Recensione Dungeons & Dragons Online

Basta coi dadi!

Recensione Dungeons & Dragons Online
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • Premessa

    Indovinelli, eroi, leggende, principesse da salvare, draghi da uccidere: quanti di voi, giocatori di Dungeon &d Dragons non hanno sperimentato almeno una volta nelle loro campagne una di queste imprese? I più assidui probabilmente sorrideranno pensando alle serate durante le quali la tensione si tagliava con il coltello, mentre il rumore del dado che rotolava era l’unica interruzione alla calma piatta che si sentiva d'intorno. Del resto, sicuramente D&D è uno dei giochi di ruolo cartacei che ha avuto più successo e una longevità decisamente impressionante, viste le sue numerose (re)incarnazioni.


    E la storia di D&D è legata a doppia mandata col mondo dei videogiochi: a partire dai primi anni ’90, con l’avvento dei PC, alcuni sviluppatori decisero di trasporre le regole del gioco cartaceo più in voga in alcuni titoli multimediali, dove la componente narrativa venisse passata come un testimone dal master ai grafici / coder di un mondo che fino ad allora era rimasto estraneo a molti. Mentre i primi titoli non furono grandi successi, con il passare degli anni la trasposizione delle regole divenne più fedele e così anche l’interesse da parte dei puristi del genere, che iniziano ad apprezzare le avventure e le chicche che gli sviluppatori inserivano nei loro titoli. Nacquero capolavori come quelli della saga di Baldur’s Gate, Icewind Dale e Neverwinter Nights. L’unica evoluzione che il questa tipologia poteva avere era di passare da un mondo tuttavia statico (l’intelligenza artificiale, per quanto sofisticata, non poteva raggiungere la fantasia di un game master) ad uno completamente vivente, animato da tanti avventurieri le cui gesta dovevano essere ancora scritte. In poche parole, doveva diventare un gioco online.
    Dungeons & Dragons Online: Stormreach si presenta così, con un fardello sulle spalle assolutamente non da poco: l'onere di dover mantenere alto il nome del gioco di ruolo e nel contempo rispondere ai canoni che gli altri MMORPG (Massive Multiplayer Ondine Role Play Game - in questo ultimo periodo World of Warcraft detta legge) hanno imposto in un mondo dove non c’e posto per titoli mediocri.

    Perchè scegliere DDO?


    Partiamo col dire che se i MMORPG non sono giochi per tutti, a causa dell’elevatissima quantità di tempo che assorbono, D&D si differenzia per 2 principali ragioni. La prima è un’elevata profondità dello stile di gioco, la seconda, al contempo, è il lasciare al giocatore la possibilità di rimanere un casual gamer senza obblighi di presenza eccessivi. Queste sono le 2 caratteristiche che andremo però ad analizzare successivamente.
    Tornando ad un’introduzione generale, è bene chiarire con precisione in che mondo ci troviamo, in quanto l’universo i D&D è molto vasto, e le ambientazioni studiate dalla “Wizard of the Coast” (e non solo) sono molteplici, spesso anche sensibilmente differenti dalla versione “originale”. In questo inedito capitolo vivremo le avventure nell’ambientazione di Eberron, un magico mondo dove accanto alle classiche razze presenti più o meno in ogni avventura, troviamo i golem di adamantio, veri e propri energumeni la cui caratteristica però è di venir “riparati” al posto che “curati”. Le classi presenti sono quelle dell’edizione base, escluso il monaco, ma gli sviluppatori hanno gia annunciato che non mancheranno di introdurre le specializzazioni per i giocatori più esigenti (e di conseguenza più assidui), in modo da prolungare l’esperienza di gioco (obiettivi che un po’ tutti i MMORPG si pongono).

    I primi passi nel mondo di Eberron...

    I requisiti minimi per questo titolo sicuramente non sono da poco, ma non superano le aspettative di un pc medio di questo periodo: ci viene richiesto un processore a 1.5ghz, 512mb di ram, 3gb di spazio per l’installazione, una scheda video con almeno 64mb e il supporto del Transform & Lightning, un lettore DVD (in quanto il titolo esiste solo in versione DVD) e ovviamente una connessione ad internet.
    Una volta creato il nostro account sul sito ufficiale e aggiornato il client all’ultima versione (operazione che viene fatta attraverso il Launcher per una assoluta immediatezza) ci verrà chiesto a quale server collegarci per iniziare la nostra avventura.
    Appena caricato il menù iniziale, ci si parerà subito davanti l’alternativa di creare un nuovo personaggio o di usarne uno creato precedentemente (ma essendo il nostro primo accesso la scelta ci pare ovvia).
    Le caratteristiche estetiche si susseguono veloci: si parte scegliendo la razza (che influisce con dei bonus/malus su determinate caratteristiche) passando poi prontamente ai lineamenti del viso, unica parte del nostro corpo personalizzabile, in quanto la taglia o la massa muscolare non sono editabili. La scelta è ampia: difficilmente troveremo un personaggio uguale al nostro, ma nonostante tutto per un gioco la cui ambientazione e originalità è un punto forte da sempre, ci si aspettava qualcosa di più in questa fase.
    Una volta modellato il nostro alter ego verremo portati in una schermata più tecnica, all’interno della quale sceglieremo la classe da interpretare (tra le 9 disponibili) e come distribuire i nostri punti caratteristica. La fase di lancio dei dadi, forse quella più divertente della creazione personaggio nell’edizione cartacea, è stata sostituita con un sistema di assegnazione punti il cui obiettivo è quello di rendere il più possibile i personaggi equilibrati tra di loro. Terminata la scelta i questi particolari, ampiamente spiegati nell’utilizzo e utilità al semplice passaggio del mouse, verremo teletrasportati su un’isola sulla quale muoveremo i primi passi per prendere confidenza con i controlli e con l’interfaccia di gioco.

    A proposito proprio di quest’ultima, una nota di merito per gli sviluppatori, che hanno creato un ottimo mezzo di controllo e interazione tra giocatore e alter ego, permettendoci di modificare le dimensioni e la posizione di ogni finestra o menù in modo da sistemare tutto come più ci aggrada.
    Il sistema di controllo è doppio: potremo scegliere di guidare il nostro personaggio sia con le frecce direzionali (o con altri tasti scelti da noi) oppure di affidarci al mouse, strumento che ultimamente ha acquistato un sacco di importanza, viste le versioni con sempre più tasti disponibili. I combattimenti sono forse il lato migliore di questo mmorpg, perché unificano la complessità dei combattimenti di D&D, basati sulla durata del round, e un sistema in tempo reale. Il risultato è più che positivo: a ogni click del nostro mouse sferreremo un attacco e saremo noi a decidere quando e come parare un colpo. Questo sistema, che rende sicuramente più interattivo il gioco, presenta un enorme svantaggio in termini puramente tecnici: parliamo della LAG: come un un FPS dove il ping è tutto, questa trasposizione in tempo reale del combattimento spesso viene influenzata anche dal ping che abbiamo. Per questo gli sviluppatori, consci di questa limitazione, hanno deciso di dividere il mondo in distretti paralleli.

    Vediamo esattamente di cosa si tratta: chi ha giocato a Guild Wars dovrebbe gia avere in mente il sistema, ma per chi si avvicina per la prima volta ad un gioco del genere possiamo semplicemente sintetizzare assimilando il sistema ad una serie di universi paralleli, identici, ma all’interno dei quali i personaggi vengono divisi in egual numero per non sovraccaricare il sistema.
    I personaggi possono comunicare tra distretti diversi e possono spostarsi liberamente da uno all’altro semplicemente cliccando sopra la minimappa, tuttavia affinchè un party possa entrare nello stesso dungeon è necessario che tutti i membri si trovino nello stesso distretto.

    Dopo questa piccola digressione sull’argomento torniamo a parlare del gioco vero e proprio. Come anticipato nelle prime battute DDO si differenzia dai mmorpg classici oltre che per l’elevata profondità del sistema di gioco (il sistema di combattimento lo dimostra, unificando 2 realtà decisamente distanti) anche per la possibilità che concede al player di rimanere un casual gamer. Il nostro personaggio all’interno del mondo si evolve secondo dei livelli, ognuno dei quali diviso in 5 rank (al raggiungimento dei quali potremo ottenere delle sottoabilità di classe fino a un massimo di 4 complessive) ma la caratteristica che ha diviso la critica è stata quella di permettere la crescita del personaggio solo attraverso missioni e non con il famoso e tanto amato/odiato farming. Questo aspetto consente al giocatore di sapere sempre cosa deve fare, proprio perche spesso le quest si articolano in diverse sottomissioni le quali completate aumentano l’esperienza accumulata. Dall’altro lato però viene a crearsi una sorta di binario invisibile che porta il giocatore a muoversi solo in determinate aree e in determinati momenti per massimizzare l’esperienza ottenibile, assorbendo tutte le risorse che gli vengono messe a disposizione.
    Altra caratteristica particolare del titolo che in parte tarpa le ali al prodotto è la necessità forzata di giocare in party per superare le missioni: dopo le prime quest, tranquillamente gestibili in solitaria, la difficoltà cresce esponenzialmente, e per la risoluzione di alcuni enigmi è assolutamente necessaria la presenza di più persone.
    I mmorpg, in quanto prodotti online, sono costituiti di 2 principali blocchi, quello del PVE (Player versus Environment) e quello del PVP (Player versus Player)
    In D&D, come avrete notato, ci siamo soffermati molto sull’ambito PVE proprio perche allo stato attuale esiste esclusivamente quello. Nonostante tutto gli sviluppatori si sono impegnati a inserire quanto prima una modalità dedicata esclusivametne al PVP per accontentare anche gli amanti dei duelli all’ultimo sangue o delle epiche battaglie tra fazioni.

    Qualche dettaglio tecnico


    Spostandoci in ambito grafico, il motore poligonale svolge un ottimo lavoro soprattutto nelle zone più congestionate, come la locanda (luogo dove verremo teletrasportati se cadremo in battaglia) o i dungeon, all’interno dei quali i dettagli non mancheranno. Sicuramente per godere appieno di tutti gli espedienti che gli sviluppatori hanno ideato sarà necessario un pc piuttosto dotato, ma la scalabilità fa guadagnare al titolo diversi punti in questo ambito.
    I modelli sia dei personaggi che dei numerosi NPC presenti all'interno del mondo sono ben realizzati, tutti ricchi di dettagli e originali, quasi tutti rispecchianti i manuali di D&D Edizione 3.5.
    Sicuramente una nota di merito va ai grafici che, per ampliare la varietà e l'originalità dei nostri alter ego, hanno disegnato svariati modelli poligonali per la stessa tipologia di armature e armi: in questo modo lo stesso oggetto potrebbe essere completamente diverso per estetica a seconda del personaggio che lo porta.
    All'interno delle ambientazioni del mondo viene fatto largo uso del Bloom (filtro che tende a sfocare le immagini, lo stesso di Fable o Jade Empire) e il motore migliora notevolmente con l'utilizzo dei filtri quali anisotropo e antialiasing (anche se in termini tecnici il gioco si appesantisce e non di poco).
    Le textures di D&D sono abbastanza varie, malgrado l'utilizzo eccessivo del mipmapping danneggi la qualità grafica globale del gioco, a favore di una migliore fluidità sulle configurazione meno potenti: per un gioco di questo calibro è una scelta più che obbligata.

    In ambito audio, i suoni sono ben realizzati e le musiche, nonostante spesso siano presenti anche solo come sottofondo ambientale, non risulteranno mai invasive, lasciando invece spazio all’interno dei dungeon alle narrazioni del master, che ci potrà per esempio aiutare nello scoprire passaggi segreti, "facendoci" senitre rumori altrimenti non udibili (purtroppo la lingua rimarrà l’inglese sia nel parlato che nei testi, mentre il manuale è tradotto in italiano).
    L’abbonamento mensile, come di consueto in questo genere di giochi, oscilla intorno ai 12€ al mese a seconda della durata della sottoscrizione.

    Dungeons & Dragons Online Dungeons & Dragons OnlineVersione Analizzata PCSicuramente è un titolo valido anche se non mirato a un pubblico di massa: un’ottima alternativa per chi è stufo dei soliti MMORPG dove la presenza di almeno 8 ore su 24 è necessaria per ottenere buoni risultati. Ancora per certi versi allo stato embrionale, il titolo ha la possibilità di crescere molto se gli sviluppatori faranno le scelte giuste ascoltando la comunità già adesso molto numerosa.

    7.6

    Quanto attendi: Dungeons & Dragons Online

    Hype
    Hype totali: 0
    ND.
    nd