Dark Messiah of Might & Magic: la recensione della versione Xbox 360

Il Messia oscuro sta per tornare, sapremo fronteggiarlo?

Dark Messiah of Might & Magic: la recensione della versione Xbox 360
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Pc
  • C'erano una volta i miti e le magie

    Quello di Might & Magic è uno dei franchise più noti del mondo dei videogames. Nato nel 1996 dalle menti della compianta 3DO, nel corso degli anni ha dato vita ad innumerevoli episodi ufficiali, ed altrettanti spin off (Heroes of..., Warriors of..., Crusaders of.., Legends of...) di qualità quasi sempre molto altalenante.Il gioco che andremo qui ad analizzare è il decimo della serie ufficiale, sviluppato dagli Arkane studios per Ubisoft. L'importanza di questo episodio è duplice: da un lato esso cerca di rinverdire la serie, dall'altro è il primo ad uscire sulle console di nuova generazione, ed in particolare sulla macchina targata Microsoft.Fra l'altro è bene sottilineare che Dark Messiah è uscito l'anno scorso su PC e che questa versione per Xbox ha subito svariate modifiche, non solo puramente grafiche ma anche dal punto di vista del gameplay.

    Orchi, streghe e calderoni

    La trama è, bene o male, carica di tutti i luoghi comuni tipici del fantasy più classico; l'ambientazione medievaleggiante, la presenza di strane creature, oscure profezie ed un legame non troppo chiaro fra politica, tecnologia e magia. Ma andiamo con ordine.Nel gioco impersoneremo un giovane di nome Sareth, figlio adottivo e allievo del potente mago Phenrig. Dopo molti anni di addestramento e studi, finalmente il vecchio maestro ci affiderà una missione importante: recuperare da un (classico) tempio abbandonato un misterioso cristallo che, a quanto pare, è correlato a certe guerre che combattute ai confini del mondo. Dopo il recupero, che -come potete immaginare- funge da tutorial alle meccaniche basilari di gioco, potremo finalmente abbandonare la nostra casa natale ed avviarci insieme al nostro sensuale spirito guida di nome Xana alla volta della città di Stonehelm. Una volta giunti lì saremo ammessi alla corte del saggio ed anziano Menelag, decano dei maghi, che ci narrerà alcune sue scoperte riguardo un misterioso teschio desiderato da tutti, demoni, umani ed orchi. Nottetempo però un Ghoul entrerà nella tenuta di Menelag e ruberà il prezioso cristallo, uccidendo il vecchio stregone e costringendoci ad un rocambolesco inseguimento in compagnia della giovane nipote di quest'ultimo. La vera avventura sostanzialmente parte da qui. Inutile dire che il protagonista si troverà ben presto invischiato in strambe visioni e che, guardacaso, scoprirà d'essere l'eletto che secondo una profezia vecchia di miglialia d'anni sconfiggerà il Messia Oscuro.Come si nota la trama non brilla certo per originalità, ma riesce nell'intento di catalizzare l'attenzione del giocatore almeno per le prime sessioni di gioco; il problema fondamentale risiede però nel modo con cui la vicenda avanza: le ormai abusatissime cut-scenes. Già i filmati prerenderizzati non sono il massimo in un Videogioco, dato che spezzano l'azione e interrompono il legame emozionale fra giocatore e "mondo giocato", se poi aggiungiamo che in Dark Messiah sono realizzate in maniera veramente squallida, utilizzando il motore di gioco con l'aggiunta di una punta di motion blur, potete ben capire il risultato finale. Si ha un vago senso di Deja vù, come se fossimo tornati ai titoli della metà degli anni '90 quando i programmatori, non sapendo come riempire i 700 Mb dei CD, infarcivano ogni gioco di filmati ed altri ammeniccoli. Ma non è solo in questo caso che il gioco mostra un game design fin troppo debitore al decennio scorso.

    Codice Sorgente

    Graficamente Arkane studios ha compiuto una scelta tutto sommato inusuale, comprando in licenza il pluripremiato motore Source di Valve, già dietro a capolavori come Half Life 2 e Portal, sperando forse di ottenere buoni risultati con il minimo sforzo. Se questo è avvenuto con la versione PC ne siamo felici, ma su Xbox la situazione è davvero sconsolante; complici le difficoltà strutturali nell'adattare il Source ad una piattaforma chiusa come le console e le oggettive debolezze del motore stesso (mostrate anche dal recente Orange Box) che sulle GPU ATI pare far fatica a superare i 30 frame al secondo, nella conversione da PC ad Xbox i grafici di Arkane hanno evidentemente deciso di semplificarsi la vita, optando per un generale downgrade della qualità grafica anziché sull'ottimizzazione delle risorse.Il risultato è, ovviamente, pessimo: texture enormi e slavate (soprattutto sui muri e sui modelli dei mostri), orizzonte visivo insignificante e, soprattutto, animazioni da cartone animato russo degli anni '40. Fra l'altro si devono sottolineare svariati casi di texture apparse all'improvviso e di compenetrazioni piuttosto rozze, tutte cose che pensavamo esserci lasciati alle spalle da ormai qualche anno.Un discorso a parte va fatto per la fisica e per gli effetti particellari, da sempre vanto del motore targato Valve: anche qui gli Arkane sono riusciti a peggiorare le cose, semplificando il modello fisico per non si sa bene quale motivo, dando luogo a fenomeni tristissimi come corpi che vengono sparati in aria dopo un colpo di bastone o bicchieri che, se lasciati cadere dalla giusta altezza, possono ammazzare un drago corazzato.Anche gli effetti particellari hanno subito un trattamento non certo di favore, ridotti a semplici sprite in due dimensioni che si muovono meccanicamente; hanno anche la stramba proprietà di bruciare le carni (nostre e dei nemici) ma, al contempo, non il legno delle casse.Concludendo la disamina tecnica, insomma, non si può non essere dispiaciuti per l'uso così dozzinale fatto di un motore in grado, nelle mani giuste, di produrre risultati di ben altro rilievo.

    Swhoos, sbang, plop....plop?!

    Un paragrafo apposito va, però, dedicato al sonoro, di solito sottovalutato nei giochi, ma che quando è ben fatto contribuisce non poco all'immersione del giocatore. Non è questo il caso di Dark Messiah. Le musiche sono poco ispirate e fanno incetta della più banale tradizione celtica ed operistica, ma sono gli effetti sonori che scioccano: montati assolutamente a caso, non rispondono a nessuna logica: estraendo una spada sentiremo un rumore simile a quello di un jet in partenza, ma lanciando un incantesimo si sentirà lo stridore del ferro. Lasciamp alla vostra immaginazione l'effetto che il gioco riesce ad ottenere.Nota positiva invece per il doppiaggio, ben caratterizzato e con un ottimo lip-sync.

    Il gamedesign, questo sconosciuto

    Parlando più specificatamente del gameplay vero e proprio, il gioco offre un feeling piuttosto strano: nonostante la visuale in prima persona, non possiamo parlare di Dark Messiah come di un FPS ma non siamo neppure davanti ad un RPG occidentale a là Oblivion. Infatti un'altra discutibilissima scelta dei curatori della versione per Xbox è stata quella di tranciare senza mezzi termini la componente ruolistica del gioco: l'albero delle abilità è infatti sparito ed al suo posto l'unica scelta che possiamo fare è all'inizio dell'avventura, fra le tre classi di base (Guerriero, Ladro e Mago) affidando lo sblocco successivo delle abilità ad un sistema automatico. Decisamente troppo poco per un gioco che vorrebbe farsi strada in un settore dominato da pezzi da novanta come Mass Effect o Oblivion.Togliendo l'albero delle abilità, poi, s'è eliminata l'unica possibilità per il giocatore di prendere delle scelte vere; la trama in sé, infatti, non prevede alcuna sub-quest, e procede con una linearità da far invidia ai peggiori RPG di stampo nipponico. Non esiste un mondo in cui possiamo muoverci liberamente, parlando o accettando incarichi diversi da quelli principali. L'unica cosa che possiamo fare è andare dal punto A al punto B, attendendo l'inizio del nuovo filmato e le nuove indicazioni su cosa fare. Deprimente, per un gioco uscito nel 2008.Anche l'intelligenza (o dovremmo dire la mancanza d'intelligenza) dei nemici sfiora il parossistico; gli avversari si lanceranno contro di noi senza tema e, soprattutto, senza un minimo pattern d'attacco personalizzato: guardie, orchi, non morti, giganti, tutti hanno una sola azione disponibile: lanciarsi a testa bassa contro di noi. Poco importa se sono armati d'arco o di spada, ce li troveremo sempre a pochi centimetri dal naso, tentando di menar fendenti o di colpirci in altro modo. Non poche volte poi, accade che i nemici si blocchino dietro a qualche colonna od a qualsiasi ostacolo continuando a camminare in avanti, diventando preda fin troppo facile per il giocatore.Nemmeno sul versante multiplayer Dark Messiah fa faville: la modalità Live si riduce ad un semplicissimo deathmatch tutti contro tutti, senza arte ne parte. I giocatori si dividono fra umani e non morti e si affrontano, con la possibilità di scegliere la classe che preferiscono.  Sviluppata in fretta e furia, questa raffazzonata modalità finisce per non accontentare nessuno, né i veterani che cercano giochi sicuramente più profondi, né i giocatori casuali che probabilmente la ignoreranno.

    Dark BUG of Might and Magic

    A peggiorare il tutto intervengono poi fastidiosi bug che minano ancor di più la già scricchiolante esperienza di Dark Messiah, più di una volta infatti c'è capitato che gli NPC sparissero rendendo impossibile l'avanzamento nella storia. E' possibile anche rimanere incastrati in qualche angolo, oppure ancora "uscire" dal mondo di gioco, trovandosi a vagare nel nulla più assoluto. Il baco peggiore però é capitato nelle prime ore di gioco quando, uscendo dalla casa di Menelag Dark Messiah s'è piantato, costringendoci a resettare brutalmente la console corrompendo il salvataggio con tre ore di gioco alle spalle. Dobbiamo per forza di cose constatare un beta testing dozzinale che va a colpire in profondità un gioco che già non brilla in nessun campo.

    Dark Messiah of Might & Magic Dark Messiah of Might & MagicVersione Analizzata Xbox 360In definitiva questo porting è un utile vademecum su come NON convertire un gioco da una piattaforma all’altra; programmazione superficiale, grafica non all’altezza e gameplay poco significativo spingono Dark Messiah ben sotto alla soglia della sufficienza. Consigliamo a chi ne ha la possibilità di giocare la versione per PC, più curata e completa da ogni punto di vista. Tutti gli altri, purtroppo, dovranno aspettare ancora una buona incarnazione di Might & Magic su console.

    5

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