Recensione Blackguards

Daedalic Entertainment tenta l'approccio al gioco di ruolo turn-based, ed è subito successo.

Blackguards
Recensione: PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Il setting di The Dark Eye è poco conosciuto nello stivale e solo gli appassionati del pen & paper con un po’ di anni sul groppone se lo ricordano nella sua forma cartacea. In realtà il setting è stato adoperato anche per una serie di LibroGame di discreto successo, portati in Italia da Edizioni EL nel 1986 e ristampati nel corso degli anni ‘90. Il franchise è stato trasposto in digitale con discreto successo attraverso giochi di ruolo in terza persona, come la serie Drakensang, e due avventure grafiche di Daedalic Entertainment, Chains of Satinav e Memoria, entrambe di ottima fattura. La stessa software house tenta ora un nuovo approccio con Blackguards, esplorando il gioco di ruolo a base tattica con impostazione a turni, genere che vanta ancora una folta schiera di appassionati, specialmente tra l’utenza affezionata al gioco di ruolo nudo e crudo. Dopo aver saggiato la build di sviluppo rilasciata su Steam, siamo finalmente riusciti a mettere le mani sulla versione completa del gioco gentilmente offerta da Daedalic.

    C’ERA UNA VOLTA...

    Cosa accadrebbe se l'unica speranza di Aventuria non fosse un gruppo di eroi impavidi e virtuosi, ma piuttosto una manciata di reietti e criminali? Con Blackguards assumeremo il ruolo di un assassino condannato, accompagnato da un gruppo di personaggi non meno discutibili appena evasi di prigione. L’improbabile gruppo di avventurieri potrà forse risparmiare il mondo dalla sua triste sorte, ma le loro azioni non saranno necessariamente buone o eroiche, ma piuttosto il tentativo di salvare la pelle o scoprire la verità nascosta, a qualunque costo. Rimanere vivi sarà arduo e difficile, dal momento che non solo il lungo braccio della legge vorrà la nostra testa, ma anche altri potenti e sinitri nemici. Come se non bastasse, a sud di Aventuria è pieno di bestie e mostri pericolosi. In The Dark Eye non ritroviamo solo il fantasy di stampo classico, ma anche tutta una serie di riferimenti alla tradizione tedesca e alle leggende popolari della Germania antica, con gran debito non solo a Tolkien o agli altri grandi nomi del ventesimo secolo, bensì eredità delle favole e dei racconti storici come quelli dei fratelli Grimm. Le atmosfere sono cupe, tenebrose, e ricordano il famoso setting Forgotten Realms di Dungeons & Dragons, sebbene in questo caso la magia sia meno partecipe. Il plot è decisamente interessante, specialmente per via dell’ottima caratterizzazione dei personaggi e per delle linee di dialogo molto ben scritte. All’epico e al drammatico si intrecciano citazioni da cinema, serie TV e ovviamente gli immancabili riferimenti ai classici videoludici, raccontati attraverso dei siparietti comici che sapranno strappare più di una risata ai giocatori di lunga data.

    TURNO PER TURNO...VERSO LA VITTORIA

    Il sistema di combattimento in sé non richiede particolari introduzioni: ci troviamo al cospetto di un turn based che più tradizionale non si può, caratterizzato da combattimenti su griglia a base esagonale. I personaggi, alleati o nemici, si spostano sopra la combat grid seguendo i turni dettati dal grado di iniziativa dei singoli, con un round comodamente riassunto da una legenda che troviamo nell’angolo sinistro inferiore dello schermo. Il pulsante sinistro del mouse ci permette di interagire con la griglia e quindi spostare i personaggi nell’ambientazione; il tasto destro apre invece la ruota dei poteri dandoci accesso ad attacchi speciali, incantesimi e abilità speciali. Le classi sono quelle già viste nel corso dell'early access, ovvero Mago, Guerriero e Cacciatore (il tipico Ranger comune a molti RPG). I combattimenti sono vivacizzati dalla presenza di numerose variabili, come coperture, trappole, elementi d’arredo interattivi o sistemi di illuminazione dinamica, tutti elementi che possono fornire vantaggio o svantaggio tanto a noi quanto ai nemici. Per affrontare le situazioni più ostiche e complesse sarà necessario analizzare attentamente il campo di battaglia e quindi agire di conseguenza sfruttando quello che lo scenario è in grado di offrire. Per esempio una pesante libreria potrebbe travolgere un nemico situato dietro di essa, uccidendolo sul colpo; oppure un incantesimo sonoro potrebbe far crollare delle stalattiti dalla volta della caverna, infilzando quell’orrido ragno gigante che ha osato sfidarci. Gli incantesimi sono una potentissima risorsa, spesso capaci di colpire più nemici per volta arrecando danni ingenti a persone o cose, creando gran scompiglio: tuttavia è anche bene analizzare attentamente le possibilità di successo, dato che la ridotta quantità di mana in nostro possesso può facilmente trasformare un semplice fallimento in un punto di non ritorno.

    "Il sistema di progressione del personaggio richiede un bel po’ di pratica, in virtù di una scheda del personaggio davvero molto complessa e articolata."

    Il sistema di progressione del personaggio richiede un bel po’ di pratica, in virtù di una scheda del personaggio davvero molto complessa e articolata. Al posto dei canonici punti esperienza che aumentano il livello del nostro alter ego, troviamo i cosiddetti Adventure Point da spendere a preferenza su talenti, abilità, incantesimi o caratteristiche base: la difficoltà risiede nel capire come è opportuno costruire il proprio personaggio e renderlo affine al nostro modo di approcciare i combattimenti. Ad ogni modo parliamo di un gioco poco adatto a chi è novello del genere, approcciando piuttosto il gamer esperto e appassionato.
    Rispetto a quanto potreste aver visto nella versione early access già disponibile su Steam dallo scorso novembre, scorgiamo delle interessanti aggiunte che faranno la gioia degli amanti del gioco di ruolo. Come prima cosa troviamo un character generator molto più profondo e articolato, che ora permette di costruire il proprio personaggio partendo da un’idea o un abbozzo. A questo si aggiunge una guida completa sul sistema di gioco, quindi un regolamento ben fatto che illustra il setting di The Dark Eye, pen & paper sfortunatamente poco conosciuto in Italia. Finalmente Daedalic Entertainment riesce ad approntare un gioco di ruolo della serie in grado di illustrare con criterio e meticolosità sistema di combattimento, progressione del personaggio e setting. Sul fronte del gameplay notiamo invece importanti bilanciamenti al sistema di combattimento, aggiustamenti che hanno abbassato la difficoltà della modalità “medio” così da renderla più semplice e facile da approcciare, in aiuto ad un pubblico meno avvezzo al gioco di ruolo e alle dinamiche turn based.

    UNA QUESTIONE DI REGIA

    Sotto il profilo tecnico il gioco di Daedalic Entertainment è migliorato molto rispetto all’ultima build provata, soprattutto dal punto di vista dell’ottimizzazione dell’engine. Abbiamo provato il titolo con due diverse configurazioni, in entrambi i casi senza accusare particolari problemi. Su PC fisso, equipaggiato da un processore Intel i7 3770K a 3.9 GHz, 16GB di memoria RAM e scheda video NVIDIA GeForce GTX 680, abbiamo potuto giocare con tutti i parametri grafici impostati al massimo, senza rallentamenti di sorta; su computer portatile d’altro canto, abbiamo dovuto abbassare qualche parametro grafico per venire incontro ad un processore leggermente meno performante, un Intel i7 3630QM, dotato di 8 GB di memoria volatile e una GeForce GT 650M. Il motore grafico non risulta proprio leggerissimo e potrebbe costringere gli utenti in possesso di configurazioni low profile a scendere a compromessi con risoluzione, qualità di texture e modelli.
    Il team artistico di Amburgo ci racconta di un mondo fantastico attraverso un buon character design e degli ambienti carichi di appeal e di fascino. L’ispirazione è quella del fantasy moderno, lo stesso che possiamo gustare sfogliando i manuali di giochi di ruolo come Dungeons & Dragons, Pathfinder e lo stesso The Dark Eye.

    "Il team artistico di Amburgo ci racconta di un mondo fantastico attraverso un buon character design e degli ambienti carichi di appeal e di fascino."

    In più di una occasione siamo rimasti a contemplare gli splendidi scenari all’aria aperta o i cupi dungeon del sottosuolo, splendidamente costruiti sulla base dei concept art del team di sviluppo. Le animazioni sono ben fatte e rendono giustizia al resto del comparto tecnico, rendendo dinamici e frizzanti i frequenti combattimenti a turni e le sessioni d’esplorazione. Meno interessanti sono invece i modelli e più in particolare i volti dei personaggi, poco definiti, inespressivi e incapaci di trasmettere emozioni nel corso degli intermezzi sceneggiati. Il più grande difetto di questo primo gioco di ruolo made in Daedalic è da attribuire alle poco interessanti soluzioni registiche adottate per cutscene e scene di dialogo. Le inquadrature e i tagli adoperati per gli intermezzi narrativi non riescono infatti a conferire il giusto carisma a questo nuovo prodotto videoludico realizzato dai maestri europei del videogame su PC. E’ strano da dire, trattandosi di uno studio che lavora moltissimo sulla narrazione, in qualità di esperti di avventure grafiche; è però sufficiente giocare una sola ora per rendersi conto che la regia non valorizza sufficientemente il plot. La staticità delle inquadrature è davvero disarmante, difficile da digerire sulla lunga distanza, soprattutto a fronte di una longevità davvero molto elevata. Il rischio è quello di finire disinteressati ad una trama tutto sommato molto intrigante e ben scritta. Ci siamo per esempio trovati di fronte ad una schermata di dialogo che copriva totalmente il volto dei personaggi coinvolti nella discussione, tanto da lasciarci in balia di una conversazione tanto lunga quanto surreale. Per quanto concerne le rifiniture notiamo ancora un‘interfaccia buona ma migliorabile, specialmente a causa di un font che si integra male al contesto (specialmente alle definizioni elevate), una scheda del personaggio di non facile lettura, il tutto costellato da pulsanti e menù dall’aspetto un po’ troppo grossolano. Il comparto sonoro si dimostra all'altezza e interessante è anche l'accompagnamento sonoro, che pur non brillando in composizione riesce a coinvolgere e stuzzicare il giocatore di fronte allo schermo.


    Blackguards BlackguardsVersione Analizzata PCBlackguards si può definire un gran successo per Daedalic Entertainment, un ottimo traguardo non solo per la notevole giocabilità e l’eccezionale impostazione a turni, ma anche e soprattutto in qualità di primo gioco di ruolo della software house anseatica, nonché primo titolo turn based sviluppato dal team celebre per le avventure grafiche. Sebbene migliorabile sotto il profilo tecnico, il titolo mette in mostra un gameplay profondo e appagante, ricco di sfumature e pieno di variabili. La storia è appassionante e raccontata attraverso linee di dialogo tra l’epico e lo scanzonato, pur perdendo di mordente in alcuni frangenti a causa di alcune “soluzioni narrative” poco brillanti. Ottima la longevità, per un titolo che potrà accompagnarvi per decine e decine di ore: la longevità della campagna si attesta infatti sulle 40 ore, ma il giocatore attento alle missioni secondarie avrà ben più da giocare. L’uscita è fissata per il 24 di gennaio, ma è già possibile acquistare l’accesso anticipato tramite piattaforma Steam.

    8

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