Recensione Deadly Premonition: The Director's Cut

Versione riveduta e corretta di uno dei giochi più controversi di questa generazione

Recensione Deadly Premonition: The Director's Cut
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Disponibile per
  • PS3
  • Pc
  • Che quello a Greenvale non sia un viaggio come tutti gli altri lo si intuisce praticamente subito. Bastano due inquadrature -una su un gioioso e inquietante duo di gemelli, l’altra su una splendida donna assassinata e legata ad un albero- per avere la netta sensazione che Deadly Premonition sia un prodotto molto particolare.
    Sensazione che persiste e si amplifica nel corso dell'avventura, quando ci si confronta con un titolo spiazzante, senza fermezza, oscuro persino nelle chiavi di lettura. La trama è schizofrenica, il pessimo comparto grafico stride con l’ispiratissimo art design che tanto deve alla Twin Peaks di David Lynch, e il gameplay deve fare i conti con momenti di estrema lucidità affiancati ad altri che definire agghiaccianti è riduttivo.
    Nella sua versione Director’s Cut, Deadly Premonition non guadagna molto, come vedremo, ma non perde neanche un grammo del suo fascino. Un fascino che non conquisterà tutti, ma che rende la fatica di Access Games uno dei videogiochi più particolari e intriganti di questa generazione.

    Un gioco tutto da interpretare

    Difficile definire Deadly Premonition: The Director’s Cut un survival horror. Nonostante non manchino inquietanti presenze da eliminare a suon di mazzate o affidandosi alla propria pistola d’ordinanza, non si possono ritenere queste sezioni il cuore pulsante del gioco. Non stiamo insomma parlando di un clone di Resident Evil, e nemmeno di un Silent Hill, a dirla tutta. Il gioco non vuole tenervi coi nervi a fior di pelle, e di sicuro non vi ricorderete di Francis York Morgan, agente dell’FBI protagonista della vicenda, per le sue doti da ammazza-mostri. Meglio parlare quindi di un’avventura dai toni inquietanti che spesso riporterà alla memoria il già citato telefilm ("Serial", ai tempi, non si usava) diretto da Lynch, piuttosto che lo splendido Alan Wake di Remedy Entertainment.
    Punto di forza del gioco, come noto, è la sceneggiatura, che supera in men che non si dica la limitatezza della trama in sé. Ciò che riesce meglio a Deadly Premonition: The Director's Cut non è infatti stupire l'audience con un'emozionante sequela di colpi di scena o stordirlo con un intreccio narrativo disseminato di scatole cinesi e cliffhanger. Il plot riesce certo nell'intento di tenere con il fiato sospeso sino allo smascheramento del diabolico omicida, ma definirlo di per sé originale sarebbe forse troppo.
    La vera ricchezza del titolo va dunque ricercata nella vivacità del cast virtuale messo in scena, nei toni di ogni dialogo e nella sensazione di avere a che fare con una piccola cittadina pulsante di vita propria.
    Le indagini porteranno l’agente York a interfacciarsi con i personaggi più disparati. Sebbene non manchino figure estremamente stereotipate, consapevolmente e volutamente tali, queste ben si mescolano con autoctoni dai tratti psicologici ben più sfaccettati. Entrare in sintonia con ognuno di loro, protagonista compreso, è tuttavia un processo sostanzialmente impossibile. Gli sceneggiatori infatti non perdono occasione per alienare l'utente, facendolo spettatore di conversazioni che virano bruscamente verso il ridicolo, o inserendolo in contesti surreali e totalmente inspiegabili (almeno in un primo momento).
    Da questo punto di vista bisogna essere preparati e privi di pregiudizi: Deadly Premonition: The Director's Cut non si prende mai troppo sul serio e si preoccupa di sviluppare le sue tematiche diluendole con maestria in una struttura spesso incoerente e incomprensibile.

    La stessa Greenvale è una macro-espressione di questo principio. Esplorandola liberamente, a piedi o sui mezzi forniti dalla polizia locale, scoprirete una piccola cittadina abitata da persone occupate a vivere le proprie vite, ma non per questo prive di lati oscuri, sinistre passioni o misteri da sciogliere.
    L’impianto narrativo nel suo complesso è quindi il vero quid del gioco. Da qualsiasi angolazione lo si guardi, la cura riposta dagli sceneggiatori si percepisce costantemente, sebbene non è detto che tutti apprezzino alla stessa misura l’antitetica e ambigua epopea dell’agente York.
    Se si trattasse di un film, insomma, Deadly Premonition: The Director's Cut potrebbe tranquillamente definirsi un cult. Invece qui stiamo parlando di un videogame, e dobbiamo continuare la nostra analisi spostandoci nel campo del gameplay. E qui purtroppo la creatura dell'eclettico game designer "Swery" Suehiro mostra il fianco a qualche critica di troppo.
    Come già anticipato, nel corso delle indagini vi capiterà di dover affrontare creature a metà strada tra zombie e fantasmi, in fasi action intervallate da semplici enigmi da risolvere. La facilità con cui i nemici si lasceranno abbattere, unita a un ritmo d’azione per nulla sostenuto, fanno sì che la progressione risulti abbastanza moscia e poco consistente. A peggiorare le cose inoltre, ci si mette anche un sistema di mira per nulla fluido né preciso.
    Per fortuna le attività dell'agente York non si esauriscono troppo in fretta. L'anima free roaming della produzione si fa sentire, presentando una serie di missioni che trascineranno il protagonista in lungo e largo per Greenvale. Che si tratti di semplici interrogatori, con tanto di scelte multiple sul come e cosa dire, veri e propri rompicapo o operazioni di recupero di specifici oggetti, il gameplay ne guadagna in freschezza e varietà, pur ripresentando i difetti di un sistema di controllo macchinoso e mai troppo reattivo. Peccato dunque che l'aspetto un po' grezzo della produzione sia sempre lì a funestare il giocatore, smussando parzialmente l'appeal dell'avventura, affossata da difetti tecnici o di progettazione e arrembante, ancora una volta, in quei momenti più assurdi e surreali.

    Le novità di quest’edizione

    Ma cosa fa di quest’edizione una Director’s Cut? A ben vedere molto poco.
    Tanto per cominciare l’acclamato upgrade grafico si esaurisce in verità in una risoluzione maggiore. Le texture ne hanno sicuramente beneficiato, ma a che pro se poi a soffrirne è il frame-rate? Girare la telecamera significa assistere impotenti a un rallentamento dietro l’altro con un effetto alla lunga molto fastidioso. Anche i tempi di caricamento sono sensibilmente lievitati, a tutto svantaggio del ritmo.
    Fortunatamente non è stato toccato di una virgola l’art design: indiscutibile pregio del gioco e capace, in parte, di far soprassedere sulle legnosissime animazioni, sui modelli poligonali poco dettagliati e sugli imbarazzanti casi di pop-up.
    Intatto invece il sonoro. L’intrigante OST, che merita almeno un ascolto anche a console spenta, e l’ottimo doppiaggio in inglese sono al loro posto, così come i pessimi effetti che sembrano riciclati da una produzione di serie B dell’epoca PSOne.

    Stuzzicanti aggiunte quelle del 3D, non così performante a dire il vero, e il supporto al Move. Sostituendo il Dualshock 3 le magagne relative al sistema di controllo vengono in parte eliminate, ma scordatevi che tutto fili liscio come l’olio: il set di comandi resta zoppicante e vi basterà mettervi al volante di un’auto per rimpiangere il pad classico della PS3.
    Lievi le aggiunte contenutistiche: mancano ad esempio missioni aggiuntive (visto il tempo trascorso dalla release originaria ci aspettavamo qualcosa in più), mentre la trama è stata solo debolmente ampliata con una serie di nuove scene d’intermezzo. Queste, per lo meno, hanno il pregio di spiegare (o offuscare ulteriormente) alcuni aspetti del plot. Resta comunque troppo poco per tutti coloro che si aspettavano pesanti rivelazioni o nuovi misteri.
    Se vi state chiedendo se valga la pena di comprare questa versione pur avendo già giocato l’originale, crediamo di avervi ampiamente risposto: le nuove feature e contenuti sono fin troppo pochi e poco rilevanti per giustificare un nuovo acquisto.

    Deadly Premonition: The Director's Cut Deadly Premonition: The Director's CutVersione Analizzata PlayStation 3Per una volta, accettate il consiglio: lasciate perdere il voto a fondo pagina. Non c’è niente di più riduttivo che voler giudicare un titolo come Deadly Premonition secondo parametri schematici. Il titolo di Swery, anche in questa edizione per PS3, resta un prodotto controverso, afflitto da numerosi problemi di matrice tecnica, criptico e straniante. Ma allo stesso tempo è un videogioco incredibilmente affascinante, proprio per il suo insistito anticonformismo. Accettare di vestire i panni dell’agente York significa scendere a compromessi con un sistema di controllo impreciso e con un comparto grafico che ha più a che fare con una PS2 che con una PS3. Ciononostante è facilissimo restare incollati allo schermo, nel tentativo di scoprire identità e movente dell’assassino, mentre si scoprono i mille segreti di una cittadina viva e vibrante, e ci si scontra con personaggi tratteggiati in maniera eccellente. Deadly Premonition è una perla imperfetta, che risplende grazie a una sceneggiatura impareggiabile surreale, sopra le righe, attentissima ai dettagli. Consigliatissimo a chi non ha paura degli esperimenti e vuole giocare qualcosa di davvero unico. Se avete già avuto il piacere su Xbox 360, invece, potete tranquillamente rifiutare un secondo giro: le aggiunte di questa Director’s Cut sono piuttosto superflue, e proprio in virtù di questa superficialità nel confezionamento della nuova edizione, nonostante il prezzo budget dobbiamo bacchettare un po' il team di sviluppo.

    8

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