Recensione Crusader Kings II: Sword of Islam

Torniamo ai tempi delle crociate, ma nei panni degli islamici

Recensione Crusader Kings II: Sword of Islam
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  • Pc
  • Crusader Kings 2 è un "grand strategy game", uscito nel Febbraio 2012, di Paradox Interactive. Il publisher svedese ha inventato questa nuova etichetta per identificare i giochi che ci permettono di creare un'Allostoria, lasciandoci sostanzialmente liberi ripercorrere le vicende storiche e fare in modo che queste prendano pieghe diverse da come in realtà sono andate.
    Avete sempre voluto cambiare l'esito della guerra dei cent'anni? Con Crusader Kings 2 potrete farlo. Avete sempre voluto che fossero i cattolici e non gli islamici a conquistare Gerusalemme? Niente di più semplice.
    Il gioco ha ottenuto un ottimo successo di critica e di vendite, grazie anche alla sua profondità ed alla longevità solidissima. Adesso, con l'uscita del DLC Sword of Islam, disponibile su tutte le piattaforme digital delivery, il prodotto si arricchisce e diventa persino più profondo. L'espansione ci permetterà di prendere il controllo di tutte le casate nobili del mondo islamico, ed introduce alcune novità al gameplay che faranno la felicità degli appassionati.

    Poligamia e Decadenza

    Crusader Kings 2 non è uno strategico classico, ma un vero e proprio simulatore di dinastia. Il gioco permette di prendere il controllo di una delle centinaia di casate medioevali e guidarla attraverso gli anni nei panni del capofamiglia. Dovrete occuparvi di tutti gli aspetti connessi al governo di una terra medioevale: dalla diplomazia alla guerra, dalla gestione dei tributi a quella delle faccende familiari. Fino ad ora era possibile scegliere ad inizio partita solo casate cattoliche, ma con Sword of Islam le cose cambiano.
    Potrete adesso vestire i panni di ogni sovrano islamico che vorrete. Dal più insignificante sceicco al più potente sultano, fino ad impersonare un divino califfo o -perchè no?- il saggio Saladino, fondatore della dinastia Ayubbide ed eroe delle crociate. Ci sono, anche qui, centinaia di casate disponibili, ela varietà non manca.
    Come per il titolo base, la difficoltà varierà molto a seconda dell'entità politica che guiderete. Scegliendo uno sceicco la partita risulterà più difficile a causa della limitatezza delle vostre risorse. Allo stesso tempo però sarà molto più stimolante cercare di aumentare il vostro potere acquisendo nuove terre. Impersonando un sultano le cose saranno più semplici, ma dovrete essere bravi a mantenere il vostro regno integro.

    Sword of Islam introduce infatti non poche novità nel gameplay, sebbene le meccaniche di base restino le stesse.
    Una delle prime cose che noterete, giocando con una casata islamica, è la possibilità di avere più mogliguerre interne. Del resto potrete scegliere di avere una sola moglie, ma in questo caso pagherete una penalità in termini di prestigio non indifferente. Dovrete sempre bilanciare le vostre scelte, per un DLC che insomma replica la profondità dell'originale.
    Altra novità degna di nota è la decadenza. Si tratta di un valore che, superato un certo livello di guardia, è in grado di ridurre le vostre entrate, abbassare il morale dei vostri uomini ed addirittura distruggere la vostra casata. Accumulerete decadenza in modo naturale per ogni membro diretto della vostra famiglia ed in modo particolare per i figli senza terre. Ne accumulerete anche se avrete troppe terre o se qualcuno nella vostra famiglia ne possiede troppe rispetto agli altri. Tutto ciò serve a simulare la riottosità tipica delle famiglie islamiche medioevali e le conseguenti guerre intestine che spesso si verificavano.

    La poligamia e la decadenza rendono il gameplay delle casate islamiche molto meno lineare rispetto a quello delle controparti cattoliche. In pratica, per giocare con un'entità politica musulmana dovrete adottare uno stile di gioco diverso, molto più cauto, familistico e molto meno espansionistico.

    Non tutti i sovrani islamici sono uguali, in particolare essi si distinguono in due grossi culti: sciiti e sunniti. Questa distinzione è importante poichè un sovrano sciita potrà attaccarne uno sunnita senza alcun bisogno di avere un casus belli e viceversa. Nel caso in cui vogliate attaccare un vostro fratello nella fede avrete invece bisogno, nella maggior parte dei casi, di una motivazione, esattamente come accade per i regnanti cattolici. Molte di queste azioni vi costeranno un malus in pietà, sottolineando come questi, per i nobili musulmani, diventi il valore più importante da tenere sempre sotto controllo.
    Questo aspetto rende l'espansionismo molto più semplice, ma allo stesso tempo molto più pericoloso, infatti le casate di fede avversa alla vostra potrebbero coalizzarsi e trasformare una facile conquista in una rovinosa disfatta.

    Le dinamiche di guerra sono rimaste pressoché invariate. L'unica novità da questo punto di vista è l'inserimento di nuovi tratti militari per i personaggi. Ognuno di questi (donne incluse) potrà specializzarsi in una disciplina come ad esempio cavalleria, fanteria o magari diventare specialista nel prendere il nemico ai fianchi. Ogni tratto rappresenta ovviamente un bonus in fase di battaglia, ma questi non influiscono più di tanto sul risultato finale di una battaglia. Anche con un leader abilissimo e dai tratti militari spiccati non riusciremo quasi mai a battere un esercito numericamente superiore, esattamente come avveniva prima.
    In tutte queste novità c'è una nota negativa. Dopo l'installazione di Sword of Islam Le partite con i personaggi di fede cattolica risulteranno molto più complesse, soprattutto se deciderete di giocare con nobili iberici o del sud Italia. In quattro partite su cinque si verificherà l'islamizzazione della penisola iberica e, in percentuale minore, potrebbe verificarsi lo stesso per quanto riguarda il sud Italia. Tutto ciò non sarebbe un problema se non fosse così palese che i musulmani hanno adesso un vantaggio troppo evidente rispetto alle controparti cattoliche di confine.

    Same old, same old

    Il comparto tecnico è rimasto invariato. Non c'è alcun miglioramento nella grafica e d'altra parte non era assolutamente necessario visto il minimalismo che caratterizza la maggior parte dei titoli Paradox da questo punto di vista. Il tutto si limita alla mappa di gioco, molto chiara e pulita nella sua rappresentazione. Il DLC aggiunge nuovi sprite per le unità militari islamiche che mantengono la discreta qualità della controparte cattolica.
    La sola variazione significativa è nel diverso aspetto dell'interfaccia che assume uno stile molto più islamico, caratterizzato da arabeschi ai bordi dei vari menù e icone e da colori molto più opachi che ricordano le tonalità del deserto, elemento principe nella storia islamica.
    Le musiche sono le stesse se si eccettua qualche piccolo effetto sonoro islamizzante.

    Crusader Kings II Crusader Kings IIVersione Analizzata PCSword of Islam mantiene le promesse fatte dai ragazzi di Paradox. Il DLC non solo ci permette di impersonare finalmente i regnanti islamici ma aggiunge diverse novità al gameplay. Il tutto aumenta ulteriormente la longevità del titolo, rendendo una partita con una casata islamica totalmente diversa da una con una casata cattolica. Consigliatissimo a chi ha apprezzato il gioco base, può rappresentare un incentivo all'acquisto per chi ancora non avesse Crusader Kings 2. Il modico esborso richiesto per l'acquisto rende questo dlc un must have.

    8

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