Delta Force Black Hawk Down: recensione del tie-in per PC

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Delta Force Black Hawk Down: recensione del tie-in per PC
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  • DELTA FORCE: BLACK HAWK DOWN

    Delta Force: Black Hawk Down é l'ultimo gioco d'azione della serie Delta Force, realizzata da Novalogic. Il software (su di un unico CD-ROM) è in inglese mentre il manuale è in italiano.

    Restore Hope

    Alla fine del 1992, a causa della drammatica situazione venutasi a creare in Somalia a causa della carestia e della guerra civile, l'allora presidente degli Stati Uniti George Bush (versione 1.0 - il padre dell'attuale presidente USA) autorizzò l'invio di una forza di spedizione nel Paese africano allo scopo di assicurare la distribuzione di aiuti umanitari alla popolazione. L'operazione, originariamente destinata a terminare con il mandato presidenziale, fu ripresa dall'amministrazione Clinton con l'ulteriore scopo di pacificare la Somalia e disarmare i clan che si contendevano il controllo del territorio. Posta sotto comando ONU e rinforzata da un contingente internazionale, Restore Hope si trasformò in un pasticcio logistico senza un autentico obiettivo militare che perse rapidamente il consenso dell'opinione pubblica anche a seguito dei numerosi attacchi dei guerriglieri alle truppe ONU. Quando il 3 Ottobre 1993, durante una missione volta a catturare alcuni capi del clan Habr Gedir due elicotteri UH-60 furono abbattuti e 18 soldati americani uccisi, l'operazione perse completamente il sostegno pubblico e mise in moto gli eventi che costrinsero il presidente Clinton a ritirare le truppe USA dalla Somalia. Gli eventi di quel giorno, narrati da Mark Bowden nel suo bestseller Black Hawk Down hanno ispirato l'omonimo film di Ridley “Blade Runner” Scott.

    Delta Force: Black Hawk Down non si limita a ricostruire gli eventi del 3 Ottobre 1993, ma mette il giocatore nei panni di un soldato americano in Somalia durante una serie di missioni che portano alla disperata battaglia per le strade di Mogadiscio. BHD, in modalità giocatore singolo consente di scegliere ogni volta tra 3 missioni, il completamento di una delle quali ne sblocca un'altra: le missioni variano dalla scorta ai convogli ONU al soccorso di truppe in difficoltà, alla cattura o distruzione di arsenali nemici. C'è un bel po' da fare, e il gioco presente intelligentemente ogni volta 3 missioni diverse, eliminando così la frustrazione di dover ripetere sempre la stessa missione fino a compimento.

    Rock'n Roll

    Anche se Black Hawk Down é presentato come un FPS tattico “realistico”, visti anche il manuale e l'introduzione cinematica del gioco, è meglio chiarire subito che si tratta di un gioco d'azione. Non ci sono minuziosi briefing pre-operativi, nessuna fase di pianificazione o altro; anche la scelta del pacchettaggio è limitata. Si leggono gli ordini e si parte, e nel giro di una manciata di secondi ci si trova nel bel mezzo dell'inferno, con proiettili che volano, nemici che saltano fuori da ogni angolo ed esplosioni a volontà. A questo punto, il realismo fa un bel volo dalla finestra (anzi, dall'elicottero): i veicoli esplodono come bombe anche solo per una raffica di CAR-15, potete sparare con un lanciarazzi anticarro da dentro un elicottero senza preoccuparvi della fiammata posteriore e anche se fate saltare una “tecnica” (veicolo fuoristrada armato di mitragliatrice, molto popolare tra i guerriglieri somali) a un metro di distanza non subite alcun danno. In compenso, bastano un paio di proiettili nemici a mandarvi a casa in un sacco di plastica, e di nemici ce ne sono davvero tanti: scordatevi il gruppetto di terroristi o la mezza dozzina di soldati a cui vi hanno abituati Rainbow Six e Half-Life: in Black Hawk Down aspettatevi di vedere decine e decine di guerriglieri e, in mezzo a loro, civili innocenti che non dovete assolutamente colpire pena la conclusione prematura della missione. C'è tensione, e molta, quando dovete attraversare un quartiere cittadino o un villaggio sapendo che potrebbero esserci ostili in agguato dietro ogni angolo e ringrazierete mentalmente lo Zio Sam e Carl Zeiss per il binocolo con telemetro incorporato che avete in dotazione e che vi consentirà di evitare di finire in trappola una volta di troppo. Fortunatamente avete a disposizione una combinazione bussola/GPS sullo HUD che, oltre ad indicarvi il prossimo waypoint (non vi perderete mai) mostra anche la posizione delle truppe amiche e la direzione generale da cui vengono i tiri nemici (ne voglio uno anch'io!): in ogni caso, dovete essere pronti a farvi ammazzare almeno un paio di volte prima di rendervi conto di qual'è il modo migliore di affrontare una missione. Già, perché in BHD si muore abbastanza spesso e il sistema di salvataggio non consente il quicksave ad ogni passo: ogni missione ha un numero massimo di salvataggi, proporzionalmente alla durata e difficoltà della missione, e sta al giocatore decidere quando impiegarli. Il sistema è abbastanza simile a quello di Project: IGI2 e anche se porta ad occasionali momenti di frustrazione quando vi tocca ripetere una lunga fase di gioco a causa di un cecchino solitario, aggiunge notevolmente alla tensione già alta.

    Delta Force: Black Hawk Down utilizza il motore grafico di un simulatore di volo e questo é particolarmente evidente durante le sequenze a bordo degli elicotteri. Il terreno e gli edifici sono ben rappresentati, un po' meno le persone; del resto, non c'è molto tempo per stare a guardarle in faccia. I vostri compagni di squadra sono meglio dettagliati, in compenso.

    Sono implementati diversi veicoli, dai fuoristrada militari agli elicotteri, ma non c'è modo di controllarli di persona; in compenso si possono usare le armi di bordo, come la mitragliatrice pesante M2 calibro .50 o i Minigun 7.62mm montati sulle fiancate dell'UH-60. In queste fasi di gioco BHD diventa sostanzialmente uno shooter “su rotaia”, dove l'unica cosa controllabile è il mirino dell'arma.

    Poiché in BHD vi trovate spesso a lavorare con una squadra, è il caso di parlare dell'AI implementata, che purtroppo è abbastanza carente. I vostri commilitoni reagiscono al fuoco in maniera marginalmente efficace, nel senso che abbattono in media un nemico per ogni dozzina che accoppate voi, e non c'è modo di dare loro ordini in maniera efficace finché non si tratta di attaccare un edificio, nel qual caso seguono il comportamento standard per il combattimento di località, senza però troppa fantasia e lasciandosi spesso scappare qualche nemico. Dal momento che uno dei vostri ordini permanenti è di evitare perdite eccessive, dovrete tirarli fuori dai guai abbastanza spesso.
    Fortunatamente se i vostri soldati sembrano essersi classificati penultimi al test di idoneità al combattimento, il nemico è messo molto peggio e in genere ha tempi di reazione piuttosto lenti: se riuscite a vederlo per primo, non ha scampo.

    Post-Ops

    Delta Force: Black Hawk Down supporta il multiplayer via LAN e Internet tramite server dedicati, accessibili tramite un'interfaccia dedicata all'interno del gioco. Sfortunatamente non è proprio la miglior interfaccia multiplayer esistente e, anzi, è piuttosto primitiva e povera di caratteristiche avanzate. Renderlo compatibile con GameSpy (uno standard affermato) o altri programmi simili non sarebbe stata una cattiva idea.

    Si può riassumere Black Hawk Down in un paio di domande e risposte: è realistico? No. È divertente? Potete scommetterci. L'azione serrata e la continua tensione, gli effetti spettacolari e la colonna sonora rockeggiante in sottofondo danno l'impressione di trovarsi nel mezzo di una produzione Bruckheimer, senza fortunatamente i pessimi dialoghi. Anche se non c'è un gran numero di missioni, la possibilità di rigiocarle quante volte si vuole dà un certo valore di replay (ricordate quel parco veicoli che vi siete dannati l'anima a ripulire centimetro per centimetro con un M16? Perché non riempirlo di granate, per esempio...) e non c'è assolutamente tempo di annoiarsi. Gli appassionati di simulatori tattici lo troveranno troppo poco realistico e un po' dispersivo, ma chi apprezza l'azione si sentirà come J-Lo in un negozio di Cartier. Hoo-Ha

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