Recensione Bloodrayne

Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco Bloodrayne - 988

Recensione Bloodrayne
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Disponibile per
  • PS2
  • NGC
  • Sei spaventato?Non hai più voglia di giocare?

    E' una Damphir, ovvero la figlia di un vampiro e di una donna mortale, questo è tutto quello che si sa della Femme Fatale che emerge da un vicolo buio iniziando la sua consueta notte di caccia trucidando una sventurata coppia che non aveva fatto in tempo a ripararsi dalle tenebre.La scena si consuma sotto l'attento sguardo di due misteriose figure incappucciate, dall'alto del tetto che fa loro da palcoscenico la prima conclusione che traggono è :” ...stiamo perdendo tempo ... è solo una vampira ... non può esserci utile”. E' evidente che non hanno ancora visto niente di quello che può fare Rayne, la protagonista dell'ultima produzione firmata Terminal Reality (i creatori di Nocturne).

    La storia.

    Rayne quindi è una mezzo sangue, ma il suo lato umano non indebolisce gli aspetti della parte vampirica come uno si aspetterebbe, al contrario, come per Wesly Snipes nel film Blade, li potenzia.Questo però non consola molto Rayne che fin dall'inizio del gioco è evidentemente molto arrabbiata con il padre ed è appunto trovarlo la sua missione primaria ma, durante la sua ricerca, grazie anche al suo diciamo “stile”, attira l'attenzione de “La Società”, un gruppo di cui si sa ancora meno che del passato della protagonista, il quale la assume come agente per riportare all'ordine quella stessa sezione delle SS di “Return to Castle Wolfestein” che si occupava, in vista della seconda guerra mondiale, di occulto e soprannaturale.Nel caso di Bloodrayne i nostri simpatici nazisti cercano una reliquia dai poteri devastanti e incontrollabili tanto da essere temuta dallo stesso Satana, di più non sarà svelato in questa sede (hehehe), ma per quelli di voi che volessero tirare ad indovinare posso dire che non è l'arca dell'alleanza, quella la trovate a far polvere in fondo ad uno sgabuzzino nel secondo livello del gioco senza neanche scomodarvi troppo.

    Il personaggio.

    Se si potesse dare un voto soltanto per il personaggio questo gioco si aggiudicherebbe la lode.
    Dal momento in cui fa la sua comparsa Rayne affascina subito il giocatore per il suo carisma letale, la sua espressione graziosa ma beffarda tipicamente demoniaca, è incorniciata da un'acconciatura a caschetto rosso sangue a sua volta adornata con due fascette di cuoio nero legate ai capelli tramite due cerchi metallici poco sopra le orecchie, sul suo fisico da modella indossa una tuta in pelle nera e rossa talmente aderente e generosa nella sua scollatura che i produttori una volta tanto non hanno neppure implementato un cheat code che permettesse di usarla svestita, cosa abbastanza inusuale per un gioco la cui protagonista è una donna e per concludere; stivaletti con tacchi a spillo in metallo poco graditi ai nemici che li prendono in faccia, in pratica, se non fosse per la sua andatura più decisa e spietata che femminile e sinuosa, qualcuno potrebbe fraintendere sulle sue attività notturne...
    A completare il suo corredo sfoggia quelle che in un primo momento sembrano piccole ali e che fanno molto "angelo oscuro", in realtà sono due lunghe lame ripiegate dietro le braccia e che all'occorrenza Rayne fa scattare in avanti per poterle brandire a mo' di manganello.
    Per la personalità è stato usato il classico cliché del duro beffardo che non si scompone mai qualunque cosa succeda che, anche se è quello più usato per questo genere di giochi, in Bloodrayne non smette di divertire. Durante i dialoghi con i nemici non mancano quegli scambi di battute al veleno del genere “Sai ? Tu mi sei simpatico, è per questo che ti ammazzerò per ultimo”, potrebbe poi trovarsi la creatura più disgustosa del mondo davanti e rispondere semplicemente con un rassegnato “...affascinante...”.

    Il gioco.

    Nel momento in cui si parte all'azione viene spontaneo esclamare "Ma questo è il ritorno di Lara Croft con il guardaroba rinnovato!", perché è innegabile che si tratta di un ennesimo clone di Tomb Raider con tutti i limiti che questo impone, ad esempio l'inquadratura fissa, con l'aggiunta delle doverose innovazioni che al momento di tirare le somme cercheranno di far perdonare la mancanza di originalità.
    Le innovazioni in ogni caso ci sono e non sono certo da buttare, il fatto è che tardano a farsi apprezzare. La qualità del gioco è infatti in crescendo sotto quasi tutti i punti di vista tanto che l'inizio è addirittura deprimente. Il primo dei tre atti si svolge in un angolo della Luisiana sconvolto dalle piene (e se entrate in una pozza d'acqua più profonda di un metro perdete energia, sai che allegria!) e di apprezzabile non c'è davvero nulla, il paesaggio è desolato, uno specchio d'acqua fangoso di cui non si vede la fine con qualche catapecchia che emerge insieme a rare isolette , i fondali sono stati omessi per far spazio a buio e nebbia, gli interni, quei pochi che ci sono, sono completamente disadorni, le texture molto elementari e a volte inesistenti, la varietà dei nemici poi è ridotta a zombi e grossi ragni che non danno nessuna soddisfazione ed infine i poteri, le abilità e le armi di cui si dispone sono davvero misere. Questa è la situazione in cui ci si trova per la prima decina di quadri che, grazie al cielo, non sono neanche tanto lunghi ma se il giocatore resiste alla tentazione di gettare via il pad si vedrà sicuramente premiato per la sua pazienza al cambio di scena. Nei quadri successivi le cose vanno decisamente meglio: l'ambientazione migliora di qualità e anche se le texture non diventano eccezionali ci sono gli elementi per un paesaggio decente e gli interni degli edifici sono meglio arredati, i ragni e gli zombi sono sostituiti da una notevole varietà di soldati del Fuhrer che anche se sono stupidi quasi quanto gli zombi fanno più scena e danno più soddisfazione, aumenterete i poteri vampirici ed al potere che avete sin dall'inizio di vedere attraverso i solidi, aggiungerete il comodissimo "Bullet-Time" ma, a differenza di "Enter the Matrix" o di “Max Payne”, qui la possibilità di rallentare il tempo è illimitata, associato al potere di guardare con gli occhi del protagonista zoommando potentemente e poter usare così le armi da fuoco raccolte dalle fredde mani dei vostri nemici in modalità cecchino. Aumenta poi la sequenza di attacchi combinati per i combattimenti corpo a corpo e per la “Furia di sangue”, ovvero quella modalità a cui potete accedere dopo un po' che si combatte corpo a corpo e che fa diventare Rayne qualcosa come un uragano di lame e calci che non si limita ad uccidere tutto ciò che di vivente avete intorno ma fa letteralmente a pezzetti tutto ciò che si muove.
    La difficoltà in generale è davvero al di sotto della media, è davvero improbabile ritrovarsi bloccati tanto da non riuscire a capire come procedere, a differenza di mamma Tomb Raider non c'è bisogno di girare tredici volte un quadro per trovare l'interruttore che apre la porta che ti trovi davanti all'inizio, anche se si incontrano nemici forti, resistenti e ben armati non ce n'è uno che possa competere con la vostra potenza se non forse mamma ragno in Luisiana, è probabile anzi che proviate quasi pena per quei soldati che vi caricano in gruppi con meno di dieci elementi, ed anche combattere non richiede una grande abilità, basta premere ripetutamente sempre lo stesso tasto e le acrobatiche combinazioni di attacchi si susseguono da sole, al limite potete alternare le lame ed i calci con le armi da fuoco o il rampino da polso che potete usare per trascinare a voi i nemici lontani(se la montagna non va da Maometto...) . Detto questo non voglio dire il gioco pecchi di scarsa longevità, al contrario il giocatore è spinto ad andare avanti stimolato da diversi aspetti quali per esempio: il continuo migliorare degli ambienti, la curiosità di vedere quali altri poteri si posso sviluppare, la storia che anche se non originalissima è sufficientemente coinvolgente ed anche la durata complessiva è giusta.
    Frequentemente vi ritrovate in situazioni dai contenuti molto duri, sia nelle schermate animate che giocando. Si parla di atrocità come fosse comuni, efferate fucilazioni di deportati, camere con docce a gas e Rayne stessa per tutto il gioco non fa altro che lasciare dietro di se stanze, anche grandi, con il sangue dei suoi nemici che ricopre tutte le pareti sino al soffitto e con corpi in pezzi di dimensioni drammaticamente contenute sparsi ovunque, certe cose forse è meglio saperle prima di acquistarlo per regalarlo ad un amico o ad un figlio.

    Ergo...

    Bloodrayne sicuramente non può ambire al massimo dei voti a causa degli alti e bassi della qualità della grafica, i movimenti dei personaggi non proprio naturali, la visuale è “inchiodata” alle spalle della protagonista privando quindi il gameplay di qualsiasi inquadratura minimamente suggestiva le musiche di sottofondo che sono in sostanza inesistenti inoltre, considerata la scarsa difficoltà è probabilmente più adatto a quell'utenza che vuole un modo per sfogare un po' di aggressività repressa che per quella che cerca la sfida, ma ha comunque dei meriti anche se non molti dal punto di vista tecnico quali: la riuscita creazione di un personaggio carismatico, combattimenti spettacolari con nemici che anche se non splendono per AI sono ben curati nei particolari, schermate poche ma emozionanti, un sonoro rispettabile ed una trama ed una ambientazione coinvolgenti tanto da sperare in un seguito che curi magari maggiormente lo sviluppo oltre che la progettazione.

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