Recensione CS: Condition Zero

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Recensione CS: Condition Zero
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    E' con reverenziale timore che mi accingo a parlare di “Counter Strike: Condition Zero”... ci sono infatti nella storia videoludica titoli che svettano sugli altri, imponendo uno standard qualitativo nel genere, e altri che attraversano come meteore il panorama dell'intrattenimento venendo ben presto dimenticati. Half-Life è stato senza dubbio una pietra miliare fra gli FPS con trama, ma ancora di più lo è stato il motore grafico su cui si poggiava fornendo un ottimo oggetto di studio per tutti quegli appassionati che si sono cimentati con mod o total conversion per fornire ai giocatori nuovo materiale su cui confrontarsi virtualmente.
    Dimenticati BlackMesa e il dottor Gordon Freeman, due di questi appassionati Gooseman e Cliffe iniziarono a lavorare alacremente proprio su una total conversion, questo Counter Strike che ci vede impegnati a fronteggiare accanitissimi terroristi e sventare i loro piani.


    Il lavoro svolto attirò ben presto le attenzioni dei netgamer, assegnandogli il ruolo di titolo più giocato di sempre, e della stessa Valve che decise di supportare ufficialmente Counter Strike e di renderlo uno stand-alone, in grado di girare senza necessità di installazione del padre putativo, Half-Life.
    In seguito GearBox basò la sua fortuna sui titoli basati sul motore grafico di HL, ricordo a tal proposito Opposing Force e BlueShift e il porting su Dreamcast e Ps2 delle avventure del dottor Freeman, e dotò CounterStrike di una modalità single player. Dopo oltre due anni di attesa, CS:CZ è una realtà, vediamo con quali novità.

    Poche nuove, buone nuove

    Poco da dire sull'aspetto grafico di CS:CZ, basato su un motore grafico che ormai ha ceduto il passo da almeno un paio d'anni, ma non è certo sull'innovazione visiva che hanno puntato i Valve per questa uscita.
    La versione retail che troverete sugli scaffali integra una modalità single player che ci vedrà nei panni di un agente delle Forze Speciali Anti Terrorismo attraverso la giungla Sud Americana, la Tundra russa, l'Europa urbana, l'Asia Orientale, gli Stati Uniti e il deserto del Medio-Oriente, con la possibilità di variare l'equipaggiamento mimetico all'inizio di ogni scenario in modo da rendersi il meno possibile visibili agli occhi nemici, in 6 episodi (18 mappe) da terminare in sequenza per sbloccare gli episodi successivi e senza alcun filo conduttore. Gli obiettivi delle missioni sono quelli ormai canonici di tutti i tactical shooter, operazioni di pattugliamento, disinnesco di ordigni, salvataggio di ostaggi ma su mappe molto più ampie di quanto visto su HL e Blueshift, e finalmente dotate di effetti atmosferici che aggiungono un po' di varietà alle diverse ambientazioni.
    Al termine di ciascuna missione verranno elargiti dei premi in denaro da destinare all'equipaggiamento e potenziamento della squadra, intervallate fra loro da filmati introduttivi e briefing tattico.
    L'equipaggiamento è molto vario e naturalmente, data la natura del gioco, è stata posta grande attenzione alla realizzazione dell'arsenale a disposizione sia dal punto di vista grafico che da quello sonoro, ed è stato ampliato in Condition Zero con l'introduzione dello scudo balistico, per difendersi dai proiettili delle piccole armi da fuoco, la maschera antigas e la cintura per le munizioni extra, tutte a disposizione dei Counter Terrorist. A proposito di questi ultimi, va detto che procedendo con il gioco sarà possibile comandare una squadra via via più numerosa e contare sull'appoggio di membri provenienti dalle principali forze speciali mondiali, quali Russian Spetsnaz, American Navy SEALs, British SAS, German GSG- 9 e French GIGN.
    L'intelligenza artificiale dei compagni di squadra e dei terroristi è affidata al buon motore dei PODBots che, ad esempio, permettono ai propri compagni di ignorare un vostro ordine se lo ritengono “troppo pericoloso”.
    Infine, i compagni deceduti durante le missioni saranno disponibili per la successiva ma naturalmente non guadagneranno punti esperienza.

    Il multiplayer

    La vera forza di CS:CZ è senza ombra di dubbio il multiplayer, tuttavia la versione retail sembra non prevedere il supporto per il gioco in LAN, contrariamente a quanto avveniva per HL, Opposing forces e BlueShift ma si appoggia ai servizi di STEAM per il gioco online.


    Abbastanza importante per la riuscita delle missioni risulta essere la conoscenza dell'ambiente circostante, in modo da sfruttare nascondigli e anfratti a proprio vantaggio per trovare riparo del fuoco nemico.
    Per garantire la massima compatibilità fra questa uscita boxed e il mod, comunque sempre disponibile gratuitamente in rete, è già stata prevista una patch per quest'ultima che aggiunge le migliorie inserite nella versione in vendita, fatto questo che di certo non giova a tentare di dare una spiegazione a questa uscita quantomai estemporanea: si potrebbe giustificare solo come una possibilità fornita a chi ancora non dispone di una connessione veloce a internet di procurarsi il mod completo.
    Un discreto diversivo in attesa di HL2, niente di più.

    Ringrazio gli Zuppotti Cino, GauSS, Hyato, Vyger e Zappo per l'aiuto fornito in fase di prova del titolo.

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