CSL Elite: Recensione del nuovo volante Fanatec

Abbiamo testato a fondo il CSL Elite, la nuova periferica Fanatec in grado di garantire un'esperienza di guida davvero eccelsa.

CSL Elite: Recensione del nuovo volante Fanatec
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Il panorama dei racing game è cambiato profondamente negli ultimi anni, passando dal dualismo formato da Gran Turismo su console e i vari simulatori su PC a un panorama molto più variegato. L'ascesa verticale di Forza Motorsport è avvenuta in parallelo proprio alla perdita di popolarità del franchise di Polyphony Digital, mentre Project Cars si è imposto come un ibrido riuscito, il cui secondo episodio - in dirittura d'arrivo - sembra persino migliorare la formula ludica di partenza.
Se però bisogna citare un singolo titolo che ha scatenato un vero cambiamento nel settore, la scelta non può che ricadere su Assetto Corsa: la simulazione di Kunos ha guadagnato progressivamente popolarità dalla sua prima pubblicaIone su Steam, raggiungendo poi le nostre home console grazie a 505 Games, publisher che ha in seguito acquisito lo studio di sviluppo italiano.
Assetto Corsa ha proposto un'alternativa di assoluto livello su PC e ha offerto agli utenti di PlayStation 4 e Xbox One la possibilità di cimentarsi con una simulazione pura, possibilità normalmente esclusa al mercato dei sistemi casalinghi. Ciò che è avvenuto sul versante software ha spinto i produttori hardware a tenere il passo: Logitech e Thrustmaster hanno infatti progressivamente proposto nuovi prodotti, molti dei quali hanno contribuito a creare veri e propri ecosistemi che è possibile personalizzare, acquistando pedaliere sempre più professionali, cambi a leva e volanti intercambiabili, compatibili con entrambe le console. Se però si parla di simulazioni e qualità, il nome che viene subito alla mente è Fanatec: il produttore tedesco ha seguito il trend, proponendo nuovi modelli compatibili con PC e Xbox One di altissimo livello. Il CSL Elite è il primo volante Fanatec nato per PlayStation 4 e rappresenta quanto di meglio possa offrire attualmente il mercato delle periferiche compatibili con le console.
L'abbiamo quindi messo alla prova sia con l'ammiraglia di casa Sony sia con un PC da gaming, scoprendo una periferica costosa ma di qualità eccelsa.

Setup iniziale

Le scatole che contengono i vari componenti del kit CSL Elite sono voluminose e riflettono la mole del nuovo volante proposto da Fanatec. Una volta estratto il corpo, il primo dettaglio che si nota è il peso: il blocco centrale è massiccio, con due ampie feritorie superiori e le varie connessioni poste come da tradizione sull'estremità posteriore.

La base offre numerosi buchi filettati per il montaggio su uno stand tipo PlaySeat, nonché per un supporto fornito in dotazione per l'aggancio del volante al bordo di un tavolo. A differenza di altre soluzioni simili viste in passato, quello proposta da Fanatec è risultato davvero efficace, e una volta stretta la vite principale, grazie all'aiuto di una leva trasversale, il corpo del volante non si muoverà più, nemmeno durante le sollecitazioni più impegnative come una tappa sullo sterrato in Dirt Rally.
Collegati i cavi e agganciato la base alla superficie che si ha a disposizione, si passa al montaggio del volante stesso: il mozzo dello sterzo fuoriesce dal corpo e basta allineare una scanalatura per far sì che il volante si agganci e le connessioni elettriche facciano contatto, permettendo di utilizzare la moltitudine di controlli disponibili. È poi necessario assicurare il volante tramite una vite, che - andando in profondità - va a stringere un sistema di sicurezza che assicura completamente l'unione tra i due componenti: tale sistema consiste una sorta di morsa, pensata in modo molto ingegnoso, e trasmette lo stesso senso di solidità di tutti i componenti del pacchetto. La vite andrà poi rimossa nel caso in cui si decida di acquistare un volante alternativo compatibile con Xbox One, in quanto l'elettronica che permette di interfacciarsi con le console Sony e Microsoft è differente, e installata proprio all'interno dell'impugnatura, permettendo un supporto universale a chi gioca ai racing game su molte piattaforme differenti. Infine si passa alla pedaliera, da assemblare anch'essa, con in più la possibilità di scegliere numero e posizione dei pedali: il kit base prevede infatti acceleratore e freno, ma come vedremo è possibile acquistare a parte un terzo pedale, da sostituire al freno per ottenere la frizione.

La base è un blocco di metallo con una sequenza orizzontale di fori: ogni pedale ha due agganci rotondi che vanno a posizionarsi proprio in corrispondenza di una coppia di simili fori, dandoci l'opportunità di montare i pedali nella posizione preferita lungo tutta la larghezza della base. Sia le viti, di diametro generoso, che gli attrezzi sono forniti in dotazione, quindi l'assemblaggio dura pochi minuti: nel caso si preferisca distanziare maggiormente i pedali o avvicinarli, basterà allentare le viti, spostarli e serrare nuovamente i bulloni. Una volta trovata la posizione ideale, la striscia di fori può essere nascosta con una lunga copertura in gomma fornita nella confezione, in modo da nascondere le viti alla vista.
Finito il setup hardware si può passare a quello software: al primo uso è necessario collegare il volante ad un PC Windows, in modo da installare i driver ed effettuare l'aggiornamento del kit all'ultima versione del firmware, passo necessario soprattutto se si prevede di utilizzare il CSL Elite su PlayStation 4.
Il software è scaricabile dal sito ufficiale e sia l'installazione del driver sia l'aggiornamento del firmware sono processi semplici e guidati, alla portata di tutte le tipologie di utenti.

L'unità centrale

Fanatec non ha mai concesso troppo all'estetica, favorendo invece la qualità e l'esperienza d'uso: il CSL Elite non fa eccezione, almeno nella sua unità centrale. Il peso è considerevole, e il blocco di metallo esterno è rifinito da plastiche con una copertura superficiale che ricorda molto alla lontana l'effetto carbonio dei componenti delle auto da gara. All'interno la base nasconde l'ampio motore per il force feedback, di tipo brushless e raffreddato da una ventola posta sulla parte superiore, che spinge l'aria calda all'esterno passando per sue ampie feritoie.

Il mozzo metallico dello sterzo sporge ovviamente dalla parte centrale e ha un diametro molto ampio, con i contatti elettrici protetti in un incavo per evitare eventuali danneggiamenti durante il trasporto.
Subito sopra il mozzo è presente una striscia di led colorati che replica i contagiri sulle auto da gara: la parte sinistra è gialla, quella centrale rossa e l'estremità destra blu, illuminandosi in sequenza di pari passo con i giri del motore, trasmettendo quindi un feedback visivo sul momento esatto in cui cambiare rapporto. Sul lato destro del corpo sono poi disposti sia il tasto per l'accensione, che dà il via al tipico processo di calibrazione, con la rotazione completa di tutti i 1080 gradi del volante sia a sinistra che a destra, sia un pulsante per l'impostazione della modalità d'uso, con il relativo led che si illumina di blu nell'uso con PlayStation 4, rosso per PC e viola per una modalità compatibile con i modelli di volanti Fanatec precedenti, utile per alcuni titoli specifici, come visibile nella documentazione presente sul sito.

Il volante

Così come il corpo della periferica, anche il volante è in metallo, con un diametro di 30 centimetri, la copertura in pelle e una sagomatura perfetta per mantenere salda la presa anche quando si è impegnati a tagliare le curve sfruttando i cordoli.
L'ergonomia è ottima e la solidità trasmessa ricorda molto da vicino quella di un volante racing reale, votato all'essenziale ma creato per ottenere la massima precisione di guida possibile.
I controlli sono moltissimi, e di base sono caratterizzati dalle grafiche classiche del DualShock; nella confezione è comunque presente un kit di pulsanti alternativo, e un utente PC che preferisce un volante più sobrio e neutro può quindi procedere alla sostituzione, operazione da effettuare sì con una certa cura, ma comunque alla portata di chiunque.
In termini di controlli, il volante in dotazione replica praticamente tutti quelli presenti su un gamepad, ad esclusione delle leve analogiche: il d-pad è difatti sostituito da uno stick digitale a quattro posizioni posto sul lato sinistro, con intorno svariati pulsanti aggiuntivi specifici per Playstation 4, come Option, Share e addirittura L3 e R3, non così diffusi sulle periferiche dedicate ai giochi di guida.

Il funzionamento con la console Sony è dunque garantito, complice anche la certificazione come periferica ufficiale e autorizzata, mentre in ambito PC ogni pulsante può essere mappato a piacere via software. Un discorso a parte va poi fatto per il tasto che riporta il simbolo di un chiave inglese, che mostra un piccolo display posto nella parte superiore del volante: in questo modo è possibile navigare in un menù di configurazione molto semplice, in grado di richiamare dei preset configurati dall'utente e operare su parametri come la sensibilità dello sterzo, la potenza del Force Feedback e la sensibilità dei pedali in tempo reale, senza abbandonare la pista. Lo stesso display viene poi utilizzato in gara per mostrare la marcia corrente, in modo da avere un feedback reale sui dati di gioco in maniera simile ai led per i giri motore. Sui due lati del volante sono infine posizionate le leve per i cambi di marcia, di grandi dimensioni e molto sensibili, con un feedback particolare a metà strada tra un classico microswitch e alcune soluzioni più morbide sperimentate in altri prodotti presenti sul mercato; inizialmente la sensazione trasmessa ad ogni cambio sembra poco convincente ma dopo pochi giri alla guida si inizia ad apprezzare il nuovo effetto e non si riuscirà più a farne a meno.

La pedaliera

Il kit base della pedaliera viene fornito con acceleratore e freno, da collegare ad una centralina elettronica nascosta sotto alla base dopo il montaggio.
L'accelerazione offre una corsa molto lunga, ideale per poter modulare con precisione il gas, onde evitare effetti di sovrasterzo indesiderati in uscita di curva o, al contrario, innescare spettacolari sbandate controllate in un evento drift.

La resistenza che oppone al piede non è regolabile e la sensazione iniziale è che sia leggermente troppo leggera, ma in realtà in questo modo si riesce ad essere più precisi e, in caso si usi la frizione, il recupero di giri salendo di marcia risulta più rapido. Anche in questo caso la scelta di Fanatec risulta quindi vincente e ci si abitua alla sensibilità dell'acceleratore dopo alcuni giri in pista.
Il freno ovviamente fornisce un feedback molto differente, la sua corsa è inferiore e la progressività di un pedale reale di questo tipo viene simulata tramite una capsula in materiale semirigido posta sul supporto posteriore, con la quale il pedale viene progressivamente a contatto man mano che si abbassa il piede per rallentare. Il feedback è discreto anche se inizialmente la sensazione è che non si riesca mai a staccare in modo netto e brutale, una volta disabilitati eventuali aiuti come l'ABS. È pero una questione di calibrazione della sensibilità via software ed è sempre possibile trovare un equilibrio tra l'efficacia della frenata e la propria voglia di fare forza per avere la sensazione di aggrapparsi al freno, rallentando un proiettile lanciato sui lunghi rettilinei ondulati di Le Mans. Il discorso cambia completamente con il kit denominato Loadcell Brake: si tratta di un pedale aggiuntivo, che va a sostituire il freno standard, trasformandolo nella frizione. Il nuovo freno è dotato di una struttura posteriore in metallo che include la suddetta cell, un blocco composto da un materiale che si comprime, offrendo però una resistenza molto realistica, che si avvicina a quella di un pedale vero.

Tale resistenza è poi configurabile, in quanto il peso che può resistere prima di cedere alla massima compressione può variare sostituendo dei cilindretti rigidi da inserire nel supporto, ed arrivando così alla massima resistenza che equivale ad una pressione di 90 kg, utile solo in situazioni d'uso in cui la pedaliera è saldamente fissata a terra o ad un supporto tipo PlaySeat.
Il pedale del freno può essere spostato all'estrema sinistra della base, sostituendo il blocco semirigido posteriore con una piccola copertura in gomma, che ha quindi la sola funzione di rendere più morbido il fondo corsa, ottenendo così una frizione. Con questa modifica l'escursione diventa molto più lunga, sebbene non a livello di quella dell'acceleratore, e ogni cambiata diviene tanto più complessa quanto soddisfacente. Ovviamente l'effetto migliore lo si otterrebbe con una leva del cambio separata, purtroppo non fornita nel kit di questa prova, e non con il sequenziale offerto dalle leve poste dietro al volante.

La prova su PlayStation 4

Dopo aver avuto l'accortezza di aggiornare il firmware del volante, basta collegarlo alla console Sony tramite il cavo USB standard in dotazione e viene riconosciuto istantaneamente, con la possibilità di utilizzare i vari controlli anche nella dashboard di sistema.
L'unico dettaglio da tenere a mente è l'impostazione della modalità PlayStation 4 premendo il pulsante mode fino all'illuminazione del led di colore blu.
La modalità di funzionamento è particolarmente importante se si sta giocando ad un titolo non troppo recente, in quanto non tutti i racing game per PlayStation 4 del passato hanno al loro interno l'ultima versione del software di Fanatec. Basta comunque una breve ricerca sul sito ufficiale per trovare quali titoli sono supportati nativamente, rispetto a quelli che richiedono la compatibilità, segnalata dal led viola. Project Cars è proprio uno di questi, quindi basta premere ancora una volta il pulsante Mode, usare un DualShock 4 per avviare il gioco e - alla fine del caricamento iniziale - il controllo passerà nuovamente al volante, permettendoci di navigare i menu.

Procediamo allora ad aumentare al massimo la potenza del Force Feedback e ad azzerare la Dead Zone di acceleratore e freno, rimuovendo infine la rappresentazione 3D del volante su schermo, in quanto risulta fastidiosa e in contrasto con la presenza dei led contagiri sul corpo della periferica. Inoltre l'indicatore di marcia sul volante stesso è funzionante, dunque cancelliamo anche il resto dell'interfaccia utente. Per la prima discesa in pista scegliamo Monza e l'abitacolo di una Renault della Clio Cup: usciamo dai box e acquistiamo velocità, staccando molto in anticipo sulla prima variante, in modo da prendere confidenza con la forza necessaria ad utilizzare efficacemente il freno; in uscita tocchiamo leggermente il cordolo destro e abbiamo un primo assaggio della sensibilità del Force Feedback, in grado di riprodurre una gamma molto ampia di effetti differenti, da una leggera resistenza per le curve in appoggio a vibrazioni ritmiche che trasmettono la sensazione di perdita di aderenza del retrotreno, arrivando infine a veri e propri colpi netti, in occasione di contatti con altre auto o con le barriere poste al fondo delle vie di fuga. Il giro prosegue in crescendo, mentre affrontiamo in maniera prudente le due di Lesmo e con più convinzione l'Ascari; l'ottima uscita ci permette di raggiungere la staccata della Parabolica arrivando in pieno, ma il cambio di pendenza nasconde qualche insidia, obbligandoci ad andare lunghi, con l'effetto di non riuscire ad immetterci sul rettifilo al meglio.

Le prime tornate scorrono quindi prendendo confidenza con il volante, assaporando tutte le sensazioni che riesce a trasmettere, mai tanto precise e realistiche; il numero di giri cresce rapidamente fino alle decine, tant'è il piacere di guida provato: iniziamo ad osare, guadagnando parecchi metri sulle staccate e abbassando progressivamente i tempi.
L'errore è però dietro l'angolo, complice la volontà di provare il volante nella maniera più genuina possibile e disabilitando qualsiasi aiuto il gioco metta a disposizione: nella fase di avvicinamento alla Roggia superiamo il punto di staccata, affondiamo il piede nel freno per cercare di recuperare; la mancanza dell'ABS porta al bloccaggio delle gomme anteriori e perdiamo parzialmente la direzionalità dell'avantreno. Tentiamo allora un recupero in extremis, allentando la pressione sul pedale e cercando di sfruttare il freno motore per scalare furiosamente; ci immettiamo nella prima curva a sinistra ma purtroppo la velocità è ancora troppo sostenuta, in pieno equilibrismo tagliamo la seconda in maniera netta, dimenticando che all'interno, subito dopo la fine del cordolo, sono presenti dei dossi artificiali messi proprio per evitare pratiche scorrette. Il contatto con l'anteriore destra è violento e l'auto si alza su due ruote, mentre il volante ci restituisce un colpo sulle braccia che ha l'effetto di una frustata. Ci ritroviamo così a ruotare il volante a destra e sinistra nel disperato tentativo di riprendere il controllo e solo sollevando il piede dall'acceleratore riusciamo ad evitare l'innesco di un effetto pendolo che molto probabilmente avrebbe portato ad un testacoda disastroso.
Questa è solo una breve descrizione dell'accuratezza con cui il CSL Elite è in grado di riprodurre le sollecitazioni della pista su gomme e sospensioni, anche in un titolo votato solo parzialmente alla simulazione come Project Cars.
Decidiamo pertanto di alzare la posta e carichiamo Assetto Corsa, supportato in maniera nativa.
Il titolo di Kunos, noto per il suo alto grado di simulazione, ci permette di scegliere una Lotus Exige e il Mugello come banco di prova: usciti dai box e compiuti un paio di giri di riscaldamento a ritmi rilassati, ci rendiamo rapidamente conto che il pedale del freno è troppo poco sensibile: anche esercitando una pressione molto alta non riusciamo mai a raggiungere il massimo dell'efficienza d'arresto del veicolo, come visibile anche dall'interfaccia minimale posta nell'angolo inferiore destro dello schermo e che monitora l'input di tutti e tre i pedali. Entriamo per questo nel menu di configurazione del volante, spostandoci con lo stick tra le varie voci e tenendo gli occhi sul piccolo display.

Trovato il settaggio BRF, che corrisponde a Break Force, abbassiamo leggermente il parametro e torniamo a guidare, percependo subito la differenza e verificando di conseguenza la bontà del sistema di configurazione ideato da Fanatec, indipendente dal gioco che si sta utilizzando e richiamabile in qualsiasi momento, senza dover abbandonare la pista.
Trovato il giusto bilanciamento, le pendenze e le curve cieche del circuito Toscano diventano un piacere da affrontare, con la tipica rigidità dell'auto britannica che permette di osare con un giusto compromesso di rischio, apprezzando le sensazioni offerte dal Force Feedback, anche in questo caso di ottimo livello.
Con Assetto Corsa sia la striscia di led contagiri che il display funzionano correttamente, con quest'ultimo ad indicare la velocità rispetto al rapporto del cambio visto in Project Cars, segno che anche tra il corsistico di Kunos e CSL Elite la compatibilità risulta totale.

La prova su PC

Dopo l'esteso test su PlayStation 4, la prova su PC diventa una pura formalità, in quanto i volanti Fanatec sono nati in ambiente Windows e vengono quindi riconosciuti in maniera istantanea dopo aver installato il driver. Nell'attesa del settimo capitolo, Forza Motorsport 6 Apex è ancora in grado di regalare grandi emozioni, soprattutto nel circuito di apertura di Rio De Janeiro, molto vario per quanto riguarda pendenze e superfici. Anche in questa condizione il volante Fanatec non si tira indietro e riesce a trasmettere in maniera molto analitica cosa accade sotto al telaio dell'auto, permettendo di anticipare perdite di aderenza e pattinamenti, dandoci in tal modo tutto il tempo necessario per ricorrere a manovre correttive.

Anche in questo caso decidiamo di alzare l'asticella e avviamo Dirt Rally, il simulatore di Codemasters riconosciuto universalmente tra i più impegnativi attualmente disponibili sul mercato.
L'abitudine di aumentare al massimo l'effetto del Force Feedback questa volta non paga, in quanto gli sterrati di Grecia e Galles mettono a dura prova la resistenza delle nostre braccia, nel costante tentativo di tenere in strada la nostra fidata Subaru Impreza. Abbassato l'effetto fino ad una soglia più gestibile, iniziamo a prendere confidenza con la resa del CSL Elite in una situazione differente rispetto alla pista e anche in questo caso le sensazioni restituite sono ottime, con la modularità del freno che diventa leggermente meno importante a favore dello sterzo, sempre reattivo anche sulla percorrenza di curve molto strette e - in particolare - nei tornanti.

Fanatec CSL Elite Fanatec CSL EliteVersione Analizzata PlayStation 4Con il CSL Elite, Fanatec compie un altro passo verso l'eccellenza: i materiali, la robustezza, la qualità costruttiva concorrono nella creazione di un'esperienza di guida che richiede sì enorme dedizione ma che è in grado di restituire grandi soddisfazioni. Nessun dettaglio è quindi lasciato al caso e sin dall'apertura della confezione si ha la netta sensazione di aver ben investito i propri soldi: si tratta di un aspetto importante, in quanto il kit che abbiamo avuto il piacere di provare supera di poco i 700 Euro di valore, una spesa impegnativa anche per un appassionato. Il divario qualitativo con i modelli di altri produttori presenti sul mercato è però netto: chi sceglie un volante Fanatec è sicuramente un amante dei racing game alla ricerca di qualcosa in più, che probabilmente possiede una postazione di guida di tutto rispetto e con alle spalle centinaia di ore spese sulle ricostruzioni virtuali dei più famosi circuiti sparsi ai quattro angoli del globo. Se fate parte di questa tipologia di pubblico, il CSL Elite andrebbe davvero preso in considerazione e potrebbe diventare il nuovo cuore pulsante della vostra preziosa postazione di guida. Per tutti gli altri, Fanatec rimane una garanzia e un buon investimento a lungo termine per passare dall’uso di un semplice gamepad ad una periferica solida, in grado di cambiare completamente l’approccio ai racing game.

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