Recensione Boktai 2: Solar Boy Django

Dopo party game e rithm game, ecco il "season game", il gioco estivo di Konami.

Recensione Boktai 2: Solar Boy Django
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  • Dopo i party game, i rithm game, ecco il "season game" per eccellenza, il gioco estivo di Konami per GBA.

    Ad un anno di distanza dal capostipite arriva anche in Italia Boktai 2.
    A parte i discutibili giochi di parole dell'incipit, il gioco in questione è un action game che si differenzia dalla massa dei cloni di Zelda per la presenza all'interno della cartuccia di un sensore solare, capace di rilevare l'intensità della luce alla quale si è esposti.
    I punti salienti del primo episodio erano l'innovazione garantita dal sensore e il gameplay bilanciato tra azione e stealth dato dallo stile inconfondibile del producer del gioco, Hideo Kojima, che lo facevano un piccolo Metal Gear portatile.
    Erano presenti dungeon che garantivano un struttura solida al tutto, puzzle a base di blocchi da spingere, nemici da abbindolare, porte da aprire, e ovviamente tanto Sole.
    Punto dolente, forse, il bilanciamento della difficoltà; easy mode se giocato al sole, extra hard nelle sessioni di gioco notturne, magari senza alcun power up e con le "pile solari" scariche.
    Altro neo: la trama, prolissa e poco ispirata.

    The return of Django

    Si può dire che Boktai 2 sviluppa, nel bene e nel male, pregi e difetti del prequel, sia nel gameplay che per quanto riguarda la trama, e si apre approfondendo ciò che era stato lasciato in sospeso nel primo capitolo.
    La storia verte ancora sulla lotta del protagonista contro forze oscure rappresentate da vampiri e zombi assortiti. La minaccia degli "Immortal" non si è spenta col primo episodio. Django e Otenko, protagonista e "aiutante onniscente" del gioco, vengono aggrediti da un vampiro che priva il ragazzo della pistola, sul cui uso si fondava il primo episodio della serie.
    Senza di essa il modo di muoversi all'interno del gioco viene alterato, manovre da perfetto killer dell'ombra vengono rese sicuramente più difficili, garantendo una sfida ulteriore a chi si era già cimentato col primo Boktai. In luogo della pistola viene inserita tutta una serie di armi bianche, dalle diverse peculiarità.

    Agli occhi dei Nintendari...

    Boktai 2 miscela la classica ricetta di gioco con nuovi elementi RPG. Esistono fasi di esplorazione, nemici da sconfiggere, dungeon, boss e fa la sua comparsa un sistema di level up del personaggio, di scelta delle armi e delle armature con cui affrontare l'avventura (la customizzazione si estende anche alla scelta della bara).
    Come nei migliori RPG ci si può dedicare a corpo morto in innumerevoli side quest, ordinatamente inserite in biblioteca, e dalla difficoltà elevata (ad esempio completare un dungeon senza essere mai colpiti, o forse peggio, senza mai essere visti dai nemici).
    L'elemento stealth è presente soprattutto all'inizio del gioco, visto che molti nemici sono ancora al di sopra delle possibilità di attacco del protagonista. Django è capace di appiattirsi contro i muri, per celare la sua presenza, o magari attirare su di sè l'attenzione con dei colpetti sul muro, per poi piombare alle spalle del nemico uscendo dall'oscurità.
    Come al solito sono immancabili i puzzle in cui si utilizza il sole (piattaforme che appaiono solo col sole ma che vanno "oscurate" al momento opportuno) e soprattutto a base di blocchi. In certi casi da spostare, in altri casi da manipolare utilizzando i poteri elementali a nostra disposizione. Nel primo episodio di Boktai, gli enigmi di questo genere potevano risultare abbastanza ostici al Nintendaro D.O.C. per il fatto che in un qualsiasi Zelda si è abituati a tirare verso di sè i blocchi, invece che a poterli solo spingerli in avanti, col rischio di rimanere incastrati fra di essi o senza più la possibilità di muoverli perchè li abbiamo infognati in un angolo.

    Black Django

    A questo elemento, se vogliamo trascurabile, si aggiunge ora la succitata presenza di blocchi "elementali", che in certi casi quadruplicano le possibilità di interazione, e la costruzione di tali puzzle in maniera quantomeno diabolica: la soluzione sembra davanti ai nostri occhi, ma è solo un imbroglio, il più delle volte gli indizi a disposizione sono lì solo per confonderci..
    Un altro elemento nuovo è la trasformazione di Django che può ora cedere a piacimento al "lato oscuro", diventando un eroe delle tenebre per usufruire di ulteriori trasformazioni animalesche, utili per attaccare (lupo), per individuare i tesori (pipistrello), per nascondersi e sfruttare le piccole dimensioni (topolino) e per riposare (ehm.. bara).
    La trasformazione nel "Black Django" è utile quando si è al buio, perchè in linea generale non consuma energia, ma rende vulnerabili quando si sta soto al sole, esattamente come se si fosse uno dei nemici del gioco.
    La luce del sole svolge molteplici funzioni e se nel primo episodio principalmente influenzava la potenza dell'arma, adesso può essere utile anche per tutta una serie di attività e situazioni piuttosto gradevoli e sicuramente innovative. Oltre che da contatore delle "munizioni", la luce funge da moneta di scambio; la luce intesa come temperatura serve a forgiare nuove armi dal fabbro ed è presente in numerose piccole chicche, tocchi di classe che rappresentano appunto la crema nel bombolone confezionato da Konami.

    Minigiochi e mangiatori di serpenti

    Il minigioco del fabbro si svolge prima di tutto utilizzando due diverse armi già acquisiste, che andremo a "mixare" per ottenerne una del tutto nuova. Poi grazie alla luce solare potremo forgiare l'arma tramite dei colpi ritmati (e più sono ritmati meglio è, stile rithm game), come farebbe un fabbro sopra l'incudine.
    Così facendo è possibile scoprire numerosi tipi di armi, che se ben forgiate daranno luogo a dei bonus di attacco. Infatti come in un rithm game i colpi vibrati sopra l'arma incandescente si dividono in buoni e meno buoni a seconda del nostro tempismo.
    Altre funzioni di contorno provenienti dal primo episodio sono state mantenute, come ad esempio la Banca Solare e i Prestiti Oscuri, tramite i quali depositare luce da prelevare in un secondo tempo, oppure se si è alle strette, chiedere un "presito di sole" a interessi da strozzino.
    Un elemento preso dal celeberrimo Metal Gear 3: Snake Eater, è il deterioramento del cibo se esposto per troppo tempo alla luce, che ne simula la maturazione fino al marcire. I cibi deteriorati sprigionano caratteristiche allucinogene prima sopite, e in grado di alterare la vista del nostro eroe, compromettendone la sopravvivenza in caso di nemici particolarmente agguerriti nelle vicinanze.

    San Miguel

    Nel primo episodio si affrontava un dungeon dopo l'altro, se vogliamo proprio considerarlo, l'unico punto di riferimento era il Solar Tree.
    Il seguito propone un'intera cittadina a fare da "hub", punto di collegamento tramite il quale raggiungere le varie zone del gioco, e in cui trovare ristoro al ritorno. A San Miguel è presente il classico "inn", la locanda presso cui ritemprare le stanche membra. C'è il negozio di frutta, dove acuistare gli item di cura, quello delle armi oltre al già citato fabbro. Il becchino e l'orologiaio (oltre al sensore solare c'è l'orologio interno alla cartuccia), la biblioteca con annesso bestario, con foto dei personaggi e missioni secondarie da scegliere.. Non manca proprio niente! Sono presenti numerosi personaggi, anche da liberare all'interno dei dungeon, tutti col loro ruolo all'interno della storia e della piccola cittadina.

    Come prima, più di prima!

    Dal punto di vista estetico il gioco si presenta bene, l'orologio interno alla cartuccia ha una sorta di calendario precaricato (visto che l'ora del tramonto e dell'alba variano a seconda del nostro fuso orario).
    A seconda del fuso orario in cui ci troviamo e a seconda dell'orario di gioco vedremo il mondo circostante alla luce dell'alba, del solleone o del tramonto, in maniera più sfumata e particolare rispetto al precendente Boktai, già sopra la media come aspetto grafico. La visuale è come sempre isometrica, mantiene lo stile del predecessore e la arricchisce in molti casi. Pure troppo, se pensiamo che in certi casi si assiste a vistosi rallentamenti, in occasione di un tripudio di nemici su schermo (sempre ben animati e caratterizzati).
    Come al solito sono molto presenti le ambientazioni a carattere desertico, ma se a Kojima piacciono gli western non ci possiamo far niente (lo stesso nome, Django, è una citazione western).
    Le musiche presenti sono per la maggior parte provenienti dal primo episodio, sempre gradevoli e d'atmosfera ma un pizzico d'innovazione sarebbe stato auspicabile.
    E' possibile inserire la password che viene data al termine del primo Boktai per alterare un minimo la storia a seconda delle nostre pregresse performance.
    E' stata inserita un'opzione per il gioco in multiplayer in deathmach, oppure cooperativa in caso di collegamento (udite udite) a Megaman Battle Network 5 di Capcom (strano, visto che Bokati è made in Konami).
    Lo stimolo rigiocabilità è garantito da diversi bonus sbloccabili dopo averlo finito.
    Come già accennato Boktai porta avanti ed espande ciò che di buono è stato prodotto dal primo episodio, ma lo stesso dicasi per i difetti, riscontrabili in un bilanciamento della difficoltà non sempre ottimale.
    Più che accanirsi contro la difficoltà un particolare enigma o combattimento (con un po' di level up nessun nemico è imbattibile), quel che va detto è che Boktai 2 pretende molto dal giocatore. Forse troppo in certi casi vista e considerata la modalità di fruizione del titolo, che giocato al sole, all'aperto chiede un utilizzo di materia grigia superiore alla media, e poco si sposa col tipico relax estivo.

    Boktai 2: Solar Boy Django Boktai 2: Solar Boy DjangoVersione Analizzata Gameboy AdvanceSe siete pronti a dare l'anima (e diventare anche vampiri!) per completarlo, sotto il sole o meno, allora Boktai merita di essere giocato; pur facendo uso del sole può essere giocato anche senza avere l'abbonamento al balneare, e perchè no, pure di notte. Se invece cercate un semplice "scacciapensieri", tutto relax, l'attuale softeca DS può fare al caso vostro. Boktai è quanto di più distante da ciò, e questo può essere considerato un difetto o un grande pregio. N.B.: ATTENTI ALL'IMPORT (al di fuori dell'Unione Europea): A parte l'eventuale barriera linguistica, è presente un orologio interno che regola determinate situazioni di gioco in base al fuso orario, che varia a seconda della zona del globo in cui si risiede. Nelle versioni "extra europee" i nostri fusi orari non sono selezionabili. Se risiedete in Europa, si consiglia di evitare l'acquisto delle versioni USA o JAP.

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