Evolution GT: recensione del racing game made in Italy

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Evolution GT: recensione del racing game made in Italy
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  • Dal vecchio continente...

    Nell’immaginario collettivo il videogiocatore classico è un giovane ragazzo giapponese con troppi brufoli e pochi amici, o un corpulento coetaneo americano (probabilmente con più brufoli e ancora meno amici); ma chi contribuisce a dar vita a questi clichè dimentica come anche l’Europa sia ormai diventato un mercato importante nel settore, sia a livello di utenza che di produzione di videogame.
    Sebbene sia opportuno lasciare a chi vive al di la, rispettivamente, dell’oceano e della Siberia il compito di creare offensivi stereotipi nei confronti di noi europei, sarebbe sbagliato non notare come negli ultimi anni le software house del vecchio continente si stiano dando da fare per colmare la distanza, sia in termini quantitativi che qualitativi, con risultati a volte ottimi, altre volte meno buoni. Criterion con i suoi Burnout e Black, Rockstar con i suoi acclamati e criticati prodotti, il connubio Reflection e Atari sono solo alcuni esempio della produzione europea, tra cui si inserisce la milanese Milestone.
    La software house italiana, dopo S.C.A.R. - Squadra Corse Alfa Romeo e diversi titoli sulle Super Bike, ha sviluppato Evolution GT, un altro racing game che cerca di essere un ponte che unisca il genere simulativo e quello arcade. Quanto questo tentativo sia in effetti riuscito è la chiave di lettura per analizzare e capire un gioco che rischia solo di mettere in evidenza quando un genere ibrido sia di difficile realizzazione.



    Ciao Gabriele!

    Testimonial del gioco è Gabriele Tarquini, pilota di superturismo, che in alcune fasi del gioco comparirà in dei filmati per introdurci alle numerose caratteristiche del gioco. Evolution GT, infatti, non è semplicemente un “gioco di corse”, è un racing game con caratteristiche da GDR (Gioco di Ruolo), il che vuol dire che di fianco alle tipiche gare c’è un sistema per la gestione delle abilità del pilota, dalla capacità di concentrazione alla “furbizia”. Per capire in che modo queste abilità influenzino l’esperienza videoludica è necessario comprendere il gameplay di Evolution GT: il sistema di guida, sebbene non sia “profondo” e curato come quello di Gran Turismo è definibile come quasi-simulativo. Il giocatore deve prestare attenzione alla distribuzione del peso della vettura (è difficile cambiare direzione durante una pesante frenata mentre la vettura è “imbarcata” nel senso opposto) e gli spazi di frenata sono considerevoli. E’ facile sbagliare e se si frena con due ruote su una parte meno aderente (ad esempio l’erba rispetto all’asfalto) è probabile finire in testa coda. Le traiettorie, per quanto non fondamentali come in Moto GP, vanno scelte con cura, altrimenti diventa molto impegnativo superare i concorrenti. I danni a cui sono soggette le auto (anche visivi, con buona pace di chi dice che GT non “ha i danni” perché ha tutte licenze ufficiali) ricordano che è meglio avere una guida pulita e contenuta piuttosto che uno stile spregiudicato e disattento... tutte caratteristiche delle simulazioni.
    D’altra parte, invece, le gare hanno una durata piuttosto limitata e talvolta la fisica che gestisce i veicoli potrebbe essere definita “fantasiosa”, o concorrente di Burnout, dato che specialmente in alcuni casi (con vetture piuttosto potenti su fondo scivoloso) sarà frequente vedere derapate, durante tutta la percorrenza della curva, degne del Valentino Rossi in miglior forma.
    E' su questa base che si appoggia la struttura simil-GDR che influenza l’esperienza di gioco in modo profondo e significativo: Evolution GT prevede una serie di parametri e opzioni che caratterizzano direttamente il gioco in modo prettamente arcade; quello che gli sviluppatori hanno cercato di fare è stato rendere palesi alcuni aspetti delle competizioni motoristiche, specialmente nel rapporto tra i piloti in gara.
    E’ nota, per esempio, la pressione (psicologica) che viene inflitta ad un pilota dal concorrente che lo segue, per esplicare questo evento Milestone ha inserito un parametro in base al quale la pressione esercitata è evidente e misurabile. Più semplicemente: durante una gara uscirà in video il nome del pilota che precede accompagnato da una barra, più o meno lunga, che indica il suo grado di “resistenza psicologica”, man mano che si tallona l’avversario questa barra lampeggia leggermente e diminuisce (con una velocità che varia in base a quanto sia sviluppata la nostra capacità di mettere pressione) fino a quando non termina. A quel punto il pilota avversario “andrà nel panico” e inizierà a sbandare leggermente e a commettere errori nella guida.

    Com’è intuibile lo stesso trattamento può essere fatto al giocatore in carne e ossa; non potendo però causare una vera tensione gli sviluppatori hanno cercato di ricrearne gli effetti: se si viene tallonati a lungo tutto la visuale diventerà sfuocata e sarà quasi impossibile condurre il veicolo con raziocinio. Vincendo le gare si possono influenzare i parametri che stabiliscono quanto il proprio pilota sia sensibile alla pressione avversaria, con che velocità possa riguadagnare la concentrazione, con che forza riesca a opprimere gli avversari. Ma non finisce qui. In Evolution GT è presente il così detto “Tiger Effect” che, in modo molto semplice, non è altro che la possibilità di tornare indietro nel tempo (di pochi secondi) e correggere eventuali errori. Se adesso si valutano scorrettamente i tempi di frenata, è possibile tornare un po’ indietro, anticipare la manovra e continuare scorrevolmente con la gara. I parametri che delineano le capacità del pilota sono vari e abbastanza numerosi e comprendono, oltre a quelli già citati, la capacità di accelerare o frenare con una maggiore efficacia, sfruttare meglio la scia degli avversari, la precisione di guida e quant’altro.
    Si rende, quindi, immediatamente evidente come l’esperienza di gioco sia influenzata da come il giocatore intende impiegare i punti guadagnati al termine di una gara vittoriosa, in un modo che chiunque abbia mai giocato ad un gioco di ruolo conosce molto bene.
    E’ difficile stabilire quanto una simile struttura di gioco sia positiva o negativa, poiché per quanto sia possibile stabilirne la qualità (che nella media è discreta) è compito del giocatore, in base ai suoi gusti, stabilire quanto questo genere di meccaniche sia appetibile. Quel che è certo è che Evolution GT non è, e non ha mai voluto essere, l’antagonista di Gran Turismo. Ne si propone come il nuovo Re degli arcade. Il feeling generale (complice anche la presenza di Tarquini e i tipi di auto - dei quali si parlerà più avanti) è che il prodotto Milestone sia molto più ispirato a TOCA che ad altri titoli ma che, per necessità o volontà, cerchi in aggiungere un elemento nuovo al genere (in realtà ripercorrendo le orme del precedente S.C.A.R.).

    Meglio della "Guida Michelin"

    Meglio della "Guida Michelin"

    Come si diceva in apertura di recensione Evolution GT è un gioco prettamente europeo. Sia nel luogo di creazione che nell’ambientazione. I circuiti sui quali avranno luogo le gare sono in gran parte percorsi cittadini, ambientati nelle principali città del nostro continente come Londra, Berlino, Barcellona, Milano, Firenze; e altre località extra-cittadine, come la Costa Azzurra o le Highlands Scozzesi. Sono tuttavia presenti anche più classici circuiti come Donington, Hockenheim e Valencia; Laguna Seca è una delle poche eccezioni all’impostazione All-EU che sembra invadere il gioco.
    Le città sono tutte ben realizzate e sebbene il paragone con Parigi di GT4 non è proponibile, il lavoro degli sviluppatori è encomiabile e denota il tentativo (riuscito) di trasmettere l’atmosfera di ogni città al videogiocatore, anche se una simile scelta (quella di proporre così tanti percorsi urbani) sfocia in una eccessiva somiglianza dei tracciati che, ovviamente, hanno caratteristiche un po’ troppo simili tra loro.
    Per quanto concerne le autovetture, i modelli (discretamente realizzati) sono quasi tutti europei e sono per lo più vetture di stradali di classe media come le Opel Speedster e Astra, le Audi A3, A6e TT, l’Alfa 8C, la Seat Leon, la Reanult Clio e tante altre, spesso anche in versione Super Turismo. Potrebbe essere percepito come un difetto il fatto che tutte le gare siano delle sfide monomarca: in pratica le vetture in pista sono tutte uguali, e questo va a svantaggio della varietà di gioco.

    Gli impatti contro ostacoli fissi comportano un danneggiamento della vettura il cui stato è visualizzato da una barra e, visivamente, dalla rottura di pezzi come i parabrezza, i paraurti e i fari. C’è da segnalare che i danni visibili sono piuttosto scarsi e mal realizzati, assolutamente distanti da modelli più sofisticati visti in diversi giochi come la serie di Colin McRae, WRC: Evolved o Flat Out.
    Nel complesso l’impatto grafico è soddisfacente e anche se in alcuni casi si sarebbero potuti ottenere risultati migliori (Evolution GT è lontano sia dal dettaglio di GT che dal senso di velocità di Burnout) il lavoro svolto in questo senso è buono. Scarsamente sostenibile è un particolare effetto grafico, quello che appare mentre si è in scia ad un altro veicolo: una serie di linee rette con una estremità rivolta verso l’esterno della visuale e l’altra verso l’interno compaiono sullo schermo, accompagnate da un rumore che ricorda quello di uno asciugacapelli eccessivamente impolverato. Il resto degli effetti sonori è sotto la media e anche le auto più potenti non riescono a ricreare il rumore tipico dei motori con tanti cavalli, le musiche sono in bilico su quella sottile linea che divide l’anonimato più assoluto dalla voglia di non proporre nulla di troppo “fuori le righe”.
    In altre parole se un giorno Evolution GT passerà alla storia, non sarà per i prodigi audio/visivi che crea.


    Longevità

    Pur non avendo la longevità di Gran Turismo (che comunque raggiunge questo obbiettivo in modo poco creativo, semplicemente grazie alla presenza di un elevato numero di gare tutte molto simili tra loro), Evolution GT vi terrà compagnia a lungo grazie al discreto numero di circuiti, la voglia di migliorare le caratteristiche del proprio pilota e le sfide che affiancano le corse più classiche. Le sfide, che potrebbero essere definite come un incrocio tra quelle di Moto GP e le “patenti” di GT , sono abbastanza varie e sono un ottimo diversivo fra una gara e l’altra, anche se i tempi di caricamento non sono i più brevi mai sperimentati. Si è comunque, e per fortuna, lontani dalle attese estenuanti di Burnout.
    Vincendo le gare si sbloccano oggetti come guanti, caschi, tute, scarpe e così via da far indossare al pilota per migliorarne le caratteristiche; dato che ogni indumento migliora una determinata skill (e a volte ne penalizzata un’altra) è importante stabilire quali abilità sia conveniente potenziare, anche in base alle tecniche di guida del videogiocatore.

    Evolution GT Evolution GTVersione Analizzata PlayStation 2In definitiva Evolution GT è un gioco dove è evidente lo sforzo degli sviluppatori e il loro impegno nel proporre qualcosa di innovativo e diverso. C’è però da chiedersi se i risultati siano quelli sperati e, soprattutto, a chi sia rivolto questo prodotto: agli amanti delle simulazioni in cerca di qualcosa di più “leggero” o agli amanti dei giochi arcade stanchi delle follie di Burnout? O forse Milestone cercava di avvicinare due target come gli appassionati di GDR e quelli dei racing game? Milestone, e il suo lavoro, rischia di finire con il non accontentare alcun giocatore e dar vita a un gioco che, tecnicamente buono, non piace e non dispiace a nessuno. Se vi piace il mondo delle corse ma non volete perdervi nel labirinto di nazionalismo Giapponese noto con la sigla di GT, ne non avete la pazienza per intraprendere una carriera con TOCA, Evolution GT si pone come una buona alternativa, ovviamente molto più arcade.

    7

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