Recensione Dynasty Warriors Vol 2

Come unificare con monotonia la Cina

Recensione Dynasty Warriors Vol 2
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  • Il primo episodio di Dynasty Warriors per PSP aveva introdotto nella saga svariate novità nel gameplay, per riadattarlo ad un'esperienza che si adeguasse meglio al formato portatile, mancando però di alcune funzioni oramai fondamentali, come il multiplayer e modalità secondarie in grado di garantire una buona rigiocabilità.
    Reduce dagli errori commessi, l'Omega Force ci propone ad un anno di distanza questo sequel, che migliora la sostanza del precedente episodio ma che in realtà soffre di alcuni problemi evidenti che non lo fanno decollare come dovrebbe.

    Una conquista soporifera...

    Come in ogni episodio della saga di Dynasty Warriors, anche nell'edizione portatile il giocatore sarà chiamato a rivivere la storia dell'unione dell'antica Cina attraverso le battaglie delle tre dinastie: "Shu", "Wu", "Wei".

    La modalità che vi permetterà di mettervi subito all'opera è il "Musou Mode" che come primo passo vi chiederà di scegliere la vostra dinastia e successivamente uno dei personaggi sbloccati. Nonostante ognuno di questi abbia chiaramente proprie caratteristiche fisiche ed un armamentario personale, i personaggi sono assolutamente stereotipati, come il guerriero dal fisico imponente, con grande forza e resistenza, o l'amazzone debole ma dotata di poteri magici o ancora il giovane spadaccino con un rapporto attacco/difesa equilibrato. Ogni clan adotta il proprio piano per la conquista della Cina e, di conseguenza, segue un proprio percorso attraverso il vasto impero.

    Ad ogni tappa del vostro viaggio corrisponde una battaglia contro un determinato generale; l'obiettivo della campagna vi verrà spiegato tramite un piccolo dialogo fra i personaggi coinvolti nel conflitto e da un diagramma che vi illustrerà le varie tattiche applicate dai generali e dai loro rispettivi eserciti. In termini di gameplay questi obiettivi si traducono quasi sempre nell'uccisione di un condottiero o nella conquista di tutti i santuari che troverete sul vostro cammino.

    La prima differenza con gli episodi per le console casalinghe è la divisione delle battaglie in piccole aree che danno al titolo un pizzico di strategia e che calzano a pennello all'esperienza portatile. Scelta infatti la tappa vi ritroverete davanti una griglia in cui sia voi che il nemico dovrete muovere con un sistema a turni i vostri eserciti. Per rendere il tutto ancora più difficile vi verrà anche dato un tempo limite, da consumare effettuando mosse, entro il quale dovrete soddisfare i requisiti principali della tappa. Ognuna di queste aree può essere di diverso tipo e occupata da uno o più eserciti da affrontare. Ci sono semplici campi aperti, templi in cui ripristinare la propria energia e quella degli alleati, villaggi da liberare ed infine anche campagne secondarie o addirittura segrete. Queste ultime servono sostanzialmente a sbloccare svariati bonus, come nuove armi oppure un nuovo cavallo più resistente e veloce da sfoggiare in battaglia. La conquista avviene attraverso il soddisfacimento di alcuni requisiti che variano a seconda del tipo di area scelta (anche se molto spesso si riconducono all'uccisione di un determinato ufficiale attivo nel luogo, oppure al costringere alla ritirata l'esercito avversario).

    Per misurare la "paura" dei soldati, ogni qual volta scenderete in campo compariranno due piccole barre che indicheranno l'umore delle vostre truppe e di quelle nemiche. Ogni uccisione di un guerriero provoca la riduzione della quantità di fiducia contenuta nella barra avversaria e più alto è il rango del caduto maggiore sarà la perdita di coraggio. Ovviamente all'azzeramento del contenuto di un indicatore corrisponde il diffondersi del panico nell'esercito rappresentato e culmina con la fuga delle truppe. Insieme a voi scenderanno in battaglia anche i vostri indispensabili alleati tra cui annoverano gli ufficiali e guerrieri di livello superiore che si aggregano al vostro esercito man mano che si prosegue nella campagna principale.

    Quello che, tuttavia, lascia con la bocca asciutta e non dà sostegno a tutto questo insieme di strategia e azione è la ridotta dimensione delle aree (conquistabili in una manciata di minuti) che affianca un gameplay troppo ripetitivo e ben lungi dall'essere profondo. Passato l'entusiasmo iniziale e dopo aver provato tutte le spettacolari combo del vostro guerriero vi renderete conto infatti del vuoto ludico che questo titolo lascia nel giocatore, e della sua estrema ripetitività. I nemici da affrontare sono raggruppabili in due categorie: i soldati semplici, paragonabili più che altro dei birilli da abbattere in maniera meccanica, e i generali che danno vita alle uniche vere battaglie in cui utilizzare qualche colpo "ragionato". Purtroppo anche questi combattimenti si riducono fin troppo spesso ad una continua pressione del tasto quadrato e perdono presto ogni mordente.

    Il comparto multiplayer è la vera novità di questo sequel ed è rappresentato da quattro modalità limitate alla sola connessione locale. La prima, chiamata "Bombs Away" mette fra le mani di un giocatore una bomba di cui l'utente si deve sbarazzare -sconfiggendo alcuni ufficiali- prima dello scoppio. La seconda, "Battle Royal", vi porterà in un palazzo molto alto in cui dovrete farvi strada uccidendo fiumi di avversari per raggiungere il tetto. Più il vostro livello di vita è basso e più lontani verrete rispediti quando subirete un colpo. In "Time Attack" dovrete invece letteralmente fare a gara per il raggiungimento di un goal, mentre in "Sudden Death" dovrete sconfiggere quanti più nemici vi è possibile tenendo presente che sia voi che i vostri avversari perirete dopo un sol colpo.

    Gli extra del titolo sono invece rappresentati dalla modalità "Free Mode", che vi permetterà di rivivere una tappa già precedentemente sbloccata e "Camp", ovvero una galleria dove è possibile riguardare tutto il materiale sbloccato e scambiare i generali con le PSP eventualmente vicine.

    Il fattore longevità è chiaramente minato dalla monotonia del gameplay. A meno che non vi piaccia schiacciare ripetutamente il pulsante d'attacco, difficilmente tratterrete l'UMD nel lettore per più di una settimana. Se poi troverete una qualche soddisfazione nel solo innalzamento del numero soldati morti, verrete premiati con svariati personaggi da sbloccare, ognuno dei quali sarà utilizzabile per la campagna principale (articolata in tre livelli di difficoltà).

    ..su campi di battaglia poco convincenti..

    A peggiorare la situazione di Dynasty Warriors Vol. 2 vi è anche ll reparto grafico che si attesta su livelli mediocri: gli ambienti risultano poco dettagliati oltre che estremamente ripetitivi, e la profondità di campo è pressoché nulla. Se a questo aggiungete l'impossibilità di visualizzare contemporaneamente tutti i nemici dell'area sullo schermo, vi ritroverete davanti spesso avversari prima completamente invisibili. La mancanza dello stick analogico destro fa sì che anche la gestione delle telecamere sia abbastanza confusionaria: molte volte infatti sarete costretti a reimpostarla dietro di voi con l'uso del dorsale sinistro, pena trovarvi ad attaccare il vuoto o essere colpiti alle spalle da ignoti. Molta più cura è stata sicuramente destinata ai modelli dei personaggi e ai loro dettagli. Sul campo di battaglia riuscirete difatti a distinguere facilmente i soldati semplici dai veri nemici e i loro movimenti risulteranno essere molto convincenti e curati.

    Per il comparto sonoro c'è da segnalare la presenza di ben quarantuno tracce d'accompagnamento che, seppure non di ottima fattura, garantiscono una buona varietà almeno per ciò che ascolterete durante le sessioni di gioco.
    Gli effetti sonori, alcuni dei quali piuttosto frequenti, si aggirano intorno alla sufficienza, dandovi sicuramente l'impressione di aver ucciso qualcuno, ma anche annoiandovi quando sarete arrivati più avanti nelle battaglie.

    Dynasty Warriors Vol 2 Dynasty Warriors Vol 2Versione Analizzata PSPDynasty Warriors Vol. 2 tenta di migliorare il suo prequel inserendo una nuova modalità e aggiungendo la componente multiplayer non riuscendo tuttavia a garantire un vero e proprio divertimento. Ciò che infatti danneggia l'essenza di questo titolo è il suo gameplay piatto, poco profondo e soprattutto ripetitivo. A meno che non siate fanatici del button-smashing, vi consigliamo di rivolgere altrove la vostra attenzione.

    5

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