Recensione Duke Nukem: Critical Mass

Il ritorno del Duca inizia malissimo. Recensita la comparsata per DS di Duke

Recensione Duke Nukem: Critical Mass
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  • DS
  • Due non è sempre meglio di uno

    L’epopea generativa di Duke Nukem Forever è ormai arcinota. Dopo averlo bollato come vaporware, averlo dato per morto innumerevoli volte ed essere stato al centro di numerosi fake, il titolo finalmente e definitivamente uscirà il 10 Giugno. Se agli irriducibili dell’anti-eroe ancora non pare vero, la notizia di uno spin-off per PSP e Nintendo DS deve averli ulteriormente galvanizzati. Del resto due videogiochi del Duca sono meglio di uno, vero? Potersi concedere una sana carneficina di maiali antropomorfi anche alla fermata dell’autobus è cosa buona e giusta, giusto? Nella quasi totalità dei casi avremmo risposto con un secco sì. Non questa volta. Non quando ci troviamo di fronte al capitolo peggiore della saga, a uno dei punti più bassi toccati dalla ludoteca del DS e a uno dei titoli più brutti dell’ultima generazione di console. Come biglietto da visita non c’è male, insomma.

    Un tuffo nell’orrido

    Se siete tra i pochi temerari che hanno deciso di proseguire nella lettura, nonostante la premessa tutt’altro che invitante, benvenuti: benvenuti nel regno dell’orrido.
    Per dimostrarvi quanto poco ci piaccia essere cattivi, iniziamo dall’unica cosa che funziona: la trama. Già, perché almeno in questo ambito la totale svogliatezza degli sviluppatori incontra il feeling della saga: uno striminzito e insipido video è più che sufficiente per affidare al Duca il compito di ritrovare un gruppo di militari spediti nel futuro e misteriosamente scomparsi. Dopo pochi secondi dall’avvio, Duke Nukem: Critical Mass vi avrà già regalato il meglio che poteva offrirvi. Il resto, che coincide con il gioco vero e proprio, è invece quanto di peggio possiate immaginarvi.
    Il titolo si presenta come uno sparatutto bidimensionale a scorrimento orizzontale. L’idea è insomma quella di muoversi da sinistra verso destra, eliminando qualsiasi nemico vi si pari di fronte lungo il percorso. Effetto nostalgia? Retrogaming adatto solo ai palati più fini? Un tributo alle origini della saga? Lasciatevelo dire: il piacere maggiore che potrete trarre da questo gioco, lo otterrete quando estrarrete la cartuccia dal DS e la vedrete andare in mille pezzi imprigionata nel contenitore trasparente del frullatore di casa. Sì, perché impiegherete una manciata di secondi per chiedervi come sia possibile, nel 2011, vedere ancora certi scempi.
    Tanto per cominciare il sistema di controllo è tutt’altro che preciso. Il Duca si muove in ritardo, con una tremendo senso di pesantezza e raramente esegue con precisione i vostri comandi. Il level design è di una piattezza e linearità quasi sconcertante. Salvo un paio d’occasioni, nel quale vi verrà chiesto di saltare da piattaforma in piattaforma, si tratterà semplicemente di muovervi in linea retta senza alcuna variazione sul percorso. Anche l’I.A. dei nemici, boss compresi, mostra la poca cura riposta nello sviluppo di questo titolo: uno dopo l’altro i maiali antropomorfi aspetteranno il loro turno per farsi abbattere con un numero variabile di colpi, senza nemmeno muoversi di un passo dalla posizione che ottusamente occupano. Ciò che è peggio, spesso verrete colpiti da nemici ancora non visibili sullo schermo, costringendovi a muovervi a gran velocità per evitare di essere colti di sorpresa.
    Perfino l’arsenale in dotazione al nostro tradisce la pochezza dell’intero prodotto. Se da sempre il Duca ha potuto contare su armi efficaci e gustose da utilizzare, qui avrete poche bocche da fuoco su cui contare e dagli effetti fin troppo simili tra loro. Tra lo sparare con una pistola e farlo con uno shotgun non ci sarà molta differenza, anche in termini di danni inferti.
    Gli sviluppatori, forse intuendo la pochezza della loro offerta, si sono comunque preoccupati di variare lievemente il gameplay di tanto in tanto. Vi capiterà così di dedicarvi a fasi di cecchinaggio o di dover eliminare nemici situati in profondità sfruttando i muri come coperture. Inoltre gli scontri con i boss abbandoneranno la prospettiva 2D, per abbracciare le tre dimensioni. Nonostante questi tentativi, tuttavia, la sostanza non cambia affatto, anzi: vista la poca profondità di queste fasi, il giudizio finale non può che risultarne ulteriormente aggravato.
    Noioso e perennemente frustrante: bastano queste parole per descrivere al meglio il gameplay di Duke Nukem: Critical Mass.
    Anche dal punto di vista grafico-sonoro, il titolo è un’offesa per la macchina su cui gira e per gli sfortunati che decideranno di vivere quest’incubo in prima persona. I modelli poligonali del Duca e dei maiali antropomorfi sono poco dettagliati e mossi da animazioni imbarazzanti. Le ambientazioni mostrano texture sgranate e risultano estremamente ripetitive. Aberranti gli effetti speciali: esplosioni e ombre avrebbero sfigurato persino su Sega Saturn (con tutto il rispetto per la gloriosa macchina Sega). Magra consolazione, il motore grafico procede senza alcun rallentamento.
    Per quanto concerne il sonoro, l’unica nota lieta è relativa alla presenza del doppiatore classico del Duca. Per il resto c’è poco da stare allegri tra una stonata strimpellata di chitarra e qualche gracchiante esplosione.
    Avrete persino il coraggio di chiedere notizie relative alla longevità? Eroicamente lo staff di Everyeye, pur di informare i suoi lettori, si è costretto in sessioni forzate al fine di giungere là, dove forse nessuno arriverà mai: ai titoli di coda. Se proprio ci tenete a saperlo, Duke Nukem Critical Mass ci è costato sei, preziosissime, ore della nostra vita. Fortunatamente, è il caso di dirlo, non ci sono altre modalità alternative oltre all’avventura principale.

    Duke Nukem: Critical Mass Duke Nukem: Critical MassVersione Analizzata Nintendo DSDuke Nukem: Critical Mass può essere un acquisto imperdibile se e solo se siete magnati dell’orrido. In questo caso felicitatevi, perché la vostra collezione si vedrà arricchita da una pietra miliare di impareggiabile caratura. Se al contrario eravate in cerca di un bel gioco del Duca, purtroppo non è questo il caso. Il fatto che ci sia un due a fondo pagina, ha poca importanza: evitatelo come la peste.

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