Recensione Chronos per Oculus Rift

Abbiamo indossato il nostro visore VR e ci siamo immersi nelle malinconiche atmosfere di Chronos, disponibile in esclusiva su Oculus Rift

Recensione Chronos per Oculus Rift
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  • Come tutte le nuove piattaforme, anche il nascente segmento di mercato legato alla Realtà Virtuale ha bisogno di esclusive. Si tratta di un fatto noto praticamente dai tempi della nascita dell'industria stessa: l'unico modo per riuscire a vendere un nuovo hardware, che si tratti di una console o di una periferica aggiuntiva, è avere una line-up solida, possibilmente con almeno una "vistosa" killer application. In questo modo i primi acquirenti possono portarsi a casa non solo l'oggetto del desiderio, ma anche il software per metterlo alla prova, e si può innescare un passaparola positivo, decisamente importante per cercare di mantenere alte le vendite del prodotto nelle fasi iniziali di commercializzazione, in bilico tra hype e dubbi. In ambito VR, l'azienda che si è mossa meglio è sicuramente Oculus, in quanto ha stretto accordi con svariati team per assicurarsi l'esclusiva di numerosi titoli. Tra questi va sicuramente citato Chronos, prodotto di punta che compare anche sul retro della voluminosa confezione che contiene il visore e che in queste settimane è stata consegnata a tutti gli utenti PC che hanno deciso di credere e investire nella VR da subito. Abbiamo quindi indossato il nostro Oculus Rift e ci siamo immersi nelle malinconiche atmosfere del titolo sviluppato da Gunfire Games, scoprendo un'esperienza ben più lunga e stratificata del previsto.

    Un tentativo all'anno

    La premessa di Chronos è molto intrigante e viene narrata grazie ad una sequenza in soggettiva ben scritta in termini di pura narrazione. L'umanità è ormai al collasso e pochi sono i sopravvissuti che fanno parte della nostra tribù. Antiche leggende narrano di un mondo nel quale donne e uomini abitavano in strutture altissime e lucenti, e la grande minaccia rappresentata da un mitologico Drago non si era ancora manifestata. La storia viene raccontata intorno ad un fuoco dall'anziana del villaggio, che mostra l'antefatto al giocatore utilizzando pietre e giochi di luce, spiegando cosa è accaduto ma rimanendo volutamente sul vago, rafforzando in questo modo il pesante senso di mistero che pervade ogni elemento di Chronos. Ci viene anche spiegato qual è il nostro obiettivo: trovare il modo di entrare nel labirinto, un luogo temuto e pericoloso, per esplorarne le viscere e mettere fine alla vita dell'immonda bestia, ritenuta responsabile dello stato di miseria nel quale il mondo è confinato. Un sistema di creazione del personaggio molto snello, che permette di scegliere il sesso del nostro eroe e l'arma che avrà al suo fianco all'inizio del viaggio, ci divide dal poter muovere i primi i passi verso il labirinto, prendendo confidenza con i controlli e, soprattutto, con il sistema di telecamere che caratterizza fortemente il gameplay. Dal punto di vista del movimento e delle interazioni del nostro eroe con l'ambiente, Chronos è un Action RPG abbastanza classico, e fa leva su un tradizionale sistema di azioni contestuali. A queste si sommano tutti i controlli legati ad una struttura dei combattimenti che richiama alla mente quello dei vari Souls, e si basa su attacchi, parate e schivate. La fase iniziale è puramente esplorativa e inizia sulla costa di un'isola abbandonata, sferzata da una tempesta terribile che ci accompagna mentre raggiungiamo il labirinto, con un crescendo molto riuscito e che non vogliamo quindi svelare per non rovinare la sorpresa. Appena giunti nel labirinto sarà subito chiaro che gli scontri occuperanno gran parte del tempo di gioco e sin da subito si dimostreranno ostici. In presenza di un nemico, infatti, l'ingaggio avverrà quasi sempre attivando il targeting automatico e alzando lo scudo: la posizione difensiva ci permette di studiare le movenze dell'avversario, in modo da capire come e quando penetrare la sua guardia. I combattimenti si trasformano quindi in una sorta di danza, nella quale schivare un attacco, deviare un secondo colpo e rispondere con un affondo utile a sbilanciare l'avversario, per poi colpirlo ancora un paio di volte prima di arretrare nuovamente. Oltre che impegnativi, i combattimenti innescano altre meccaniche di gameplay, in parte molto innovative: morire in Chronos vuol dire perdere un anno, vedendo il proprio personaggio invecchiare poco alla volta. Non si tratta però di un cambiamento meramente visivo, legato quindi alla crescita della barba e ad animazioni un po' meno dinamiche, ma nasconde in realtà lo sblocco successivo di abilità, che avviene ad ogni decade e permette di specializzarsi in modi differenti, secondo il proprio approccio agli scontri.

    Questo elemento fa in modo che si sviluppi un certo attaccamento al protagonista, in quanto lo vedremo proseguire nella sua impresa soffrendo, mostrando la fatica e i segni del tempo. La stanchezza fisica, l'affanno, sono causati dalla sequenza di tentativi andati in fumo per una disattenzione: una schivata con il tempismo sbagliato o un contrattacco eseguito maldestramente. Il coinvolgimento emotivo ed il forte legame con il protagonista è dovuto anche al sistema di telecamere e alla Realtà Virtuale: Chronos recupera infatti la classica struttura ad inquadrature fisse, inventata da Alone in the Dark e portata al successo dal primo, storico Resident Evil. Ogni volta che muoveremo il protagonista oltre un angolo, la visuale passerà istantaneamente da un'inquadratura all'altra, lasciando sempre la possibilità all'utente di muovere la testa e guardarsi intorno, in modo da studiare gli ambienti e scoprire eventuali minacce. Il sistema funziona, in quanto tiene sempre l'eroe al centro dell'azione e, soprattutto, è stato raffinato rispetto ai titoli del passato: ogni via d'uscita da un'area presuppone che il giocatore segua con lo sguardo il personaggio e il design dei livelli è stato studiato in modo che, al cambio di camera, la nuova inquadratura lo porti nuovamente ad essere posizionato nello stesso punto rispetto allo spazio, non obbligando il giocatore a muovere la testa. Questa soluzione offre due benefici importanti: rispetto ad una classica camera in terza persona l'eventuale motion sickness viene di fatto azzerato e la Realtà Virtuale permette di percepire la maestosità degli ambienti, creati con l'obiettivo di trasmettere un senso di minaccia costante, facendoci sentire piccoli, indifesi e in luoghi apertamente ostili. Le prime ore di Chronos sono quindi eccezionalmente appassionanti, grazie alla miscela di esplorazione, enigmi e battaglie, che spingono il giocatore ad essere cauto ma determinato, mantenendolo quasi sempre sul filo del rasoio. Proseguendo, però, l'esperienza si diluisce molto e l'unicità del design di Chronos riesce solo in parte a reggere per tutta la durata dell'avventura. Ciò accade soprattutto perché l'effetto novità dovuto alla VR tende ad affievolirsi con il passare delle ore e il team è riuscito solo saltuariamente a inserire delle sequenze che ne sfruttino le peculiarità, come quando un gigante di pietra cerca di afferrarci mentre fuggiamo in un passaggio troppo stretto, strisciando e allungando le braccia nel tentativo di acchiapparci. Si tratta di una scena emblematica, che in Realtà Vituale porta naturalmente a sobbalzare sulla sedia, riuscendo istantaneamente a riaccendere l'interesse del giocatore e la sua voglia di sopravvivere ad ogni costo. Si tratta però di un momento quasi isolato, in grado di far brillare il primo terzo dell'avventura.

    La parte centrale è invece molto meno affascinante e, malgrado gli scontri con alcuni boss siano decisamente avvincenti, Chronos non riesce a coinvolgere in molti altri momenti così particolari. Offre invece sequenze di stanze molto simili tra loro, nelle quali combattere nemici molto comuni, in grado di sostenere un buon tasso di sfida ma semplicemente senza stupire. Dal punto di vista della varietà, della struttura ruolistica e delle trovate ludiche, insomma, Chronos non riesce a tenere il passo dei grandi del genere, guardando dal basso altri celebri congeneri, primi su tutti i già citati capolavori di From Software.

    Chronos ChronosVersione Analizzata PCChronos è una buona avventura, sviluppata con grande attenzione adattando un format tutto sommato classico alla Realtà Virtuale, brillante soprattutto per via del coraggioso tentativo di inserire alcuni elementi innovativi legati alla crescita del personaggio. Se l’inizio è riuscito, affascinante e magnetico, questo livello qualitativo non è mantenuto per tutto l’arco narrativo e -anzi- in alcune sezioni subentra un certo tasso di noia, che spinge a muoversi rapidamente per sbloccare la prossima scorciatoia, a scapito del rischio di morire e aggiungere un altro anno sulle spalle del proprio eroe. Il ritmo altalenante va tenuto in considerazione anche perché Chronos è un gioco mediamente più lungo della media, se si pensa che fra i prodotti pensati per la Realtà Virtuale lo standard attuale si attesta attorno alle tre o quattro ore. Per fortuna il visore prodotto da Oculus è comodo e abbastanza ergonomico, al punto da lasciarsi indossare anche per due o tre ore ininterrotte senza troppo affaticamento alla vista o al collo (segno che con un po’ di abitudine giocare in Realtà Virtuale può diventare un’alternativa in tutto e per tutto all’uso di uno schermo classico). Il titolo di Gunfire Games, insomma, non è certo un mostro della sua categoria: sarebbe bastata una maggiore varietà di nemici e situazioni per rendere la progressione molto più piacevole e ben tenuta. Comprensibilmente, gli sforzi produttivi del team di sviluppo si sono orientati invece ad ottimizzare l'esperienza per la VR, cercando ad esempio di studiare un sistema di telecamere efficace e intelligentemente intrecciato con il level design, che possa massimizzare l'immersività. È proprio per questo motivo che Chrono resta un’esperienza imprescindibile per chi ha acquistato un Oculus Rift, in grado di dare un segnale importante per il futuro dei giochi in Realtà Virtuale.

    7.8

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