La situazione Xbox in Giappone è ben nota a tutti. La console Microsoft ancora adesso, nonostante un'impennata nelle vendite registratasi nel periodo natalizio, stenta ad ingranare.Le motivazioni sono molteplici, a partire dalla diffidenza degli utenti nei confronti di un prodotto americano per arrivare ad uno scarso supporto da parte degli sviluppatori giapponesi. E' un po' la storia del gatto che si morde la coda, poiché se gli utenti non acquistano la console le software house non la supportano, ma se non è supportata pochi sono motivati ad acquistarla. Uno dei pochi publisher giapponesi che ha sempre sostenuto Xbox sin dalla nascita è stato Sega, per non dimenticare Tecmo che prima con il suo Dead Or Alive 3 ed ora con DoAX ha contribuito non poco ad incrementare le vendite della console nella terra del sol levante. Al gruppo di "sostenitori" della causa Xbox si è unita ora la Koei, famosa per la sua saga medievalaggiante Dinasty Warriors, che con il titolo che analizzeremo tra poco, Crimson Sea, tenta di colmare la mancanza di un prodotto Japan-Style nell'attuale line-up Xbox.
Un po' di storia
I pianeti della galassia Theophilus sono attaccati da un'imponente invasione aliena, cui non riesce a far fronte neppure la IAG (Intelligence Agency of The Galaxy), i cui agenti spariscono ad uno ad uno senza lasciar tracce. Sho, una sorta di cacciatore di taglie che opera ai limiti della legalità, è contattato dalla misteriosa e prorompente Live-D che lo ingaggia al fine di recuperar un oggetto perduto. Ma la missione affidatagli è solamente un pretesto per valutarne le doti in battaglia e reclutarlo come membro della IAG in qualità di leader del neo-gruppo G-squad. Il nostro eroe dimostrerà ben presto il proprio valore e la sua predisposizione naturale nel compiere attacchi con la forza del pensiero, un'arma in più nell'affrontare e sgominare l'invasione dei Muton. Al fianco di Sho troveremo sin dall'inizio il piccolo e petulante Yangqin, un ragazzino orfano molto legato al nostro eroe. Più avanti nella storia si aggregheranno altri esponenti della IAG che aiuteranno il nostro nella sua missione di salvezza della galassia.
Di che
Definire il genere di appartenenza di un videogioco è diventata un'impresa piuttosto difficoltosa, in quanto i prodotti attuali, salvo rari casi, sono frutto di contaminazione da più generi e anche da media diversi da quelli del videogioco. Nel caso di Crimson Sea, nonostante le prime impressioni un po' fuorvianti, possiamo tranquillamente parlare di sparatutto in terza persona con componenti RPG. Il giocatore impersonerà Sho e sarà spesso coadiuvato nelle sue azioni da un eterogeneo gruppo di NPC che non sarà possibile utilizzare direttamente. Le poche opzioni di customizzazione nella gestione del gruppo saranno limitate al posizionamento in battaglia relativamente al nostro personaggio e all'orientamento del fuoco dei vari personaggi, limitando parecchio il titolo dal punto di vista strategico. Dopo alcune missioni iniziali, affrontabili sequenzialmente senza possibilità di scelta, il nostro Sho si troverà nel quartier generale della G-squad dal quale sarà possibile acquistare nuove armi, apprendere o amplificare elementi psionici (i poteri mentali di cui Sho si avvarrà contro il nemico) oppure procedere nell'avventura selezionando la prossima missione da affrontare. Sul campo di battaglia il nostro eroe si troverà a combattere contro una quantità incredibile di nemici che lo assaliranno costantemente rendendo l'azione sempre adrenalinica, per non dire frustrante a tratti. Il giocatore, nelle missioni in gruppo, dovrà anche preoccuparsi di curare gli altri membri del team (attraverso l'uso di medikit accessibili attraverso un comodo inventario), onde evitare di trovarsi da solo contro le incessanti ondate di Muton. E' forse questo il maggior elemento "strategico" del gioco: è di cruciale importanza non far mai scendere a zero la barra di salute dei compagni, poiché in alcune missioni è praticamente impossibile aver la meglio sul nemico, composto da una quantità smodata di creature dalla foggia piuttosto variegata e molto simili ad insetti dalle dimensioni "leggermente" inusuali (Starship Troopers docet). Come strumento di offesa, Sho disporrà di armi dalla doppia natura: la comoda spada laser, utile nei confronti diretti con l'avversario, si trasformerà immediatamente, alla semplice pressione del tasto deputato al compito, in un pratico lancia missili (o quant'altro) in grado di spazzar via la maggior parte dei nemici, a costo di mantenere le debite distanze di sicurezza. Ciascuna arma è caratterizzata dal modello (barrel) e da due parametri (effector e generator) che influiranno sull'efficacia della spada laser piuttosto che sulla potenza di fuoco e il tipo di proiettile. I vari modelli posso essere recuperati durante le varie fasi di gioco o semplicemente acquistati nel quartier generale da una sorta di Robot venditore, utilizzando i soldi accumulati sfasciando ogni elemento "d'arredo" (purtroppo l'interazione con l'ambiente è abbastanza limitata) a destra e a manca sul sentiero di guerra o collezionando impeccabili performance nell'affrontare le varie missioni (a fine missione una schermata di statistiche giudicherà le nostre prestazioni).
Tecnica, Art Direction e Suoni
Da un punto di vista puramente tecnico, l'engine di Crimson Sea si difende bene, soprattutto considerando la mole di elementi in movimento sullo schermo durante gli scontri con i Muton. Il modeling dei personaggi principali è veramente degno di nota, anche se lo stesso non si può dire per quanto concerne quelli secondari, la cui cura risulta chiaramente inferiore sia dal punto di vista meramente tecnico (leggasi numero di poligoni e texture), sia da quello più "artistico" e fantasioso. Le ambientazioni in cui si svolgerà l'azione soffrono anch'essi di una cura piuttosto altalenante (pur rimanendo su standard più che discreti) in particolar modo nella realizzazione degli ambienti al chiuso, complice anche la palette di colori utilizzata, spesso tendente al cupo. Si nota ogni tanto qualche incertezza nell'applicazione delle texture sui poligoni e una cura incostante nelle stesse. I filmati, invece, meritano un plauso incondizionato se non altro per la splendida realizzazione. Il giudizio d'insieme sull'impianto grafico resta comunque positivo, nonostante le riserve precedentemente riportate. Un elemento di Crimson Sea che merita lodi sperticate è la colonna sonora. Dal menù principale è possibile accedere ad una libreria che consente di ascoltare qualunque brano presente nel gioco sin da subito, senza esser costretti ad avanzare nel gioco. Ci si può rendere immediatamente conto di quanta cura è stata riposta nella realizzazione della componente musicale già soltanto ascoltando il Main Theme del gioco, un brano dalla ricchissima partitura che mescola sonorità epiche alla John Williams a toni più apocalittici degni del miglior Goldenthal (e chi ha presente la O.S.T. di Alien3 e di Final Fantasy - The Spirit Within può farsi un'idea di ciò a cui ci stiamo riferendo).
Il controller ti dà una mano
Il sistema di controllo del nostro personaggio non si rivelerà da subito particolarmente "friendly" nei confronti del giocatore. Per aver successo nelle missioni più avanzate (ma già dalla terza ci si dovrà impegnare a fondo) è necessario impratichirsi parecchio e tentar di prendere dimestichezza con un sistema non sempre preciso ed affidabile. Gli attacchi diretti tramite spada laser non creano problemi; è sufficiente gettarsi nella mischia e colpire il nemico a più non posso. Quando è necessario utilizzare l'arma a distanza è possibile sparare anche tramite un'opzione di lock del nemico, utile soprattutto nel momento in cui si rende necessario e prioritario l'abbattimento di un nemico (che magari in quel momento sta infastidendo particolarmente un membro del nostro team) piuttosto che un altro. Premendo entrambi i trigger dorsali del controller Xbox è possibile passare ad un tipo di puntamento quasi in prima persona, più preciso ma dal grosso difetto di esporre il nostro Sho ad eventuali attacchi, data l'impossibilità di spostamento del personaggio in tale modalità. Il problema più grosso nel comandare il nostro Sho è dovuto alla duplice funzione del tasto B del pad Xbox. Alla pressione di tale tasto da fermi si effettuerà una rotazione di 180° del personaggio, rendendo così possibile colpire il nemico alle nostre spalle. Premendo lo stesso tasto in combinazione con lo stick adibito al movimento di Sho, gli faremo effettuare uno scatto in quella direzione molto utile per districarsi dalle situazioni più difficoltose. E' chiaro che nelle situazioni più concitate, questa doppia funzione del tasto B creerà non poche difficoltà, rendendo spesso più frustranti del dovuto alcune sezioni di gioco.
Ne sarà valsa la pena?
Crimson Sea si rivela da subito un titolo piuttosto appetibile, confezionato in modo professionale (nonostante alcuni cali di qualità) e dotato di un alto livello di giocabilità. Il problema principale, semmai, è da ricercarsi nella dose di pazienza da infondere nelle nostre sessioni di gioco con il titolo Koei. Crimson Sea è un gioco difficile, a causa dell'enorme quantità di nemici da affrontare simultaneamente. Le pecche rilevate nel sistema di controllo non fanno altro che aumentare la frustrazione in particolari frangenti, al punto di doversi trattenere dallo scagliare il joypad contro un muro in seguito all'ennesima sconfitta. Se siete disposti a sorvolare su questi difetti (e magari siete proprio alla ricerca di una sfida all'altezza della vostra fama di hardcore gamer) e amate lo stile tutto giapponese di cui è dotato il titolo in questione, allora correte ad acquistarlo senza riserve.
Recensione Crimson Sea
Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco Crimson Sea - 203
La situazione Xbox in
Giappone è ben nota a tutti. La console Microsoft ancora adesso, nonostante
un'impennata nelle vendite registratasi nel periodo natalizio, stenta ad
ingranare.Le motivazioni sono molteplici, a partire dalla diffidenza degli
utenti nei confronti di un prodotto americano per arrivare ad uno scarso
supporto da parte degli sviluppatori giapponesi. E' un po' la storia del gatto
che si morde la coda, poiché se gli utenti non acquistano la console le software
house non la supportano, ma se non è supportata pochi sono motivati ad
acquistarla. Uno dei pochi publisher giapponesi che ha sempre sostenuto Xbox sin
dalla nascita è stato Sega, per non dimenticare Tecmo che prima con il suo Dead
Or Alive 3 ed ora con DoAX ha contribuito non poco ad incrementare le vendite
della console nella terra del sol levante. Al gruppo di "sostenitori" della
causa Xbox si è unita ora la Koei, famosa per la sua saga medievalaggiante
Dinasty Warriors, che con il titolo che analizzeremo tra poco, Crimson Sea,
tenta di colmare la mancanza di un prodotto Japan-Style nell'attuale line-up
Xbox.
Un po' di
I pianeti della galassia Theophilus sono attaccati da un'imponentestoria
invasione aliena, cui non riesce a far fronte neppure la IAG (Intelligence
Agency of The Galaxy), i cui agenti spariscono ad uno ad uno senza lasciar
tracce. Sho, una sorta di cacciatore di taglie che opera ai limiti della
legalità, è contattato dalla misteriosa e prorompente Live-D che lo ingaggia al
fine di recuperar un oggetto perduto. Ma la missione affidatagli è solamente un
pretesto per valutarne le doti in battaglia e reclutarlo come membro della IAG
in qualità di leader del neo-gruppo G-squad. Il nostro eroe dimostrerà ben
presto il proprio valore e la sua predisposizione naturale nel compiere attacchi
con la forza del pensiero, un'arma in più nell'affrontare e sgominare
l'invasione dei Muton. Al fianco di Sho troveremo sin dall'inizio il piccolo e
petulante Yangqin, un ragazzino orfano molto legato al nostro eroe. Più avanti
nella storia si aggregheranno altri esponenti della IAG che aiuteranno il nostro
nella sua missione di salvezza della galassia.
Di che
Definire il genere di
appartenenza di un videogioco è diventata un'impresa piuttosto difficoltosa, in
quanto i prodotti attuali, salvo rari casi, sono frutto di contaminazione da più
generi e anche da media diversi da quelli del videogioco. Nel caso di Crimson
Sea, nonostante le prime impressioni un po' fuorvianti, possiamo
tranquillamente parlare di sparatutto in terza persona con componenti RPG. Il
giocatore impersonerà Sho e sarà spesso coadiuvato nelle sue azioni da un
eterogeneo gruppo di NPC che non sarà possibile utilizzare direttamente. Le
poche opzioni di customizzazione nella gestione del gruppo saranno limitate al
posizionamento in battaglia relativamente al nostro personaggio e
all'orientamento del fuoco dei vari personaggi, limitando parecchio il titolo
dal punto di vista strategico. Dopo alcune missioni iniziali, affrontabili
sequenzialmente senza possibilità di scelta, il nostro Sho si troverà nel
quartier generale della G-squad dal quale sarà possibile acquistare nuove armi,
apprendere o amplificare elementi psionici (i poteri mentali di cui Sho si
avvarrà contro il nemico) oppure procedere nell'avventura selezionando la
prossima missione da affrontare. Sul campo di battaglia il nostro eroe si
troverà a combattere contro una quantità incredibile di nemici che lo
assaliranno costantemente rendendo l'azione sempre adrenalinica, per non dire
frustrante a tratti. Il giocatore, nelle missioni in gruppo, dovrà anche
preoccuparsi di curare gli altri membri del team (attraverso l'uso di medikit
accessibili attraverso un comodo inventario), onde evitare di trovarsi da solo
contro le incessanti ondate di Muton. E' forse questo il maggior elemento
"strategico" del gioco: è di cruciale importanza non far mai scendere a zero la
barra di salute dei compagni, poiché in alcune missioni è praticamente
impossibile aver la meglio sul nemico, composto da una quantità smodata di
creature dalla foggia piuttosto variegata e molto simili ad insetti dalle
dimensioni "leggermente" inusuali (Starship Troopers docet). Come strumento di
offesa, Sho disporrà di armi dalla doppia natura: la comoda spada laser, utile
nei confronti diretti con l'avversario, si trasformerà immediatamente, alla
semplice pressione del tasto deputato al compito, in un pratico lancia missili
(o quant'altro) in grado di spazzar via la maggior parte dei nemici, a costo di
mantenere le debite distanze di sicurezza. Ciascuna arma è caratterizzata dal
modello (barrel) e da due parametri (effector e generator) che influiranno
sull'efficacia della spada laser piuttosto che sulla potenza di fuoco e il tipo
di proiettile. I vari modelli posso essere recuperati durante le varie fasi di
gioco o semplicemente acquistati nel quartier generale da una sorta di Robot
venditore, utilizzando i soldi accumulati sfasciando ogni elemento "d'arredo"
(purtroppo l'interazione con l'ambiente è abbastanza limitata) a destra e a
manca sul sentiero di guerra o collezionando impeccabili performance
nell'affrontare le varie missioni (a fine missione una schermata di statistiche
giudicherà le nostre prestazioni).
Tecnica, Art Direction e Suoni
Da un punto di vista puramente tecnico,
l'engine di Crimson Sea si difende bene, soprattutto considerando la mole di
elementi in movimento sullo schermo durante gli scontri con i Muton. Il modeling
dei personaggi principali è veramente degno di nota, anche se lo stesso non si
può dire per quanto concerne quelli secondari, la cui cura risulta chiaramente
inferiore sia dal punto di vista meramente tecnico (leggasi numero di poligoni e
texture), sia da quello più "artistico" e fantasioso. Le ambientazioni in cui si
svolgerà l'azione soffrono anch'essi di una cura piuttosto altalenante (pur
rimanendo su standard più che discreti) in particolar modo nella realizzazione
degli ambienti al chiuso, complice anche la palette di colori utilizzata, spesso
tendente al cupo. Si nota ogni tanto qualche incertezza nell'applicazione delle
texture sui poligoni e una cura incostante nelle stesse. I filmati, invece,
meritano un plauso incondizionato se non altro per la splendida realizzazione.
Il giudizio d'insieme sull'impianto grafico resta comunque positivo,
nonostante le riserve precedentemente riportate. Un elemento di Crimson Sea che
merita lodi sperticate è la colonna sonora. Dal menù principale è possibile
accedere ad una libreria che consente di ascoltare qualunque brano presente nel
gioco sin da subito, senza esser costretti ad avanzare nel gioco. Ci si può
rendere immediatamente conto di quanta cura è stata riposta nella realizzazione
della componente musicale già soltanto ascoltando il Main Theme del gioco, un
brano dalla ricchissima partitura che mescola sonorità epiche alla John Williams
a toni più apocalittici degni del miglior Goldenthal (e chi ha presente la
O.S.T. di Alien3 e di Final Fantasy - The Spirit Within può farsi un'idea di
ciò a cui ci stiamo riferendo).
Il controller ti dà una
Il sistema di controllo del nostromano
personaggio non si rivelerà da subito particolarmente "friendly" nei confronti
del giocatore. Per aver successo nelle missioni più avanzate (ma già dalla terza
ci si dovrà impegnare a fondo) è necessario impratichirsi parecchio e tentar di
prendere dimestichezza con un sistema non sempre preciso ed affidabile. Gli
attacchi diretti tramite spada laser non creano problemi; è sufficiente gettarsi
nella mischia e colpire il nemico a più non posso. Quando è necessario
utilizzare l'arma a distanza è possibile sparare anche tramite un'opzione di
lock del nemico, utile soprattutto nel momento in cui si rende necessario e
prioritario l'abbattimento di un nemico (che magari in quel momento sta
infastidendo particolarmente un membro del nostro team) piuttosto che un altro.
Premendo entrambi i trigger dorsali del controller Xbox è possibile passare ad
un tipo di puntamento quasi in prima persona, più preciso ma dal grosso difetto
di esporre il nostro Sho ad eventuali attacchi, data l'impossibilità di
spostamento del personaggio in tale modalità. Il problema più grosso nel
comandare il nostro Sho è dovuto alla duplice funzione del tasto B del pad Xbox.
Alla pressione di tale tasto da fermi si effettuerà una rotazione di 180° del
personaggio, rendendo così possibile colpire il nemico alle nostre spalle.
Premendo lo stesso tasto in combinazione con lo stick adibito al movimento di
Sho, gli faremo effettuare uno scatto in quella direzione molto utile per
districarsi dalle situazioni più difficoltose. E' chiaro che nelle situazioni
più concitate, questa doppia funzione del tasto B creerà non poche difficoltà,
rendendo spesso più frustranti del dovuto alcune sezioni di gioco.
Ne sarà valsa la pena?
Crimson
Sea si rivela da subito un titolo piuttosto appetibile, confezionato in modo
professionale (nonostante alcuni cali di qualità) e dotato di un alto livello di
giocabilità. Il problema principale, semmai, è da ricercarsi nella dose di
pazienza da infondere nelle nostre sessioni di gioco con il titolo Koei. Crimson
Sea è un gioco difficile, a causa dell'enorme quantità di nemici da affrontare
simultaneamente. Le pecche rilevate nel sistema di controllo non fanno altro che
aumentare la frustrazione in particolari frangenti, al punto di doversi
trattenere dallo scagliare il joypad contro un muro in seguito all'ennesima
sconfitta. Se siete disposti a sorvolare su questi difetti (e magari siete
proprio alla ricerca di una sfida all'altezza della vostra fama di hardcore
gamer) e amate lo stile tutto giapponese di cui è dotato il titolo in questione,
allora correte ad acquistarlo senza riserve.
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