Recensione Contra Rebirth

Il ritorno dei devastanti mercenari Konami, solo su WiiWare

Recensione Contra Rebirth
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  • Wii
  • Era il 1987 quando Konami fece uscire su macchine arcade un titolo dalle dinamiche semplici, trattandosi di uno sparatutto a scorrimento laterale, ma che aveva nella quantità di distruzione elargita e nell’alto livello di sfida i suoi punti di forza: Contra. Il grande successo in sala giochi permise l’ulteriore diffusione del titolo, grazie alla pubblicazione di un porting per NES, così come del primo seguito, Super Contra. Con il terzo episodio meccaniche di gioco e stile classico della serie vennero ulteriormente consolidate e, unite alle capacità grafiche del Mode 7 del Super Nintendo, diedero vita all’eccellente Contra III: The Alien Wars. Probabilmente la maggior parte dei giocatori europei conoscerà i primi tre episodi della serie sotto un altro nome, Probotector, dato che per ragioni di censura i commando del gioco erano stati rimpiazzati da robot ugualmente armati.
    Negli episodi successivi al terzo la serie ritrovò il nome originale ma non la giocabilità estrema dei primi titoli, fatto salvo il discreto Contra: Shattered Soldier su Playstation 2. E’ significativo notare come nessuno di questi titoli, a metà tra lo spin-off e il remake, rechi nel titolo la numerologia che lo identifichi come episodio della serie principale, onore invece dato al recente ed ottimo Contra 4, uscito per Nintendo DS, titolo che ha segnato la vera rinascita della serie. E di rinascita, visto il titolo, si può parlare anche nel caso dell’ultimo epigono, reso disponibile da Konami tramite la piattaforma WiiWare: Contra Rebirth.

    Mistero risolto

    Contra Rebirth, cosi come Gradius Rebirth, non è scaricabile in Italia. Per farlo sarà quindi necessario cambiare paese nelle impostazioni del proprio Wii, prenderlo e rimettere quelle originali, operazione facile e che non comporta nessun rischio. Resta solo da capire perchè il titolo Konami fosse pubblicizzato ovunque, sul sito Nintendo e sul canale Wii Shop, pur non essendo disponibile...

    Spread gun

    Contra Rebirth è, nelle intenzioni di Konami, un omaggio al classico, alla giocabilità dei tempi che furono, ad uno dei gloriosi marchi che ne hanno fatto la storia. Il sottotitolo "Rebirth" è idealmente un ponte tra passato e presente, inaugurato da Gradius, che ha in Contra il secondo episodio e nel di recente annunciato Castlevania: The Adventure il prossimo tassello di un mosaico che, a questo punto pare evidente, la casa giapponese vuole ingrandire sempre di più, con tanta felicità da parte dei giocatori di vecchia data.
    Ma torniamo a noi. Distruzione, nemici a schermo in quantità industriali, miriadi di pallottole che vagano letali sul campo di battaglia: il successo di Contra è tutto qui, in una formula facile facile ma che, proprio per la sua semplicità, ha innalzato la giocabilità a principale motore del gioco. In Contra Rebirth tale struttura ludica viene presa di peso e sbattuta in faccia al giocatore odierno, frastornato da strabilianti dimostrazioni grafiche applicate a dinamiche di gioco banali o pretestuose trame che coprono gameplay stantii e non troppo elaborati.
    La semplicità di un impianto ludico simile non è sintomo di debolezza, ma di forza. Il gameplay non è più qualcosa da riempire fino all’orlo di orpelli ed elementi che sembrano esser lì solo per far numero, per impressionare il potenziale acquirente. Non è il fine, è il mezzo attraverso il quale catturarlo e tenerlo davanti alla console, per divertirlo. Il maggior pregio di Contra Rebirth è il continuo impulso dello stimolo, il richiedere in ogni fase di gioco attenzione, riflessi pronti, occhio vigile e polpastrello allenato. Non si perde in sé stesso, la struttura di gioco è nuda e cruda e per questo accessibile, ma un alto livello di difficoltà non la banalizza.
    Non può esistere Contra senza un livello di sfida estremo. Che, come tutti gli altri elementi, è funzionale all’intrattenimento. Si può prendere il pad, giocare e dopo tre minuti ritrovarsi di fronte alla schermata di game over. L'utente prodotto della recente industria videoludica, abituato a recuperare salute semplicemente riparandosi per pochi istanti, non capirà, non apprezzerà. Chi del videogioco sa apprezzare tutto, compresa l’eventualità che si, è possibile perdere ed essere brutalmente umiliati, godrà in maniera orgasmica dalla primissima fase di gioco. Dal primo momento in cui prenderemo il controllo del Contra Bill Rizer, impegnato a sconfiggere un esercito di Neo Salamandre, l’essenza del Run & Gun ci travolgerà come e forse più di venti o dieci anni fa. Di più perché le capacità di macchine più performanti, se sfruttate a dovere, possono rivelarsi essenziali dal punto di vista del divertimento: frotte di nemici che ci vengono addosso, esplosioni nelle quali si perde di vista personaggio e soprattutto proiettili, creature enormi ed immonde che vogliono solo farci secchi, il tutto per cinque livelli di gioco infarciti d’azione e, soprattutto, devastazione.
    Non bisogna assolutamente pensare però che dopo un po’ possa subentrare una noiosa monotonia. Ogni livello ha un elemento che lo contraddistingue, una particolare fase di gioco, un qualcosa che contribuisce, alla fine, a creare un quadro di notevole varietà. Qualche esempio: il primo boss sarà da affrontare su dei detriti di un’astronave che precipitano nell’atmosfera terrestre, distruggendosi; in un livello dovremo elargire morte da sopra un camion, con tanto di lama robotici da distruggere e missili da deviare; in un altro dovremo dar sfoggio delle nostre capacità salterine in una fase di gioco di derivazione più platform. Il tutto infarcito naturalmente da una sottile vena trash-umoristica, che gli affezionati della serie sapranno senza dubbio cogliere.
    La bontà nella realizzazione del titolo Konami è testimoniata anche dal comparto tecnico. Il 2D utilizzato è sicuramente d’effetto: gli sprite sono di dimensioni generose ed animati perfettamente, la palette dei colori utilizzata è ampia, varia e di forte impatto visivo, i fondali ben disegnati e di ottima definizione, con tanto di effetti di parallasse in alcune (purtroppo poche) fasi. Alcune zone sembrano povere di dettaglio, ma ciò è assolutamente in linea con lo stile ventennale del gioco.
    La colonna sonora gasa al punto giusto: percorrere i corridoi di una navicella sotto attacco obliterando nemici che ci vengono addosso mentre le casse della tv sparano fuori una versione riarrangiata della rockeggiante Jungle Jam, tosta oggi più di allora, è un primo impatto con un gioco di quelli da non scordare mai. Le musiche utilizzate sono quelle classiche della serie, ma con una tale qualità davvero non ci si può lamentare, e gli effetti sonori sono caciaroni quanto basta per aumentare la sensazione di distruzione incontrollata.
    Il sistema di controllo si piega benissimo alle dinamiche di gioco, rispondendo con efficacia ad ogni movimento o pressione. Va però detto che per godere appieno del titolo Konami è necessario un Classic Controller o un pad Gamecube, dato che giocando con il Wiimote il personaggio da noi controllato si fermerà per sparare, limitando in maniera netta l’esperienza di gioco.

    Contra Rebirth Contra RebirthVersione Analizzata Nintendo WiiContra Rebirth non sconvolge il panorama dell’odierna offerta videoludica. La motivazione è semplice: se ne frega totalmente. Contra è tornato, con la sua carica di distruzione, la sua difficoltà umiliante ed il suo gameplay avvinghiante: per chi lo apprezza è un acquisto obbligato e foriero di sana devastazione videoludica, tutti gli altri possono benissimo rivolgersi altrove, e perdersi una testimonianza di cosa davvero significava e può tuttora significare divertirsi con un videogioco.

    8.5

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