Recensione DEFCON - Everybody Dies

Introversion fa la conta dei caduti

Recensione DEFCON - Everybody Dies
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  • Pc
  • Evolvere per meglio distruggere

    Se le varie iterazioni di FIFA, Need for Speed ed altre commercialissime perle del panorama videoludico vi hanno lasciato il tempo di guardare altrove, forse vi sarà giunta voce di un certo Uplink o, più probabilmente, di Darwinia, due titoli della sempre più promettente Introversion Software. Forte di un modello di distribuzione quasi esclusivamente online, questa software house è riuscita ad imporsi come vero e proprio baluardo di un movimento indipendente volto a riscuotere un successo non solo critico ma anche commerciale.
    Dopo il pluri-osannato Darwinia, vincitore indiscusso dell'ultimo Indipendent Game Festival, Introversion torna a dimostrarci che non occorrono licenze miliardarie né budget faraonici per produrre titoli di qualità.
    Non si può fare a meno di notare una certa ironia (o fatalismo) nel far seguire a Darwinia, prodotto impregnato di una morale evoluzionista ispirata dall'omonimo scienziato, un gioco incentrato sulla distruzione umana su larga scala come questo Defcon...

    Defence Condition

    I più attenti avranno già ricollegato il termine "Defcon" all'immagine di uno degli innumerevoli centri di comando militare visti al cinema o in TV: a maggior ragione se qualcuno si ricorda di un vecchio capolavoro della "nerd-culture", un certo Wargames che vedeva un allora giovanissimo (siamo nel 1983) Matthew Broderick nelle vesti di un hacker responsabile di un vero e proprio olocausto nucleare simulato. In una scena del film, i personaggi assistono impotenti alla rappresentazione grafica della suddetta catastrofe scatenata da un'intelligenza artificiale un po' sgangherata. Defcon trova la sua ispirazione proprio da questa scena, fino a riprenderne la stessa rappresentazione grafica osservata nel film.
    Defence Condition, o meglio, "Defcon", è il nome dato al livello di sicurezza osservato dalla difesa militare americana. Defcon 5, tutto normale; a Defcon 3 le regole d'ingaggio "convenzionale" entrano in vigore; Defcon 1...beh...avete previsto un bunker in giardino?
    Ben più che semplici richiami stilistici, i vari livelli di Defcon scandiscono il progredire di ogni partita che potrà giungere ad un solo apocalittico esito. Questa è la fredda premessa del gioco: "everybody dies", "tutti muoiono"...le vittime si conteranno inevitabilmente in milioni e poche città sopravvivranno al bombardamento atomico.
    Non si gioca per vincere, si gioca perdere meno, per sopravvivere.

    Guerra fredda

    Questa premessa trova riscontro nella rappresentazione grafica del gioco, fredda ed al contempo poetica, quasi eterea nel mostrarci la fine del genere umano.
    Ogni elemento sulla mappa è rappresentato da icone elementari: flotte, radar, basi aeree e missili intercontinentali che si incrociano, lassù, sopra ad un oceano, prima di dirigersi verso i bersagli rispettivi. L'impatto di una testata nucleare ha per unico effetto di scatenare un piccolo fungo luminoso accompagnato da una scritta lapidaria: Roma, 5 milioni di morti.
    Malgrado la posta in gioco sia alta, Defcon opta quindi per un approccio distaccato, alimentato da una serie di piccoli tocchi di classe come la colonna sonora molto "minimal" ,corredata da timidi colpi di tosse, proprio come ci aspetteremmo di udire in una sala di comando intenta a pianificare un'offensiva di questa portata. Oltretutto, Defcon è visivamente molto ricercato: anche se al primo colpo d'occhio tutto sembra estremamente semplice, fin dalla prima partita lo stile artistico del gioco appare estremamente coerente e ricco di chicche e dettagli. Con la rotella del mouse è possibile zoomare a volontà in maniera del tutto fluida per meglio apprezzare un botta e risposta atomico. L'interfaccia è relativamente semplice d'accesso ed è previsto un tutorial per semplificarne l'apprendimento. Rimane l'ostacolo della lingua, per ora esclusivamente in inglese, ma la semplicità intrinseca del gioco dovrebbe facilitarne l'approccio anche ai più anglofobi.

    5,4,3,2,1...

    E' difficile catalogare Defcon in un genere particolare. Non vi sono né unità né risorse e lo svolgimento di una partita, di cui la durata è solitamente compresa tra i 30 e i 50 minuti (in funzione della velocità di gioco scelta tra le 5 disponibili), segue le tappe predefinite dai 5 livelli di defcon, all'interno delle quali il giocatore deve tentare di organizzare al meglio le proprie risorse offensive e difensive in vista dell'inevitabile finale.
    A Defcon 5 e 4, vanno disposte le infrastrutture, essenzialmente di tre tipi: basi aeree, silos nucleari (anche in gradi di operare in modalità antimissile) e radar. Sempre in questo frangente della partita, le unità vanno disposte sulla mappa, entro un'aera limitata in funzione del continente d'appartenenza. Il giocatore dispone tre tipi di unità navali (portaerei, corazzate, sottomarini) ed i primi caccia e bombardieri possono essere mandati in ricognizione (o meglio: "avvicinamento strategico").
    Defcon 3 è la tappa che segna l'inizio delle ostilità mediante armi convenzionali...da qui in poi, è pura escalation e gli scontri in mare e in cielo dominano questa fase della partita fino al raggiungimento del fatidico Defcon 1. A questo punto, ogni giocatore è libero di gestire il proprio arsenale atomico come meglio crede. Lanciare subito con la speranza di disintegrare l'avversario (in particolare le sue postazioni missilistiche, per prevenire il contrattacco) oppure aspettare che la difesa antiaerea difenda il difendibile e che il nemico riveli le sue piattaforme di lancio, prima di liberarci sopra un inferno di fuoco. Per fortuna, lo sforzo strategico richiesto da questo Defcon non si limita ad un puro esercizio di timing, ma nasconde, sotto l'apparente semplicità, molte altre sottigliezze in grado di infoltire le possibilità tattiche e strategiche di partita in partita.
    Innanzitutto va precisato che, per quanto riguarda le unità e le strutture, queste dispongono di comandi limitati, ridotti essenzialmente ad una doppia funzionalità. I sottomarini possono silurare le navi nemiche ma anche lanciare qualche missile nucleare: capacità condivisa dai bombardieri. La doppia funzione di maggior rilievo è senza dubbio quella dei silos missilistici, al contempo armi di distruzione di massa e postazioni di difesa (terrestre, aerea e missilistica).
    Se la logica di gioco è semplice da afferrare, ben presto ci si rende conto che la vittoria dipende dalla capacità nel sovraccaricare le difese avversarie: in altre parole, lanciare un'unica testata verso una città nemica risulta nell'abbattimento quasi immediato dalla postazione difensiva più vicina. Meglio allora puntare sul lancio simultaneo di dieci missili nucleari puntati su altrettanti obbiettivi ravvicinati, per vedere le difese incapaci di star dietro ad ogni minaccia (e… Boom! 20 milioni di morti. Brivido? Ma quale brivido?).
    I dettagli da gestire non sono così pochi come suggerito dalla prima impressione. Col susseguirsi delle partite, un certo numero di nuove tattiche appaiono più evidenti e la differenza (in ampiezza e posizione) tra le fazioni garantisce una buona dose di imprevedibilità. Ricordiamoci che quello che ci accingiamo ad incenerire, è il nostro pianeta così come lo conosciamo: difendere un'area come l'Europa, con i suoi centri abitati ravvicinati, richiede un ben diverso dal difendere l'Africa o l'Asia, più estese e potenzialmente più vulnerabili.

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    Ovviamente, Defcon è un titolo pensato per essere giocato principalmente online, contro avversari umani: anche se un po' di allenamento con l'IA del gioco non guasta mai, i suoi limiti in termini di creatività si fanno vedere presto.
    Per fortuna il multiplayer è all'immagine del resto del gioco: curato nei minimi dettagli. Nessun lag né problemi evidenti di connessione se non quelli dipendenti dalla connessione del server, sempre presenti in buon numero. La velocità di gioco può essere scelta individualmente da ogni giocatore e quella minore tra quelle scelte viene imposta a tutti i giocatori, non senza provocare qualche arrabbiatura occasionale.
    Oltre alla possibilità di giocare a squadre o creare alleanze (per esperienza, non molto durature), le variazioni sul modello di gioco normale non mancano: dallo SpeedDefcon da giocare a velocità massima, all'Office Mode da giocare alla velocità più lenta (pensato per gli impiegati troppo produttivi), i diversivi non mancano ed il motore di gioco è previsto per essere moddato a piacimento.
    Un ultimo, importante dettaglio che dovrebbe togliere qualsiasi dubbio rimasto: il prezzo ridottissimo. Per l'onestissima somma di 15$ dollari è possibile ottenere una versione in download dal sito ufficiale, per 5$ di più è possibile ricevere, a casa propria, una copia inscatolata.

    DEFCON - Everybody Dies DEFCON - Everybody DiesVersione Analizzata PCDefcon è una di quelle perle rare che terrete a lungo sull’hard disk come perfetto complemento a titoli più impegnativi. La semplicità del titolo è solo superficiale e il lavoro di precisione effettuato dai ragazzi della Introversion è palese. Nato da un’idea originale e concretizzata con tanta maestria e “savoir faire”, Defcon è uno di quei titoli che riempiranno quegli innumerevoli “30 minuti” di troppo tra due attività; è la versione hardcore gamer del solitario e del campo minato (ehm, fiorito) e l’unico difetto che riusciamo a trovargli è proprio quello di non essere fornito con Windows.

    8.0

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