Darkest Dungeon: Recensione del DLC The Crimson Court

Con il DLC Crimsoun Court, Darkest Dungeon si trasforma in un'esperienza ancor più crudele e proibitiva: pronti ad affrontare un morbo implacabile?

Darkest Dungeon: Recensione del DLC The Crimson Court
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  • PSVita
  • Pc
  • PS4
  • Switch
  • Rendere ancora più cattivo un gioco come Darkest Dungeon non è un'impresa semplice. Non bastavano le malattie, la follia, i tratti negativi, i dungeon casuali e la morte permanente: Red Hook Studios ha deciso di giocare al rilancio con il DLC Crimson Court, con il quale le nostre disagiate avventure divengono ancor più traumatiche. Questa volta i sotterranei si tingono di rosso, più precisamente di un rosso color sangue che ammorberà una già devastata landa, che di tutto aveva bisogno tranne che di un'invasione vampiresca. Noi di abbiamo ricevuto il nostro invito a corte: saremo riusciti a placare la nostra sete?

    Vampiri libertini

    È proprio grazie ad un biglietto lasciato a cadere a terra durante una missione che è possibile accedere alla Corte, la nuova area che caratterizza il DLC dal punto di vista contenutistico. Fin dai primi passi nei corridoi di questi tetri giardini è facile cogliere l'orientamento stilistico che predomina nei dungeon, i quali offrono un intrigante contrasto fatto di grigi e rossi, nonché un roster di nemici completamente inedito.

    I vampiri si manifestano infatti in forme più o meno consuete, dalle zanzare giganti ai loschi figuri che sembrano usciti da un ricevimento settecentesco a base di parrucche canute e brindisi sanguigni: una scelta ben delineata che tiene testa alle già ottime filosofie delle aree esistenti. Ed è così che, tra uno scontro e l'altro, ci si rende conto di avere a che fare con qualcosa di subdolo, che trama nell'ombra, perché tutto sembra andare fin troppo liscio: almeno fino a quando uno dei nostri eroi non contrae la pericolosa Maledizione Cremisi. Da quel momento in poi l'esperienza di Darkest Dungeon assume sfumature davvero drammatiche, demolendo qualsiasi speranza o esperienza pregressa per poi catapultarci in una spirale di delirio che non farà altro che peggiorare settimana dopo settimana. Gli infetti da tale malanno rischieranno infatti di appestare gli edifici che visiteranno, aumentando di volta in volta le probabilità di passare la Maledizione Cremisi a un altro, ignaro eroe. Così facendo, l'eventualità che le scorte di sangue risultino insufficienti per placare la sete di tutti diventerà inevitabilmente una certezza, rendendo problematico inviare gli ammorbati in missione, poiché inizierebbero a divorarsi tra loro. Ottenere il prezioso fluido rosso è una mera questione di fortuna ed è qui il primo punto critico di Crimson Court, in quanto la presenza del DLC impatta enormemente sull'aspettativa di vita degli avventurieri.

    In più di un'occasione si rivelerà molto più comodo liberarsi dei malati, piuttosto che tentare di tenerli al sicuro in città nella speranza di una cura, che -per inciso- può essere effettuata solo una volta terminata la nuova mini-campagna. E, per coloro che già pregustano un rush attraverso le quattro (scriptate) missioni, sarà doloroso sapere che ad ogni ingresso in tali sotterranei sarà necessario avere un invito consumabile, ottenibile esclusivamente ricorrendo ad un po' di grinding nelle altre zone. Oltretutto, se si esclude il livello introduttivo che è di dimensioni "umane", negli altri casi i labirinti richiedono lunghe sessioni di esplorazione, nonché la suddivisione della medesima in più parti, onde evitare che il proprio team finisca dilaniato dalla follia e dalla fame. Questa meccanica è interessante, poiché consente un approccio progressivo e diluito nel tempo al DLC, che, al netto di un quantitativo risicato di missioni, riesce a intrattenere per almeno una quindicina di viaggi, ammesso che vada sempre tutto secondo i piani.
    Quel che è certo è che Crimson Court non è un contenuto affrontabile con la fretta o con la smania di raggiungerne subito la fine, poiché infliggerebbe delle severe batoste a chiunque sia abbastanza presuntuoso da buttarcisi a capofitto. Questo è vero tanto per chi deciderà di iniziare una nuova avventura comprensiva del DLC, quanto per i veterani che lo abiliteranno in un villaggio già rodato: in entrambi i casi vi è un livellamento automatico del pacchetto, il quale impone un'attesa tra una missione e l'altra che potrebbe non piacere a tutti. Tale scelta ha ripercussioni soprattutto sull'atmosfera del gioco, che diventa sempre più pesante man mano che le settimane trascorrono, e di conseguenza vediamo anche allontanarsi la speranza di trovare una cura per una malattia che divora lentamente tutti i nostri personaggi, e contro cui spesso ci si sente davvero inermi. Il fatto che alcuni "untori" della maledizione inizino addirittura a popolare gli altri sotterranei dell'edizione base rende l'esperienza davvero hardcore e, pertanto, se ne consiglia l'approccio solo a chi abbia già interiorizzato appieno le dinamiche di Darkest Dungeon. Molto apprezzata è comunque la possibilità, in ogni slot di salvataggio, di applicare o meno i contenuti del DLC, raggruppati in 3 comodi sottoinsiemi. In questo modo l'acquisto di Crimson Court non diventa per nulla vincolante e, anzi, può servire da rafforzativo per i neofiti nell'ottica di godersi con calma una parte già dura del titolo, per poi avvicinarsi, in un secondo momento, a qualcosa di ancor più doloroso.

    Mai una gioia?

    Messo in questi termini, Crimson Court potrebbe sembrare un mero innalzamento della difficoltà che non concede alcuna fonte di sollievo per i giocatori, ma in realtà i ragazzi di Red Hook Studios hanno pensato anche a come controbilanciare i disagi causati dalla Corte. In città è arrivato infatti il Flagellatore, un nuovo eroe particolarmente intrigante che basa la sua strategia (per l'appunto) sulla sofferenza autoinflitta, sul sanguinamento e sulla cura. Si tratta di un membro del party abbastanza complesso da incanalare in un ruolo ben definito, in quanto può adattarsi in base alle situazioni, risultando davvero utile specialmente quando si ha a che fare con i nemici più coriacei. La capacità di sostentamento quando il dolore si fa troppo elevato rende il Flagellatore un buon "prima linea" per le formazioni più aggressive, ma in generale sembra preferibile posizionarlo in sicurezza dietro un tank. Complessivamente ci è sembrata una classe non particolarmente sbilanciata, ma utile e divertente da giocare, anche solo per donare un po' di freschezza a un gameplay che, specialmente dopo un centinaio d'ore, può iniziare a stancare nella sua monotonia.
    Anche la città ha subito degli interventi strutturali, offrendo 12 nuovi edifici per potenziare la progressione della propria missione e facilitare parzialmente il recupero da situazioni disastrose. Si può guadagnare una percentuale sull'oro accumulato ogni settimana, migliorare determinate classi, ottenere sangue regolarmente e altro ancora, il tutto a patto di possedere discreti (per non dire "enormi") quantitativi di materiali da crafting. Riuscire a costruirsi tutti i nuovi fabbricati richiede infatti tanto tempo e tanta pazienza, soprattutto se si è iniziata una partita da zero e le priorità riguardano ben altre strutture più importanti. Risulta abbastanza palese che tale add-on sia indirizzato, su questo fronte, agli esploratori di lunga data o a coloro che siano intenzionati a ricominciare tutto da capo per affrontare almeno 150 settimane in compagnia dei propri eroi, poiché le richieste sono davvero elevatissime e, in alcuni casi, non del tutto giustificate.

    Siamo quindi di fronte a un aiuto proporzionato rispetto all'aumentare della sfida? In realtà no, poiché la nuova classe non risulta particolarmente OP rispetto alle altre e, allo stesso tempo, gli edifici potranno essere eretti solo da una ristretta cerchia di giocatori, rendendoli un lontano miraggio per la maggior parte degli avventurieri. Se, quindi, il vostro timore poteva risiedere in un eccessivo trattamento di cortesia da parte del team di sviluppo, state pur tranquilli: sul fronte della difficoltà, il bastone supera di gran lunga la carota.

    Darkest Dungeon Darkest DungeonVersione Analizzata PCCrimson Court è un contenuto estremo come pochi, che non può essere compreso appieno fino a quando non si decide di scontrarsi frontalmente con le sue innumerevoli difficoltà. I pochi livelli che costituiscono il DLC sono sufficienti a garantire ore e ore di gioco aggiuntivo rispetto alla campagna base, alterando completamente gli equilibri e distruggendo le certezze dei giocatori più esperti, ma potrebbero causare non poche frustrazioni ai novellini della produzione. La variabile del sangue, che sembra poca cosa in un titolo così complesso, costringe a considerare diversamente il proprio roster di personaggi e il valore che si dà alla vita di ognuno. La presenza di una nuova classe giocabile e di edifici inediti in città riescono solo in parte a controbilanciare l’ostica trama di cui è composto questo diabolico contenuto, che sembra essere nato volutamente per rendere l'esperienza più ardua a quei “saputelli” che si vantano di avere vita facile nelle temibili lande di Darkest Dungeon. Consigliatissimo, ma solo se vi sentite in sintonia con la filosofia del Flagellatore.

    8

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