Driv3r: la recensione della versione PC

Tanner torna nei nostri monitor...e ci resterà poco.

Driv3r: la recensione della versione PC
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  • PS2
  • Xbox
  • Pc
  • Il ritorno di Tanner

    La serie Driver è una delle storie più tristi della storia dei videogiochi (come iniziare bene e finire male)...il primo episodio fu accolto col giusto clamore: correva l’anno 2000 quando su PC e Console si lanciò un’auto guidata da un poliziotto infiltrato in una pericolosa organizzazione malavitosa, che passava le sue giornate facendo da autista alle bande oppure a recuperare partite di merce di contrabbando. Naturalmente perché il lavoro venisse svolto bene bisognava che i suoi colleghi non facessero alcuna distinzione tra lui e i criminali veri. In termini di gioco questo si traduceva in lunghi giri attraverso città americane ottimamente ricostruite conditi con inseguimenti degni del miglior film di Quentin Tarantino. Il meritato successo generò dopo meno di un anno l’uscita di un seguito, nel quale non vi erano radicali cambiamenti, tranne che la possibilità di smontare dall’auto durante le missioni per prenderne un’altra. Driver 2 mancava però sia del carisma del predecessore sia di qualsiasi carta che gli potesse permettere di battere gli allora attesissimi GTA III, Mafia e seguenti emuli vari, avversari che ai tempi del primo capitolo erano ancora solo nelle menti dei programmatori. Quindi si rendeva necessario fare un terzo capitolo che potesse dare una ventata di novità alla serie aggiornandola agli standard odierni. Peccato che l’operazione abbia generato uno dei peggiori action/adventure che la storia dei videogames ricordi...

    Bella macchina, ma il resto...

    Già il motore grafico si mostra poco curato e non al passo con i tempi: se si escludono infatti gli ottimi modelli delle auto (e si ignorano le scadenti texture degli stessi) tutto il resto appare sgranato e privo di una propria personalità. La situazione precipita negli interni, semplici pareti bianche con qualche sprite bidimensionale atto a rappresentare finestre o qualsiasi elemento decorativo. Mobili e scaffali, seppur presenti, sono formati da grezze texture applicati su modelli ancor più grezzi. Ancor peggiori i modelli umani, piatti, anonimi, divisi in poche skin che si ripetono all’infinito e dotati delle peggior animazioni degli ultimi anni: immaginatevi un paralitico con una scopa infilata nel sedere e le braccia prive di articolazioni che cerca di correre e sparare e avrete un’idea ancora poco chiara di cosa sono i modelli di questo gioco...le immagini possono rendere l’idea, ma sono cose che si devono vedere per crederci. Come già detto le auto sono invece rese in modo soddisfacente: ricostruzioni fotorealistiche di almeno una decina di modelli per città, completamente demolibili a forza di urti e proiettili nelle fiancate che meriterebbero un gioco migliore di quello in cui si trovano. Il comparto sonoro propone buone ricostruzioni dei rombi dei motori e delle sgommate, mentre crolla clamorosamente nei suoni ambientali. Le musiche di intermezzo sono buone e rendono bene l’atmosfera di una civiltà immersa nella malavita, la recitazione italiana dei dialoghi, invece, è piatta e poco convincente, e sembra più adatta ad un impiegato dello sportello pensioni che a dei banditi incattiviti o poliziotti infiltrati.

    Miami, Nizza, Istambul

    In questo terzo capitolo il protagonista resta il detective Tanner, che, durante quella che sembrava una normale operazione contro un piccolo spacciatore si trova invischiato in una gang di malavitosi con agenti operanti in tutte le parti del mondo e impegnati in una crudele guerra contro i propri concorrenti. Ce n’è abbastanza perché un poliziotto tutta azione e sparatorie decida di infiltrarsi nuovamente tra le schiere della malavita per estirpare il male alla radiceDriv3r è diviso in una serie di missioni che porteranno l’evolversi della trama attraverso 3 città: Miami, Nizza ed Istambul. Di carne al fuoco non ce n’è poca, sia per via del protagonista carismatico che per i filmati di intermezzo, davvero ben realizzati (rovinati però da una recitazione pessima), peccato però che dal primo livello in poi Driv3r è un susseguirsi di difetti grossolani e di occasioni mancate. I problemi nascono quando si tenta di controllare il protagonista: il numero di tasti da gestire è qualcosa di infinito, e la disposizione di default è la più assurda che si abbia mai visto (il tasto accelerazione è dall’altra rispetto la retromarcia) e, anche possedendo un buon joystick, si dovranno passare parecchie ore prima di trovare una combinazione che non trasformi in polipi ambulanti. Superata la tremenda fase di assegnazione tasti si potrebbe finalmente sperare in un buon gioco,ma purtroppo siete destinati ad essere delusi: le poche tipologie standard di missioni che Tanner deve affrontare (fuga, corsa a tempo o inseguimento) sono infatti frustranti quanto ripetitive: è indubbio che gli sviluppatori abbiano cercato di catturare le atmosfere anni’ 70 dotando le auto di sospensioni incredibilmente potenti e capaci di fare delle acrobazie stile Hazzard o Starsky & Hutch, dando peraltro al PC una AI capace di guidare in modo più che soddisfacente...peccato però che il tasso di difficoltà di tutte le modalità faccia gridare più i nervi che altro, ponendo il giocatore in una situazione nella quale il tempo dato per raggiungere i propri obiettivi sia a malapena quello sufficiente per correre come dei pazzi per le vie delle città attraverso la strada più breve, rischiando di perdere anche per il più banale incidente o testacoda. Il prezzo da pagare per essere riusciti a portare a termine le folli sessioni di guida è quello di inserirsi nelle ancor peggiori sessioni a piedi. Già ci si può aspettare poco da un gioco con l’orripilante gestione dei modelli umani segnalata nel paragrafo tecnico, quando si tocca con mano la loro IA si arriva davvero alla tentazione di scaraventare il cd dalla finestra. I nemici, infatti, non hanno qualsivoglia script, ma si limitano a restare fissi nella loro posizione e scaricare sul giocatore tutte le armi che hanno a disposizione ed inseguirlo nel caso si allontani troppo. Nemmeno le divertenti e classiche modalità aggiuntive che hanno sempre caratterizzato la serie (Fatti un giro, che propone di girare liberamente per una delle città, e altri piccoli sottogiochi nei quali seminare inseguitori e raggiungere fuggiaschi) riescono a sollevare le sorti di quello che a tutti gli effetti è un brutto gioco per console che, a 11 mesi di distanza dalla sua uscita, approda su PC con una conversione ancor peggiore dell’originale. Driv3r è l’assoluta prova che Tanner ha ormai fatto il suo tempo e che i giocatori guadagneranno sia tempo che soldi investendo su qualche altro gioco dello stesso genere, come la serie Getaway oppure il mostro sacro del genere GTA, che entro un mese giungerà nell’ottimo S. Andreas sui nostri PC. Se proprio non ce la fate ad attenderlo e avete 30 euro di troppo nel portafoglio prendete pure Driv3r in considerazione,ma tenete conto dei difetti di cui sopra (e del voto in calce).

    Driv3r Driv3rVersione Analizzata PCLe cose si devono dire, è brutto,ma si devono dire. Driv3r è un gioco meno che mediocre. Non bastano dei decenti modelli delle automobili (se si scordano le texture), degli inseguimenti sopra la media e dei curati filmati a far dimenticare la grafica pessima, il sonoro appena sufficiente, le sessioni automobilistiche ripetitive e frustranti e missioni a piedi che se non ci fossero state sarebbe stato un guadagno piuttosto che una perdita. Certo, si può dire che 30 euro (60mila lire del vecchio conio come direbbe Bonolis) siano un prezzo relativamente basso per un videogioco, ma è anche vero che mettendoli via si può aspettare un mese per avere con meno del doppio un prodotto di sicuro impatto come S. Andreas. Sconsigliato, se non a coloro che vogliono avere tutti gli action/adventure o tutti i giochi di guida presenti sul mercato.

    3.7

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