Recensione Cart Life

Cart Life ci racconta la parabola di una vita dura e spietata

Recensione Cart Life
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  • Pc
  • Se giocate per svagarvi, per staccare la spina dagli affanni di tutti i giorni, per immaginarvi nella vita di qualcun altro, magari alle prese con la salvezza del mondo piuttosto che con le bollette da pagare a fine mese, interrompete immediatamente la lettura di questa recensione e dimenticatevi per sempre di Cart Life. Chi già soffriva per la pressante ricerca di denaro con cui ripagare lo spietato Tom Nook, il famoso procione di Animal Crossing, o chi reputa i bisogni fisiologici dei Sims asfissianti forzature del gameplay, non apprezzerà certo l'ultima creatura di Richard Hofmeier.
    Pluripremiato durante l’ultimo Independent Games Festival, Cart Life è un titolo molto particolare, che riduce l'importanza del gameplay per proporre uno svolgimento potentemente narrativo, avvicinandosi a tanti racconti della modernità letteraria. La parabola di Cart Life è tutta incentrata sulle vicende di protagonisti che tentano di opporsi ad un destino che sembra schiacciarli, senza lasciargli scampo, costringendoli ad una vita rigida, difficile e tormentata. Una vita che procede nel lento gocciare di giorni tutti uguali, che si anima della rabbia per l'assenza di prospettive, che si confronta con il grigiore e la perdita della speranza. Cart Life, insomma, non è certo un prodotto per tutti; ma chi saprà godere appieno dell’atmosfera tristemente realistica e malinconica di Cart Life, si ritroverà al centro di un’avventura -nel bene e nel male- indimenticabile.

    Il difficile gioco della vita

    Cart Life è un’avventura antropologica. Il cardine attorno al quale ruota il progetto di Richard Hofmeier è purtroppo prossimo alla maggior parte di noi: com’è la vita di chi ha poca fortuna, pochi soldi, ma tanti problemi da risolvere in fretta? Letto in questa prospettiva, il titolo è un videogioco tremendamente contemporaneo e figlio del proprio tempo: l’epopea di tre uomini qualunque che devono sbarcare il lunario non certo per diventare milionari, quanto per sfamarsi, pagarsi un tetto sopra la testa e, magari, assecondare qualche innocente ed economico vizietto.
    Nella versione gratuita potrete scegliere se vestire i panni di Andrus Poder o di Melanie. Il primo è un immigrato ucraino con poca dimestichezza con l’inglese (l’avventura è ambientata nella costa ovest degli USA) e con ancora meno soldi con cui mantenere sé stesso e il suo adorato Mr. Grembovski, un mansueto e socievole gatto. La donna è invece madre di una ragazza di undici anni. E’ divorziata e ha da poco perso il lavoro, motivo che la costringe a vivere nella casa della sorella. Apparentemente così diversi, condividono le stesse tribolazioni e preoccupazioni: pagare il motel in cui hanno trovato alloggio, piuttosto che convincere il giudice a non affidare la propria figlia all’odiato e spocchioso ex-marito. Il modo per raggiungere tali obiettivi passa per la gestione di una minuscola attività, faticosa e non molto rimunerativa. Andrus si ritrova così a gestire una piccola edicola, mentre Melanie prepara e serve bevande nel suo chiosco. Ad ognuna di queste attività è legata la parte più propriamente ludica del gioco. Ogni azione, che si tratti di versare le bibite o di dare il resto, si tramuta in una serie di semplicissimi minigiochi da risolvere entro pochi secondi. Proprio come nella vita reale non ci sono tutorial, e perderete numerosi clienti durante i primi (fallimentari) tentativi per superarli con successo. Ripetitivi e caratterizzati da un bassissimo tasso di interattività, vi annoieranno quasi sin da subito, ma l’effetto è assolutamente voluto: del resto qualsiasi lavoro è spesso frustrante e ben poco soddisfacente.
    In quella che vuole essere una simulazione totale, anche a discapito del puro divertimento, non manca naturalmente l’altra parte della vita dei nostri protagonisti. Al termine della giornata lavorativa, infatti, inizieranno i veri guai. Tornare a casa in taxi vi farà risparmiare tempo, ma siete sicuri di avere abbastanza soldi? Concedere una sigaretta rilassante a Andrus è d’obbligo, ma la stanza del motel va pagata alla fine di ogni settimana e non è detto che possiate concedervi questo lusso. Melanie deve contribuire alle spese della sorella che la ospita, ma contemporaneamente non deve dimenticarsi di andare a prendere la figlia all’uscita di scuola.

    Non vanno naturalmente dimenticati i bisogni fisiologici degli avatar. Dovrete farli mangiare, dormire e lavarli con regolarità. Mal di testa, nervosismi dovuti all’astinenza dalla nicotina o sonno in eccesso mineranno non solo la vostra professionalità, ma anche i rapporti interpersonali. Pur con l’unico obiettivo di arrivare alla fine del mese, non dovrete dimenticare di avere a che fare con esseri umani che, come tutti, hanno bisogno di compagnia e conforto di tanto in tanto. Girovagando per le ambientazioni incontrerete numerosi PNG con cui dialogare, anche solo per ottenere suggerimenti sulla gestione della vostra vita virtuale, e potenziali partner. Niente storie d’amore simili a quelle dei film, però: come ogni altra cosa, anche in questo caso si tratterà di rapporti difficili, delicati, Romantici nel senso più straziante del termine.
    Come detto in apertura, Cart Life non è un vero e proprio videogioco, quanto un’avventura antropologica. Il gameplay in senso stretto è ridotto ai minimi termini e i minigiochi rappresentano più una noiosa routine che un momento in cui testare le proprie abilità con tastiera e mouse. Mai come in questo caso ha senso parlare di esperienza. Vivere le vicende di Andrus e Melanie è spesso doloroso, stressante: un processo rigoroso, inquadrato, senza colpi di scena. Ogni mattina si rincorre il tempo, sempre in ritardo sulle scadenze, sempre a corto di soldi, sempre a caccia di piccole gioie che si riducono a una carezza affettuosa al proprio gatto o alla sorella. E’ una narrazione che procede sempre uguale a sé stessa, che pur si segue nella (vana) speranza che qualcosa possa cambiare, che ci sia in fondo un lieto fine. Invece niente da fare: Cart Life è figlio della crisi economica, di un mondo sempre più alienante e alieno, di un tessuto sociale ormai sfibrato dall’emarginazione e dalla solitudine indotta dagli stessi meccanismi con cui la società si rigenera. Il destino di questi personaggi è già segnato ed evidente sin dalla loro prima apparizione sullo schermo. A poco conta il tentativo di Andrus di imparare meglio l’inglese traducendo poesie dall’ucraino o la tenacia di Melanie nel non voler perdere l’affidamento della figlia. Le loro forze non bastano per ribaltare un destino già scritto: possono alleviare le loro pene, non di certo farle cessare del tutto.

    Ed insomma l’esperienza con Cart Life ha qualcosa di strano, di particolare: è quasi un modo per esorcizzare le paure e difficoltà incontrate nella propria vita. Per uscirne vivi vi servirà tanta strategia e capacità organizzative: solo così potrete gestire la complicatissima esistenza dei protagonisti, incastrando gli impegni lavorativi con i loro bisogni.
    L’art design puntualizza ulteriormente le tematiche messe in campo, accontentandosi del bianco e nero e di una classica pixel art. Un minimalismo efficace per qualità e stile, perfetto per dipingere il grigiore monotono di un panorama sociale medio e uniforme. Intrigante anche il sonoro: dominato da effetti suggestivi e musiche elettroniche malinconiche e riuscitissime.

    Le versioni del gioco

    Potete scaricare il gioco direttamente dal sito ufficiale. La versione base è gratis, ma con cinque euro potrete vestire i panni di un altro personaggio, Vinny, che gestirà un chiosco di panini, e scaricare la bellissima colonna sonora. Se poi siete in vena di grandi acquisti, con 30 euro potrete avere l’edizione deluxe che prevede anche un artbook e un fumetto esclusivo di Richard Hofmeier, che giungeranno a casa vostra all’interno di una confezione cilindrica targata Cart Life.

    Cart Life Cart LifeVersione Analizzata PCDifficile esprimere un giudizio sintetico su Cart Life. Siamo di fronte a un gioco estremamente complesso e pesante, non adatto a chiunque. Molti si annoierebbero immediatamente, altri, carpita l’atmosfera, troverebbero comunque insopportabile immergersi nelle misere e noiose vite dei protagonisti. Indubbiamente però qualcun altro si godrà questo toccante e malinconico viaggio antropologico nella vita dello sfortunato uomo occidentale. Non amerete il titolo per le sue meccaniche ludiche, sottili e inconsistenti, ma per i toni, strazianti e dolorosi, con cui la vicenda viene condotta e sviluppata giorno dopo giorno. Alla fine di tutto non avrete salvato nessuna principessa. Ma forse avrete una visione un po' più circostanziata sulle prospettive di tante persone che si trovano a vivere in una società che può essere dura e alienante.

    8

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