Recensione Call of Juarez: Gunslinger

Call of Juarez Gunslinger arriva anche su PC: un gioco arcade con elementi shooter che conquisterà gli amanti del vecchio West.

Call of Juarez: Gunslinger
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Switch
  • Il caro, vecchio Selvaggio West. Alzi la mano chi non ha mai subito il fascino di miti ed ambientazioni della perigliosa vita di frontiera americana nella seconda metà dell'800, tra fuorilegge ed eroi leggendari, miniere d'oro, nativi americani e tutti gli elementi tipici che caratterizzano questo rude spaccato di storia. L'appeal ed il carisma del Far West sono stati spesso esaltati - talvolta iperbolicamente - dai differenti media, sfociando in generi cinematografici di grande successo (chi ha detto "spaghetti western"?), fumetti intramontabili come il nostrano Tex Willer e sì, anche produzione videoludiche di notevole spessore. I giocatori più maturi ricorderanno con nostalgia le mitiche galoppate/sparatorie di Sunset Rider di Konami, uno dei più bei giochi sul tema mai usciti, sia in sala giochi che su home console degli anni '90. Tornando ai "giorni nostri", tra i più grandi crucci per i giocatori PC, inutile negarlo, vi è quello di non aver visto trasposta per la propria piattaforma una versione del superbo Red Dead Redemption, finanche non ottimizzata vista l'enorme caratura ludica del prodotto targato Rockstar. Orfani di suddetta opera d'arte in pixel - sebbene la speranza sia sempre l'ultima a morire - gli appassionati PC gamers possono comunque saggiare nuovamente sabbia e piombo grazie al lavoro di Techland ed al suo Call of Juarez: Gunslinger, FPS di stampo classico che, dopo il poco convincente exploit moderno di The Cartel, torna alle proprie gloriose origini.

    Bounty hunter

    Il protagonista dell'ultima fatica targata Techland e pubblicata da Ubisoft è tale Silas Greaves, un leggendario cacciatore di taglie ampiamente preceduto dalla sua fama. Ormai vecchio e provato da una vita in cerca di vendetta, il rude Silas giunge in un caratteristico saloon di Abilene - Kansas - dove viene sospinto dai presenti a raccontare alcune delle sue eroiche gesta, coadiuvato da qualche buon boccale di birra. L'intero plot narrativo di Call of Juarez: Gunslinger è poggiato su continui flashback e sul racconto in prima persona di Silas, che scandisce gli scenari dello story mode fino alla sua doppia conclusione con finale (quasi) a sorpresa. L'elemento narrativo è indubbiamente quello più originale dell'intera produzione, poiché modifica in tempo reale ambientazioni, situazioni e persino il gameplay in base ai ricordi del protagonista, a volte annebbiati dall'alcol e dalla stanchezza o semplicemente esagerati per saggiare l'attenzione degli astanti. Capita così di veder comparire all'improvviso strutture come scale o valichi perché tornati in mente a Silas all'improvviso, di rimanere con un pugno di munizioni o di dover affrontare determinate situazioni in modi alternativi semplicemente per approfondire gli eventi da diversi punti di vista. Nel corso dei 14 episodi che compongono l'avventura - completabile nelle classiche 5/6 ore di gioco per il genere - il giocatore avrà a che fare con le più famose bande dell'epoca e con i rispettivi capi, dal Mucchio Selvaggio di Butch Cassidy, passando per Billy The Kid, i fratelli Dalton, Pat Garrett fino a Jesse e Frank James. Tutti nomi noti agli appassionati, cui vanno affiancati gli indiani rinnegati capitanati dal carismatico e criptico Lupo Grigio. Al termine di ciascuno stage solitamente si affronta un boss a duello - tramite apposito minigame del quale parleremo più avanti - oppure un nemico particolarmente coriaceo dotato di barra d'energia e "amigos" che complicano notevolmente le cose. Come sottolineato in precedenza, ci troviamo innanzi ad un FPS estremamente classico la cui linearità è spezzata dal peculiare ritmo narrativo. Non vi è un sistema di coperture e la giocabilità è tipicamente arcade, con combo da inanellare tramite headshots, punteggi in bella vista e indicatori del Concentration Mode (il classico bullet time) e del Sense of Death, ovvero la possibilità di schivare un proiettile mortale e spedire al creatore il bersaglio per recuperare un po' d'energia.

    Anche l'intelligenza artificiale rientra negli standard del genere ed i nemici, tra una copertura e l'altra, se la giocano più sul numero che con la strategia offensiva. In determinate circostanze, tuttavia, sarà necessario eliminare indiani armati di tomahawk che ci corrono contro, pistoleri protetti da scudi di legno, lanciatori di dinamite ed inarrestabili "bruti" armati di shotgun, il tutto a favore della varietà. Curiosamente non vi sono sessioni a cavallo o contro cavalieri e, sebbene il buon vecchio Silas giustifichi il tutto dicendo di odiare quei "puzzolenti quadrupedi", si tratta di un'assenza quasi ingiustificata nell'economia globale di un titolo che "iconizza" il Selvaggio West. Per portare a compimento la propria personalissima guerra, tra nemici giurati da eliminare e succulente taglie da riscuotere, il protagonista ha a disposizione un arsenale completo che spazia tra pistole (anche doppie), fucili a corto e lungo raggio e candelotti di dinamite. I punteggi accumulati con le uccisioni si traducono in livelli di esperienza che a loro volta sbloccano le voci dell'albero delle abilità, suddiviso in tre sezioni atte a migliorare le competenze con determinate bocche da fuoco, a sbloccarne di speciali, ad aumentare il numero di munizioni trasportabili ed il tempo a disposizione nella modalità concentrazione. Sebbene piuttosto lineari, alcuni livelli presentano inoltre aree esplorabili e la possibilità di raccogliere le cosiddette "pepite d'oro", collezionabili che sbloccano schede informative su eventi e personaggi dell'epoca. Per quanto concerne i Duelli, giocabili anche nell'apposita modalità con tanto di leaderboard online, si svolgono in maniera non dissimile da quelli del vecchio Red Dead Revolver, con la necessità di focalizzare la vista sul bersaglio (a volte sono due) e di far fuoco prima di essere colpiti. E' possibile sparare in maniera onorevole o disonorevole, a seconda che si decida o meno di metter mano al ferro prima che il rivale faccia la prima mossa. L'espediente, tuttavia, influisce solo sul punteggio e non ha nessuna riscontro sulla narrazione e sulla levatura morale del protagonista. Oltre allo story mode e ai duelli, è infine possibile giocare alla Modalità Arcade, ancor più incentrata sui punteggi e priva dell'elemento narrativo onnipresente nella campagna.

    Lo chiamavano Trinità

    Dal punto di vista prettamente tecnico ci troviamo innanzi ad una conversione pura delle versioni per console che, lo sottolineiamo, rientrano nella categoria dei prodotti esclusivi per il digital delivery, con tutto ciò che ne consegue in termini di pretese e budget. Ciononostante Call of Juarez: Gunslinger si difende benissimo grazie alla deliziosa grafica in Cell Shading e, soprattutto, per la cura artistica riposta da Techland nel ricostruire ambientazioni (molto varie) e personaggi. Per un prodotto di soli 15 Euro si tratta di un risultato notevole ed anche in questo caso, come per il recente The Incredible Adventure of Van Helsing, nessuno si sarebbe stupito se il titolo fosse stato distribuito con un prezzo maggiore. Trattandosi di conversione dura e pura, ad eccezione della risoluzione e di poche altre voci come qualità delle ombre, del fogliame, delle texture e distanza della visuale, oltre all'immancabile V-Sync, non vi sono impostazioni avanzate da poter gestire nel menù video. Abbiamo testato il gioco con due configurazioni di prova (i5 3570k con Gainward 680 GTX Phantom e 8 Giga di Ram; portatile Acer Aspire 5750G con i5, Nvidia GT540M e 4 Giga di Ram) ottenendo i 60 fps granitici in 1080p con la prima ed ottimi risultati a 1366x768 con la seconda, laddove vanno comunque segnalati rari fenomeni di microstuttering. Qualche texture meno definita, un count poligonale non elevatissimo ed occasionali compenetrazioni sono altri piccoli difetti che non minano assolutamente la bontà visiva del titolo, caratterizzata anche da gradevoli (e truculente) animazioni. Buono anche il lavoro svolto per il comparto audio, con musiche a tema riuscitissime ed effetti sonori sufficientemente incisivi, soprattutto se veicolati con un buon impianto dolby digital 5.1 in grado di donare tridimensionalità al suono. Buono il doppiaggio dei vari personaggi, rigorosamente in americano e caratterizzato da quello slang che ha reso celebre John Wayne nei film western. Va segnalato che, sebbene presenti, i sottotitoli in italiano non sono sempre godibili a causa della peculiare struttura narrativa del titolo: provare a leggerli mentre si è assaliti da un esercito di indiani inferociti non è esattamente una mossa saggia.

    Call of Juarez: Gunslinger Call of Juarez: GunslingerVersione Analizzata PCSe il caro vecchio Selvaggio West manca da troppo tempo dai vostri monitor e provate nostalgia la produzione di Techland è sicuramente ciò che fa per voi. Per un prezzo budget di 15 Euro sulla piattaforma Steam, il titolo polacco offre infatti una campagna solida ed una cura artistico-narrativa fuori dal comune, capace di regalare momenti emozionanti, adrenalina e soprattutto piombo a non finire. Pur con i suoi difetti, il nuovo capitolo di Call of Juarez centra indubbiamente il bersaglio e getta solidissime basi per un seguito, magari una produzione tripla A matura e ancor più ricca in contenuti. L'acquisto è consigliato a tutti i fan dell'epoca ed agli amanti degli fps, a patto che si sappia rinunciare all'ormai onnipresente modalità multiplayer.

    8

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