Recensione Dino Crisis 2

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Recensione Dino Crisis 2
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  • Pc
  • L'inizio di tutto

    Un anno dopo i fatti del primo Dino Crisis, il dottor Kirk è stato ingaggiato da un agenzia governativa per continuare a condurre i suoi esperimenti sulla misteriosa “terza energia”. Anche in questo caso il caro e vecchio dottore, così come nell'episodio precedente, ha prestato poca attenzione nel condurre i suoi test ed una jungla è di nuovo popolata da dinosauri.
    Con questa introduzione, non molta fantasiosa, inizia Dino Crisis 2, il lavoro della Capcom uscito su PC a distanza di due anni dalla versione Playstation. In questo capitolo ci sarà l'eroina già conosciuta nel primo episodio: Regina, che sarà aiutata nella sua opera da Dylan, un soldato che si trova nella spedizione assieme a lei. Il loro compito è quello di salvare i superstiti dell'isola in cui si trova la jungla infestata dalle creature della preistoria. L'avventura non parte certo bene: appena arrivati sull'isola, i soldati vengono assaliti da un gruppo di velociraptor, che compiono una carneficina, dalla quale si salvano Regina, Dylan ed un giovane ragazzo. Da qui inizia la nostra sfida agli animaletti che oggi conosciamo soltanto attraverso i libri di storia.

    Come snaturare un titolo di buon successo

    Il primo Dino Crisis era un action game con elementi di survival horror ed una buona quantità di enigmi, il seguito è invece uno sparatutto con carneficine pure senza mezzi termini: quello che mi chiedo io, ma credo anche l'utenza finale, è a cosa sia dovuto un cambio così repentino. Probabilmente non avremo mai una risposta a questo quesito. Fatto sta che in questo seguito si è ripresentato un elemento ormai assente in ambito ludico da almeno 10 anni: il punteggio. Per i nostalgici potrà sicuramente essere una buona notizia ma per gli standard attuali si tratta di un regresso: in un periodo in cui d'innovazioni ne abbiamo viste tante non è possibile tornare ad una costante dei videogiochi di un decennio fa. Unito a questo, troviamo una struttura di gioco poco intrigante ed uno sviluppo approssimativo. Ma di questo parleremo nel paragrafo apposito.

    Gameplay ed arsenale

    La struttura di gioco come già detto in precedenza è scarna: uccidere dinosauri, acquisire punti, comprare nuove armi ed uccidere dinosauri ancora più grandi. Con queste premesse il titolo si rivela ripetitivo e noioso: una volta finito si ha voglia di giocare ad altro. L'arsenale a disposizione di Regina e Dylan è abbastanza ampio: più punti si acquisiscono durante le scorribande tra i dinosauri, più armi potenti si possono acquistare. I punti, infatti, sono considerati come moneta nel gioco: con essi, si possono acquistare e ricaricare armi.
    Nelle aree che dovremo ripulire troveremo un numero di lucertoloni, che una volta abbattuti verranno raggiunti da loro simili che dovremo ridurre a brandelli: questa sorta di catena permette al giocatore di colpire più dinosauri insieme, introducendo le combo, che danno un punteggio ancora più alto. Una volta abbandonata un area di gioco verrà calcolato il punteggio finale, accanto al quale sarà indicato il numero di combo massime. Vi sono poi dei luoghi disseminati nei livelli, attraverso i quali si può salvare la propria posizione ed accedere ad una sorta di negozio virtuale, dove acquistare e ricaricare le proprie armi di distruzione. L'unica innovazione che ho trovato in questo Dino Crisis 2 è la possibilità, assente nel precedente capitolo, di poter utilizzare due personaggi distinti: Regina e Dylan. Peccato solo che non si possa scegliere quando usare l'uno o l'altro a proprio piacimento. I due protagonisti hanno oltre all'arma principale, anche una seconda arma, che serve in determinate occasioni: Dylan ha un macete mentre Regina utilizza un taser in grado di stordire i dinosauri. L'esplorazione è totalmente inesistente in questo titolo: la trama è talmente lineare e senza colpi di scena che non c'è nulla da dire.

    Realizzazione tecnica

    Graficamente il titolo è simile ai vari Resident Evil ed al suo predecessore: fondali pre-renderizzati e personaggi in 3d. Anche questo lavoro, come Breath of Fire 4, è un porting diretto della versione Psone. La grafica quindi si rivela scarna e poco curata così come tutto il gioco. I dinosauri ed i personaggi sono composti da un numero di poligoni esiguo e vista la presenza di fondali pre-renderizzati, se ne potevano concentrare un maggior numero nelle componenti 3d. Il sonoro è appena sufficiente con musiche ed effetti sonori abbastanza piacevoli da ascoltare. Da notare la presenza di un doppiaggio di buona fattura, unica cosa salvabile in una e vera e propria valle di lacrime.

    Requisiti minimi

    Per essere giocato Dino Crisis 2 richiede un Pentium II a 350 mhz, 64 Mb di Ram ed una scheda video con almeno 8 Mb di Vram che supporti le Directx 7. Per “goderselo” è necessario un pentium III a 450 Mhz una scheda video con 16 Mb di Vram e 128 Mb di Ram.

    Conclusioni e considerazioni

    Questo Dino Crisis 2 si rivela un vero e proprio buco nell'acqua. Capcom non si è mai distinta per la bellezza dei suoi porting, ma questo è uno dei peggiori che mi sia mai capitato di vedere: trama scarna e lineare, grafica insufficiente, sonoro appena sufficiente e controlli abbastanza complicati danno l'idea di cosa mi sia trovato a dover giudicare. Insieme a tutto questo troviamo un cambio di genere decisamente fuori luogo che farà storcere il naso alla maggioranza di coloro i quali hanno giocato il primo Dino Crisis, che si troveranno a passare da un action game survival horror ad uno shoot'em up senza mezzi termini e dalla realizzazione decisamente scarsa. Aspetto di giudicare il terzo capitolo della serie nella speranza che Capcom capisca i suoi errori, ne faccia tesoro e torni al genere action game.

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