Recensione Diabolik - Original Sin

Il Re del Terrore arriva sui nostri monitor

Recensione Diabolik - Original Sin
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  • PS2
  • DS
  • Wii
  • Pc
  • Psp
  • Via la Maschera

    Correva l’anno 1962: era l’epoca degli eroi positivi, dei grandi fumetti Marvel, della pistola sempre politically corret di Tex e dei bambini prodigio alla capitan miky e il piccolo ranger. Due sorelle milanesi decisero di scuotere il mondo perbenista presentando un personaggio totalmente negativo, un assassino a sangue freddo, senza alcuna ironia di fondo, interessato solo a portare a termine i propri obiettivi, anche a costo di versare il sangue di donne e ragazzini. In una parola: Diabolik! E non solo, a questo inafferrabile criminale si affiancava una complice, controparte femminile della personalità omicida del protagonista: la bellissima e sensuale Eva Kant. Quasi 50 anni e oltre 700 numeri dopo, Diabolik è un fumetto ancor oggi vivo e con una schiera infinita di fan, al quale è stato dedicato un mediocre film, una pessima serie a cartoni animati e un ancor più discutibile videogioco (agli inizi del 2000, basato sulla serie animata). Insomma, il re del terrore sembra avere successo esclusivamente su carta. Eppure Astorina ci riprova e affida all’italianissima Artematica l’onere e l’onore di portare il più grande criminale della storia del fumetto alla ribalta sugli schermi dei nostri PC, in un’avventura grafica con elementi stealth che, purtroppo, finirà col confermare quanto già detto.

    Iniziamo col dire che gli sceneggiatori hanno voluto strafare: Eva viene rapita (come non ci è dato saperlo) e Diabolik costretto, per riaverla indietro, a rapinare un treno sul quale viaggiano opere d’arte di valore mediocre, ma una delle quali -l’Original Sin- è collegata addirittura al passato del re del terrore. A complicare il tutto appare l’ispettore Ginko, acerrimo avversario del nostro assassino in calzamaglia. Sorvoliamo sulla banalità del clichè narrativo, ma viene da chiedersi se era proprio necessario tirare in ballo il passato del protagonista, centellinato dalle stesse autrici in pochi dettagli e ora fin troppo sfruttato da coloro che ne hanno preso il posto. Per non parlare di piccoli dettagli che fin dall’inizio daranno fastidio agli appassionati: nel primo filmato del gioco, presentato in stile “fumetto” alla Max Payne (e disegnato dagli autori originali), vedremo lady Kant chiamare il suo compagno semplicemente “Lui”. Ci piacerebbe sapere quando, in 50 anni di vita editoriale, è mai successo. Proseguendo nell'avventura vedremo poi sbucare poliziotti con giacconi e berretti da baseball. Che fine hanno fatto gli “agenti” in anacronistici doppiopetto e cappello di ordinanza rigorosamente neri, in totale contrasto con automobili e armi modernissime? Ci spiace dirlo, ma già da questi piccoli particolari è possibile dire che Original Sin non sarebbe piaciuto ad Angela e Luciana. E che non piacerà neppure agli appassionati.

    Dentro la tuta nera

    Entriamo ora nel vivo del gioco. Original Sin è un'avventura grafica punta e clicca di impostazione abbastanza standard: telecamera fissa sulle ambientazioni, rese con piacevoli ambienti tridimensionali disegnati a mano, nelle quali si muovono i modelli dei personaggi. Lo stile è, insomma, il solito di Druuna, precedente lavoro targato Artematica. In questo caso si riscontra però qualche problema: i modelli dei personaggi stonano decisamente con il perfezionismo degli ambienti, mostrandosi non solo poco particolareggiati, ma anche e soprattutto granitici e robotici nelle poche animazioni a loro dedicate (in particolare i comprimari sembrano statici e bloccati nelle posizioni in cui appaiono). Fortunatamente lo stile fumettoso dei filmati giungerà spesso in nostro soccorso: ogni azione importante genererà una sequenza disegnata in bianco e nero nella quale vedremo il nostro (anti)eroe eseguire l’azione comandatagli attraverso diverse vignette. Così sarà per tutta l'avventura, il che darà l'impressione non solo di leggere, ma anche di partecipare attivamente ad un grande colpo di Diabolik!

    Parlando di interazione con l’ambiente continuano, invece, le note negative: sebbene Diabolik possa essere spedito a camminare pressoché ovunque tramite un semplice click del mouse, gli oggetti veramente “studiabili” e interattivi sono decisamente pochi, e spesso sono solo e unicamente quelli che torneranno utili. Utile esempio è una delle prime locazioni, che vedrà Diabolik obbligato a trovare un passaggio alternativo per raggiungere un vagone del treno, evitando di farsi vedere da una guardia: cercando col mouse, troveremo una tronchesina da utilizzare poi su una botola. Pochi altri sono gli elementi interattivi: a qualsiasi altro ordine il re del terrore risponderà con un laconico “non funzionerà”. Ed ecco dunque entrare in gioco un altro difetto di Original Sin, decisamente il più grave: la totale linearità. Impossibile improvvisare, impossibile escogitare qualcosa di diverso da quello deciso dagli sviluppatori, ed è spiacevole, perché i limiti di questa scelta ci vengono messi davanti in ogni momento: sempre all’inizio dell’avventura, Diabolik si troverà appiattito contro i vagoni, con un controllore a dargli le spalle. Tutti penseranno la stessa cosa: ago al narcotico sul controllore, maschera e avanti con l’infiltrazione. Invece no: cercate col mouse e troverete che è possibile scivolare sotto il treno e sbucare dalla parte opposta, evitando l’uomo.
    Elemento positivo nella peraltro breve avventura (il titolo è completabile in un tempo che varia dalle 15 alle 20 ore) la possibilità di guidare, seppur per brevi tratti, altri personaggi principali. Parliamo di Eva Kant e, sopratutto, del grande Ispettore Ginko che, seppur in una breve apparizione, dispenserà il suo carisma anche in Original Sin. Quarto e ultimo personaggio, una donna di nome Helena (anche se sarebbe stato preferibile lasciare spazio ai soli e unici protagonisti del fumetto, magari sfruttando Altea).

    In silenzio

    Tra una grafica altalenante e una giocabilità minata dalla sua stessa semplicità e linearità, ecco venire in aiuto un elemento che tenta finalmente di dare qualche numero ad Original Sin: il sonoro. Doppiato interamente in italiano da professionisti del calibro di Claudio Moneta, peraltro in ottima forma nei panni del Re del Terrore e con una scelta incredibilmente azzeccata delle musiche di sottofondo: ritmo e stile sono decisamente appropriati al fumetto, e il risultato è davvero evocativo. Ottimi i suoni dei filmati di intermezzo (ovviamente accompagnati nel fumetto dalle relative onomatopeiche) e i rumori ambientali delle varie locazioni (tubi che perdono, fiumi che scorrono, tuoni): il tutto concorre a rendere un'ottima atmosfera.
    Nota negativa invece per i personaggi: non solo, come già detto, saranno estremamente statici, ma non si lasceranno mai sfuggire un colpo di tosse, un respiro più forte, un’imprecazione. Silenzio totale.

    Diabolik - Original Sin Diabolik - Original SinVersione Analizzata PCDiabolik Original Sin partiva da una premessa interessantissima: il Re del Terrore dritto nei nostri schermi, in tutta la sua maestosità, in un misto di punta&clicca e stealth che si prometteva interessante. Purtroppo la delusione si è rivelata pressoché totale: la dimensione in stile avventura blocca pesantemente i possibili sviluppi della trama, spingendo il giocatore ad un’unica soluzione degli enigmi e delle singole situazioni, quando, proprio in virtù di un personaggio e di una storia interessanti si poteva dare più libertà alla fantasia. Piccole incongruenze, inoltre, faranno a volte stentare a credere che dietro quella calzamaglia ci sia Diabolik in persona piuttosto che un suo blando imitatore costretto a proteggere un’incapace ragazzina che solo di striscio ricorda Eva Kant. Una grafica divisa tra ottimi ambienti e pessimi modelli termina un quadro purtroppo altalenante, che il sonoro, per quanto apprezzabile, non riesce a far emergere dalla mediocrità. Grazie il prezzo estremamente basso, la sufficenza viene quasi raggiunta, però Original Sin si rivela un prodotto che piacerà solo a chi deve avere ogni avventura grafica presente sul mercato. Consigliamo ai Fan del personaggio di scaricarsi i vecchi episodi simulmondo targati 1991, oppure di scendere a compromessi con alcune scelte fatte nello sviluppo di Original Sin.

    6

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