Recensione Etrom : The Astral Essence

Il primo RPG Italiano della storia!

Recensione Etrom : The Astral Essence
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  • Pc
  • Contrariamente ad ogni opinione euforicamente , il futuro in ogni videogioco è nero, cupo e con qualcuno che assomiglia a Ken Shiro.
    Anche Etrom non fa eccezioni, ponendo l’umanità del tempo che verrà in un mondo ibrido, tra cyberpunk e fantasy, pieno di disgrazie e di sofferenze: e qualcuno continua a sostenere che "l’ottimismo vola".

    ETROM, questo sconosciuto..

    In seguito alla scoperta ed all’estrazione di una rivoluzionaria risorsa energetica minerale, il Chroma, la terra subisce uno sconquasso biblico, che stravolge l’attuale conformazione continentale per tornare alla vecchia e cara Pangea.
    La popolazione umana viene decimata, anche in virtù di un misterioso male oscuro capace di uccidere in pochi giorni, diffusosi in quel che rimane del globo.
    Intorno ai punti di estrazione di chroma vengono costruite delle megalopoli in cui gli umani cercano riparo, mentre il resto del mondo rimane tristemente desolato ed inesplorato.
    Queste megalopoli diventano di fatto delle piccole città-stato autosufficienti, legate fra di loro dalla classe dirigente al potere e dalle loro inclinazioni politiche, dando vita a tre forti schieramenti ideologici che, come se non bastasse, sono costantemente in guerra fra di loro.
    Questo catastrofico background è il contesto in cui è ambientato Etrom, l’essenza astrale, il primo prodotto dell’emergente software house italiana, Pm Studios.
    Impersoneremo un ignaro membro dell’ Human World Defence (una sorta di polizia militare) di nome Etrom che, durante una missione di esplorazione nei territori esterni, è venuto casualmente a contatto con una misteriosa energia ancestrale: l’essenza astrale, appunto.
    Tale circostanza gli ha conferito poteri sovrannaturali, quali la possibilità di generare ex nihil (dal nulla) un ascia mistica e di assumere una forma demoniaca che, di fatto, lo rende invincibile.
    Il tapino non riesce a capacitarsi di quello che gli è accaduto e si butta alla ricerche di risposte, cercandole in un profeta comparsogli in sogno, disertando dal corpo di polizia di cui faceva parte e divenendo istantaneamente un fuggitivo, braccato da tutte le forze dell’ordine della sua città.

    Tiro i dadi o tiro un accettata?

    Il titolo si presenta come un gioco di ruolo con elementi tipici di un Hack'n'Slash, genere ludico di cui la serie Diablo è l’esempio più celebre.
    Principalmente ci troveremo quindi a svolgere quest e a massacrare tonnellate di nemici a colpi di scure, d’incantesimi e di armi da fuoco, acquisendo esperienza che potrà essere spesa per passare di livello e aumentare le abilità disponibili nella scheda del personaggio.
    I combattimenti con i nemici, oltre ad essere in tempo reale, vanteranno un sistema di calcolo dei danni offesi e ricevuti paragonabile al lancio di un dado, ovviamente tendendo conto dei massimali e minimali possibili in base al livello del personaggio, del nemico e delle armi usate.
    Lo schema di gioco prevede inoltre la possibilità di evitare gli scontri muovendosi in maniera furtiva oppure di mutare di forma, trasformandosi inizialmente in un diavolo, in seguito in altre creature demoniache, dinventando delle invulnerabili macchine da guerra per un periodo limitato, consumando energia vitale e mana.
    Diciamo quindi che Etrom è un gioco ibrido, che raccoglie dentro di se elementi tratti da vari generi ludici, e a prima vista potrebbe avere le carte in tavola per rappresentare un best seller.
    Sfortunamente non è così.

    Tecnicamente Parlando..

    Andando contro la classica visuale isometrica che caratterizza i titoli del genere, Etrom adotta una grafica 3d con prospettiva in terza persona e telecamera mobile.
    Questa piacevole variante presenta tuttavia delle pecche di rilievo.
    La realizzazione tecnica generale è vecchia di qualche anno, specialmente per quello che concerne numero di poligoni utilizzati, qualità delle textures in generale ed uso di tecniche ed effetti grafici.
    Anche la gestione delle telecamere presenta non rari problemi:specialmente quando la battaglia infervora in spazi angusti, l'utente deve entrare nell'ordine di idee di poter perdere spesso di vista il personaggio, mentre la visuale viene occupata dalle texture di un muro.
    Inoltre il design dei livelli è spoglio e scarno, in quanto le strutture sono tutte simili e non ci sono grandi cambiamenti di tema nel corso di un livello.
    La situazione migliora leggermente per quello che riguarda i personaggi e in special modo i nemici, che vantano una realizzazione più accurata, anche se poco brillante per quello che riguarda la varietà.
    Il comparto sonoro se la cava un po’ meglio, proponendo effetti sonori e jingle carini, in tema con l’atmosfera. Purtroppo anch’essi si rivelano spesso ripetitivi nel corso dell’avventura.

    Il lato oscuro dell’ascia bipenne.

    Etrom è lungi da essere definito un capolavoro perchè, pur offrendo una buona varietà di elementi, alcuni dei quali innovativi per il genere, combina il tutto in un mix non felice.
    Analizzando il lato RPG del gioco, ci accorgiamo di quanto sia semplificato e insoddisfacente.
    La gestione delle skill si rivela nello sviluppo di un numero irrisorio di abilità che diminuisce di molto la varietà delle peculiarità che possono distinguere un personaggio da un altro, e di fatto privilegiando la creazione di personaggi ibridi.
    Le possibilità di interazione con l’ambiente circostante sono ridotte all’osso, limitando il giocatore a curarsi solo dei nemici e dei personaggi che assegnano le quest, ed estirpando dal gameplay ogni logica sociale.
    L’inventario è molto limitato e non espandibile, e ciò obbliga il giocatore a fare costantemente la spola fra il campo di battaglia e il vendor, per vendere gli oggetti raccolti dai cadaveri nemici e quindi liberare preziosi slot.
    Sul lato hack’n’slack le cose non vanno certamente meglio.
    Il sistema di controllo del gioco è basato sull’utilizzo del mouse ed associa ad ogni click ( sia sinistro che destro) un punto verso cui muoversi oppure un nemico d’attaccare, secondo l'elemento su cui si trova il cursore (modello poligonale o struttura ambientale di sfondo).
    Questa scelta rende di fatto molto caotici i combattimenti, in quanto non sarà raro attaccare un nemico e vedere il nostro personaggio correre dietro ad esso invece che attaccarlo.
    Considerando che un click su un nemico corrisponde a un singolo colpo invece che ad una serie di attacchi, di fatto il pericolo di un prematuro game over è molto elevato, e ciò non fa altro che aumentare esponenzialmente la frustrazione nel giocatore.
    Inoltre la modalità Stealth si rivela fine a se stessa: non ci sono modi per uccidere i nemici in modo silenzioso e quindi indolore, facendo sfociare spesso le nostre manovre furtive in risse chiassose, dalle quali, specialmente nelle fasi più avanzate del gioco, sarà veramente ardua impresa uscire vivi.
    I nemici non brillano certo per astuzia: non adottano strategie offensive particolari anche se è da notare il fatto che coloro che impugnano armi a gittata cercano di preservare le distanze con il nostro alter ego digitale e mandare avanti i commilitoni con spade e asce.
    Le sorti vengono risollevate dall’utilizzo delle armi da fuoco, che permettono attacchi a lunga distanza e nei casi di armi ad alto potenziale, un vero e proprio fuoco di sbarramento a zona.
    Da notare anche l’inedita possibilità per questo genere di giochi, di guidare per brevi momenti robot da combattimento e usare fucili da con relativo zoom telescopico. Tali elementi, pur costituendo una piacevole variante all'azione, non migliorano molto la situazione, rivelandosi fattori contingenti e fatto significativi. Ciò che in Etron regna sovrano, è piuttosto una leggera frustrazione e, in generale, un leggermente sostenibile caos.

    Etrom: The Astral Essence Etrom: The Astral EssenceVersione Analizzata PCColoro che vedevano in Etrom un capolavoro rimarranno parzialmente delusi, perché il gioco non riesce a convincere totalmente, pur offrendo molti spunti interessanti, come ad esempio l’inedito approccio grafico per un hack’n’slash, ed una storia degna delle migliori penne mondiali, che mescola egregiamente due mondi spesso contrapposti come il fantasy e il cyberpunk. Tuttavia non dobbiamo assolutamente perdere di vista il fatto che il team di sviluppo del gioco è al suo primo prodotto e che soprattutto è un gruppo indipendente e autofinanziato: i PM Studios, team barese, non hanno avuto a disposizione le risorse economiche di una multinazionale e tanto meno il personale di un titolo tripla A. Secondo le loro dichiarazioni lo zoccolo duro del gruppo è composto da sette elementi, che sono divenuti dodici nei momenti di maggior lavoro. In questo contesto hanno provveduto a sviluppare totalmente da zero sia il motore grafico, che tutta la struttura del gioco in generale, dato che le risorse erano limitate e soprattutto personali. Se osserviamo il prodotto in quest’ottica, non possiamo che apprezzare il duro lavoro svolto e la passione messa in ogni singolo passo dello sviluppo, specialmente nel creare una storia così bella, complessa ed articolata, che garantisce una longevità invidiabile e un coinvolgimento elevato. Se invece paragoniamo il titolo, il cui costo si aggira sui trenta euro, con quello che il mercato propone, non possiamo certo trascurare le sue carenze a livello grafico e le sue potenzialità non totalmente sfruttate. Perciò Etrom va considerato come un prodotto da comprare a giocare a patto di accettare qualche piccolo, considerando che può regalare spunti interessante e stimolanti. Chi va cercando la perfezione, oppure uno schema di gioco RPG hardcore, potrebbe rimanere deluso dal prodotto, ma lo consigliamo comunque a chi cerca qualcosa di innovativo nel genere e tante ore di sano divertimento.

    6.8

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