Recensione Dying Light: The Following

A un anno di distanza dall'uscita di Dying Light, arriva l'espansione The Following, che offre una nuova zona da esplorare, una storyline con elementi mistici ed esoterici, armi inedite e la possibilità di guidare le dune buggy.

Dying Light: The Following
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Nonostante sia passato un anno dall'uscita di Dying Light, basta tornare una manciata di minuti nella città di Harran per ricordarsi di quanto fosse affascinante il survival open-world messo in piedi da Techland. Ancora oggi la formula di gioco funziona alla grande, proponendo un'esperienza dal sapore davvero unico: tra meccaniche parkour che ricordano quelle di Mirror's Edge ed un level design sempre ispirato; tra un'atmosfera opprimente e grigia ed un sistema di progressione del personaggio che non fa mai mancare nuovi stimoli, il mix approntato dal team polacco è efficacissimo e magnetico. Dying Light è stato, senza mezzi termini, uno dei migliori titoli usciti nel 2015 e, se per caso l'avete lasciato sugli scaffali lo scorso febbraio, pensare di recuperarlo oggi (magari ad un prezzo scontato) non sarebbe affatto una cattiva idea. Soprattutto perché il team di sviluppo ha pubblicato da poco The Following, espansione che rappresenta il perfetto coronamento di un'avventura già solidissima. Portandoci addirittura fuori dalle mura della città, in una nuova zona splendidamente caratterizzata, The Following arricchisce la formula di gioco con elementi inediti: nuove armi, una storyline che accoglie elementi mistici ed esoterici, e addirittura la possibilità di mettersi al volante di una rapidissima Dune Buggy, accompagnata da un nuovo Skill Tree dedicato alle abilità di guida. Nonostante il setting sia un po' meno affascinante rispetto a quello dell'avventura originale, la quantità di quest quasi fuori parametro sottolinea il valore anche contenutistico del DLC, che si qualifica come un contenuto imperdibile per neofiti e vecchi fan.

    Zombie di città, Zombie di campagna

    Qualcosa di strano sta accadendo fuori città. Almeno a sentire i dolorosi deliri di un superstite recuperato per le strade di Harran, ma arrivato da un luogo in cui - sostiene - le persone sono immuni al contagio. Mentre la febbre gli annebbia i sensi il poveretto urla di zombi ammaestrati, e di una via di fuga che porta oltre la zona di quarantena. Sebbene non sia escluso che si tratti di allucinazioni, Kyle decide che vale la pena dare un'occhiata e, seguendo le indicazioni annotate su una mappa che il poveretto aveva con sé, trova in effetti un passaggio per superare le mura di Harran. Dopo una brevissima passeggiata nelle fogne, The Following ci conduce quindi in un ambiente nuovo, esteticamente e strutturalmente diversissimo rispetto a quello che che conoscevamo. Usciti dai condotti ci troviamo infatti sul vertice di una parete rocciosa, che sovrasta un'immensa vallata. Qui riscopriamo le ottime qualità del parkour di Dying Light, saltando sulle piattaforme di pietra che suggeriscono l'idea di un'ambientazione naturale, molto più brulla e incontaminata rispetto ai tortuosi vicoli della metropoli mediorientale in cui abbiamo speso così tante ore. L'impressione si conferma quando, dopo un tuffo spericolato, riemergiamo da un laghetto che si apre su campi vastissimi, punteggiati di tanto in tanto dalla sagoma di silos e fattorie. The Following, insomma, promuove in cambio stilistico radicale: sicuramente un toccasana per la varietà, anche se in fondo l'impatto scenico ed il level design dell'ambientazione urbana restano non solo più efficaci, ma anche molto più originali. Dismessi gli scorci rugginosi di stazioni abbandonate e zone industriali, i grovigli di lamiera delle baraccopoli e gli insediamenti arroccati sulle scogliere, qui gli spazi si aprono a dismisura, componendo una mappa vastissima (più estesa rispetto a quella del gioco originale) ma anche un po' meno consistente e affascinante. Esplorando attentamente la zona scopriamo da subito strane figure votive dipinte sulle rocce, e drappi colorati annodati ai fili della corrente. Vincendo le resistenze dei primi superstiti che incontriamo, veniamo a scoprire che l'area è abitata da quelli che si definiscono Figli del Sole: una sorta di setta che venera "la Madre", sacerdotessa in grado di incantare gli zombie e donare l'immunità a chi percorre il sentiero della luce. Per scoprire qualcosa in più su quello che si nasconde dietro ai rituali dei "senzavolto", apostoli mascherati che divulgano il culto della Madre, sarà necessario guadagnare la fiducia dei locali, aiutandoli in varie attività.

    La struttura di questo DLC vi "costringerà" quindi a portare a termine diverse quest secondarie prima di poter procedere con quella principale. Per fortuna tutte le attività sono ben caratterizzate, e spesso vi condurranno in luoghi interessanti da visitare, facendovi riscoprire l'ottimo design degli interni e la cura per il dettaglio che, in The Following proprio come in Dying Light, è sfruttata per raccontare indirettamente la storia terribile e violenta dell'epidemia. L'incedere dell'espansione si avvicina in ogni caso a quello di un sandbox classico, lasciando al giocatore anche la possibilità di dedicarsi a sfide extracurricolari, o alla liberazione di rifugi e torrette di caccia: tutte attività utili ad ingraziarsi il favore dei Figli del Sole. È facile notare fin da subito una difficoltà pronunciata, tanto che il titolo suggerisce di affrontare l'avventura con un personaggio che abbia raggiunto almeno il diciottesimo Grado di Sopravvivenza. Nel caso non si disponga di un salvataggio adeguato è possibile sceglierne uno pre-allestito, oppure portarsi testardamente dietro un Kyle un po' più debole del previsto, che potrà comunque aiutarsi con le armi rare che molto facilmente troveremo nelle casse. L'elevato grado di sfida è legato anche ad un'abbondante presenza di Zombie ed all'aumento degli scontri: il gioco ci impone in molte occasioni ad affrontare gruppi di banditi o versioni potenziate dei mangiacarne, assicurandosi comunque di farci trovare una considerevole quantità di proiettili e diverse armi da fuoco.

    L'introduzione della balestra, i cui dardi possono essere recuperati dai corpi delle vittime, è una delle trovate migliori di The Following: oltre a strizzare l'occhio ai fan di The Walking Dead (anzi: di Daryl), ci permette di studiare assalti furtivi e limita in larga parte l'ansia legata allo spreco di munizioni. Visto che il sistema di combattimento corpo a corpo non si è mai potuto considerare l'aspetto più riuscito di Dying Light, questo parziale cambio di strategie è sicuramente gradito. L'introduzione più "vistosa" di questo DLC, in ogni caso, è quella delle Dune Buggy. Nelle prime fasi dell'avventura metteremo le mani su un velocissimo bolide a quattro ruote, con cui potremo sfrecciare attraverso le aree di gioco infestate dagli zombie, divertendoci ad investirli con il nostro solido rostro frontale. La Dune Buggy schizza come un diavolo ed è divertente da guidare, nervosissima e scattosa. Il fatto che gli spostamenti da una parte all'altra della mappa avvengano a bordo della vettura cambia notevolmente il tono della progressione, che si fa un po' più caotica e chiassosa. Metter sotto i mangiacarne e fare lo slalom fra le auto abbandonate sulle strade è un'operazione generalmente divertente, anche se forse ludicamente meno concreta rispetto al Parkour effettuato nelle strade di Harran. Sarà per questo che, quando le missioni ci chiedono di scalare i tralicci della luce o la facciata di una diga, riscopriamo sempre con immenso piacere le arrampicate in prima persona, pervasi da un pizzico di nostalgia per il design tentacolare dei vicoli della città. Capiamo comunque l'intenzione di diversificare in maniera sensibile l'esperienza di gioco di The Following, ed anzi ne riconosciamo il valore: in un mercato fatto di DLC che rappresentano troppo spesso stanche estensioni dell'avventura originale, l'espansione messa in piedi da Techland è un esempio sicuramente virtuoso, che va premiato anche per il coraggio di allontanare da sentieri già battuti. Per altro la gestione della Dune Buggy è particolarmente interessante: per mantenerla in funzione è necessario recuperare viti per ripararne le componenti, e qualche tanica di benzina per riempire il serbatoio. Questo ci impone di cercare tra le carcasse delle auto abbandonate, confermando quanto siano importanti le dinamiche di "scavenging" legate alla componente survival che il titolo torna a promuovere.

    La nostra vettura potrà essere poi potenziata grazie ad una serie di moduli in grado di migliorarne trazione, potenza del motore, capacità di frenata e resistenza degli ammortizzatori. L'esperienza accumulata quando saremo a bordo della Dune Buggy, infine, incrementerà la nostra abilità alla guida, permettendoci di sbloccare i potenziamenti di uno skill tree aggiuntivo. Il sistema di progressione è come sempre ben studiato; amalgamato a dovere con le possibilità del crafting, rappresenta uno stimolo molto forte a portare avanti l'avventura, setacciare attentamente gli ambienti e portare avanti le attività secondarie. È proprio il numero di queste ultime che, come accennavamo poco sopra, risulta davvero eccellente. Nonostante la trama appaia leggermente più diluita, The Following colpisce anche per il numero di contenuti, capace di tenervi attaccati al pad per una ventina di ore senza colpo ferire.

    Dying Light: The Following Dying Light: The FollowingVersione Analizzata PlayStation 4The Following è un esempio da seguire per chiunque voglia sviluppare contenuti aggiuntivi. Un anno dopo l'uscita, il team di sviluppo ci consegna una nuova avventura che, in termini di quantità ed estensione, ha poco da invidiare a quella originale. La trama, misteriosa ed intrigante, ci lascia scoprire poco a poco le usanze dei Figli del Sole, una setta di fanatici immuni al contagio, e ci mette di fronte a personalità e rivelazioni interessanti. Il piatto forte di questo succulento banchetto è però rappresentato dal numero e dalla qualità di missioni, pensate specificatamente per quei giocatori che abbiano raggiunto un livello elevato e che sono ora alla ricerca di un buon grado di sfida. L'arrivo della Dune Buggy, parallelamente all'apertura degli spazi, modifica in maniera avvertibile i ritmi della progressione, lasciando un po' in disparte le dinamiche parkour. Queste continuano a rappresentare uno degli aspetti più riusciti di Dying Light, e dispiace quindi vederle parzialmente accantonate. Ma il “cambio di registro” rappresenta comunque una scelta coraggiosa, e testimonia la voglia di fare e l'urgenza di percorrere nuove strade. Anche solo per questo, Teh Following e Techland andrebbero premiati. La ciliegina sulla torta è rappresentata da un prezzo molto misurato per quella che è la densità del pacchetto: nonostante sia venduto a 19,99€, questo DLC rappresenta quasi un nuovo capitolo di Dying Light. Compratelo senza indugio se vi è piaciuta l'avventura originale, direzionatevi verso la Ultimate Edition e avrete, fra le peripezie di Harran e quelle nella Zona Rurale, sessanta ore abbondanti di gioco.

    8.5

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