Driv3r: la recensione della versione PS2

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Driv3r: la recensione della versione PS2
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  • Pc
  • Atari giunge dunque al terzo capitolo della saga di Driver, sequel dei blasonati titoli PSOne, che giunge piuttosto tardi alle meraviglie dei 128 Bit, in quanto lo stesso team di sviluppo è stato impegnato nella realizzazione di Stuntman. Questo fattore ha forse inciso parecchio sulla riuscita, peraltro mancata o al limite acciuffata per i capelli, di Driver 3. Infatti il gioco è costantemente accompagnato da un senso di "non finito": i problemi che affliggono Driv3r sono innumerevoli, e il compito del giocatore viene reso difficile dai soli bug che colpiranno quando meno ve l'aspettate. Un salvagente per la produzione è scagliato da alcuni spunti veramente ottimi, ma che non bastano a sollevarne le sorti. L'hype che Atari ha generato intorno alla sua ultima fatica è totalmente ingiustificato, e questo titolo offuscherà in parte il prestigio della casa madre. Imbarchiamoci quindi nell'esplorazione di Driv3r.

     
    Partiamo dal motore grafico, che potremo definire "croce e delizia": nelle sessioni di guida è secondo solo a ben pochi titoli, e soprattutto è il migliore motore visto per un gioco del genere. Il controllo è fluido, l'auto rimane ben bilanciata e realistica nelle reazioni; anche la città è molto ben realizzata e dettagliata, sfiorando la perfezione. Le ambientazioni sono tre; Miami, Nizza e Istanbul, tutte molto vaste, riproducono fedelmente l'aspetto originale. Ma tutto ciò viene distrutto quando scenderete dal vostro mezzo: il personaggio è legnoso e le animazioni sono tra le peggiori viste nelle ultime due generazioni di titoli; oltretutto è qui che troverete moltissimi bug, e molte volte dovrete cominciare nuovamente la missione non perché verrete uccisi ma perché vi incastrerete in qualche oggetto solido.
    Identico ragionamento per l'IA degli avversari: talmente ben realizzata nelle sessioni di guida che la polizia sarà veramente difficile da seminare, ed oltretutto verrete colpiti da agenti a piedi che useranno le loro armi da fuoco contro di voi. Giù dalla macchia e, miracolosamente, i nemici avranno difficoltà a colpirvi, sparando senza ritegno all'aria, e sovente capiterà tra gli ambienti di trovare angoli ciechi da cui poter sparare senza essere visti, sebbene siate in posizioni palesemente scoperte. Ennesimo punto critico è il sistema di controllo, molto simile a quello utilizzato in altri giochi di stampo occidentale che va tanto di moda oggi, ma che non si adatta assolutamente alle esigenze di gioco ed alle azioni troppo movimentate. La definizione della grafica è veramente scadente, ed è la principale causa imputabile a quel senso di non terminato che avvolge questo titolo: potrete contare i pixel delle ambientazioni e dei personaggi per la totale assenza di anti-alias. L'audio è sufficiente, senza infamia ne lode, ed è supportato da una colonna sonora abbastanza buona, ottima in alcune scene giocate, molto simile a quella di un film poliziesco. La giocabilità è minata dai problemi di cui sopra, ma se si riesce ad ignorarli, o a far si che non accadano (lontani dai muri, per evitare collisioni indesiderate) si riesce a divertirsi. Fuggire dalla polizia sarà finalmente un'impresa, e un inseguimento potrebbe protrarsi per oltre 20 minuti; proprio grazie all'intelligenza artificiale. Oltretutto sono stati aggiunti numerosi veicoli, moto e imbarcazioni, suddivisi nelle diverse città; aumentando cosi la varietà di situazioni. A supporto di questo comparto ci sono i giochi di guida, una sottosezione ben realizzata.
    La storia del gioco è una sorta di gigantesco flashback: il filmato introduttivo non è altro che una sorta di prologo, ed il gioco si svolge semplicemente per raggiungere quella ambientazione. La trama è comunque abbastanza scontata, e per certi versi anche piatta, priva di colpi di scena significativi e di passaggi interessanti o enigmatici. Da questo nasce una sorta di racconto in cui dovrete semplicemente interpretare le parti di azione predefinita, senza libertà d'interpretazione alcuna. Niente di nuovo sotto il sole insomma. Tranne alcune innovazioni marginali, evidentemente forzate dall'andamento del mercato, il succo del gioco è sempre lo stesso.
     
    Tra le note positive troviamo la realizzazione dei veicoli, tra cui sono state incluse anche le motociclette e le barche: numerosi e poligonalmente molto complessi, oltretutto vengono intaccati dai danni in maniera molto realistica. Molto ben realizzati anche gli FMV di introduzione alle scene di gioco.
     
    Concludendo: Driv3r è un titolo poco entusiasmante. Ammesso che abbiate la costanza di portare a termine il gioco, con tutta probabilità la sua sorte sarà quella di giacere fra le scaffalature polverose della vostra collezione i o in quelle effimere di un rivenditore. Tutto lascia presagire ad un sequel, (DrIVer??), che spero vivamente risollevi il giusto nome di una delle serie più divertenti di Reflections.

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