Recensione Captain Tsubasa - Eikou No Kiseki

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Recensione  Captain Tsubasa - Eikou No Kiseki
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  • Dal manga al videogioco

    Captain Tsubasa è quel fenomeno dell'animazione giapponese conosciuto in Italia col nome di Holly & Benji. Il manga di Yoichi Takahashi nasce nel 1981 e narra le avventure calcistiche di Tsubasa Oozora (da noi Oliver/Holly Hutton), un ragazzino appassionato di calcio che parte dalla modestissima squadra della sua scuola per diventare il capitano della nazionale giovanile nipponica. Tra un'estenuante nonchè drammatica partita e l'altra conoscerà un'infinità di personaggi, compagni fraterni di squadra ed eterni ma valorosi rivali, che abbandonerà temporaneamente per recarsi all'estero ad affinare le proprie abilità ma che incontrerà nuovamente durante l'eroica avventura del campionato mondiale di calcio (che ovviamente vedrà come vincitrice la nazionale giapponese).
    Seguendo l'onda del successo ottenuto dalla serie animata in Giappone (che tutt'ora non accenna a calare), nel 1988 compare sul Famicom (NES) il primo episodio delle avventure videoludiche di Tsubasa & Co. e nel giro di 14 anni ogni console che si rispetti presenterà come minimo un titolo basato sul personaggio di Takahashi (il Super Famicom ne annovera addirittura quattro!!). Nel corso degli anni si assisterà al cambio di guardia tra Tecmo e Bandai per quanto concerne la produzione ed al progressivo allontanamento dal genere del cinematic soccer per un approccio più tradizionale ai giochi di calcio. Anche se quest'ultimo potrebbe sembrare un cambiamento positivo, rappresentò invece una scelta distruttiva rispetto a ciò che aveva distinto Captain Tsubasa dai rimanenti titoli sportivi di quei tempi, che aveva contribuito a mantenere l'atmosfera della serie televisiva e che aveva appassionato i fans della serie.
    Nonostante ciò, poteva forse il nuovo portatile di successo della Nintendo esimersi dall'avere l'ennesimo capitolo delle gesta del più popolare personaggio calcistico dell'animazione nipponica? Poteva, ma tutto serve per vendere...

    Le novità

    Per l'ennesima volta si assiste ad un cambio di guardia nella produzione, che passa addirittura nelle esperte mani di Konami. Memore del successo tutto nipponico riscosso dal videogioco di Yugi-oh! realizzato dalla stessa (anche in questo caso si tratta di un manga trasposto in anime e poi in videogioco, cosa non si fa per i soldi!...), Konami varia nuovamente il genere del titolo e lo trasforma da un gioco di calcio cinematico in un...battle card game!!
    Si tratta in pratica di un gioco strategico in cui gli undici giocatori in campo sono caratterizzati da diversi punteggi di abilità nel tiro, nella difesa e nella tecnica (i più potenti sono ovviamente i protagonisti della serie). Ogni azione che si vuole eseguire (movimento, passaggio, tackle o tiro) costa un certo punteggio azione, contraddistinto da un action meter a forma di palloni da calcio sullo schermo in alto a sinistra. Una volta esaurito l'action meter, oppure perso il possesso palla, l'azione passa all'avversario e così via. I tackle e i tiri nello specchio della porta si risolvono a suon di battaglie di carte da gioco, ed è qui che interviene l'aspetto più bizzarro nonché tecnicamente difficile da apprendere. All'inizio avrete a disposizione un deck customizzabile di carte, in partenza molto modesto ma da rimpinguare con nuove carte sempre più potenti vinte alla fine di ogni partita. Ogni carta ha funzioni diverse: può potenziare le abilità di un giocatore, dare dei malus agli avversari o aumentare il morale o la stamina della squadra. Quando un giocatore contrasta un altro con un tackle o quando un attaccante vuole tirare in porta, scatta la battaglia di carte. Alle caratteristiche dei due contendenti si sommano i punteggi delle carte in proprio possesso che si decide di giocare durante quello scontro (a seconda dell'evento possono essere giocati solo alcuni tipi di carta) e chi ottiene il punteggio più alto vince. Se si trattava di un tiro in porta sarà goal, se era un tackle il possesso di palla verrà perso o mantenuto; in caso di parità la palla scattererà a caso sul campo da gioco. Durante gli scontri sarà inoltre vitale la disposizione in campo degli altri giocatori, in grado infatti di dare assist in attacco e in difesa ai diretti avversari, aumentando quindi il punteggio dello scontro di carte.

    La barriera...linguistica

    Spiegato in tal modo non sembra poi così difficile, peccato che sia tutto in giapponese!...Se infatti per capire le dinamiche principali del gioco bastano un paio di partite ed una buona dose di perseveranza, le funzioni specifiche delle carte sono assai più complicate da comprendere e, a meno che non conosciate la lingua del sol levante, rimarrà impossibile scoprire il loro vero impiego durante un incontro. Ciò vale per una buona parte delle carte incontrate, e anche se alla lunga ci si può fare l'abitudine, la difficoltà ad affrontare un titolo del genere, già di suo molto impegnativo, rimane anche per il più incallito fan di Tsubasa Oozora

    Otaku world

    A proposito di fans...quale valore può avere un titolo del genere per gli amanti del personaggio di Holly Hutton o degli anime videogames in generale? La realizzazione da parte di Konami è forse la più curata a cui assiste la serie da 14 anni a questa parte; il character design è molto piacevole, ritroverete inoltre tutti i volti più noti e i colpi fantascientifici a cui ci ha abituato la serie televisiva, anche se le squadre non sono quelle dell'anime/manga bensì quelle del campionato giapponese di calcio! Peccato!... Un'altra nota di demerito, a mio avviso, è da attribuire alla scelta del battle card game. Anche se il titolo è più che soddisfacente, sia dal punto di vista tecnico (grafica e sonoro) che della giocabilità (nonostante la barriera linguistica rimane un piacevole gioco strategico con una inusuale ambientazione), ci si allontana ancora una volta dal feeling del cartone animato che aveva caratterizzato i primi titoli di Tsubasa & Co. grazie al genere del cinematic soccer e questo, per i fans più esigenti di Captain Tsubasa, può essere una nota sgradevole.

    Conclusioni

    Concludendo, mi sento di sconsigliare apertamente Captain Tsubasa per GameBoy Advance a chiunque odi i giochi strategici (per di più bizzarri come i battle card games!) e a chi non capisce un'acca di giapponese e non ha la costanza di andare a tentativi. Ai fans della serie consiglio di andare con i piedi di piombo: prima di acquistarlo pensate attentamente a cosa vorreste trovare nel videogioco del vostro cartone animato di calcio preferito!



    Si ringrazia Divinesword per la preziosa consulenza tecnica
    Autore: "Herion"


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