Recensione Dust: An Elysian Tail

La Summer Of Arcade 2012 si chiude con un ottimo action in stile Metroidvania

Recensione Dust: An Elysian Tail
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Pc
  • La salvezza dal baratro

    Un po’ in anticipo rispetto all’estate, il 15 agosto si è conclusa l’ormai consueta Summer Of Arcade di Microsoft, iniziativa con il quale il publisher tenta di tenere vivo un mercato piuttosto letargico nei tre mesi più caldi dell’anno. A ben vedere, quest’anno l’evento non è stato così esaltante, privo di quella qualità generale tanto sperata. Salvo Deadlight, di cui parliamo un gran bene in questa sede, il resto non ci ha particolarmente colpiti. Hybrid ha in buona parte fallito a causa di un design delle mappe rivedibile, Tony Hawk’s Pro Skater HD è risultato fin troppo fedele all’originale e ormai sorpassato, mentre Wreckateer non ha fatto molto altro che accaparrarsi una sufficienza risicata, dovuta al buon utilizzo della periferica a cui si appoggia, Kinect, piuttosto che guadagnata per meriti personali.
    A salvare la Summer Of Arcade 2012 dal baratro, giunge in zona Cesarini il qui preso in esame Dust: An Elysian Tail. Sviluppato quasi totalmente da una sola persona, Dean Dodrill, figura non ancora troppo conosciuta nell’industria, vanta una grafica piuttosto ricercata e un gameplay assolutamente ben confezionato.

    Un eroe onnipotente

    Dust: An Elysian Tail rientra perfettamente nel sottogenere dei così detti titoli Metroidvania. Si tratta di un gioco d’azione bidimensionale che fonde combattimenti a scorrimento con il genere platform, senza dimenticare una spruzzatina di RPG. Importante anche il ruolo che svolge il backtracking: determinante nell’economia dell’avventura, ma mai eccessivo.
    La narrazione si apre con il protagonista, la volpe antropomorfa Dust, che si risveglia privo di memoria in un coloratissimo bosco. Desideroso di riappropriarsi della sua identità, ma senza alcun idea sul come farlo, inizialmente si affiderà completamente ai suoi due compagni di viaggio: la spada parlante Ahrah, finita chissà come tra le sue mani, e la simpaticissima e svolazzante Fidget, custode dell’arma e quindi costretta a seguire Dust nella sua epopea.
    Nonostante le premesse e un intreccio generalmente non così originale, la trama si lascia comunque apprezzare e si dimostra capacissima nel tenere alto l’interesse dell’utente. Un misterioso nemico privo di qualsiasi scrupolo e i pezzi del passato del protagonista che riemergono uno dopo l’altro, sono due ottimi spunti che permettono alla storia di rinvigorirsi di continuo, lasciando poco spazio a dialoghi scialbi e poco interessanti. Ciò che è più, il terzetto di eroi si dimostra sufficientemente caratterizzato: Fidget non perde occasione per mettere in mostra la sua simpatia, Dust veste per metà le spoglie dell’eroe di poche parole, per metà quelle del benefattore sempre pronto ad aiutare, Aharah infine è il più taciturno del gruppo, ma ogni suo intervento è in grado di riaccendere l’intreccio fornendo sempre nuovi e interessanti dettagli.

    Se la trama fa il suo, non è certo da meno il gameplay, che pur soffrendo di qualche piccola lacuna è in grado di incantare e divertire.
    Il principale fautore di un tale effetto è sicuramente il combat system, capace di regalare un feeling piuttosto atipico. A fronte di un control scheme semplice, avrete a che fare con un parco mosse relativamente limitato. All’attacco di base e alla schivata, eseguibile finché l’apposita barra non si consumerà del tutto, si aggiungono due ulteriori tecniche che è possibile combinare tra loro. La prima permette a Dust di mulinare la sua spada coinvolgendo, a terra o in aria, un buon numero di nemici contemporaneamente. La seconda permette a Fidget di lanciare delle sfere d’energia che, in coordinazione con l’abilità speciale del protagonista, possono dare vita a una vera e propria tempesta in grado di ferire gravemente qualsiasi avversario.
    Quello che sembra un combat system piuttosto povero e contenuto, si dimostra ideale quando si scopre il feeling della produzione. A fare da padrone infatti, è il ritmo forsennato di ogni scontro: coinvolgendo quasi sempre almeno una mezza dozzina di mostri, non saranno mai necessari più di due o tre fendenti per ciascuno. Dust si rivela essere una macchina da guerra, assolutamente in grado di far fronte alla sua inferiorità numerica con una forza e abilità fuori dalle possibilità dei nemici. Non si raggiungono i livelli di carneficina toccati nella saga di The Dishwasher, né a livello stilistico né in quantità di corpi smembrati, ma il paragone non è affatto esagerato. Ciò ha naturalmente delle ripercussioni sul gameplay. Da una parte regala un piacere difficilmente descrivibile mentre si abbattono orde di nemici con apparente semplicità. Dall’altra impone due condizioni al videogiocatore. In primis sarà utilissimo creare combo anche di un centinaio di colpi, al fine di incrementare loot ed esperienza guadagnati. Secondariamente ogni colpo subito causerà un netto abbassamento della barra della salute, costringendovi comunque a dosare con un certo grado di attenzione la vostra furia offensiva.
    Purtroppo, ed è qui che Dust: An Elysian Tail mostra il fianco, questo senso di onnipotenza si ripresenterà intatto anche negli scontri contro i boss di fine livello: mai realmente impegnativi e archiviabili in una manciata di minuti. Anche per questo motivo, il gioco non risulta mai eccessivamente difficile: se ciò farà la felicità di alcuni, sicuramente una buona parte d’utenza storcerà il naso.
    Oltre ai combattimenti però c’è anche altro come detto. Innanzitutto ci sono molti elementi RPG che, pur non essendo sviluppati come altrove, trovano il loro posto specifico nell’economia del prodotto. Come avrete già intuito, Dust salirà di livello, ottenendo così la possibilità di potenziare le sue statistiche come salute ed efficacia degli attacchi. Non manca poi un elementare sistema di crafting: racimolando materie prime e modelli, potrete dare vita ad alcuni oggetti più o meno rari e potenti. La feature è sicuramente in grado di regalare qualche soddisfazione, ma non spicca per originalità, né per profondità.

    L’ultima caratteristica del gameplay che necessita di essere toccato è quello legato al backtracking e, quindi, al level design. Da questo punto di vista Dust: An Elysian Tail si dimostra piuttosto equilibrato e ricco di sorprese. Parlando con i vari abitanti del regno otterrete diverse sub-quest, ognuna delle quali vi spingerà a tornare sui vostri passi e esplorare con maggior attenzione alcune ambientazioni. Come ogni Metroidvania che si rispetti, diverse location resteranno bloccate finché non otterrete l’abilità necessaria. A poco a poco dunque, scoprirete come ogni scenario è ricco di segreti, forzieri nascosti e sentieri misteriosi. Il level design, proprio per questo, non si concentra tanto nel proporre delle sezioni platform impegnative, quanto a distribuire con saggezza ogni anfratto da esplorare. Anche il level design, insomma, si dimostra assolutamente valido: mai eccessivo nel backtracking e sempre generoso di nuovi segreti da scoprire.
    Graficamente siamo di fronte a un piccolo, grande spettacolo. Si può non gradire lo stile colorato e vivace, ma non si può non restare ammaliati di fronte a un tale livello di dettaglio e a personaggi così ben modellati e ambientazioni mai banali e dense di particolari. Anche il frame-rate soddisfa completamente non conoscendo mai incertezze.
    Buono anche il sonoro. I temi musicali ben si sposano allo stile grafico sognante, splendidi gli effetti sonori, squillanti al punto giusto. Leggermente altalenante il doppiaggio, solo in inglese: il terzetto di protagonisti si difende piuttosto bene, pessimi invece gli attori che hanno prestato la voce ad alcuni personaggi secondari.
    Sul fronte della longevità non ci si può affatto lamentare. L’avventura principale garantisce almeno una quindicina di ore, mentre per portare a termine tutte le sub-quest ve ne serviranno almeno una ventina. Tenendo conto che per scaricare il titolo dovrete sborsare quattordici euro, anche il rapporto quantità-prezzo è piuttosto vantaggioso.

    Dust: An Elysian Tail Dust: An Elysian TailVersione Analizzata Xbox 360Dust: An Elysian Tail risolleva le sorti di una Summer Of Arcade 2012 in buona parte deludente. Insieme a Deadlight si candida a mattatore dell’iniziativa di Microsoft di quest’anno. Grazie a un combat system brillante anche se non troppo profondo, un level design equilibrato e un impianto grafico-sonoro da sogno il titolo sviluppato quasi in solitaria da Dean Dodrill merita di essere giocato da buonissima parte degli appassionati di videogiochi. Chi ama il filone dei Metroidvania resterà catturato, tutti gli altri potrebbero unicamente lamentarsi di un livello di difficoltà piuttosto risibile.

    8

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