Cold Fear: Recensione del survival horror per PS2

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Cold Fear: Recensione del survival horror per PS2
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  • PS2
  • Xbox
  • Pc
  • Il profondo senso di Deja Vù da Survival Horror

    Cold Fear


    Buongiorno Sig.Eroe
    Si richiede la sua presenza per porre termine all'ennesimo scellerato esperimento bio-genetico finanziato da una qualche multinazionale priva del minimo scrupolo. Lei sarà aggregato alla squadra B nell'inutile operazione di soccorso dei pochi scienziati e civili superstiti che incontrerete nel laboratorio e che uno dopo l'altro moriranno a causa del consueto agente mutogeno oggetto della ricerca. Tale destino già è toccato alla Squadra A, che vi ha preceduto sul posto e si è fatta sbaragliare dai morti viventi che infesano l'installazione. Naturalmente anche i membri della Squadrà B saranno questo destino nel più breve tempo possibile per darle la possibilità di svolgere la sua missione nella più completa ed eroica solitudine.
    Le ricordiamo che, come da protocollo, tra i suoi compiti ci sarà quello di salvare "Bellezza di Turno" e di eliminare sia Mr. "Scienziato Pazzo" la Signora "Arma biologica finale"
    A sua disposizione per ulteriori chiarimenti cogliamo l'occasione per porgerle i più
    Distinti Saluti



    Per la "Multinazionale priva di Scupolo"
    Mr "Persona molto in alto dai modi sfuggenti"


    Ecco, ci risiamo! L'ennesima ricerca militare finita in un pandemonio! Ma quando si decideranno ad adottare delle misure di sicurezza adeguate? Chi sarà questa volta il committente della ricerca? Una multinazionale o uno spietato governo di un qualche paese molto lontano?
    Ah, questa volta è la mafia russa che ha deciso di smettere di acquistare le armi e di spendere una piccola percentuale dei proventi del traffico di droga per prodursi in casa l'armamento. Interessante, questa è nuova, non l'avevo ancora sentita. E dove si sta svolgendo il disastro? In una villa nella foresta? Tra le strade di una piccola città immersa nella nebbia? Nella periferia Giapponese?
    In mezzo all'oceano?
    Su un peschereccio???
    Ma io non ci sono mai stato! Non abbiamo mai svolto un operazione simile in alto mare! Ci saranno le onde, il vento gelido. E se ci venisse il mal di mare? E se affondasse la nave?

    Ho paura...

    Survival Sailor



    Benvenuti in Cold Fear, un nuovo agghiacciante Survival Horror sviluppato da DarkWorks e distribuito in Italia da Ubisoft. Nei panni di Tom Hansen, un eroe di guerra divenuto guardiacosta, dovrete prestare soccorso ad un peschereccio in difficoltà nel gelido mare del nord. Pochi minuti bastano ad Hansen, una volta giunto sulla nave, per capire che il problema non è collegato ad avarie o alle condizioni avverse del clima: il battello appare abbandonato ma, appena Tom si allontana dalla sua squadra, decine di colpi di arma da fuoco iniziano a riecheggiare tra le fredde lamiere del battello. Poi il silenzio.
    Tornato nel luogo in cui aveva lasciato i suoi compagni Hansen si imbatte nel vero pericolo. Sul ponte della nave giacciono i cadaveri dei marinai russi che governavano il battello. D'un tratto i corpi si rianimano e lo aggrediscono con inaudita ferocia.
    La cosa più agghiacciante è che, una volta abbattuti, i mostri liberano delle “creature” mai viste che fuggono e si rifugiano in un altro cadavere di cui si impossessano e che sfruttano per attaccare nuovamente il solitario guardiamarina.
    Ha così inizio la battaglia del nostro eroe, una sfida per la sopravvivenza che lo porterà a scoprire la vera natura del proprio nemico, le Exocellule, misteriosi parassiti che provengono dalle più remote ed antiche profondità della terra.
    Cold Fear non si presenta come un clone di Resident Evil, Silent Hill o Project Zero; possiede delle caratteristiche personalissime, a volte completamente originali, che lo rendono un prodotto da valutare attentamente.
    Per prima cosa l'ambientazione gioca un ruolo fondamentale. L'obiettivo di Tom è quello di sopravvivere all'assalto delle Exocellule e per fare questo dovrà esplorare le molte locazioni della nave (e non solo...) in balia di una bufera che la fa ondeggiare in modo alquanto violento e rende il transito sui ponti e all'interno parecchio difficoltoso. Dovremo quindi fare attenzione a camminare con cautela quando la nave è molto inclinata a causa di un onda, oppure si rischierà di scivolare sul ponte bagnato e finire dritti in mare, e dovremo essere molto rapidi a transitare sui ponti laterali su cui si infrangono le onde: potrebbero investire anche noi!
    La bufera però può essere sfruttata a nostro favore: anche i nostri nemici sono soggetti alle stesse leggi della fisica: se giocate bene le vostre carte sarete in grado di far scivolare fuori bordo gli zombi che vi inseguono, risparmiandovi scontri lunghi e molto pericolosi.
    La bufera provoca altri notevoli disagi al protagonista: molti dei carichi, che una volta erano saldamente ancorati, ora vanno a spasso per il ponte trascinati dal moto delle onde; anche le carrucole utilizzate per sollevare le pesanti casse sono animate dal vento e diventano un mortale pericolo per colui che viene colpito. L'acqua ha inoltre invaso parte dei livelli inferiori e la pressione rende impossibile l'apertura delle porte stagne. E' quindi necessario trovare l'impianto di drenaggio dell'acqua e riattivarlo, se vogliamo avere accesso a buona parte del battello.

    Exocellule

    Rimane il problema Exocellule. Queste misteriose creature striscianti si impossessano dei cadaveri e li usano come veicolo per combattere i nemici, inoltre infettano gli esseri “vivi” con un virus che lentamente ma inesorabilmente, provoca la morte e fa germinare nell'infetto una moltitudine di nuovi parassiti. Fortunatamente i nostri nemici non sono invulnerabili. Il metodo più diretto per eliminare uno Zombi è, come sempre, fargli saltare la testa. Una volta asportato il cranio però dovremo stare attenti ad eliminare anche il parassita che fugge dal corpo decapitato, anche perché nella maggior parte dei casi tenterà di impadronirsi di un nuovo corpo: il nostro.
    Ancora una volta l'interazione con l'ambiente è altissima: all'interno della nave ci sono molte condutture in cui passano gas, acqua per il raffreddamento, vapore ad alta temperatura. Di tanto in tanto troverete delle valvole di intercettazione che, se colpite con un colpo di pistola, salteranno e faranno uscire il contenuto delle condutture. Il gas prenderà fuoco brucerà tutto ciò che si trova nei paraggi, il vapore provocherà effetti simili, l'acqua, a contatto con cavi elettrici scoperti, provocherà un fortissimo elettroshock a chi si trovi a camminare su essa. Stà all'astuzia del giocatore lo sfruttamento di queste risorse naturali contro i propri nemici. Evitare gli scontri a fuoco si rende spesso necessario per due motivi: il primo è che i nostri nemici sono davvero coriacei ed aggressivi; non si tratta dei lenti zombie di Resident Evil, questi se vi vedono in lontananza correranno in fretta e furia verso di voi, armati di lame, pistole e fucili. Inoltre le munizioni a bordo scarseggiano e l'uccisione di un nemico potrebbe richiederne parecchie.
    A differenza del capolavoro Capcom gli scontri in Cold Fear sono molto più ricchi di azione: per prima cosa la mira non è automatica, sarà compito del giocatore mirare al nemico e mantenerlo sotto tiro per i colpi necessari ad abbatterlo. Se lo zombi viene ferito sufficientemente al corpo cadrà per poi rialzarsi dopo una decina di secondi. In questo breve lasso di tempo il giocatore potrà avvicinarsi al cadavere e colpirlo con un calcio alla testa. Con l'aumentare della pratica però riuscirete tranquillamente a piazzare i colpi di arma da fuoco direttamente alla testa, risparmiando parecchio tempo e arsenale.
    E ricordatevi sempre di esaminare un cadavere dopo averlo reso inoffensivo: buona parte delle munizioni e delle scorte sanitarie a bordo della nave sarà in mano all'equipaggio.
    Durante la partita dovrete risolvere i classici enigmi da Survival Horror: avere accesso alla cabina del comandante, trovare la stazione radio, far defluire l'acqua da una particolare zona. In effetti questi enigmi sono piuttosto semplici e lineari; raramente vi capiterà di essere in possesso di un oggetto per molto tempo senza sapere a che cosa possa servire e altrettanto di rado avrete dei problemi ad accedere ad una locazione particolare. Altrettanto semplice e povera di spunti è la trama, su cui abbiamo scherzato più che abbondantemente in precedenza.
    Ciò che stupisce invece è la varietà del sistema di controllo del protagonista. E' possibile gestire l'azione sia in prima che in terza persona: la visuale standard vede il nostro protagonista spostarsi lungo le locazioni della nave in stile Resident Evil (stanza fissa e personaggio in movimento) Negli ambienti più grandi l'azione viene seguita con telecamera mobile e protagonista al centro dello schermo (alla Devil May Cry e Resident Evil Code Veronica, giusto per fare degli esempi attinenti). Inoltre, mediante la pressione del tasto L1, potrete passare ad una visuale in terza persona con il protagonista inquadrato di spalle e posto sull'angolo sinistro dello schermo (esatto, in stile Resident Evil 4). Quest'ultima visuale è quella che più si addice ai combattimenti e all'ispezione delle locazioni. Ai due stick analogici vengono riservate le funzioni di movimento del personaggio, di puntamento dell'arma e di rotazione della telecamera e ai tasti viene affidato il fuoco, l'interazione con gli oggetti e le persone, la corsa e il movimento accovacciato.
    Il semplice menu di gioco vi darà la possibilità di gestire il vostro arsenale, analizzare gli oggetti di cui si è in possesso, leggere i documenti ritrovati nell'esplorazione ed esaminare gli obiettivi della missione. Non vi è l'opzione di salvataggio. La memorizzazione dei progressi di gioco avviene in un modo piuttosto discutibile per un survival horror: vi verrà chiesto dal gioco stesso quando salvare e accadrà solo accedendo a certe locazioni. Per esempio, se vi sarà richiesto di accedere alla sala radio, l'unico modo possibile di salvare sarà aprire la porta indicata. Visto che i survival horror si fanno apprezzare anche per la libertà di esplorazione bisognerebbe dare ai giocatori anche la possibilità di conservare traccia delle proprie indagini.

    Grafica e Sonoro

    Tecnicamente Cold Fear è ben realizzato: non certo uno “spaccamascella”, ma nel complesso è ricco di dettagli. La costruzione poligonale degli ambienti e dei personaggi è sempre di buona fattura, le molte cabine e stive della nave sono ricche di oggetti, punti luce, elementi statici ed oggetti con cui interagire. Sorprende soprattutto l'interazione con i fondali, che fungono sia da arma che da minaccia nel gameplay. La bufera è ricreata in modo convincente, la nave è scossa vistosamente e le onde si infrangono con forti e convincenti scrosci. La pioggia bagna lo schermo e rende spesso difficoltoso il riconoscimento degli oggetti che ci circondano, proprio come se ci trovassimo in prima persona nella bufera. I mostri sono convincenti e decisamente più furbi e aggressivi dei morti viventi che affollano i giochi “della concorrenza”. Non si limitano ad avanzare verso di voi, tentano anche di evitare i vostri colpi e scelgono quale sia l'obiettivo migliore da attaccare. Se ci fosse stata maggiore varietà tra i tipi di nemici da affrontare il voto sarebbe stato di sicuro superiore.
    Gli effetti sonori sono realizzati al pari della grafica: la bufera è ricreata con scrosci corposi, tuoni, pioggia battente e forte vento che si infrange contro le strutture di lamiera. I container scivolano sul ponte con il classico rumore di “tanica vuota” e le carrucole ondeggiano velocemente con un sinistro cigolio.
    Quello che invece non va assolutamente è, come nella maggior parte dei casi, il doppiaggio in Italiano: contenuti a parte la recitazione è davvero mal fatta e i sottotitoli rispecchiano solo in parte il testo originale inglese. Le musiche sono drammatiche al punto giusto, varie e ben orchestrate.

    Concludendo.....

    Cold Fear è, sotto molti punti di vista, una piacevole sorpresa. Un survival horror orientato più all'azione che alla risoluizione di enigmi, tecnicamente ben fatto, ambientato in una locazione inedita, ricco di interazione con i fondali e di originali situazioni da affrontare. I veri difetti di questo gioco sono due: prima di tutto l'assoluta inconsistenza della trama: i moderni survival horror offrono all'utente PS2 una realizzazione tecnica di primo livello, un'atmosfera angosciante ma anche una trama che coinvolge il giocatore e lo invoglia a buttarsi a capofitto tra i mostri e i fantasmi.
    Dal punto di vista narrativo Cold Fear appare come l'ennesimo rifacimento di Resident Evil (tenendo ben presente che il capolavoro di Mikami si era impadronito abbondantemente della trama di “Alien” di Ridley Scott), un gioco del 1996; negli ultimi nove anni le sceneggiature per videogiochi hanno fatto passi avanti notevoli: è davvero difficile giustificare una carenza come questa in un gioco del 2005. L'altro grosso difetto è il sistema di salvataggio, assolutamente inadeguato per un gioco di esplorazione.
    Se potete sorvolare su questi due difetti (il secondo un po' meno grave del primo) avrete fra le mani un buon gioco che vi terrà impegnati per ore. Se invece pretendete da un Survival Horror una trama intrigante rivolgetevi pure altrove: su Playstation 2 ci sono tre capiroli di Silent Hill, due (prossimamente 3) di Project Zero, Forbidden Siren. Insomma la scelta è decisamente vasta.

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