Recensione Chainsaw Warrior

Ritorna il card game ambientato nel mondo di Warhammer 40.000, in versione digitale, per PC e dispositivi mobile.

Recensione Chainsaw Warrior
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  • Durante gli anni '80, prima di scoprire la proverbiale gallina dalle uova d'oro nei wargame con le miniature, in particolare con le IP Warhammer Fantasy e Warhammer 40.000, Games Workshop aveva nel suo portfolio anche un'ampia selezione di giochi da tavolo, tra i quali ricordiamo Doctor Who - The Game of Time and Space, Judge Dredd e Rogue Trooper (gli ultimi due ispirati agli omonimi personaggi della collana di fumetti 2000AD). Un altro boardgame di Games Workshop fu Chainsaw Warrior: uscito nel 1987, si presentava come una versione fantascientifica del Solitario. Il funzionamento del gioco prevedeva l'utilizzo di due mazzi di carte per rappresentare lo scenario: dietro ogni carta potevano nascondersi nemici, trappole, ostacoli da superare oppure, una volta passati al secondo mazzo, il temibile boss finale.
    Negli anni, tuttavia, le vendite dei boardgame Games Workshop si sono ridotte sempre di più, affossate anche dal successo dei giochi di miniature e dall'ascesa del medium videoludico. Questo ha spinto l'azienda britannica a cessare la produzione, mettendo certi prodotti metaforicamente "in soffitta", in attesa del momento giusto per il rilancio. In questi ultimi mesi la compagnia ha cambiato radicalmente la gestione delle sue IP, concedendone l'utilizzo a molte software house: cambiamento che ha portato alla nuova fioritura di titoli ambientati nell'Universo di Warhammer 40.000 come lo strategico a turni Space Hulk di Full Control, l'MMO Warhammer 40.000: Eternal Crusade di Behaviour Interactive, l'ancora nebuloso FPS Space Hulk: Deathwing di Streum On Studio e Chainsaw Warrior di Auroch Digital, di cui ci apprestiamo a parlare proprio oggi.

    NEW YORK: ANNO 2032

    Per chi non fosse familiare con il boardgame originale del 1987, Chainsaw Warrior presenta un'ambientazione molto vicina ai canoni di certi film fantascientifici degli anni '80, la cui cialtroneria e involontaria comicità abbiamo già abbondantemente rivissuto, in questi mesi, grazie all'ottimo Far Cry 3 Blood Dragon di Ubisoft. Corre l'anno 2032 e New York è vittima di strani fenomeni fisici: misteriosi portali si aprono all'improvviso, rigurgitando creature spaventose che, fortunatamente, periscono rapidamente in seguito alla chiusura dei rift.
    La situazione volge al peggio quando un essere diabolico chiamato Oscurità emerge da uno di questi portali e minaccia di distruggere l'intera città entro un'ora.
    Una situazione così disperata richiede misure drastiche, ovvero l'intervento del nostro Chainsaw Warrior: un soldato senza nome, che alla fine dell'ultima guerra mondiale (che sia la Terza o la Quarta poco importa: lui ne ha viste comunque troppe) ha ricevuto diverse protesi cibernetiche in seguito alle gravi ferite subite (tra cui spicca un braccio bionico su cui, all'occorrenza, può essere installata una pratica motosega).
    Ovviamente a tanti anni di distanza il setting e le premesse di Chainsaw Warrior non possono che strappare un nostalgico sorriso, restando completamente a margine dell'esperienza di gioco. Quello che conta nella produzione Auroch Digital è ovviamente il gameplay. Chainsaw Warrior è una riproduzione abbastanza fedele del boardgame originale, e ne riproduce le meccaniche dalla fase di creazione del personaggio fino allo svolgimento vero e proprio della sua avventura solitaria.
    Prima di tentare la scalata della Downtown di New York dobbiamo quindi creare il personaggio: l'operazione è legata al lancio di dadi (il cui numero è determinato dal livello di difficoltà selezionato), che influenza le varie statistiche. Troveremo la Resistenza, che indica appunto la capacità di sostenere Radiazioni e Veleno, i Punti Ferita, i valori di attacco Corpo a Corpo e Marksmanship (che indica l'abilità di tiro), i Riflessi, e infine la Skill, ovvero l'abilità principale del nostro (anti?) eroe che, a prescindere del risultato ottenuto con il lancio del singolo dado, conferirà ulteriori bonus alle statistiche o capacità particolari.
    Oltre al lancio di dadi, comunque, il giocatore avrà a disposizione alcuni punti aggiuntivi da spendere nelle varie statistiche, in modo da garantire un minimo di respiro anche agli inesperti che, altrimenti, si sarebbero trovati davanti ad un'esperienza troppo difficile, impietosa sin dalle prime battute. Anche il numero di oggetti che potremo equipaggiare sarà pari al risultato dell'ennesimo tiro di dadi: il giocatore potrà portare con sé armi da corpo a corpo, armi da fuoco di varia foggia e accessori più funzional, come protezioni NBC, medikit e rilevatori di movimento, che lo aiuteranno ad affrontare le insidie sul suo cammino.

    DON'T OPEN TILL DOOMSDAY

    Come già anticipato nei paragrafi precedenti, lo svolgimento di Chainsaw Warrior prevede "l'esplorazione" di due mazzi da 54 carte ciascuno, dove ogni nuova estrazione sottrae 30 secondi dal countdown per la fine del mondo, fissato come si diceva ad un'ora di tempo. Le carte incluse nei due mazzi sono divise in tre categorie: "nemico", "trappola" e "vuoto". Mentre le carte vuote rappresentano una chance per recuperare salute o usare strumenti diagnostici per evitare incontri sgraditi nei turni successivi, le altre due tipologie di carte rappresentano una i nemici da sconfiggere, tra i quali ovviamente figura il boss finale, e l'altra i tanti ostacoli che il gioco ci proporrà per farci perdere tempo o comunque renderci la vita difficile.
    All'atto pratico ogni turno, che sia combattere uno zombie, abbattere una porta o avanzare in una casa vuota, sarà governato da un lancio di dadi che ne determinerà l'esito.
    Nei combattimenti, per esempio, il sistema effettuerà un test sui Riflessi del personaggio, per permettergli di sparare ai nemici e, nel caso si arrivi al corpo a corpo, i dadi serviranno per calcolare le cifre da aggiungere ai punteggi d'Attacco proprio e del nemico di turno.
    Ovviamente, quando il turno viene vinto dal giocatore, il mostro viene ucciso e si può procedere nell'avventura, mentre nel caso inverso si subiscono una o più ferite, a seconda delle caratteristiche del mostro.
    Per quanto riguarda le trappole invece, queste richiedono generalmente un test dei Riflessi per essere evitate, con alcune eccezioni rappresentate dalle porte (che vanno sfondate in corpo a corpo) e da pericoli ambientali come la Voragine (superabile solamente se si possiede l'accessorio Rampino: altrimenti si è obbligati a ricominciare da capo il deck). La casualità del contenuto dei mazzi rende ogni partita di Chainsaw Warrior una sfida di nervi, in cui estrarre la carta sbagliata potrebbe portare a una fine prematura anche partite cominciate da pochi minuti.
    Il fatto che ogni azione dipenda esclusivamente dal lancio dei dadi, inoltre, rende ancora più imprevedibili gli scontri con i nemici o l'interazione con le diverse trappole che si incontrano per strada; per esempio ci si può trovare in netta difficoltà anche quando dobbiamo semplicemente aprire una porta, magari anche se stiamo utilizzando la motosega, oggetto che, di regola, dovrebbe rendere più facili gli scontri in corpo a corpo grazie al suo sostanzioso bonus alla statistica relativa.
    L'esperienza può essere alle volte molto frustrante, ma se non altro risulta abbastanza diversa dal solito. La scelta dell'equipaggiamento può rivelarsi molto importante per superare varie le difficoltà, ed in generale il vecchio board game si dimostra ancora oggi curioso e originale, e discretamente brillante nelle varie situazioni. La premessa, appunto, è quella di trovarsi di fronte ad un "solitario in salsa fantasy", quindi è normale che la componente fortuita sia presente se non preponderante. E' quindi molto facile lanciarsi in una nuova partita appena terminata quella in corso, oppure mettersi a giocare nei ritagli di tempo.


    Chainsaw Warrior Chainsaw WarriorVersione Analizzata PCChainsaw Warrior è una fedele riproduzione dell’originale gioco da tavolo datato 1987, che ripropone in formato digitale le complesse e brutali meccaniche del boardgame. La grafica e il sonoro sono un mero orpello estetico, utili a rappresentare graficamente le situazioni proposte e sottolineare i risultati dell’ennesimo turno. Essendo le meccaniche di gioco fondamentalmente legate alla casualità insita nel lancio di dadi, Chainsaw Warrior potrebbe non piacere a chi vuole sempre avere il controllo della situazione, ma chi è disposto a scendere a compromessi si troverà di fronte un piacevole e rapido passatempo, soprattutto nelle sue incarnazioni per smartphone Android e Apple. Se non altro un titolo diverso dal solito, con cui riscoprire le origini di Games Workshop.

    7

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