Dragon's Dogma Dark Arisen: Recensione della versione PS4

Dopo essere uscito su Xbox 360, PlayStation 3 e PC, Dragon's Dogma Dark Arisen di Capcom arriva anche sulle console di attuale generazione.

Dragon's Dogma Dark Arisen: Recensione della versione PS4
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Ritorna Dragon's Dogma, il solito Dragon's Dogma. Ai tempi era impossibile non amarlo, ma non furono poi molti ad avere il coraggio di addentare uno dei pochi giochi Capcom degli ultimi anni a meritare tutto il nostro rispetto, e tra questi probabilmente c'è anche chi si lamenta oggi della line-up della compagnia giapponese. Questo per ribadire un'unica grande verità: l'unico sistema per indirizzare il mercato, e le scelte future di una software house, è votare con il portafoglio, non facendo casino su Internet. Dragon's Dogma era ed è ancora oggi un gioco di ruolo profondamente originale, i cui punti di forza, ad occhio disattento, possono anche apparire come debolezze. Solo dedicandogli qualche ora, stringendo i denti su dinamiche che i designer non avevano ancora avuto modo di rodare per bene, si può capire la reale forza di questa avventura.

    Gransys Park

    Intanto il mondo di gioco che non è come gli altri, preferendo un approccio più realistico Dragon's Dogma acquista infatti un carattere decisamente atipico, lasciandoci intraprendere avventure in un contesto che ricorda da molto vicino un medioevo tutto italiano. Per la creazione del regno di Gransys non è difficile immaginare una delegazione Capcom dispersa tra le campagne e i boschi tra Firenze e Roma, location che emergono anche grazie a una illuminazione avvolgente e per noi familiare, ma con un particolare quanto realistico twist creativo: il buio è... buio pesto.

    L'oscurità di Dragon's Dogma è la cosa più significativa del gioco, l'elemento dal quale partire allo scopo di spiegare il motivo per cui questo progetto è così particolare, e il perché si colloca così lontano da tutti gli altri giochi di ruolo in circolazione. Come le sue notti, Dragon's Dogma è imperscrutabile se non dopo aver abituato gli occhi, sorprendente come un branco di lupi che dai cespugli di fianco all'impervio sentiero di guerra percorso si avventano sui polsi e sulle giugulari di poveri viandanti e qualche volta, per loro sfortuna, di eroici avventurieri. La prima volta è facile credere allo scherzo, a un bug, perché di notte in Dragon's Dogma il cielo non è blu, ma nero, con solo le stelle e la luna ad illuminare quel poco che può passare tra le fronde degli alberi. Se non si ha una torcia, o se questa si è bagnata o è rimasta a corto di combustibile, non resta che correre e pregare, almeno nella prima metà del gioco, quando l'inesperienza limiterà inevitabilmente coraggio e intraprendenza del gruppo. Dragon's Dogma funziona anche per questo suo ammaliante approccio da survival, sottogenere che ai tempi del debutto del gioco su PlayStation 3, Xbox 360 e PC non era ancora esploso definitivamente.

    Muovi la tua pedina

    Come i veterani sapranno, oltre al proprio personaggio in Dragon's Dogma è necessario creare anche una "pedina". La pedina è un ulteriore eroe gestito da un'intelligenza artificiale semplice ma reattiva, che potremo regolare nel corso dell'avventura in base alle nostre esigenze. Il bello delle pedine è che si ricordano anche di eventuali punti deboli delle creature che incontreranno, per un bagaglio d'esperienza che va ben oltre punteggi, percentuali e statistiche. Queste menti artificiali assumono un ruolo centrale in Dragon's Dogma perché oltre all'eroe principale e alla pedina realizzata, nel party c'è posto per altri due avventurieri che potranno essere scelti dai personaggi che incontreremo per la mappa da fonti apposite, dove avremo accesso alle pedine create, ed è anche il caso di dire cresciute, da altri giocatori.

    Così può capitare di trovarsi davanti a una gigantesca viverna e sentire la nuova pedina appena reclutata urlare "colpitela con delle frecce infuocate", oppure, nel caso di determinati troll: "Se la prende con le donne, state lontane!". Altro che scontata co-op, la stessa di cui molti non sopportano la mancanza, il sistema messo in piedi Capcom è perfettibile ma assolutamente brillante, un multiplayer asincrono di rara efficacia. E non abbiamo nemmeno parlato di quanto è importante il concetto di party in questo gioco, un peso specifico che ricorda da molto vicino i cosiddetti cRPG, giochi di ruolo di stampo prettamente vecchio stile e fino a poco tempo esclusiva del mondo dei personal computer (la "c" minuscola all'inizio dell'acronimo sta a significare proprio computer). Menzione a parte meriterebbero anche i combattimenti, dalle caratteristiche mutuate in parte da Monster Hunter, con la possibilità di aggrapparsi alle bestie più grandi e a menar fendenti e/o a lanciare incantesimi in un rigoroso quanto spettacolare "real time".

    Una mano di bianco

    Nonostante i piccoli e non sempre efficaci ritocchi, Dragon's Dogma è invecchiato su molti aspetti fin troppo velocemente. Forse è il fatto di essere stato fin dal principio un esperimento su cui costruire sopra una possibile serie, ma porta con sé un aura d'incompiutezza che negli anni si è fatta man mano più pesante. In questa nuova edizione per PlayStation 4 e Xbox One sono incluse tutte le migliorie del porting su personal computer di quasi due anni fa, a cui si aggiungono altri ritocchi per non sfigurare totalmente con le produzioni moderne.

    Continuano a mancare i 60fps assenti anche nell'ultima conversione, mentre le nuove texture non possono certo fare miracoli: oramai è impossibile nascondere l'esiguo numero di poligoni contemporaneamente su schermo. Da questo punto di vista, ancora una volta l'aiuto più concreto arriva da un sistema d'illuminazione che ha fatto interessanti passi in avanti. Sì poteva fare di più in termini di frame rate, anche perché come ci hanno già dimostrato le immencabili mod a disposizione su PC, i 60fps non minano in nessun modo il sistema di combattimento né la responsività dei comandi.

    Dragon's Dogma: Dark Arisen Dragon's Dogma: Dark ArisenVersione Analizzata PlayStation 4Cinque anni: tanto è passato dal debutto di Dragon's Dogma su Ps3 e Xbox360, e cinque anni sono un lasso di tempo che non giustifica una vera e propria remastered commemorativa, motivo che ha impedito a Capcom di fare di più. Cinque anni però sono abbastanza per rendere un gioco sperimentale come Dragon's Dogma un titolo poco più che discreto, soprattutto se buona parte dei suoi punti di forza sono stati già assimilati dalla concorrenza. Le vette creative più alte dell'opera di Capcom conservano la loro forza, ma il resto è uno straordinario concentrato di idee che non si è mai concretizzato fino in fondo. Per dirla più semplicemente: basta porting del primo capitolo, vogliamo Dragon's Dogma 2!

    7.5

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