Recensione Elite Beat Agents

Chi chiamerai? Gli Elite Beat Agents!!!

Recensione Elite Beat Agents
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  • DS
  • Expectations

    Le aspettative sono una brutta bestia.
    Nel mondo di noi poveri consumatori videoludici, schivarne gli effetti è impossibile.
    Capita che ci si imbatta in un titolo in grado di colpirci nel profondo, di divertirci e di lasciarsi giocare piacevolmente per moltissimo tempo.
    Può anche succedere che il titolo in questione non abbia mai superato i confini asiatici, e sia diventato una specie di piccola gemma leggendaria, procurabile quasi esclusivamente attraverso la faticosa via dell’import.
    Osu! Tatakae! Ouendan appartiene a questa stimata schiera di giochi.
    Ed è in casi come il suo che ci si rende conto della potenza del passa parola.
    Il gioco vende praticamente più copie (e raccoglie più consensi) all’estero che nel paese in cui è stato prodotto e distribuito.
    Inis e Nintendo colgono la palla al balzo. Ma Ouendan resta in Giappone: per noi occidentali arrivano gli Elite Beat Agents, pronti a salvare il mondo a ritmo di musica.

    Double Dare

    E’ possibile analizzare un titolo come Elite Beat Agents senza tener conto delle sue origini?
    La risposta a questa domana è "no".
    Immediatamente, infatti, balza all’occhio l’evidenza: EBA è un Ouendan con il vestito nuovo, più scintillante e soprattutto, socialmente e culturalmente più digeribile.
    19 canzoni per altrettanti stage, ognuno dotato di una propria storia. Il tutto racchiuso in un’originalissima veste grafica a base di pagine a fumetti in stile manga, attraverso cui leggere le improbabili vicende che fanno da sfondo alla musica, la vera protagonista.
    Noi, il giocatore, ci occuperemo di gestire le mosse degli specialissimi agenti mandati dal Comandante Kahn a soccorrere le persone bisognose di...risolutezza.
    E quale metodo migliore per tirare su il morale della gente, se non quello di cantare a squarciagola uno dei classici della storia musicale contemporanea...?

    Music is my Radar

    Alla base di un Rythm Game di successo c’è sempre un’idea semplice ma geniale. EBA sfrutta il touch screen del DS per portare questo concetto ad un nuovo livello. Questa volta non dovremo premere tasti a tempo, ma toccare lo schermo con il pennino, come se tamburellassimo con le dita seguendo il ritmo.
    Piccole sfere numerate compariranno sul touch screen, circondate da cerchi concentrici che i stringeranno sempre più attorno ad esse. Quando il cerchio combacerà con il perimetro della sfera, dovremo toccarla. Naturalmente la pressione di questi tasti virtuali coincide con la ritmica di un preciso strumento musicale oppure del cantato, quindi dopo pochissimo ci ritroveremo ad ignorare i cerchi concentrici perché la musica avrà avuto la meglio su di noi, e seguiremo abilmente gli stage prevedendo il ritmo dell’azione di gioco.
    L’idea semplice è supportata da una difficoltà crescente e ben calibrata: se all’inizio dovremo premere un paio di pulsanti per battuta, dopo pochissimo ci troveremo a dover districarci in situazioni più complesse che vedono la presenza di decine di sfere posizionate in modo intricato da toccare in una manciata di secondi.
    Alcune piccole variabili alla meccanica di gioco, come palline in movimento lungo un breve percorso che dovremo “accompagnare” trascinandole sul touch screen fino a quando non scompariranno o una ruota che dovremo far girare roteando energicamente il pennino (benvenuto terrore di raschiare il touch screen) contribuiscono a rendere EBA un gioco vario, godibile e, soprattutto assuefacente.

    The Hardest Part

    Inizierete il gioco con due “Agenti” disponibili: Spin e J. Questi due bizzarri individui corrispondono rispettivamente alla modalità di gioco Facile e Normale. Nessuna delle due rappresenta però una vera sfida e scorrono piacevolmente fino agli ultimi livelli, in cui la perfidia dei programmatori potrebbe in verità dare un po’ di filo da torcere ai giocatori meno abili.
    Ma è solo una volta portati a termine queste modalità che il gioco si fa duro.
    Altri due personaggi per altrettanti livelli di difficoltà crescente attendono i più smaliziati, senza contare che finendo i livelli senza errori ed accumulando buoni punteggi in modo da avanzare di rango (in base allo score totale di tutti gli stage e di tutte le modalità), nuove canzoni si renderanno disponibili aggiungendosi alle 16 di base e raggiungendo l’ottimo numero di 19 stage.
    La track list comprende una serie di brani che include sia alcuni grandi successi del passato che canzoncine commercialotte appartenenti alla scena pop americana.
    Si tratta però di cover, la cui qualità altalenante grava pesantemente sulla riuscita del prodotto finale.
    Alcune scelte si rivelano certamente azzeccate, come ad esempio le ottime versioni di Jumpin' Jack Flash e Canned Heat, altre invece sono completamente fuori luogo (Material Girl vince il premio di peggior cover mai realizzata). Ma il vero problema è nel mezzo: tra le canzoni davvero riuscite ed i completi fallimenti ci sono un buon numero di pezzi anonimi reinterpretati in maniera altrettanto anonima.
    Ovviamente stiamo parlando di musica e alla fine saranno i gusti personali di ogni giocatore ad esprimere un verdetto finale, ma non si può che restare delusi dalla colonna sonora: eccessivamente patinata per nascondere difetti di produzione la cui radice affonda nell'eccessiva commercialità di alcuni brani e del prodotto stesso.
    Gli sparuti clip vocali (tra cui battiti di mani e schiocchi di dita che accompagnano la pressione delle sfere sul touch screen) svolgono più che degnamente il proprio lavoro, mentre gli effetti sonori sono compromessi da alcune campionature di basso livello che accompagnano la pressione dei pulsanti a schermo.

    Agents are...GO!

    Al di la della fantastica meccanica di gioco, Ouendan ha raggiunto la fama anche grazie alla bizzarra presentazione, che EBA eredita in pieno: ogni canzone accompagna una situazione di vita comune che degenera nel surreale. Una babysitter alle prese con un inaspettato straordinario che mette a repentaglio la stabilità della relazione con il suo fidanzato; un cane in cerca della strada di casa; un giocatore di baseball in declino che deve salvare un ragazzino da un gigantesco mostro di lava; un’invasione aliena... Quando l’uomo perde le sue energie e si da per vinto, ecco arrivare gli emissari del comandante Kahn! Gli Elite Beat Agents prendono in mano la situazione e ridanno la speranza e l’energia a coloro i quali l’hanno persa. Cantando canzoni.
    Così i tre agenti selezionati si esibiscono in canto e coreografie nello schermo inferiore, realizzati in un 3D davvero ottimo.
    Sullo schermo superiore, invece vedremo l’esito del nostro “salvataggio”, tramite disegni in stile manga animati in modo essenziale ma efficace. In base alla nostra bravura nel gioco la scena mostrata sullo schermo superiore cambierà sensibilmente, portando al superamento o meno dei vari “checkpoint” sparsi durante lo stage. Questo meccanismo perverso invoglia i giocatori a sforzarsi di vincere per vedere i propri beniamini giungere al successo, ma anche a perdere di proposito per guardare le buffe scenette che contraddistinguono le disfatte dei protagonisti.
    Come già detto, tecnicamente il titolo Inis è svariate spanne sopra il suo antenato. Aiuta di molto anche lo schermo del DS lite, molto più brillante e nitido di quello del DS classico per il quale uscì Ouendan. Ma, proprio come per il discorso sonoro, se avete già provato il folle gioco dedicato ai cheerleader, rimarrete vagamente delusi dalle vicende narrate in questo pseudo sequel. Le trame dei vari livelli ricalcano parzialmente quelle viste in Ouendan, ma introducono vari elementi che banalizzano la follia trasformandola in una comicità di infimo livello. Via dunque alla sfilata di luoghi comuni sulle produzioni giapponesi: squallide invasioni aliene, ninja e animaletti kawaii infilati in ogni situazione per rendere il pacchetto più "divertente" ed orientaleggiante.

    Lost in Translation

    L'effetto complessivo di Elite Beat Agents è quello di un fumetto americano che tratta argomenti e ricalca lo stile grafico dei manga.
    Attenti a non fraintendere, il gioco è ottimo, divertente, godibile e incredibilmente longevo. Ma è pervaso dalla voglia di sembrare "giapponese" a tutti i costi.
    Evidentemente Nintendo e Inis hanno intuito che a decretare il successo di Ouendan è stato sopratutto il look folle dei personaggi e delle situazioni, assieme al gusto esotico procurato dal vedere scene quotidiane di una vita così distante da quella occidentale (l'esame di ammissione, il matsuri, la difficoltà di tenere aperto un ristorante).
    Per questa conversione, piuttosto che puntare in toto sulla nostra cultura, i programmatori hanno voluto travestirla di elementi che non ci appartengono, banalizzando il risultato finale.
    Giocando ad Elite Beat Agents non riderete di continuo, non sentirete l'impulso di mostrare un livello ad un amico per condividere il divertimento suscitato dalle immagini.
    Resterete impassibili, concentrati sulla sfida, fischiettando e canticchiando in una lingua finalmente comprensibile.
    Per aumentare il livello di coinvolgimento i programmatori hanno aggiunto svariati elementi sbloccabili: oltre alle canzoni bonus potrete visitare delle gallerie di immagini che si riempiranno progredendo nel gioco.
    Potrete inoltre giocare con altri tre amici, cooperando o sfidandovi in qualunque livello sbloccato se tutti i giocatori sono dotati di cartuccia, oppure in una minuta selezione di livelli scelti dalla cpu giocando in download play.

    Elite Beat Agents Elite Beat AgentsVersione Analizzata Nintendo DSUnico degno esemplare dei Rythm Game su DS (in occidente) e uno dei più alti rappresentanti del genere in generale, EBA deve il suo successo all'eredità di Ouendan. Non ci sono meriti, se escludiamo il progresso meramente tecnico, in questa nuova fatica Inis. Il gioco è bello, lungo, vario, ma manca qualcosa, qualcosa che probabilmente non noterete se non avete giocato al suo predecessore, che va oltre la qualità delle cover o il fatto che molte delle canzoni nella playlist potrebbero non piacere a tutti. Il ritardo dell'uscita Europea è giustificato da una traduzione completa del testo a schermo. Vignette e menu sono ora completamente in Italiano, peraltro davvero ben adattati, quasi privi di errori di localizzazione di sorta. In ogni modo togliete pure mezzo punto al voto globale se siete tra quei fortunati che hanno già giocato - o meglio ancora possiedono - Osu! Tatakae! Ouendan! o il suo seguito.

    7.5

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