Recensione Bloody Roar 4

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Recensione Bloody Roar 4
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Disponibile per
  • PS2
  • Un Nuovo Episodio

    A dispetto del numero alla fine del titolo,
    questo non è affatto il quarto episodio della saga, casomai il quinto, visto che
    fra Bloody Roar 3 e Bloody Roar 4 (entrambi su PS2) bisogna considerare Bloody
    Roar Primal Fury/Bloody Roar Estreme, usciti per GameCube e Xbox. Anche per
    questo episodio lo sviluppo è in mano a Eigthing, sottoteam di Hudson Software,
    che fin dalla presentazione all'Electronic Entertainment Expo 2003 di Los
    Angeles ha promesso grosse novità per questo franchise, che nelle sue ultime
    versioni sembrava accusare un po' troppo il confronto con gli altri mostri
    sacri quali Dead Or Alive, Virtua Fighter e Soul Calibur. Decisamente una
    promessa interessante, quella fatta da Eighting: cerchiamo adesso di capire se e
    quanto sia stata mantenuta nel prodotto finale.

    Storia da Zoantropi

    La trama di Bloody Roar 4
    sembra quasi ignorare gli eventi di Bloody Roar Primal Fury/Extreme: i due
    personaggi principali (Cronos la Fenice e Ganesha l'Elefante) sono assenti.
    Piuttosto che cercare di dare seguito a eventi già portati su schermo, la trama
    di BR4 sembra volersi porre direttamente dopo BR3, per dare una svolta alla
    serie. Finalmente si spiega per filo e per segno qual è il ruolo della creatura
    chiamata “Unborn”, della sua opposizione con Gaia e della loro eterna lotta.
    Attorno a questa guerra eterna vanno ad intersecarsi tutte le storie dei vari
    personaggi, 18 in questo episodio. Fra i nuovi arrivi ci sono Reiji, un
    personaggio molto interessante in grado di trasformarsi in corvo; poi Ryoho il
    monaco, non in grado di trasformarsi in nessuna bestia (o almeno questo è quello
    che ci vogliono far credere...) ed infine la nuova eroina di Bloody Roar, Nagi la
    Spuria, che ci da il suo benvenuto a partire dalla copertina del gioco.

    Gioco da Zoantropi

    Il
    gameplay può essere considerato molto simile e al tempo stesso molto diverso
    rispetto agli altri episodi della saga. Difatti, mantiene la sua semplicità, la
    sua freschezza e il suo divertimento, che hanno permesso alla serie di
    sopravvivere fin ora. Le mosse sono praticamente le stesse per ogni personaggio:
    non ci sono particolari aggiunte o cambiamenti. E' diminuito il numero di
    situazioni in cui è possibile fare “cancel” per collegare fra di loro mosse
    normali, speciali, combo e supermosse, tuttavia il gameplay non ne risente,
    semmai ne guadagna un po' in termini di strategia. Il controllo è rimasto
    invariato per le basi, ovvero sempre un tasto per i pugni, uno per i calci, uno
    per la parata e uno per la bestia. Sono, finalmente, scomparsi i pulsanti
    esclusivi per il sidestep che adesso si può gestire come in quasi tutti gli
    altri picchiaduro 3D, ovvero con la pressione particolare della croce digitale.
    E' sparito anche il pulsante dell'HyperBeast, comunque mai apparso su Ps2,
    visto che in BR3 le HyperBeast non erano implementate. La scomparsa di questo
    pulsante è legata a quello che forse è il più grande cambiamento di questo
    episodio: la differente gestione delle barre energetiche. Adesso non si dispone
    più della barra di energia più la barra "Beast", ma di due indicatori
    energetici: una per la forma umana e una per la forma alterata che titola il
    gioco. Sono collocate entrambe nella parte alta dello schermo ed hanno la stessa
    grandezza. Quando si è in forma umana i danni ricevuti andranno a diminuire la
    barra energetica umana (e a far salire quella bestiale, casomai non sia già
    piena), mentre invece quando si è in forma bestiale i danni ricevuti
    diminuiranno la barra bestiale. E' semplice individuare la conseguenza: per
    sconfiggere un avversario bisognerà assicurarsi di eliminare entrambe le sue
    barre energetiche, e sarà inevitabile affrontare il nemico nella forma bestiale:
    se siamo in forma umana e la nostra energia viene svuotata del tutto il
    personaggio si trasformerà automaticamente. E' possibile caricare la barra
    bestiale anche in altri due modi: danneggiando il proprio avversario e
    “consumando” l'energia vitale. Infatti se invece di limitarci a premere il
    tasto bestia lo si terrà premuto, il nostro personaggio comincerà a consumare la
    sua energia vitale per riempire quella bestiale. Consumando, in questo modo,
    l'energia vitale fino in fondo sarà possibile trasformarsi in HyperBeast. Il
    funzionamento delle HyperBeast, nonostante la differente attivazione, è simile a
    com'era nei precedenti episodi. E' possibile effettuare un numero pressoché
    illimitato di supermosse senza far calare la barra dell'energia. Le differenze
    del gioco rispetto agli altri episodi della saga, almeno per quello che concerne
    il gameplay, si limitano a quanto appena elencato. Apparentemente può sembrare
    che tutto ciò comporti grosse rivoluzioni (sicuramente necessarie per continuare
    a mantenere in vita questo franchise). In realtà il feeling rimane praticamente
    uguale, mentre le novità sono delle piccole barchette in mezzo al mare,
    oltretutto alcune di esse anche piuttosto discutibili invece che “piacevoli
    innovazioni”.

    Vista
    da Zoantropi

    Parlando di grafica, i giudizi possono cambiare radicalmente a
    seconda di come si decida di porsi nei suoi confronti: giudicarla in relazione
    al precedente capitolo, Bloody Roar 3? In relazione all'ultimo episodio uscito
    prima di questo, Bloody Roar Extreme? Oppure in relazione a ciò che il mercato
    offre su PS2? Paragonandolo con BR3 è evidente quanto il gioco sia migliorato in
    tutti gli aspetti. Scomparso quasi del tutto l'aliasing, migliorate le textures
    e i modelli poligonali, gradevoli i nuovi effetti volumetrici. Tuttavia non è
    possibile sentire un grosso “salto” in termini di prestazioni, sia perché BRE
    era già ad un livello superiore, sia perché ci sono altri titoli in commercio su
    PS2 che nel complesso presentano una grafica decisamente più gradevole da
    vedersi. Si può notare una scelta diversa per quanto riguarda le gamme
    cromatiche: presenti con colori più accesi e spesso pastellosi, i modelli
    poligonali poi sono decisamente migliorati rispetto al precedente episodio,
    anche se si continua a notare una generale mancanza di cura nella realizzazione
    dei vestiti. Di poligoni ce ne sono davvero molti, non solo per la realizzazione
    dei personaggi ma anche per i fondali e soprattutto per i particolari (le piume
    di Reiji ad esempio). Tuttavia l'impatto visivo che ne consegue non è sempre
    all'altezza dei numeri che si possono intravedere sul lato tecnico. Gli effetti
    di luce sono realizzati, tecnicamente, molto meglio. Sono più puliti e più
    precisi, va però detto che spesso risultano meno spettacolari di quanto non
    siano su BRE o altri picchiaduro 3D. In ultimo, è veramente bello notare come
    gli effetti di trasformazione siano stati sostituiti con luci volumetriche.
    Tuttavia dispiace che questo effetto sia praticamente lo stesso per ogni
    personaggio, e che probabilmente sia proprio la causa dei rallentamenti che
    spesso affliggono il gioco. Una nota positiva va invece fatta rispetto alla
    velocità di gioco, leggermente aumentata rispetto al passato: sicuramente novità
    gradita, che non fa altro se non sottolineare ancora meglio l'azione veloce,
    rapida e impulsiva che da sempre caratterizza questa serie. Gli altri
    cambiamenti nell'aspetto grafico sono relativi alla presenza del sangue, in
    quantità da fare invidia a Mortal Kombat, e dei muri che limitano le
    arene.

    Orecchie da Zoantropi

    Il comparto audio di Bloody Roar 4 ha ben poco da dire: la terribile
    monotonia degli effetti sonori si contrappone ad una qualità tutto sommato
    discreta degli stessi, e si fa sentire ancora di più oggi, nel 2003, di quanto
    non abbia fatto in passato. Le voci ci sono, doppiate completamente in inglese
    con una qualità altamente discutibile. Invece è veramente da criticare il
    pessimo adattamento del nuovo doppiaggio alle animazioni poligonali, che sono
    ovviamente rimaste inalterate. Questo comporta degli effetti di mancanza di
    sincronia assurdi, personaggi che muovono la bocca senza nessun suono che venga
    riprodotto dalle casse del TV, personaggi che ridono mentre l'audio che si
    sente fuoriuscire dalle casse è quello di un discorso pacato e non v'è traccia
    di risata, personaggi che hanno già finito di parlare da un bel pezzo e la voce
    che va avanti imperterrita. Eventi di questo tipo non si vedevano nel mondo
    delle console da molto tempo, ed è veramente increscioso che nel 2003 qualcuno
    sia stato in grado di riportare tale tendenza in auge. Le musiche sono piuttosto
    anonime. Tuttavia hanno un "qualcosa" che richiama vagamente il modo di fare
    musica nei VG dei primi anni '90. Questo potrebbe non piacere a videogiocatori
    recenti, ma al contrario potrebbe essere una gradita sorpresa per quelli di
    vecchia data.

    Varietà da Zoantropi

    La presentazione globale del gioco non è delle migliori. Si
    inizia con un discreto manuale a colori, piuttosto curato e denso di
    informazioni, e si prosegue con la presentazione vera e propria del gioco, che
    altro non è che un semplice “collage” delle cut-scenes del gioco. Abbastanza
    riduttivo, soprattutto se paragonato alle bellissime presentazioni di Bloody
    Roar 1 o a quelle di Bloody Roar Primal Fury/Extreme per GameCube e Xbox.
    Nonostante il gioco sia su DVD non c'è traccia di FMV, e tutto viene gestito in
    tempo reale dal motore 3D del gioco. Una bella novità è invece l'introduzione
    di cut-scenes prima e dopo i combattimenti importanti. Alla stessa maniera
    vengono gestite le scene finali. E' ovvio che ci sia un bel riciclaggio di
    tante scene e dialoghi che sono in comune fra più personaggi, ma nonostante
    tutto il risultato è più che accettabile. Le modalità di gioco sono poche: al di
    là dei classici story mode, survival, training, time attack, un inutile sparring
    mode (già incluso praticamente all'interno del training) troviamo solo il
    nuovissimo Career Mode. All'interno del Career Mode dovremo scegliere un
    personaggio, catapultato all'interno di una “griglia” dove ogni combattimento
    ci farà vincere dei punti esperienza, grazie ai quali potremo equipaggiare tutte
    le varie sfere che troveremo nel corso del gioco e. Le sfere hanno diveri
    utilizzi: aumentano la velocità, la forza, le caratteristiche della forma umana,
    bestiale o HyperBeast; ci permettono di fare "cancel" più facilmente; ci donano
    la possibilità di eseguire mosse di altri personaggi al posto delle proprie ed
    infine ci permetteranno di eseguire mosse del tutto nuove (poche per ogni PG,
    purtroppo). Questa modalità non è assolutamente da sottovalutare ed è una
    piacevole novità, tuttavia è sviluppata in modo così primordiale da far sembrare
    tutto piuttosto privo di cura e attenzione, e realizzato molto in fretta.
    Spiacevoli assenze sono quelle della modalità team battle e della sezione per i
    trucchi, da sempre presenti in ogni episodio di Bloody Roar.

    Conclusioni
    Zoantropiche

    Il titolo
    presenta delle novità che apparentemente sembrerebbero voler portare quella
    ventata di fresco di cui la serie ha sempre più bisogno, mentre in realtà si
    riducono a cambiamenti poco influenti e, a volte, anche sgradevoli per il
    gameplay. Graficamente ci son stati grossi miglioramenti rispetto al vecchio
    episodio, ma ciò non è sufficiente per metterlo alla pari con altri titoli
    presenti su PS2, soprattutto se consideriamo la pochezza stilistica con la quale
    alcuni fondali, a volte microscopici, sono realizzati, in contrapposizione ad un
    motore tecnico di tutto rispetto. Ci sono dei miglioramenti e non così piccoli
    da essere ignorati, tuttavia il gioco nel bene e nel male è sempre lo stesso e
    anzi, in certi aspetti sembra quasi aver fatto un passo indietro rispetto alle
    ultime produzioni della serie. Se volete un gioco veloce da giocare, divertente,
    spettacolare: Bloody Roar 4 è il titolo che fa per voi. Così come potrebbe
    essere indicato casomai foste ormai annoiati dagli altri titoli su PS2 e foste
    alla ricerca di qualcosa di nuovo. Tuttavia bisognerebbe davvero prendere in
    considerazione l'ipotesi di altri picchiaduro quali Tekken 4, Dead Or Alive 2,
    Soul Calibur 2, Virtua Fighter 4 Evolution, prima di decidere l'acquisto di
    Bloody Roar 4, che non è minimamente paragonabile ai titoli
    sopraccitati.
    Note sul confronto fra Bloody Roar 4 e Bloody Roar Primal
    Fury/Extreme Se è lampante quanto BR4 vinca praticamente sotto tutti gli
    aspetti, paragonato a BR3, la cosa non è assolutamente così ovvia quando lo si
    paragona a Bloody Roar Primal Fury/Extreme presente su GameCube e (soprattutto)
    su Xbox. Ciò che veramente incuriosisce è che quest'ultimo ha più di un anno,
    mentre BR4 è un titolo recente. Se graficamente si può notare la leggera
    superiorità, sul lato tecnico, di BR4 (poligoni, effetti volumetrici a non
    finire, etc), è altrettanto lampante che l'impatto visivo finale è spesso
    superiore in BRE. Inoltre va detto che per quanto in quest'ultimo non siano
    presenti i bellissimi effetti volumetrici di BR4, gli effetti di luce sono
    spesso più spettacolari in BRE, e alcuni riflessi e textures sulle superfici
    (soprattutto sui vestiti dei personaggi) sono del tutto assenti in BR4. Inoltre
    nella versione Extreme non si riscontra il minimo rallentamento, mentre in BR4
    non sono forse frequenti, ma decisamente presenti. In alcune fasi del gioco
    (soprattutto se si controlla Reiji) capitano “inciampi” e l'azione rallenta
    drasticamente, per rimanere bloccato fino alla fine del round. Il motore non è
    forse dei più "leggeri", ma non tanto da giustificare rallentamenti evidenti e
    fastidiosi. Sicuramente BR4 sfrutta meglio un PS2 di quanto BRE non faccia con
    GC o Xbox, tuttavia è davvero spiacevole notare quanto l'impatto visivo
    raramente sia all'altezza di quello tecnico (quest'ultimo un po' superiore a
    quello delle altre 2 produzioni). Inoltre, BRE appare un titolo molto più curato
    in menu, musiche, schermata selezione personaggi, presentazione, trama, opzioni,
    modalità e insomma in tutti quegli elementi “laterali” rispetto al gameplay, che
    invece sono davvero sviluppati in fretta e furia e fin troppo poco curati in
    BR4.

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