Chase: Cold Case Investigations - Distant Memories Recensione

Dopo Hotel Dusk: Room 2015 e The Last Window: The Secret of Cape West, Taisuke Kanasaki torna con una nuova avventura, questa volta per 3DS.

Chase: Cold Case Investigations - Distant Memories Recensione
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  • 3DS
  • Nello sterminato catalogo software di Nintendo DS, due sono i titoli d'avventura che sono rimasti fortemente impressi nei ricordi dei fan: Hotel Dusk: Room 215 e Last Window: The Secret of Cape West. Entrambi i progetti fanno capo a Taisuke Kanasaki, designer che ha lavorato a lungo per Cing, team nipponico ricordato anche per Another Code e per Little King's Story, sfortunatamente chiuso per bancarotta nel 2010. Taisuke Kanasaki non si è dato per vinto e torna ora sulla scena con un nuovo prodotto, che sembra un seguito ideale di quelle sue produzioni così riuscite e apprezzate dai fan. Purtroppo, però, bastano un paio d'ore non solo per portarlo a termine, ma anche per rendersi conto che i fasti di un tempo sono molto, molto lontani.

    Rivangare il passato

    I primi minuti di Chase: Cold Case Investigations fanno sentire subito a casa: lo stile visivo, le musiche, i menu e moltissimi altri dettagli riportano alla mente Hotel Dusk e Last Window, predisponendoci a gustarci nuovamente un'avventura intrisa di malinconia e mistero.Una prima occhiata ai personaggi, poi, rafforza ancora di più questa sensazione: avremo infatti a che fare con Shonosuke Nanase, un investigatore che ricorda moltissimo il Kyle Hyde visto nei due titoli precedenti, e Koto Amekura, personaggio inedito che però sembra una versione adulta della Ashley Mizuki Robbins di Another Code: Two Memories e Another Code: R.
    Rispetto al carattere schivo di Kyle Hyde, Shonosuke Nanase è invece egocentrico, spesso sgarbato, e tratta tutti con una certa superiorità, credendosi l'investigatore di un'unità di elite della polizia.
    In realtà lui e Koto Amekura fanno parte di una divisione che si chiama Cold Case e si occupa di casi irrisolti, spesso sepolti in un passato che è difficile da analizzare per trovare nuove prove. Le loro giornate si inseguono quindi in maniera monotona, senza mai del vero lavoro di investigazione, almeno fino a quando il telefono squilla e qualcuno nomina un vecchio incidente, affermando che in realtà si sia trattato di un omicidio.
    Cinque anni prima un'esplosione devastò una stanza nel sotterraneo di un ospedale cittadino e un uomo morì, tra esalazioni, ustioni e la distruzione di tutto ciò che era presente nel raggio di parecchi metri. Basta quindi il dubbio per far sì che Nanase e Amekura riaprano il caso, recuperando il vecchio file e contattando nuovamente i testimoni.
    Chase: Cold Case Investigations si struttura quindi in tre differenti tipologie di interazione: i dialoghi che fanno avanzare la trama, le sequenze di interrogatorio e la verifica delle prove ritrovare sulla scena del presunto crimine anni prima. I dialoghi sono scene passive, in pieno stile visual novel, con i partecipanti che vengono rappresentati a mezzo busto e leggermente animati, con uno stile molto morbido che ricorda quello recentemente visto anche in Lost Dimension per PlayStation Vita. I valori produttivi non sono quindi incredibilmente alti ma il character design è buono, sebbene già visto per i protagonisti, e le animazioni aggiungono quel minimo di dinamicità utile a rendere i lunghi scambi di battute meno monotoni.

    I primi difetti emergono però durante gli interrogatori, in quanto le scelte per influenzare i dialoghi sono sempre pochissime, segno che la trama è assolutamente lineare e non è possibile modificarne l'evoluzione in maniera sostanziale, se non scegliendo delle opzioni che possano portare ad un improvviso game over. Infine, la parte investigativa si riduce a due semplici schermate statiche sulle quali toccare alcuni oggetti con il pennino, nel tentativo di scoprire qualcosa di più di quanto accaduto.
    Poiché il presunto crimine risale a cinque anni prima, tali schermate sono a tutti gli effetti delle fotografie del luogo dell'incidente, prima e dopo l'esplosione. Il gioco non offre quindi dei veri e propri luoghi da esplorare, ma si svolge dall'inizio alla fine negli uffici della polizia, con un numero molto ridotto di sfondi che mostrano una libreria piena di raccoglitori o una finestra con le sbarre.
    La trama scorre perciò senza troppi guizzi, alternando parti passive ad altre blandamente interattive, raggiungendo rapidamente un finale tutt'altro che epico e che, sebbene abbia l'obiettivo di far valutare cosa sia effettivamente accaduto in passato sotto una luce diversa, avvia i titoli di coda in maniera quasi improvvisa, lasciando decisamente interdetti.

    Chase: Cold Case Investigations - Distant Memories Chase: Cold Case Investigations - Distant MemoriesVersione Analizzata Nintendo 3DSGraficamente piacevole e con uno stile diventato ormai un marchio di fabbrica dell'autore, Chase: Cold Case Investigations fallisce senza mezzi termini dal punto di vista della storia e del gameplay, proponendo una trama che non riesce a coinvolgere come dovrebbe e offrendo molto poco da giocare. Ovviamente si tratta di un prodotto a basso budget rispetto a Hotel Dusk e The Last Windows, ma questi ultimi raggiungevano un livello qualitativo molto più alto rispetto a Chase: Cold Case Investigations. Ed è questo l’elemento che più infastidisce: sarebbe stato possibile sviluppare un titolo più piccolo ma con le stesse qualità, invece che un prodotto tagliato e poco interessante. Chase: Cold Case Investigations si presenta insomma come un "ripescaggio" un quasi del tutto fallito.

    5

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