenare veri e propri sciami di api assassine. La cosa realmente intrigante è l'estrema flessibilità dell'utilizzo dei plasmidi, che si traduce in scontri mai ripetitivi ed uguali a se stessi.
    Incendiare l'olio fuoriuscito dalle taniche darà origine a veri e propri roghi di Ricombinanti, similmente potremo sfruttare le capacità di conduzione dell'elettricità in acqua per attaccare più avversari contemporaneamente. Le implicazioni tattico-strategice di tale sistema sono lapalissiane, senza contare che l'uso congiunto delle armi da fuoco le amplia ulteriormente: usare una trappola vortice che scaglierà il nemico in alto, piazzare una mina di prossimità per farlo esplodere al momento della ricaduta è solo un opzione, così come dare una scossa elettrica ad un avversario provocandone la momentanea paralisi per colpirlo con una chiave inglese, mentre si agita inerme in stato di shock.
    Una menzione particolare va ai sistemi di difesa automatica, che possono essere hackerati dopo averne provocato il malfunzionameto (un altro impiego del plasmide elettrico) per essere condotti alla nostra causa; il momento dell'aggiramento del sistema avviene risolvendo un piccolo puzzle game oppure utilizzando un apposito strumento. Se a ciò aggiungiamo che le varie armi possono essere caricate con diversi tipi di munizioni dai più svariati effetti - escplosive, antiuomo, eletriche - ognuna efficace in determinate circostanze, nonchè la possibilità di potenziare ogni strumento d'offesa migliorandone i diversi parametri, risulta facile pensare come Bioshock porti con se situazioni sempre varie ed interessanti.
    Infine a completare il trittico abbiamo i tonici: sostanze affine ai plasmidi ma con funzioni di supporto, che permettono di migliorare notevolmente le nostre caratteristiche fisiche (velocità, resistenza, forza) consetendoci anche di ampliare le nostre capacità in fase di aggiramento, oppure possono donarci altre utili abilità addizionali (come renderci invisibili se si rimane immobili). Un sistema così pensato rende l'esperienza di gioco a suo modo unica, un vero e proprio sogno per chi è da sempre alla ricerca di un gameplay assolutamente non lineare e votato alla massima libertà decisionale.
    Laddove armi e munizioni si possono acquistare negli appositi shop (anch'essi aggirabili per ottenere sconti) utilizzando il comune denaro recuperato nei vari livelli o dai cadaveri dei Ricombinati, per i plasmidi il discorso è più complesso. Anche essi vanno comprati in appositi distributori ma vanno pagati unicamente in Adam, e l'unico modo per ottenerlo è catturando una Sorellina e privandola dell'Adam raccolto. Il che ci porterà allo scontro con i Big Daddy, le loro guardie personali: individui cablati in pesanti tute da palombaro modificate mediante l'applicazione di trivelle o altre armi pesanti (sparachiodi, lanciagranate). Ogni Big Daddy si rivela un avversario particolarmente ostico, dotato di una resistenza superiore a qualsiasi Ricombinante e armato di conseguenza: affrontarli senza le opportune preacauzioni significa andare incontro ad una morte prematura. La ricompensa sarà adeguata all'impresa consistendo in un congruo gruzzolo di denaro ed una discreta dose di Adam, la cui quantità varierà in base alle nostre scelte morali: uccidere o liberare la sorellina? A voi la scelta.

    Alla fine Bioshock si rivela un'esperienza gratificante sia come shooter che come adventure. Rapture si presenta come un luogo immenso da perlustrare palmo a palmo ed in grado di tenere sempre alto l'interesse del giocatore, stupendolo ogni volta con notevoli trovate e con lo stile unico che lo contraddistingue. Difficile non rimanere ammaliati di fronte alla magnificenza dell'Arcadia: un immenso giardino botanico simile ad una foresta; impossibile trattenere un brivido entrando in squallide e malate sale operatorie in cui personaggi abietti e deviati si muovono in una spirale di odio e demenza. La popolazione malata, ricombinata all'eccesso, composta da mostri - caricature di esseri umani - costituisce sempre un avversario da rispettare e da temere ma anche un occasione per provare nuovi plasmidi, nuove armi e nuove strategie. Le inquietanti sorelline e la loro disgustosa funzione, i possenti Big Daddy chiudono un quadro che presenta Bioshock come uno dei titoli più carismatici presenti sul mercato.

    Novità

    Dicevamo che dal punto di vista strutturale, Bioshock in versione Playstation 3 presenta pochissime novità. Tuttavia, qualche gradevole introduzione, pur non riescendo ad arricchire troppo marcatamente l'offerta ludica, può far piacere ai possessori dell'hardware Sony.
    Anzitutto è disponibile, per i più temerari, un nuovo livello di difficoltà (Survivor Mode), che rende molto meno frequenti le camere della vita (dei particolari "Respawn Point", in cui si rinasce dopo ogni "morte") e più aggressivi i nemici. Lo stimolo per avanzare nell'avventura senza utilizzare le celle di rinascita appena citate viene poi dalla presenza dei Trofei. L'assegnazione di questi ultimi avviene al raggiungimento di particolari condizioni: superare l'avventura a livelli di difficoltà elevati, esplorare la città alla ricerca di tutti gli audio-diari, potenziare al massimo le armi, o utilizzare a proprio vantaggio la macchina fotografica (per scoprire i punti deboli degli avversari e, di conseguenza, rendere automaticamente più efficaci i colpi del protagonista). Insomma gli amanti delle sfide avranno pane per i loro denti, tanto più che la possibilità (in origine non contemplata) di disattivare i chackpoint, aumenta sensibilmente la tensione nell'attraversare la desolata Rapture.

    La versione Playstation 3 prevede anche una sorta di modalità aggiuntiva, denominata Challenging Rooms. Totalmente indipendente dalla trama principale, questa nuova opzione mette il giocatore alle prese con dei compiti prestabiliti, da portare a termine in un certo tempo. Ogni "stanza" presenta dei piccoli puzzle, da risolvere aguzzando l'ingegno e non dimenticando che l'esplorazione metodica è il mezzo più opportuno per reperire materiali ed indizi. Riprese da quelle della trama principale (con qualche aggiunta significativa) le ambientazioni sono evocative, e le sfide ben congegnate. Tuttavia è difficile considerare questa modalità come un vero valore aggiunto: si può pensare, dicevamo, ad un piccolo regalo all'utenza Sony, rimasta orfana di questo titolo per troppo tempo.

    Tecnica

    Anche a livello tecnico, le differenze fra la versione Playstation 3 e quella Xbox 360 sono minime, almeno per quanto riguarda il colpo d'occhio. Il porting da una console all'altra non ha agito troppo in profondità sull'engine grafico. Bioshock eredita dunque, nel bene e nel male, le caratteristiche che già aveva al momento della release originaria, e laddove il lavoro artistico sfiora la perfezione, quello meramente tecnico si presta a qualche critica in più.
    Gli ambienti appaiono realizzati con cura, ma la quantità di poligoni a definire i singoli oggetti e personaggi non è sempre sufficente. L'uso delle normal map, per aggiungere dettaglio agli oggetti sfruttando texture particolari, è una caratteristica tipica dell' UE3 e dei giochi di nuova generazione, l'implementazione è in questo caso buona, sebbene l'abuso che se ne fa potrebbe far storcere il naso ad alcuni utenti più attenti: alcuni oggetti infatti appaiono poco definiti ed eccessivamente ridotti nel numero di poligoni (pensiamo ad esempio alle statue sommerse all'inizio del gioco, o al grande volto scolpito di Ryan presente nell'atrio). Da segnalare un leggero problema di pop up sulle texture ad alta risoluzione, che compaiono -a volte- d'improvviso, e la presenza di molti scorci ricoperti da texture in bassissima risoluzione, che stonano nel quadro di eccellenza globale.
    Il sistema di shader è uno dei pezzi pregiati di Bioshock: ottima la realizzazione dei metalli, degli oggetti bagnati o umidi e la diversificazione delle varie superfici. Decisamente riuscito il sistema di illuminazione dinamica, che si mostra perfettamente a suo agio nel gestire un gran numero di fonti di luce e le relative ombre da esse generate. Solo discrete invece le animazioni di alcune tipologie di Ricombinanti, mentre si rivelano eccellenti quelle dei Big Daddy e delle Sorelline. Buoni gli effetti particellari (fuoco, fiamme, fumo, scariche di fulmini) che sebbene abbastanza semplici, contribuiscono, nelle scene più dinamiche, a creare "momenti visivi" assolutamente spettacolari.

    Per quanto riguarda il processo di ottimizzazione, dobbiamo purtroppo avanzare qualche critica al team che ha operato la conversione. Nella versione 360, attivando un'apposita opzione, era possibile giocare a Bioshock nello splendore dei 60 Frame al secondo, pagando tuttavia un prezzo abbastanza alto: la totale rimozione del V-Sync. In condizioni normali, invece, il titolo girava tranquillamente a 30 fps, piuttosto costanti. Al contrario, su Playstation 3 l'azione è meno fluida anche con il V-Sync attivo, e gli scatti si notano in molteplici situazioni. Anche scegliendo di sopportare il Tearing, la fluidità della versione più recente non migliora di molto: il framerate diventa certo più costante, ma in rarissimi casi schizza a 60 quadri al secondo.

    Assolutamente magnifico e privo di sbavature è però il doppiaggio in italiano: ogni personaggio risulta splendidamente caratterizzato a livello vocale, esaltato da un livello di recitazione di primo ordine. Da segnalare il visonario Andrew Ryan una parodia di quello che era lo stile presidenziale proprio di Kennedy. Sempre sullo stesso piano di eccellenza si trova la colonna sonora realizzata da Garry Schyman, noto compositore di musiche per il cinema, la quale combina combina brani degli anni '50-'60 e toni tradizionali con uno stile romantico - vagamente etereo - che contribuisce a definire perfettamente l'atmosfera "ovattata" tipica del periodo.

    Bioshock BioshockVersione Analizzata PlayStation 3Bioshock è un titolo che gli amanti del genere, e globalmente i possessori di Playstation 3, non dovrebbero lasciarsi scappare, nel caso abbiano mancato il primo appuntamento con il prodotto Irrational Games. Il gioco è ancora fresco ed attuale: una trama matura, un art design espressivo e avvolgente, sono i suoi punti di forza oggi come un anno fa. Il gameplay rimane validissimo, anche se alcune di quelle che all'epoca erano caratteristiche rivoluzionarie, ormai sono entrate a far parte dello standard videoludico degli FPS. Bisogna citare poi il fatto che, anche a seguito delle nuove conquiste tecniche, oggi il colpo d'occhio di Bioshock stupisce un po' meno, e la non perfetta ottimizzazione per la console Sony (che fa traballare un po' il framerate) deve essere alla fine considerata. La presenza di nuovi livelli di difficoltà e di una nuova modalità di gioco prova a sopperire allo correre del tempo, ed ottiene un parziale successo (di fatto è piuttosto gradevole trovare entrambe le opzioni nei menù di gioco). Ma nonostante la presenza delle Challenging Rooms l'esperienza di Bioshock resta generalmente legata al single player ed alle vicende che coinvolgono un'utopia decaduta, ben raccontate e dirette a regola d'arte. Ancora oggi uno dei migliori rappresentanti del processo creativo che dovrebbe coinvolgere tutto il mercato videoludico, ed uno dei più fantasiosi esponenti del genere. Recensione a cura di Francesco Fossetti e Luca Argese

    8.5

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