Eragon: recensione dell'adattamento videoludico

Draghi e cavalieri nei cieli di Playstation Portable

Eragon: recensione dell'adattamento videoludico
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  • Il "Fantasy Natalizio" è servito

    Dopo la trilogia Tolkeniana e “Le Cronache di Narnia” è giunto il momento di sedersi comodamente nella poltrona della sala cinematografica ed assistere alla proiezione dell'ennesima trasposizione per il grande schermo di una celebre saga fantasy. E' il turno di “Eragon”, primo dei tre tomi (il terzo, in verità, deve ancora uscire) scritti dal brillante Christopher Paolini, ragazzo prodigio che alla veneranda età di quindici anni scrisse un racconto che nel giro di qualche anno è stato tradotto in ventiquattro lingue ed ha venduto milioni di copie in tutto il mondo.
    C'è forse un periodo migliore del freddo Natale appena trascorso per passare un paio d'ore in compagnia della propria famiglia a rivivere le avvenutre di un giovane Cavaliere del Drago? C'è forse momento dell'anno più adeguato per accompagnare un colossal cinematografico stracolmo di attori famosi ed effetti speciali ad una linea di prodotti promozionali tra cui spiccano videogiochi per tutte le maggiori piattaforme da divertimento? Indubbiamente no e per questo motivo siamo pronti a cavalcare la nostra Playstation Portable come se fosse un poderoso drago sputafuoco ed a testare “Eragon”, il gioco ufficiale prodotto da Sierra e sviluppato da Amaze Entertainement.

    Eragon e Saphira

    Questo libro narra di un giovane di nome Eragon che, durante una battuta di caccia al cervo, raccoglie una misteriosa pietra azzurra e la porta con se nella casa di suo zio Garrow, una fattoria situata in un villaggio ai piedi della catena montuosa nota come "Grande Dorsale". Ciò che il nostro eroe non sa è che la pietra che gelosamente custodisce dagli occhi dei suoi parenti in realtà è un uovo e che l'essere vivente in esso contenuto è destinato a cambiargli la vita per sempre.
    Dallo spesso guscio del prezioso ritrovamento esce un cucciolo di Drago femmina a cui Eragon darà il nome "Saphira" e con cui stabilisce un collecamento mentale. Grazie all'aiuto di Brom, un cavaliere del drago divenuto cantastorie in seguito alla morte del suo compagno di guerra, Eragon diverrà egli stesso membro dell'ordine del drago e partirà alla ricerca dell'odiato nemico Galbatorix, il tiranno che ha sterminato i cavalieri suoi pari ed ha sottomesso l'intera Alagaësia.
    La versione portatile di Eragon - the videogame non ha nulla a che vedere con la controparte per Home Console: si tratta di un “simultatore di drago” piuttosto articolato in cui il giocatore assumerà il duplice ruolo di Eragon/Saphira attraverso uno story mode composto da differenti stages.
    Ogni livello contiene una serie di obbiettivi che devono essere obbligatoriamente completati per proseguire all'area successiva; il primo degli incarichi consiste nel prendere confidenza con il nostro drago ed imparare le tecniche di combattimento aereo tipiche dei cavalieri del nostro ordine (Leggasi alla voce “tutorial”).
    Il drago si comporta in modo egregio: è capace di molte azioni, è agile ed ha un nutrito campionario di attacchi. I controlli, per quanto complessi, non devono intimorire il cavaliere alle prime armi; una volta impratichiti si riesce ad essere efficaci e letali in qualsiasi situazione.
    Lo stick analogico è utilizzato per far eseguire a Saphira le virate e per variare l'altezza a cui vola; al tasto X è affidata l'accelerazione (un Doppio Tap di questo tasto provoca una breve spinta ad alta velocità) mentre il tasto “Quadrato” frena il nostro drago fino a farlo fluttuare fermo nell'aria (Doppio Tap per una brusca inversione di 180°); continuando a tener premuto quest'ultimo tasto ed agendo sullo stick analogico otterremo l'effetto “Strafe” (ovvero uno spostamento rettilineo nella direzione indicata). Premendo invece X e Quadrato potremo variare la quota a cui staziona il nostro drago agendo nuovamente sullo stick analogico.
    Il drago può attaccare i nemici in tre modi differenti: usando un lungo getto di fuoco, poco potente ma con un vasto raggio d'azione, oppure può concentrare le sue fiamme in una sola potentissima sfera infuocata. Entrambe le azioni vengono gestite dal tasto dorsale destro e si attivano a seconda del tempo per cui è stato premuto questo bottone. L'attacco più originale, però, è quello che sfrutta gli artigli della nostra feroce cavalcatura: ogni nemico che si trovi ad una ragionevole distanza può essere agguantato semplicemente premendo il tasto “Cerchio”. Una volta nelle nostre grinfie il malcapitato, sia esso un essere umano, un animale o un Ra'zcal, può diventare una nutriente forma di sostentamento per la sempre affamata Saphira; basta infatti premere nuovamente il tasto Cerchio per far si che il nostro drago lanci per aria la sua preda, la divori in un sol boccone e recuperi parte dell'energia persa nei precedenti scontri con le creature dell'esercito di Galbatorix.
    Per finire è possibile afferrare massi di varie dimensioni da lanciare poi contro gli ingressi delle grotte da cui scaturiscono i mostri nemici; per rendere più facile questa operazione di bombardamento è disponibile una visuale del suolo che si andrà a colpire, che mostra anche l'area di impatto in funzione della velocità a cui si sta viaggiando e si attiva con una pressione del tasto “Triangolo”
    Il buon Eragon non manca di contribuire attivamente agli scontri con i nemici: i suoi attacchi sono affidati al tasto dorsale sinistro e sono divisi in due principali categorie: potremo scoccare una freccia dal nostro arco o scagliare un incantesimo selezionandolo tra quelli disponibili nel nostro inventario che si gestisce con i tasti della croce direzionale.
    Quando si scaglia una freccia bisogna fare attenzione al puntatore che blocca l'avversario su cui intendiamo infierire: la pressione del tasto dorsale fa apparire su quest'icona due semicerchi piuttosto distanti tra loro che rapidamente si avvicinano fino a formare un cerchio concentrico al nostro obbiettivo. Rilasciate il tasto nel momento in cui le tre icone sono allineate ed otterrete un centro perfetto.
    Le frecce di e gli incantesimi di cui siamo dotati non sono infiniti: per procurarsi una scorta adeguata di munizioni bisogna abbattere i nemici ed esplorare le pianure, i canyon e le grotte di cui sono composte le locazioni in cui hanno luogo gli scontri.
    Alle battaglie parteciperanno anche dei Cavalieri del Drago alleati al malvagio Galbatorix; questi guerrieri sono dotati dei nostri stessi poteri ma possono essere affrontati in un ulteriore modo: se si riesce ad avvicinare Saphira al drago avversario si può far saltare Eragon sul suo dorso e combattere all'arma bianca contro il cavaliere nemico. A loro volta però gli sgherri di Galbatorix possono riservare la stessa sorte a noi: in questo caso dovremo difenderci dagli attacchi nemici premendo la leva analogica ripetutamente così da far perdere l'equilibrio all'indesiderato ospite.
    Le missioni, tutto sommato, contengono obbiettivi intriganti: in ogni livello dovremo combattere nemici, trovare oggetti o locazioni nascoste e trasportare o salvare i molti comprimari presenti in tutto lo story mode. Come esempio possiamo portare lo stage in cui bisogna difendere il nostro insegnante, il cavaliere Brom, da un assalto di Ra'zcal insensibili al fuoco di Sapphire; soltanto stordendoli con un potente incantesimo per poi afferrarli e scaraventarli giù in una profonda grotta potremo avere ragione di loro. Da questo punto di vista non si può che tessere una lode nei confronti di Amaze Entertainement che, nononstante la tendenza del mercato a produrre videogiochi su licenza spaventosamente stereotipati, ha tentato di realizzare un prodotto unico nel suo genere e di dotarlo di un gameplay vario ed articolato.
    Ogni livello dello story mode è affiancato da un secondo stage che viene sbloccato in contemporanea; a differenza del primo questo livello contiene un numero variabile di sfide “Deathmatch” tra i vari cavalieri del drago, che si affrontano in varie modalità spiegate nel briefing che precede il combattimento. Durante questi scontri potremo utilizzare sia Eragon che gli altri cavalieri e draghi conosciuti nel libro e nella pellicola cinematografica, realizzando magari dei mix cavaliere/cavalcatura piuttosto particolari. Ogni drago è caratterizzato da una propria resistenza fisica, da una potenza di attacco e dalla velocità di punta, così come Eragon e soci si distinguono in funzione di parametri simili.
    Il Deathmatch è anche l'unica modalità in cui più giocatori umani si possono affrontare via wireless; purtroppo, come capita spesso, non è possibile condividere i contenuti di un singolo UMD per dare vita ad una sfida online, un vero tallone d'achille per un gioco come questo.







    Note fin troppo dolenti

    Fino a questo punto abbiamo parlato dei lati positivi di questo gioco per Playstation Portable; in realtà gli aspetti negativi sono molti e fin troppo marcati. L'intrigante gameplay è guastato da una realizzazione tecnica inconsistente: ogni stage è popolato da nemici che si lasciano bersagliare senza opporre la minima resistenza; inoltre le collisioni tra Saphira ed il resto degli elementi che compongono il paesaggio sono regolate dalla pura casualità: il nostro drago può attraversare la roccia, il legno e le acque allo stesso modo in cui fende l'aria. Le ambientazioni sono scialbe e poco evocative, composte da montagne che si alternano a lande verdi prive di dettaglio; allo stesso modo i nemici, che sono troppo piccoli per distinguersi nel già piccolo schermo di Playstation Portable, vagano senza meta per le valli di Alagaësia. Mancano quasi completamente gli effetti luminosi e le uniche animazioni di pregio sono quelle del nostro drago. Pessimi sono anche gli elementi di contorno: le cut scene sono inesistenti ed in certi casi è preferibile saltarle direttamente tanta è l'incuria di cui si pregiano. Gli unici elementi che rimangono a narrare la storia sono delle schermate tra una missione e la successiva che riassumono gli eventi di collegamento.
    Poche frasi sconnesse vengono pronunciate in inglese durante gli intermezzi e nel corso di una missione, ma sono sinceramente poca cosa così come la colonna sonora, composta da un paio di brani presi direttamente dal film.
    L'ultima nota dolente riguarda la durata dello story mode, un'esperienza che non si può che definire “istantanea”. Dopo appena tre tentativi siamo riusciti a completare le missioni principali in meno di trenta minuti. Le battaglie tra draghi, nonostante i differenti obbiettivi, sono minate dall'assenza totale di intelligenza artificiale dei nostri avversari: dopo qualche esperimento si abbandonano per non affrontarle mai più.

    Eragon EragonVersione Analizzata PSPUn vero peccato. Eragon poteva essere un buon gioco ma tutte l'impegno infuso nel creare una struttura di gioco originale è stato sovrastato dall'orribile realizzazione tecnica. Non è solo una questione di grafica o sonoro: ogni elemento di programmazione è approssimativo, frettoloso e quanto meno evidentemente inferiore a qualsiasi titolo concorrente. Un gioco da evitare con cura

    4

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