Recensione Chicago 1930

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Recensione Chicago 1930
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • Elliot Ness

    Il Proibizionismo è quel periodo della storia americana che va dal 1920 (con l'approvazione del Volstead Act o Diciottesimo Emendamento) al 1933, nel quale fu messa fuori legge la produzione, la vendita e il consumo di qualunque bevanda avesse un contenuto alcolico superiore allo 0.5%. Nelle intenzioni avrebbe dovuto migliorare la salute pubblica, ridurre il crimine, combattere la povertà e “migliorare la moralità” - qualunque cosa questo possa significare. Nella realtà fu un totale fallimento - gli Americani si misero a bere come e anche più di prima - ma servì almeno a dimostrare senza ombra di dubbio che proibire qualunque cosa per legge è inutile e dannoso (non che la lezione sia stata recepita) e ad ispirare numerosi film, serie televisive, un intero genere letterario ed un episodio dei Simpsons. E, ovviamente, anche videogiochi.


    In Chicago 1930 assumiamo l'identità di un gangster al servizio di un boss locale o di un onesto poliziotto che tenta di arginare le attività del crimine organizzato. In entrambi i casi, non avremo vita facile: le due campagne si articolano in una serie di missioni che, una volta completate, ci danno accesso ad un'area della città contenente una “locazione chiave” che migliora la nostra posizione. Per esempio, conquistare l'area dove è situata l'armeria dà accesso ad un arsenale più grande, controllare il giornale migliora la nostra immagine pubblica, eccetera. Le missioni sono ovviamente diverse a seconda del ruolo che giochiamo.

    Chiacchiere e distintivo

    Chicago 1930 è presentato in prospettiva tridimensionale isometrica e controllato tramite mouse. A destra della schermata di gioco principale sono presenti le icone dei personaggi a disposizione e la loro inventory; il puntatore del mouse cambia a seconda dell'oggetto o del personaggio su cui si posa, e dell'oggetto dell'inventory selezionato. Per esempio, cliccando sull'icona della pistola appare un puntatore a forma di bersaglio: per sparare basta selezionare l'obiettivo e cliccarvi sopra. Esistono scorciatoie da tastiera per rendere più rapida la selezione di persone e oggetti e per realizzare il salvataggio o la ricarica rapida del gioco.
    In basso a sinistra c'è un'icona raffigurante un orologio: attivandola il tempo “rallenta” e l'azione sullo schermo assume l'aspetto di una vecchia pellicola cinematografica al rallenty. In questa modalità è possibile dare ordini ai vostri uomini con tutta tranquillità e prendere le decisioni chiave (in genere, chi spara a chi) senza trovarsi metà della squadra all'altro mondo prima di aver capito cosa sta succedendo. Questa specie di “bullet time” degli Anni Ruggenti ha una disponibilità limitata ma comunque più che ragionevole.

    Il gameplay ha elementi RPG (gli uomini della vostra squadra possono essere addestrati e migliorare le loro capacità) e, limitatamente, di avventura (molto spesso è necessario risolvere dei piccoli enigmi o recuperare oggetti importanti).

    La grafica è abbastanza ben dettagliata ma manca un'opzione di zoom che sarebbe veramente comoda: molti degli oggetti sono piccolissimi e riuscire a selezionarli diventa una prova di abilità con il mouse.


    Un altro punto dolente è la gestione degli oggetti: non è possibile, per esempio, aprire una porta tenendo la pistola in mano. Bisogna riporre l'arma, aprire e riestrarre - cosa abbastanza rischiosa se dall'altra parte ci sono dei nemici in attesa. Inoltre, non esiste una funzione “cerca”: per trovare un oggetto nascosto in un corpo, bisogna prenderlo e spostarlo! Il fatto che alcune stanze sono molto anguste e gli oggetti tanto piccoli non migliora per niente le cose!

    Le locazioni sono piuttosto “popolate”: si va dal civile di turno che aspetta solo di finire nella linea di tiro (da evitare, specie se giocate come poliziotti) al testimone da interrogare o “comprare”, all'ostile da togliere di mezzo. Purtroppo l'AI dei personaggi non è proprio il massimo e molto spesso il loro comportamento ha dell'assurdo (tipo il fotografo della scena del crimine che continua a scattare foto anche quando avete rimosso il cadavere) e poiché la percezione dei personaggi è limitata a 180°, non si accorgeranno mai se alle loro spalle sta arrivando un intero esercito!

    Se qualcuno si mette contro di me...

    L'ambientazione e la storia devono molto al film di Brian De Palma del 1987, The Untouchables (con Robert De Niro, Sean Connery e Kevin Costner), al punto che un livello della campagna “Polizia” è direttamente ripreso dalla scena della sparatoria nella stazione ferroviaria. Le musiche di sottofondo contribuiscono a ricreare l'atmosfera da film di gangster.

    Sfortunatamente, il gioco soffre di una serie di problemi non da poco: il sistema di controllo è frustrante, la mancanza di uno zoom rende problematica la localizzazione degli oggetti, l'AI fa sospettare che in questa Chicago sia in atto una specie di proibizionismo alla rovescia! Inoltre, esistono solo 2 campagne con 10 missioni ciascuna: troppo poche, e non c'è multiplayer.

    Chicago 1930 è una buona idea con ottime potenzialità, non implementate correttamente. Un miglior sistema di controllo e un numero e una varietà di missioni maggiore avrebbero sicuramente aggiunto frecce al suo arco. Così com'è, sembra finito a metà.

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