Recensione CellFactor : Psychokinetic Wars

Ubisoft ed Immersion Games portano il loro FPS su LIVE Arcade

Recensione CellFactor : Psychokinetic Wars
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • In origine, CellFactor nasce come tech-demo per dimostrare le inaspettate capacità della scheda PhysX di Ageia, la quale mirava a raggiungere un nuovo livello evolutivo del gameplay legato alla fisica, al fine di offrire più realismo ed un'esperienza più immersiva. Tuttavia, visto che proverbialmente il ferro è meglio batterlo quando è caldo, il progetto divenne un vero e proprio videogame, rilasciato per PC col nome di CellFactor: Combat Training e, successivamente, con il titolo di CellFactor: Revolution. Tra le caratteristiche peculiari del gioco di Artificial Studios, c’era da segnalare una notevole simulazione dei liquidi (come l'olio che cade dai bidoni o l’acqua), il movimento dei tessuti ed altro ancora. Tuttavia, a seguito di un successo non proprio strepitoso (il gioco fu accolto tiepidamente dagli addetti ai lavori), il team di sviluppo si è deciso a convertire il prodotto anche sulla console ammiraglia targata Microsoft, sotto forma di videogioco scaricabile dal sempreverde catalogo dell’Xbox LIVE Arcade. Ecco quindi CellFactor: Psychokinetic Wars, realizzato dal team Immersion Games con la supervisione di Ubisoft.

    Unreal chi?

    La prima cosa che è giusto sottolineare è che CellFactor: Psychokinetic Wars è un gioco “multiplayer only”. Vale a dire che gli amanti delle campagne in single player, ovvero coloro che da un prodotto affrontano prima l’avventura principale per poi dedicarsi alla competizione Multi giocatore tra i vari utenti, troveranno poco o nulla con cui sollazzarsi: trenta sfide rapide (completabili ciascuna in una decina di minuti scarsi) è davvero poca cosa rispetto alle modalità per giocatore singolo di altri celebri esponenti del genere. Poco serve la possibilità di sbloccare tutta una serie di potenziamenti da usare online (velocità aumentata, maggiore potenza di fuoco per le armi e migliorie specifiche per i vari poteri dei personaggi).
    Scordatevi quindi trame o modalità di gioco alternative: CellFactor: Psychokinetic Wars è e resta uno sparatutto in prima persona ispirato ai capisaldi del genere, come i celeberrimi Quake III: Arena o Unreal Tournament, nel quale i giocatori vengono innestati in arene piene zeppe di armi e poteri speciali, con lo scopo primario di massacrare gli avversari riducendoli in poltiglia.
    Le quattro modalità di gioco per un massimo di sedici giocatori (tra cui segnaliamo la classica opzione Deathmatch, seguita da Team-Deathmatch, Capture the Flag e Assault) sono distribuite attraverso le sette arene disponibili, tutte abbastanza articolate e ricche di passaggi nascosti (sebbene assolutamente anonime sotto il profilo prettamente estetico).
    Ma la vera peculiarità la troveremo nel momento in cui decideremo di selezionare il nostro protagonista preferito: difatti, nel gioco potremo utilizzare combattenti appartenenti a ben tre diverse classi, ciascuna dotata di abilità e poteri speciali unici (oltre ad un arsenale di armi composto da un cannone base e quattro extra sparsi nelle varie arene).
    Troveremo quindi i soldati del team “Black Ops”, che fungono da classico personaggio “base” dotato di pistola, mitragliatore, fucile a pompa, lanciamissili e fucile da cecchino, con inoltre l’abilità speciale del teletrasporto, utilissima per uscire indenni da situazioni particolarmente spiacevoli o per raggiungere piattaforme fuori portata. Infine, i “Black Ops” potranno anche piazzare mine di prossimità, da far deflagrare ovviamente al passaggio degli avversari.
    Ai “BO” segue la classe denominata “Guardian”, ovverosia una razza di androidi combattenti, in grado di impugnare due armi contemporaneamente. I “Guardian” sono in gradi di eseguire una devastante mossa speciale che permette loro di scagliarsi contro i nemici, eliminandoli con un sol colpo! Possono inoltre schivare agilmente i proiettili ed effettuare un super salto molto utile per raggiungere zone sopraelevate delle varie arene di gioco. Ultima, ma non meno importante, la classe dei “Bishop”, organismi cibernetici dalle sinuose fattezze femminee, dotate di svariati poteri speciali che consentono loro di sparare proiettili di energia verso il nemico. Ma non solo: i “Bishop” possono sprigionare una devastante onda elettrica in grado di stordire sul colpo tutti i nemici circostanti.

    PSI-Operation

    Ma la vera caratteristica peculiare che vorrebbe (o sarebbe meglio dire dovrebbe) avvicinare quanti più giocatori possibili, è la possibilità di usare abilità legate alla telecinesi. Le classi “Black Ops” e “Bishop” sono infatti capaci di scagliare elementi dello scenario (come sassi, barili, spranghe e molto altro ancora), contro i numerosi avversari. L’uso di questo potere richiede l'utilizzo di energia psichica, disponibile ovviamente in quantità limitata. A questo si aggiunge la peculiarità di potersi parare dagli attacchi avversari tramite l’ausilio di uno scudo difensivo o di accumulare una gran dose di “oggetti” da tirare verso il nemici di turno (riuscendo così, con un pizzico di frtuna ad eliminarli con un sol colpo). Peccato solo che alla lunga questo procedimento risulterà estremamente ripetitivo, tant’è che il più delle volte preferirete utilizzare il vostro fido lanciarazzi anziché perdere tempo ed energia preziosa a sollevare l’ennesimo macigno da scagliare contro il malcapitato di turno. Ma dopotutto, resta sempre una divertente alternativa.
    Anche a livello puramente tecnico, il gioco si difende in maniera più che dignitosa: il motore grafico gestisce con disinvoltura esplosioni ed attività blastatorie di ogni sorta, con una qualità media di scenari e modelli poligonali quantomeno discreta (nonostante la fastidiosa presenza di tearing). Gli effetti sonori tipici del genere (esplosioni a non finire) e musiche assolutamente anonime restano saldamente ancorate ad un doppiaggio in italiano tutto sommato discreto, limitato tuttavia a poche frasi recitate durante gli scontri.
    Ma trattandosi di uno sparatutto multiplayer online, è impossibile non giudicare il prodotto anche dall'implementazione del net-code. Fortunatamente, Ubisoft ed il team Immersion Games hanno svolto un certosino lavoro di gestione della rete, visto che le partite si svolgono sempre con inaspettata fluidità e con ridotti problemi di LAG o Glitches di sorta. Insomma, al prezzo esiguo di 800 Microsoft Point, CellFactor: Psychokinetic Wars si dimostra un prodotto realizzato con lo scopo primario di intrattenere l’utente senza troppe pretese d’eccellenza. Ed in questo, il lavoro dei programmatori può definirsi compiuto.

    CellFactor: Psychokinetic Wars CellFactor: Psychokinetic WarsVersione Analizzata Xbox 360Il risultato finale di CellFactor: Psychokinetic Wars è quantomeno interessante. Tecnicamente più che sufficiente, attraente sotto il profilo ludico e tutto sommato capace di divertire per un discreto lasso di tempo (anche grazie all’assenza pressoché totale di problemi di LAG o simili), questo sparatutto in soggettiva targato Ubisoft e destinato al catalogo Xbox LIVE Arcade avrebbe tuttavia potuto ambire a ben altro podio rispetto a quello che è in grado di ritagliarsi. Ma è anche vero che, considerando la sua natura di prodotto “digital delivery”, CellFactor: Psychokinetic Wars riuscirà comunque ad ottenere i consensi di quell’ampia fetta di videgiocatori che non pretendono troppo da un titolo scaricabile, o che magari amano semplicemente alla follia i prodotti “multiplayer only”. In quel caso, visto anche il prezzo ridicolo (800 Microsoft Points), sarà impossibile rimanere delusi.

    7

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