Recensione Bit. Trip FLUX

L'ultimo capitolo dell'esalogia di Rhythm Game

Recensione Bit. Trip FLUX
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Disponibile per
  • Wii
  • Dopo due anni di successi, coronati con il premio nella categoria Visual Art ricevuto da Runner all'IGF di quest'anno, la serie Bit.Trip arriva al termine con il sesto episodio, intitolato Flux.
    Ogni capitolo ha sempre stravolto i canoni imposti dal precedente, spesso spingendo al rialzo la qualità media dell'offerta proposta dal servizio WiiWare.
    Apparentemente, però, Flux gioca in casa, tornando alle origini e riproponendo parte del gameplay già visto in Beat.
    Sarà un finale con i fuochi d'artificio?

    Punto di vista opposto

    Le prime sensazioni in compagnia di Flux sono a metà tra lo stupore e il sentirsi a casa. Scoprire che, effettivamente, lo stile di Beat è stato riutilizzando viene vissuto quasi come un tradimento: com'è possibile che i ragazzi di Gaijin Games abbiano rinunciato ad innovare, proponendo una sorta di sequel, soprattutto dopo la genialità di alcune soluzioni proposte in passato?
    In realtà la domanda inizia a perdersi nella mente subito dopo essersi immersi nel gioco, grazie al ritorno alla psichedelia, alle musiche che ricordano i capisaldi degli anni '80, alla grafica minimale ma, a suo modo, perfetta.
    Lo stupore prende quindi il sopravvento, appena ci si rende conto che la novità principale non è il ribaltamento della posizione del cursore utilizzato per intercettare i Beat in arrivo.
    Proseguendo nei livelli si realizza che il gameplay di ogni episodio della serie è confluito in Flux, andando a contaminare la formula iniziale, rendendola più ricca e variegata.

    Dodge this

    Oltre a bloccare l'avanzata dei Beat, che ora procedono da sinistra verso destra, bisognerà iniziare a pensare alle schivate: le entità in gioco, infatti, non saranno più gli ormai abituali pixel quadrati troppo cresciuti ma verranno accompagnati da dei cerchi che avranno lo scopo di farci perdere energia.
    L'alternanza tra le due tipologie di elementi innesca quindi meccaniche nuove, che spingono il giocatore a pensare e reagire in modi differenti, dovendo rapidamente scegliere se puntare alla collisione e spostarsi per schivare in maniera simile a quanto visto in Ikaruga.
    I cerchi, poi, vengono utilizzati in modo da creare numerose barriere all'interno dei livelli, facendo quindi perdere alcuni dei punti di riferimento: mi vengono contro o sono io che sto avanzando?
    In funzione delle nuove meccaniche il livello di difficoltà non può far altro che aumentare, portando rapidamente Flux al vertice della difficoltà per quanto riguarda i vari episodi della serie. Solo gli stage finali di Runner sono riusciti a fare di meglio (o peggio, dipende dai punti di vista).

    Coordinazione orecchio - mano

    Ovviamente il marchio di fabbrica dell'intera serie Bit.Trip è rimasto: le musiche perfettamente integrate nel gameplay tornano, proponendo nuovamente un mix decisamente emozionale di sonorità ambient e 8 bit.
    La particolarità è che, grazie al rinnovato livello di difficoltà, questa volta sarà necessario fare affidamento in maniera sostanziale alle proprie orecchie, in quanto alcune sequenze andranno giocate d'istinto, soprattutto quando i Beat spariranno nella loro traiettoria di avvicinamento per poi riapparire ad una manciata di pixel dal cursore, spesso in sciami che difficilmente si riusciranno a memorizzare rapidamente.
    La musica, quindi, guadagna ancora importanza ma senza diventare la regina indiscussa come in molti altri titolo musicali e rimanendo in disparte, condividendo il palco con lo stile grafico, sempre minimalista ed affascinante.
    Per equilibrare una difficoltà che per molti sarebbe decisamente fuori scala, Flux introduce un sistema di checkpoint che semplificano le cose. Nel gioco non esiste il concetto di vita, fattore che si inserisce perfettamente nella filosofia di fondo della serie, ma l'errore ripetuto viene punito con il reset al checkpoint precedente.
    La cattiveria di Runner, quindi, è solo un ricordo anche se ci saranno delle sezioni di Flux che terranno impegnato un giocatore di media bravura anche per mezz'ora, nel tentativo di riuscire a portarle a termine. Quello che stupisce è il grado di perfezione raggiunto: ogni tentativo a vuoto è frutto dei propri errori e il messaggio viene trasmesso così bene, attraverso il gameplay, che difficilmente si deciderà di abbandonare spegnendo con rabbia la console.

    Vita breve

    Sfortunatamente i tre mondi proposti da Flux non dureranno a lungo: accanirsi su una sezione di uno stage porterà sempre alla vittoria, magari superandola quasi per miracolo e mai senza aver richiesto il giusto impegno.
    Per ogni mondo è previsto un boss che va affrontato per passare al successivo come da tradizione. Durante questi scontri emerge il vero genio dei ragazzi di Gaijin Games, in grado di reinterpretare soluzioni già viste in passato in modi nuovi, andando a citare numerose vecchie glorie e ideando scontri molto originali, malgrado le limitazioni imposte dalla formula di base del gioco.

    Bit. Trip FLUX Bit. Trip FLUXVersione Analizzata Nintendo WiiBit.Trip Flux è l'ennesimo centro e chiude la serie nel migliore dei modi. Il gameplay è stato decisamente raffinato dal primo capitolo e ci si rende subito conto che l'attesa per il finale della serie è stata ripagata proponendo il titolo meglio rifinito di tutti. Batterlo sarà un'impresa che garantirà immensa soddisfazione, dando al giocatore una sensazione senza eguali di migliorare le proprie capacità. Basterà riprovare i primi stage dopo aver visto i titoli di coda per capire quanto si è diventati rapidi e precisi, percorso compiuto nel divertimento, immersi in un mix di suoni e luci che, molto probabilmente, inizieranno subito a mancare. Rimane da sperare in una pubblicazione retail dell'intera serie, per appagare fino in fondo i collezionisti.

    8.5

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