Recensione Dirge of Cerberus: Final Fantasy VII

La grande avventura di Vincent Valentine

Recensione Dirge of Cerberus: Final Fantasy VII
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  • PS2
  • Una gravosa eredità

    Dirge of Cerberus è un videogioco dalle spalle larghe: suo è l'arduo compito di soddisfare le migliaia di fans di Final Fantasy 7, che sperano di poter brandire nuovamente la gigantesca spada di Cloud Strife o il Galting Gun di Barrett Wallace, ovvero i protagonisti del fortunatissimo gioco di ruolo per Psone. Da anni il pubblico acclama un'avventura che narri il seguito delle loro gesta, oppure anche un remake con un comparto audiovisivo superiore a quello di cui era dotato l'episodio originale; purtroppo sembra che non sia ancora giunto il momento di dare sfogo a questa voglia se non in piccola parte. Dirge of Cerberus, infatti, è un action game che si concentra sulle gesta di uno solo degli eroi di Final Fantasy 7, ovvero il tenebroso Vincent Valentine, l'ultimo eroe ad aggregarsi alla compagnia sulle orme del malvagio Sephiroth e, di sicuro, il più misterioso tra tutti i personaggi.
    Dirge of Cerberus arriva in questi giorni sugli scaffali dei nostri negozi italiani dopo un lungo viaggio durato più di un anno; il suo “primo” lancio sul mercato risale all'anno scorso ed il territorio che l'ha ospitato è il solito Giappone, la terra in cui Final Fantasy ha avuto origine; oltre a deludere i fan a causa del suo gameplay arcade, è stato accusato di contenere alcuni gravi difetti nella propria struttura di gioco e per questo motivo non ha ricevuto nè critiche lusinghiere nè un successo tra il pubblico. Al debutto in territorio statunitense Dirge of Cerberus si è presentato forte di un vistoso restyling e di un potenziamento delle modalità di gioco; nonostante tutto ancora una volta il pubblico si è dimostrato freddo nei confronti di Vincent e dei suoi compagni..
    E' arrivato il momento di testare la versione europea di questo chiaccherato gioco: sono tutte motivate le critiche a Dirge of Cerberus o buona parte di esse nascono dal senso di “tradimento” che provocano le gesta in versione “Shooter” di Vincent Valentine?

    Azione e Strategia tra i vicoli di Midgar

    Dirge of Cerberus - Final Fantasy 7 è un action game piuttosto canonico per questa console generation, ma contiene degli elementi del gameplay piuttosto originali e curati che lo rendono un prodotto a suo modo unico. Il giocatore deve condurre Vincent Valentine attraverso i molti, lunghi livelli in cui è suddiviso lo story mode, adempiere agli obbiettivi della sua missione ed eliminare tutti i nemici che sono presenti nell'area di combattimento, boss finali compresi.
    Il raggiungimento del termine del traguardo non è il solo obbiettivo di uno stage: durante l'esplorazione dello stesso dovremo portare a termine numerosi incarichi secondari che, se svolti nel migliore dei modi, andranno ad incrementare il punteggio assegnato al termine di ogni locazione. Le sub quest si sposano molto bene con la trama principale grazie al massiccio uso di sequenze filmate che inframezzano il loro svolgimento; il loro completamento non è mai una “formalità”, in molti casi scortare un gruppo di civili o di guerrieri alleati si rivela un'impresa piuttosto delicata.
    Vincent ha a sua disposizione tre tipologie di attacchi: quelli basati sul combattimento corpo a corpo, quelli che sfruttano le armi da fuoco e le magie elementari, che tutti i fan di Final Fantasy conoscono ormai bene. Se il primo stile di combattimento (il corpo a corpo) è più utile per districarsi nelle situazioni più “chiassose” (le poche combo a nostra disposizione non sono molto potenti ma permettono di atterrare in un solo colpo più avversari e quindi di interromperene i frequenti e fastidiosi assalti) il secondo, quello che prevede l'uso di armi da fuoco, è il predominante ed il metodo di gestione della nostra artiglieria è alquanto originale. Premendo il tasto L1 Vincent solleva il suo archibugio e lo tiene pronto per sparare; in questa situazione appare al centro dello schermo un mirino verde di dimensioni tanto maggiori quanto è più vasta la portata dell'arma equipaggiata. Se un avversario entra nell'area racchiusa dal puntatore viene preso di mira ed il suo corpo è circondato da un'ulteriore icona di colore rosso; ciò non significa che il bersaglio è “bloccato” come accade con frequenza in altri giochi simili, sarà compito del giocatore mantenere il suo obbiettivo all'interno dell'area di tiro della propria arma variando rapidamente la posizione di Vincent sullo schermo (mediante lo stick analogico sinistro) e seguendo i movimenti del nostro avversario (con lo stick analogico destro). La distanza che separa i due contendenti è ovviamente un fattore che infuisce sul danno arrecato dal colpo di arma da fuoco, che raramente riesce ad uccidere un nemico con un solo colpo e che molto più spesso si limita a togliergli un certo quantitativo di “punti ferita” in perfetto stile Gioco di Ruolo.
    Vincent ha a disposizione tre tipologie di armi: l'ormai classica pistola, potente ma inefficace sulle lunghe distanze, un fucile da cecchino (meno potente ma più preciso) ed una mitragliatrice, i cui colpi provocano danni maggiori se concatenati tra loro e sparati contro un bersaglio costantemente sotto tiro.
    Queste tre armi a loro volta sono composte da cincue componenti appartenenti alle categorie “corpo”, “canna”, “mirino” e “accessori vari”; ciascuno di questi elementi può essere potenziato oppure sostituito completamente con un altro che maggiormente si addice alla strategia di combattimento del giocatore. La canna, per esempio, può essere di differenti lunghezze a seconda che si preferisca un fuoco più preciso (canna lunga) o più potente (canna mozza); aggiungendo poi un mirino telescopico si può migliorare ulteriormente la precisione, oltre ad accedere al tiro in soggettiva che consente di eliminare avversari a distanze altrimenti improponibili.
    Concludono la carrellata sulla personalizzazione delle armi da fuoco il “tamburo” e gli “accessori”: la sostituzione del tamburo può provocare differenti effetti, dall'aumento dei colpi disponibili in una ricarica alla diminuzione del peso dell'arma (con conseguente aumento di manegevolezza).
    Gli accessori invece sono dei monili che vengono attaccati con una catena al calcio dell'arma da fuoco: questi pendagli conferiscono all'arma un effetto speciale, come l'aumento della difesa o della potenza degli attacchi corpo a corpo. A questi si aggiungono dei ciondoli in cui è incastronata la “materia” che dona all'arma la possibilità di sferrare un attacco magico. Per lanciare una magia, però, non è sufficiente possedere il pezzo di materia, bisogna anche aver raccolto sufficiente energia Mako (che si manifesta come un'aura azzurra sul terreno).
    Oltre al Mako sono molti gli oggetti disseminati dai nostri alleati (e dai nemici sconfitti) nelle aree in cui si svolgono i combattimenti e, come da copione, sono tutti figli di quegli “item” ben noti agli appassionati di Final Fantasy. Tra questi uno dei più rinomati è il “Limit Breaker” che, se utilizzato, trasforma Vincent in Chaos, una creatura invincibile che lancia con le mani globi infuocati capaci di inseguire gli avversari.
    Per mantenere stretto il legame con il gioco capostipite della saga è stato inserito un sistema di “crescita” del protagonista basato su punti esperienza assegnati in funzione della nostre prestazioni in battaglia. I fattori che influenzano questo giudizio sono tanti e differenti: oltre al classico numero di nemici uccisi, al tempo impiegato a completare il livello e alla percentuale di oggetti speciali recuperati contribuiranno al voto fattori come il numero di pozioni curative utilizzate per superare lo stage o il numero di obbiettivi secondari conseguiti ecc... I punti esperienza elargiti possono essere utilizzati per aumentare il livello del nostro eroe oppure convertiti in moneta da utilizzare per comprare oggetti e accessori per le armi da fuoco.

    Ottime idee e tante ingenuità

    Dirge of Cerberus è un gioco onesto, che contrappone idee brillanti ed originali a difetti grossolani: il metodo di costruzione delle armi è splendido e permette al giocatore di creare, con un minimo di ragionamento e qualche tentativo, un arsenale perfetto per il proprio stile di combattimento ed efficace in ogni situazione di pericolo. Anche il sistema di puntamento ha il grande pregio di rendere il gioco più impegnativo di quegli sparatutto in cui è permesso bloccare un avversario e infierire su di lui senza perderlo mai di mira, ma comunque meno arduo di un First Person Shooter, in cui tutta l'abilità nel colpire l'avversario è demandata all'abilità (e pazienza) del giocatore.
    Le molte missioni da affrontare sono piuttosto varie sia negli obbiettivi che nelle ambientazioni e a quelle dello story mode si aggiungono tutta una serie di “secret missions” da sbloccare ottenendo risultati soddisfacenti nella modalità di gioco principale.
    Un altro pregio di cui non si può non tenere conto è la trama: Drige of Cerberus è un racconto lungo , intenso e curato di un avvenimento successivo ad una delle storie più amate degli ultimi dieci anni (almeno nel mondo dei videogames...) e riesce a dare uno spessore inaspettato ad uno dei protagonisti più carismatici di tutta la saga, svelando alcuni retroscena della sua vita davvero insospettabili. Ad emozionara ancora di più il giocatore contribuisce il mix tra la già citata storyline e gli splendidi filmati in CG, realizzati con le stesse tecniche adottate in Advent Children e talmente ben fatti da far credere allo spettatore di essere di fronte ad un seguito del fortunato film.
    Ad azzoppare l'entusiasmo ci pensa un gameplay fin troppo canonico ed un level design tutt'altro che convincente, che contra troppi livelli strutturati in vaste arene collegate tra loro da lunghi e tediosi corridoi. Ciò che ci aspetta poi nelle zone più vaste è una serie di combattimenti con avversari poco tenaci e men che meno scaltri (a meno che non giochiate al livello hard, una pratica più che consigliabile).

    Grafica e Sonoro

    Tecnicamente Dirge of Cerberus alterna dei momenti di puro fasto a situazioni in cui domina la piattezza audiovisiva. Il modello poligonale di Vincent Valentine è ottimo, curato nei minimi particolari e animato con altrettanta precisione; altrettanto si può dire di alcuni dei nemici più carismatici, di buona parte dei boss e del nostro “alter ego animalesco”. Gli altri personaggi con cui si interagisce durante il gioco sono realizzati con una cura evidentemente inferiore: i guerrieri avversari si distinguono solo in poche categorie: quelli armati di spada, di fucile o di bazooka; a loro si affiancano un esiguo numero di avversari mutanti ed un altrettanto ridotto esercito di guerrieri meccanici. Si poteva fare molto di meglio.
    Le ambientazioni purtroppo sono in pari misura “poco esaltanti”: sia chiaro fin da subito, non stiamo affermando che sono poche o mal realizzate, in effetti in tutto il gioco si ripercorrono alcuni dei luoghi più evocativi ed amati del noto RPG solo che il level design è talmente poco riuscito (se si escludono certi “picchi qualitativi” come la villa di Nibelheim) che si trova a provare un continuo Deja vù, come se fossimo già passati in quella stessa locazione almeno un altro paio di volte. Fortunatamente l'azione viene visualizzata con un framerate alto e quasi sempre costante (solo nelle scene più concitate si assiste a qualche calo percettibile di fluidità)
    Onore invece alle cut scene, sia quelle in realtime, in i protagonisti sono rappresentati con dei modelli tridimensionali stupefacenti, che quelle in computer grafica, realizzate con qualità pari a quella del film Advent Children.
    L'audio è caratterizzato da un ottimo doppiaggio (in inglese) e da una colonna sonora un po' sottotono durante il gioco ma molto più coinvolgente in occasione delle scene in CG. Gli effetti sonori sono piuttosto anonimi, anche se è piacevole l'idea di riutilizzare nei menu di personalizzazione gli stessi jingle che caratterizzavano le schermate dell'RPG

    Dirge of Cerberus: Final Fantasy VII Dirge of Cerberus: Final Fantasy VIIVersione Analizzata PlayStation 2Dirge of Cerberus è un buon action game, ma non è il migliore gioco di questa vasta categoria videoludica. Ha un buon gameplay, a tratti originale e avvincente, così come la trama, ricca di dettagli e impreziosita da splendide animazioni in CG. Purtroppo ha anche alcuni difetti piuttosto grossolani, come il level design poco entusiasmante e l'intelligenza degli avversari praticamente inesistente, che minano la valutazione finale, ma non la compromettono completamente. Dirge of Cerberus, in questo periodo "calante" di Playstation 2 si rivela un'ottima alternativa agli altri giochi presenti sul mercato, un acquisto consigliabile non solo ai fan della saga di Final Fantasy ma anche a coloro che vogliano godersi un onesto action game.

    7

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